Max Weber: differenze tra le versioni

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Considerato uno dei fondatori dello studio moderno della [[sociologia]] e della [[pubblica amministrazione]], cominciò la sua carriera accademica all'[[Humboldt Universität|Università Humboldt]] di [[Berlino]]; successivamente lavorò all'[[Università di Friburgo in Brisgovia|Università Albert Ludwigs]] di [[Friburgo in Brisgovia|Friburgo]], all'[[Università di Heidelberg]], all'[[Università di Vienna]] e all'[[Università di Monaco di Baviera]]. Personaggio influente nella politica tedesca del suo tempo, fu consigliere dei negoziatori tedeschi durante il [[trattato di Versailles]] e della commissione incaricata di redigere la [[Costituzione di Weimar]].
 
Larga parte del suo lavoro di pensatore e studioso riguardò la razionalizzazione nell'ambito della [[sociologia della religione]] e della [[Scienza politica|sociologia politica]], ma i suoi studi diedero un contributo importante anche nel campo dell'economia. La sua opera più famosa è il saggio ''[[L'etica protestante e lo spirito del capitalismo]]'', con il quale cominciò le sue riflessioni sulla sociologia della religione. Weber sosteneva che la [[religione]] fosse una delle ragioni non esclusive per cui le culture dell'[[occidente (civiltà)|Occidente]] e dell'[[Asia Orientale|Oriente]] si sono sviluppate in maniera diversa, e sottolineava l'importanza di alcune particolari caratteristiche del [[Protestantesimo]] [[ascetismo|ascetico]] che portarono allo sviluppo del [[capitalismo]], della [[burocrazia]] e dello Stato razionale e legale nei paesi in primo luogo europei.
 
In un'altra sua importante opera, ''[[La politica come professione]]'' (''[[Politik als Beruf]]''; da notare che in tedesco ''Beruf'' significa anche "vocazione"), Weber definì lo [[Stato]] come "quella comunità di uomini che [...] pretende per sé (con successo) il monopolio dell’uso legittimo della forza fisica": una definizione divenuta centrale nello studio delle moderne [[scienze politiche]] in Occidente.
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Il padre, Max Weber, fu un funzionario pubblico e uomo politico liberale; la madre, Helene Fallenstein, una [[calvinista]] moderata. Max fu il primo di sette figli, fra cui si ricorda anche il fratello [[Alfred Weber|Alfred]], di quattro anni più giovane, anch'egli sociologo ma soprattutto economista. La famiglia stimolò intellettualmente i giovani Weber fin dalla più tenera età.
 
Nel [[1882]] Max Weber si immatricolò alla facoltà di [[giurisprudenza]] dell'[[università di Heidelberg]], in cui aveva studiato pure suo padre, frequentando anche corsi di [[economia politica]], [[storia medievale]] e [[teologia]]. Nel [[1884]] tornò nella casa paterna e si trasferì all'[[Humboldt-Universität zu Berlin|Università di Berlino]], dove ottenne nel 1889 il [[dottorato]] in giurisprudenza e nel [[1891]] la [[libera docenza]], entrambi con scritti di [[storia del diritto]] e dell'economia.
 
Dopo aver compiuto studi giuridici, economici e storici in varie università, si distinse precocemente in alcune ricerche economiche e sociali svolte con il ''[[Verein für Sozialpolitik]]'', l'associazione fondata nel [[1873]] dagli [[economisti]] associati alla [[scuola storica tedesca]], cui Weber aveva aderito già nel [[1888]]. Nel 1893 sposò [[Marianne Schnitger]], più tardi femminista e sociologa, oltre che curatrice postuma delle opere del marito.
 
Fu nominato professore di economia nelle università di [[Friburgo in Brisgovia|Friburgo]] dal 1894 e di Heidelberg dal 1896. Tra il [[1897]] (anno della morte del padre) e il [[1901]] soffrì di un'acuta forma di [[depressione (malattia)|depressione]], tanto che dalla fine del [[1898]] alla fine del [[1902]] non poté svolgere regolare attività né didattica né scientifica (fra le cure, oltre a un soggiorno in [[sanatorio]], si ricorda un viaggio in [[Italia]]).
 
Guarito, nell'autunno [[1903]] rinunciò al posto di professore e accettò l'incarico di direttore associato del neonato ''[[Archiv für Sozialwissenschaft und Sozialpolitik]]'' (''Archivio per la scienza sociale e la politica sociale''), con [[Edgar Jaffé]] e [[Werner Sombart]] come colleghi, dove comparvero i due saggi ''Über die Objektivität sozialwissenschaftlicher und sozialpolitischer Erkenntnisse'' e ''Über die protestantische Ethik und den Geist des Kapitalismus''. Su questa rivista pubblicò in due parti nel 1904 e 1905 l'articolo fondamentale ''[[L'etica protestante e lo spirito del capitalismo]]''. Nello stesso anno visitò gli [[Stati Uniti d'America]]. Grazie a un'ingente rendita privata derivata da un'eredità nel [[1907]], riuscì comunque a dedicarsi liberamente a tempo pieno ai suoi studi, che spaziarono dall'economia al [[diritto]], dalla [[filosofia]] alla [[storia comparata]] e alla sociologia, senza essere costretto a ritornare alla docenza. La sua ricerca scientifica affrontò problemi teorico-metodologici cruciali e svolse complesse indagini storiche e sociologiche sulle origini della [[civiltà occidentale]] e sul suo posto nella [[storia universale]].
 
L'interpretazione di Max Weber vede nel protestantesimo la chiave di volta riguardante la scienza, l'economia e la politica. L'etica [[Giovanni Calvino|calvinista]] proclamava la virtù del lavoro e il peccato della pigrizia e, in aggiunta a ciò, Alanson Lloyd Moote ricorda l'interessante lavoro degli storici marxisti della visione dei destini umani collegata ai fattori socio-economici.<ref>{{cita pubblicazione |nome= A.Lloyd Moote |titolo=The Seventeenth Century. Europe in Ferment |editore= D.C. Heath and Company|città= United States of America |anno= 1970|pp= VII - X e 10|lingua=en}}</ref>
Durante la [[prima guerra mondiale]] prestò servizio come direttore degli ospedali militari di Heidelberg e al termine del conflitto tornò all'insegnamento con una cattedra di Economia, prima a [[Vienna]] e nel [[1919]] a [[Monaco di Baviera]], dove guidò il primo istituto universitario di sociologia in Germania. Nel [[1918]] fu tra i delegati dalla [[Germania]] a [[Versailles]] per la firma del [[Trattato di Versailles|trattato di pace]] e fu consulente dei redattori della [[Costituzione]] della [[Repubblica di Weimar]], dopo esser stato tra i fondatori del Partito Democratico Tedesco (DDP) ed essersi candidato invano per far parte della stessa assemblea costituente. Morì nel [[1920]], colpito dalla grande [[epidemia]] postbellica dell'[[influenza spagnola]]. In [[Italia]] il suo nome cominciò a diventare noto con la traduzione di ''Parlamento e Governo'' a opera di [[Benedetto Croce]].
 
Durante la [[prima guerra mondiale]] prestò servizio come direttore degli ospedali militari di Heidelberg e al termine del conflitto tornò all'insegnamento con una cattedra di Economia, prima a [[Vienna]] e nel [[1919]] a [[Monaco di Baviera]], dove guidò il primo istituto universitario di sociologia in Germania. Nel [[1918]] fu tra i delegati dalla [[Repubblica di Weimar|Germania]] a [[Versailles]] per la firma del [[Trattato di Versailles|trattato di pace]] e fu consulente dei redattori della [[Costituzione]] della [[Repubblica di Weimar]], dopo esser stato tra i fondatori del [[Partito Democratico Tedesco]] (DDP) ed essersi candidato, invanosenza persuccesso, farall'[[Assemblea partenazionale dellacostituente stessa assembleatedesca|Assemblea costituente]]. Morì nel [[1920]], colpito dalla grande [[epidemia]] postbellica dell'[[influenza spagnola]]. In [[Italia]] il suo nome cominciò a diventare noto con la traduzione di ''Parlamento e Governo'' a opera di [[Benedetto Croce]].
 
== Studi e ricerche sociologiche e politiche ==
Benché in vita fosse considerato uno storico e un economista, Max Weber è considerato uno dei fondatori della sociologia moderna, assieme a [[Karl Marx]] ed [[Émile Durkheim]]. Mentre Durkheim, seguendo [[Auguste Comte|Comte]], apparteneva alla tradizione [[positivismo|positivista]], Weber, come Sombart, avviò la tradizione [[ermeneutica]] nelle [[scienze sociali]], una rivoluzione antipositivistica, in quanto sottolineava la differenza tra scienze naturali e scienze sociali, attribuendola al ruolo delle azioni sociali umane. Molte delle sue opere furono raccolte, riviste e pubblicate dopo la sua morte. Interpretazioni fondamentali furono prodotte da grandi sociologi come [[Talcott Parsons]] e [[C. Wright Mills]].
{{Vedi anche|L'etica protestante e lo spirito del capitalismo}}
 
Benché in vita fosse considerato uno storico e un economista, Max Weber è considerato uno dei fondatori della sociologia moderna, assieme a [[Karl Marx]] ed [[Émile Durkheim]]. Mentre Durkheim, seguendo [[Auguste Comte|Comte]], apparteneva alla tradizione [[positivismo|positivista]], Weber, come Sombart, avviò la tradizione [[ermeneutica]] nelle [[scienze sociali]], una rivoluzione antipositivistica, in quanto sottolineava la differenza tra scienze naturali e scienze sociali, attribuendola al ruolo delle azioni sociali umane. Molte delle sue opere furono raccolte, riviste e pubblicate dopo la sua morte. Interpretazioni fondamentali furono prodotte da grandi sociologi come [[Talcott Parsons]] e [[C. Wright Mills]].
 
Buona parte della ricerca di Weber si concentrò sullo sviluppo del [[capitalismo]] moderno. Subì l'influenza di [[Karl Marx]], ma ne criticò molti aspetti: respinse, ad esempio, la concezione [[Materialismo storico|materialistica]] della [[storia]] e attribuì una minore importanza al [[Prospettiva del conflitto|conflitto di classe]]. Secondo Weber, le idee e i valori influiscono sulla [[società umana|società]] allo stesso modo delle condizioni economiche. Egli cerca di indagare su quali basi il [[potere]] politico esercitato all'interno di uno [[Stato]] riesca a legittimarsi creando forme di consenso.
 
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Il [[popolo]] è portato affettivamente a sottomettersi al carisma del signore, il quale è dotato di virtù soprannaturali (eroismo, ecc.) che non sono mai esistite. La sottomissione avviene in maniera emozionale e non razionale. Appena perde le sue qualità, il popolo non obbedisce più all'[[eroe]] carismatico che perde di colpo il suo potere; se le masse non percepiscono più come tale il suo potere, questo "duce" cade immediatamente. Occuperanno quindi gli alti posti della burocrazia coloro che sono stati sempre vicino al loro ''leader''. Viene così meno sia il concetto razionale di [[competenza]] (tipico della legittimazione legale), sia il concetto di privilegio del [[ceto sociale|ceto]] (tipico della legittimazione tradizionale). Non c'è razionalità nella scansione burocratica di uno Stato carismatico: i compiti vengono tolti e affidati di volta in volta sulla base della volontà del capo. Siamo noi dominati che scegliamo il nostro dominante; Weber è in tal senso "profetico": [[Hitler]] è andato al potere attraverso [[elezione|elezioni]] regolari (seppur caratterizzate da episodi di violenza, censura e oppressione). Rispetto ai ''leader'' carismatici è fondamentale il ruolo del parlamento che svolge funzione di controllo e di filtro.
 
Tre punti importanti che traspaiono dalla lettura di ''Parlamento e governo'' del [[1918]] sono:
* Frequenti critiche a Bismarck (che esautorava il ruolo del parlamento). Chi deve andare a governare la cosa pubblica deve vincere una lotta, che è considerata positivamente da Weber;
* Il [[presidente della repubblica]] o il [[monarca]] devono affidare il compito di governare a colui che è uscito vincitore dalla lotta parlamentare. Continuo ritorno nel testo dell'elemento della lotta politica, che è bene che si svolga in parlamento (sarà così contrasto di idee, non violenza): "per il politico moderno la vera palestra è il parlamento";
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* ''Scritti di sociologia della religione'' (''Gesammelte Aufsätze zur Religionssoziologie''), 3 voll., 1920-1921
 
=== TrattatoTrattati di sociologia generale ===
* ''Economia e società'' (''Wirtschaft und Gesellschaft''), 1922 (postumo)
 
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[[Categoria:Studenti dell'università di Heidelberg]]
[[Categoria:Morti per la pandemia di influenza spagnola]]
[[Categoria:Politici della Repubblica di Weimar]]