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{{Citazione|La più bella muraglia di ghiaccio delle Alpi|[[Kurt Diemberger]] sulla ''Königswand'', la parete nord del Gran Zebrù}}
{{Montagna
|nomemontagna=Gran Zebrù <br />''Königspitze''
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|codice = II/C-28.I-A.1.c
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{{Citazione|La più bella muraglia di ghiaccio delle Alpi|[[Kurt Diemberger]] sulla ''Königswand'', la parete nord del Gran Zebrù}}
 
Il '''Gran Zebrù''' (''Königsspitze'' in [[Lingua tedesca|tedesco]]) è una [[montagna]] di 38573.857 m [[s.l.m.]] nel [[gruppo Ortles-Cevedale]], di cui è la seconda vetta per altezza dopo l'[[Ortles]], davanti al [[Cevedale]], ed è anche la seconda [[Vette più alte del Trentino-Alto Adige|vetta più alta del Trentino-Alto Adige]].
 
== Descrizione ==
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La leggenda e l'origine del nome italiano (e lombardo) della montagna si intrecciano. È probabile infatti che il nome ''Zebrù'' (che identifica anche un'altra vetta poco lontana, il [[Monte Zebrù]]) derivi dalla radice [[celti]]ca ''se'' (spirito buono, santo) e dal termine ''brugh'', anch'esso celtico, che significa [[rocca (fortificazione)|rocca]] o [[fortezza]], "castello degli spiriti buoni", appunto.<br />Altre ricerche etimologiche però farebbero derivare il nome ''Zebrù'' dal [[Lingua latina|latino]] ''super'', cioè sopra, più in alto di qualsiasi altra montagna, la cima più alta (quando né l'Ortles né il Gran Zebrù erano ancora stati misurati è probabile che si ritenesse che quest'ultimo fosse il più elevato del massiccio).<ref>[http://www.waltellina.com/ascensioni/cimadisolda/index.htm Origine del nome del Gran Zebrù e del Monte Zebrù su www.waltellina.com] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080513023325/http://www.waltellina.com/ascensioni/cimadisolda/index.htm |data=13 maggio 2008 }}</ref>
 
Infine, nonostante la leggenda stessa possa indurlo a pensare, non vi è alcuna relazione tra di essa e il nome tedesco della montagna. ''Königsspitze'' e ''Königswand'' sembrano derivare da un errore dei topografi austriaci nel trascrivere il nome tirolese, ''Cunìgglspizze'', che non avrebbe a che fare con ''König'' (re, sovrano) bensì con ''Könich'', ossia cunicolo (il versante altoatesino della montagna è scavato da diverse miniere). Una seconda ipotesi fa comunque derivare il nome realmente dall'autorità regale, essendo la montagna posta al confine fra l'ex contea del [[Tirolo]] e il regno della [[Lombardia]].<ref>[[Egon Kühebacher]], ''Die Ortsnamen Südtirols und ihre Geschichte'', vol. 3, Bolzano, Athesia, 2000, p. 146p. ISBN 88-8266-018-4</ref> Inoltre la forma dialettale venostana per "König" è "Kiini" (e ''Kiiniwant'' per "Königswand"), e gli etimi ''König'' e ''Kaiser'' (imperatore) ricorrono abbastanza spesso nella toponomastica montanara (sud) tirolese.<ref>Franz Huter, ''Kaiser und König in Tiroler Örtlichkeitsnamen'', in ''Studien zur Namenkunde und Sprachgeographie. Festschrift für Karl Finsterwalder zum 70. Geburtstag'', Innsbruck, Wagner, 1971, pp. 165-170.</ref>
 
=== Le prime ascensioni ===
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=== La grande guerra ===
[[File:Koenigspitze HQ.jpg|upright=1.2|left|thumb|Gran Zebrù, Zebrù e [[Ortles]]]]
La zona fu interessata, nel periodo tra il 1915 e il 1918, dal [[fronte (guerra)|fronte]] [[Italia|italo]]-[[Impero austro-ungarico|austriaco]] nel contesto della [[Primaprima guerra mondiale]]. Nella fattispecie, il Gran Zebrù fu occupato dagli [[Standschützen|Schützen]] di Nauders il 17 maggio 1917, salendo da est lungo un difficile pendio ghiacciato. La cima servì quindi da vedetta finché anche gli [[Alpini]] italiani non tentarono di attaccarla.
 
La salita dal versante lombardo, ove si trovava la postazione italiana, presentava però grandi difficoltà tecniche e logistiche. Gli Alpini, più alpinisti che soldati in queste occasioni, disposero una corda fissa per i primi 300 metri di salita (la parete ne misura circa mille) per facilitare l'attacco (in entrambi i sensi, sia alpinistico sia militare) alla cima. Nella notte del 3 giugno, cinque soldati scelti guidati dal sergente Giuseppe Tuana Franguel, seguiti da una squadra con i rifornimenti e le munizioni, si inerpicò lungo la corda sino al termine, ove iniziava la scalata vera e propria.<br />Nella completa oscurità i cinque alpini approcciarono la parete, affrontando una via mista (roccia e ghiaccio) che si sviluppava per circa 700&nbsp;metri, sino a guadagnare la cresta sommitale, a pochi metri dalla vetta ove si trovava la postazione austriaca. Appena fu giorno, fecero fuoco su di essa uccidendo la sentinella e si attestarono nella scomoda posizione a poche decine di metri dagli austriaci. In un paio di mesi venne costruita una baracca e scavata una piccola galleria nella roccia. La postazione assunse il nome quantomai appropriato di "Nido d'Aquila". Nonostante i continui tentativi di sloggiare il nemico da parte di entrambi i contendenti, le posizioni rimasero immutate fino alla fine della guerra.<ref>[http://www.waltellina.com/ascensioni/cimadisolda/index.htm Battaglie sul Gran Zebrù su www.waltellina.com] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080513023325/http://www.waltellina.com/ascensioni/cimadisolda/index.htm |data=13 maggio 2008 }}</ref><ref>Luciano Viazzi, "''Guerra d'Aquile"'', Arti Grafiche R. Manfrini, 1967.</ref>
 
=== L'impresa di Diemberger ===
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=== Via Normale ===
La via della prima ascensione nel 1864, molto frequentata. EssaOriginariamente salesaliva per la spalla e la cresta sud-est, quasi totalmente persu ghiaccioterreno glaciale con pendii modestipendenza eccettodi circa 50° lungo il "colloCollo di Bottiglia", uno stretto(il canale chedi costituisceaccesso ilalla trattospalla) chiavee delladi salitacirca (5045°) esul cheghiacciaio portadella cresta sud-est stessa. A causa del ritiro della copertura glaciale, la via attualmente percorre, una volta arrivati alla spalla, la costola rocciosa che delimita a sud la cresta sud-est, fino a quasi in vetta. La salita è assai esposta e valutata PD+ (AD- se compiuta sul percorso originario, portandosi comunque sul ghiaccio).
 
=== Suldengrat ===
Una delle vie di cresta più belle delle Alpi, sale la cresta nord-ovest dal Passo di Solda con uno sviluppo di 1300 m e difficoltà su roccia di III e IV UIAA. È stata aperta nel 1880 da A. Jorg, R. Levy, J. Grill e Sepp Reinstadler. Bisogna distinguere tra Kurzer Suldengrat, quella attualmente percorsa e che parte direttamente dal passo di Solda e Langer Suldengrat che parte direttamente con uno spigolo dalle morene del ghiacciaio di Solda e percorsa molto di rado. È valutata D/D- con passaggi su misto tra III e IV.
 
=== Via diretta Ertl-Brehem ===