Carmine Gentili: differenze tra le versioni

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|AnnoNascita = 1678
|LuogoMorte = Castelli (Italia)
|GiornoMeseMorte = 11 luglio
|AnnoMorte = 1763
|Epoca = 1600
|Epoca2 = 1700
|Attività = ceramista
|Nazionalità = italiano
}}
[[File:Castelli, carmine gentili, contadini che raccolgono fruttaa, XVIII sec..JPG|thumb|[[Maiolica di Castelli]], Carmine Gentili, ''Contadini raccolgono frutta'' [[Galleria Nazionale delle Marche]] (Urbino)]]
== Biografia ==
Carmine Gentili era figlio di [[Bernardino Gentili il Vecchio|Bernardino il Vecchio]] (Castelli, 1635-1683) e di Giustina Cappelletti - appartenente a una famiglia di maiolicari di Castelli - ed era anche il cugino del ceramista [[Candeloro Cappelletti]].<ref>Notizie biografiche di Carmine Gentili, con citazione di nuovi documenti reperiti, sono in: {{Cita web|url = httphttps://www.academia.edu/11973205/Genealogia_della_famiglia_Gentili_di_Castelli|autore=Diego Troiano|titolo=Genealogia della famiglia Gentili di Castelli|sito=www.academia.edu|accesso=13 gennaio 2018}}</ref> Rimasto orfano di padre, sua madre, che era cognata di Superna Grue (appartenente ad un'altra nota [[Grue (famiglia)|famiglia]] di ceramisti di [[Castelli (Italia)|Castelli]]), lo affidò alle cure di [[Carlo Antonio Grue]], un fratello di Suprema.
Dalla moglie Caterina Amicucci, Carmine ebbe cinque figlie - Caterina, Mansueta, Leonilda, Maria Giovanna Epifania e Giustina - e i due figli [[Giacomo Gentili il Giovane|Giacomo]] e [[Bernardino Gentili il Giovane|Bernardino]], che lo affiancarono nella sua attività e ne continuarono l'opera, dopo la sua morte. Utilizzò il proprio cognome ''Gentile'', anche con la variante ''Gentili'', che divenne poi predominante nella sua [[Gentili (ceramisti)|famiglia]].
 
Il giovane Carmine Gentili crebbe dunque nella fiorente bottega di ceramiche di Carlo Antonio Grue - che è considerato il più dotato tra i maiolicari della sua famiglia - dove apprese le tecniche della pittura e della cottura dei manufatti in ceramica.
[[File:Castelli, carmine gentili, piatto con allegoria degli illuminati, inizio del XVIII sec.JPG|thumb|Maiolica di Castelli, Carmine Gentili, piatto con ''Allegoria degli illuminati'' [[Lindenau-Museum]] ]]
Intorno al 1723 Carmine, a Castelli, occupava una carica, presso il Pubblico Consiglio e il Parlamento locale. La sua bottega era fiorente e produceva ceramicaceramiche istoriate di qualità, per una committenza altolocata. Componeva le scena, da riportare su ceramica, con una tavolozza sgargiante e con un occhio al dominante gusto tardo barocco e con l'altro ai temi cari all'[[Arcadia]], il movimento culturale estetizzante del mondo agreste e pastorale. Si trasferì con la famiglia e con la bottega, per alcuni anni, a Teramo. Tornato a Castelli, nel 1735-1736 ebbe la carica di Camerlengo della locale Università, per cui dipinse piatti, piattini e chicchere.
 
=== Ceramiche in musei ===
La più antica opera da lui firmata è la targa del 1717 - oggi al [[Museo nazionale di San Martino]], a Napoli - con ''Il trionfo di Bacco e Arianna''. Il tema è preso da una incisione di Gérard [[Audran]] che è tratta da un perduto dipinto di [[Antoine Coypel]].
Una diversa iconografia, tratta dalle [[Le metamorfosi (Ovidio)]] e più volte ripetuta ed eseguita con forte e luminosa cromia, al limite del virtuosismo, si richiama alla scuola romana di pittura ma anche alla tradizione di [[PieterPeter Paul Rubens]].<ref>{{cita|Fittipaldi| p. 137, n. 243}}.</ref> Un esemplare con questo decoro è nella collezione Acerbo alla [[Galleria delle antiche ceramiche abruzzesi]] di [[Loreto Aprutino]], è firmato e datato 1742 e porta un'iscrizione lungo il bordo della cornice.
[[File:Gentili Vase with mythological scenes 01.jpg|thumb|Carmine Gentili, vaso con scena mitologica [[Museo nazionale di Varsavia]] ]]
Dipinse su maiolica una ''Vergine con Bambino'' (collezione Acerbo), desunta - ma con varianti - da un'incisione di [[Ludovico Carracci]] e dipinse un tondo con ''Cristo profano'', ora al [[Museo d'arte Costantino Barbella]] di Chieti, un soggetto tratto da una incisione di [[Jan Sadeler]], su disegno di [[Bartholomaeus Spranger]].
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Il tema ''Venere fustiga Amore'', da un'incisione di [[Giovanni Luigi Valesio]], è ripetuto sopra un piatto del Museo di San Martino, che faceva parte di un imponente servizio da tavola; sopra una mattonella firmata, al Museo d'arte Costantino Barbella, a Chieti, e su un piatto del [[Museo Paparella Treccia Devlet]], a Pescara.<ref>{{cita|Moccia| p. 47 n. 155}}.</ref>
 
Da una incisione di [[Michel Dorigny]], tratta dal dipinto di [[Simon Vouet]] ''Didone abbandonata'', Carmine Gentili ha estratto il soggetto per tre maioliche istoriate: un disco, databile 1740, al Museo di San Martino; una targa dellache è nella collezione Acerbo e un'altra targa che è in deposito presso il [[Museo delle ceramiche di Castelli]].<ref>{{cita|Arbace1998| pp. 86 s}}.</ref>
 
Da un altro dipinto di Vouet, inciso da Dorigny, egli ha derivato il tema ''Apollo, accanto alle Grazie, compete in musica con Pan'', un tema che è presente nel decoro di molte sue ceramiche.
Le due mattonelle istoriate con ''Diana al bagno, le Ninfe e un amorino'' e con ''Allegorie della Gloria e della Potenza'', che si trovano nella collezione Acerbo, sono considerate sue opere sue, ma probabilmente furono realizzate incon la collaborazione con idei figli [[Giacomo Gentili il Giovane|Giacomo]] e [[Bernardino Gentili il Giovane|Bernardino]].<ref>{{cita|Arbace1993| pp. 60 e 168-171}}.</ref>
[[File:MKG-FaienceCastelli-4206.jpg|thumb|Castelli, Carmine Gentili, piatto [[Museum für Kunst und Gewerbe]] (Amburgo)]]
 
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* {{cita testo |autore=Ulrich Thieme - Felix Becker |titolo=Allgemeines Lexikon der bildenden Kunstler von der Antike bis zur Gegenwart. vol. 13 |anno = | pagina=413 s |editore=E. A. Seeman |lingua =tedesco |città=Leipzig|SBN =IT\ICCU\MIL\0324190}}
* {{cita pubblicazione | nome=Gian Carlo |cognome=Polidori |titolo=Un "Carmine Gentile" nella Rocca di Sassocorvaro |rivista=Faenza: bollettino del Museo internazionale delle ceramiche |editore= |città=Faenza |volume=XXXIV |anno=1948 |numero=4-6 |pp=112 s|cid=Polidori |SBN=IT\ICCU\RAV\0070098}}
* {{cita testo |curatore=[[Gian Carlo Polidori]] |titolo=Mostra dell'antica maiolica abruzzese: catalogo: Napoli, Palazzo Reale, Teramo Museo civico, 1955 |data=1955 |editore=: Tip. E. Di Mauro |città=Cava dei Tirreni |SBN =IT\ICCU\NAP\0172308}}
* {{cita testo |autore=Lello Moccia |titolo=Le antiche maioliche di Castelli d'Abruzzo: Roma, Palazzo Venezia, dicembre 1968-febbraio 1969 |data=1968, p. 47 |editore=Officina edizioni |città=Roma |cid= Moccia|SBN =IT\ICCU\SBL\0097206}}
* {{cita testo |curatore=Teodoro Fittipaldi |titolo=Ceramiche: Castelli, Napoli, altre fabbriche |data=1992, pp. 116 s., 122 s., 135, 137, 140-146 |editore=Museo nazionale di San Martino-Electa Napoli|città=Napoli |cid =Fittipaldi|SBN =IT\ICCU\VIA\0040892}}
* {{cita testo |autore=Luciana Arbace |titolo=Maioliche di Castelli: la raccolta Acerbo |data=1993, pp. XLIX, 32, 56-60, 164, 168-172, 178 s |editore=Belriguardo |città=Ferrara |cid =Arbace1993|SBN =IT\ICCU\BVE\0167103}}
* {{cita testo |autore=Luciana Arbace |titolo=Nella bottega dei Gentili: Spolveri e disegni per le maioliche di Castelli |data=1998, pp. 70, 86 s |editore=Edigrafital |città=Teramo |cid =Arbace1998|SBN =IT\ICCU\NAP\0207677}}
 
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