Lingua ligure: differenze tra le versioni

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La '''lingua ligure''' (nome nativo ''lengoa lìgure'' {{IPA|/'ligyre/}}) è illa dialettolingua originariooriginaria della regione della Liguria. Come spiegato nel corpo della voce, «'''genovese'''» è la denominazione usata tradizionalmente con riferimento alle parlate di tipo ligure (nome nativo ''zeneize'' o ''zeneise'' {{IPA|/ze'neize/}}); ciononostante, sia per influenza dell'italiano quanto per essere venuti meno i legami con la ex [[Repubblica di Genova]], in tempi recenti sta prendendo piede anche la dizione «ligure». È una [[Lingue romanze|lingua romanza]]{{ISO 639}}<ref>{{Cita news|url=https://www.ethnologue.com/language/lij|titolo=Ligurian|pubblicazione=Ethnologue|accesso=5 febbraio 2018}}</ref> tradizionalmente associata a quelle [[lingue gallo-italiche|galloitaliche]] ([[lingua piemontese|piemontese]], [[lingua lombarda|lombardo]], [[lingua emiliana|emiliano]] e [[lingua romagnola|romagnolo]]), nonostante se ne discosti per una serie di caratteristiche.
 
{{Senza fonte|La denominazione di «ligure» è stata adottata a livello scientifico come termine che coinvolgesse l'intero contesto regionale, sebbene tale scelta abbia generato qualche confusione con l'antica lingua dei [[Liguri]] preromani}}. La denominazione in uso per le varietà romanze della [[Liguria]] corrisponde in realtà al "genovese" fin dal [[XIV secolo]], con riferimento all'etnonimo relativo agli abitanti della [[Repubblica di Genova]]. Tale denominazione risulta ancor oggi maggioritaria fra gli stessi parlanti, in alternativa alla quale ciascuna [[Varietà (linguistica)|varietà]] può essere denominata con il gentilizio riferito al centro corrispondente<ref>Per quanto riguarda il glottonimo relativo alle parlate liguri si veda Fiorenzo Toso, ''Per una storia sociolinguistica del glottonimo genovese'', in Jean M. Eloy (cur.), L''e nom des''
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Dopo la crisi di metà [[XVII secolo|Seicento]] l'espressione in genovese riprende vigore su temi politico-patriottici, prima con le opere di [[Carlo Andrea Castagnola]] e [[Gio. Agostino Pollinari]] che celebrano la resistenza genovese al bombardamento francese del [[1684]], poi con la fioritura intorno al [[1745]]-[[1748]] di un'ampia produzione [[epica]] dedicata alla guerra di liberazione dall'occupazione austro-piemontese (la cosiddetta guerra di Balilla) e alle ultime vittorie sui [[corsari barbareschi]]: a opere anonime come la ''Libeaçion de Zena'' e il ''Trionfo dro pòpolo zeneize'' si associa in particolare la multiforme attività poetica e teatrale di [[Stefano de Franchi]], autore aristocratico che apre tuttavia al gusto popolaresco nelle sue traduzioni da [[Molière]] (''Comedie transportæ da ro françeize in lengua zeneize'') e nelle poesie originali di contenuto lirico e patriottico. Questa vena sarà continuata con accenti diversi durante la breve stagione della poesia rivoluzionaria legata all'instaurazione ([[1797]]) del regime filofrancese.
 
[[File:Fabrizio De André 1977.jpg|thumb|destra|Nonostante l'uso di una lingua volutamente ricercata e non di rado «straniante»<ref>[http://www.letteratura.rai.it/articoli-programma-puntate/coveri-il-genovese-di-de-andr%C3%A9/1422/default.aspx Coveri: il genovese di De André].</ref>, nell'ambito della musica d'autore in genovese l'opera di [[Fabrizio De André]] segna lo spartiacque fra il generale modello novecentesco e le sperimentazioni più moderne.]] L'[[XIX secolo|Ottocento]] si apre all'insegna dello scoramento per l'annessione forzata alla [[Casa Savoia|monarchia sabauda]], che genera da un lato il disimpegno, risolto in chiave introspettiva e moraleggiante, di [[Martin Piaggio]] (''Esòpo zenéize''), dall'altro la reazione patriottica e liberal-repubblicana di autori come [[Giovanni Casaccia]], [[Giovanni Battista Vigo]] e soprattutto [[Luigi Michele Pedevilla]], che col [[poema epico]] ''A Colombìade'' si inserisce a pieno titolo nel clima delle rinascenze culturali delle lingue minoritarie europee. Riprende vigore nell'Ottocento anche la produzione in prosa: sia la narrativa, per lo più legata alle appendici di giornali in genovese come ''O Balilla'' e ''O Staffî'', dove compaiono le opere di [[Edoardo M. Chiozza]] e il romanzo anonimo di ambientazione americana ''Ginn-a de Sanpedænn-a''; sia il teatro, che vede in [[Nicolò Bacigalupo]] il primo autore in genovese di gusto schiettamente dialettale.
 
Ai primi del [[XX secolo|Novecento]], mentre nasce o cresce la scrittura in alcune varietà dialettali periferiche ([[dialetto spezzino|spezzino]], [[dialetto intemelio|ventimigliese]], alassino, [[dialetto monegasco|monegasco]]), [[Angelico Federico Gazzo]] con la traduzione integrale della ''[[Divina Commedia]]'' si inserisce, rinnovandolo, al seguito del filone regionalista ottocentesco; dopo gli aggiornamenti tentati da [[Carlo Malinverni]], il clima poetico del Novecento è dominato però dalla figura di [[Edoardo Firpo]], autore attento al recupero della tradizione classica ma aperto al [[decadentismo]] e al rinnovato gusto della poesia dialettale italiana contemporanea. Nello stesso periodo si distingue anche il poeta savonese [[Giuseppe Cava]].
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Nel [[Secondo dopoguerra italiano|secondo dopoguerra]] la poesia in genovese e nelle [[Varietà (linguistica)|varietà]] liguri cresce per qualità e quantità con autori come l'imperiese [[Cesare Vivaldi]], i ventimigliesi [[Renzo Villa]] e [[Andrea Capano]], il lericino [[Paolo Bertolani]], e soprattutto i genovesi, da [[Alfredo Gismondi]] e [[Aldo Acquarone]], a [[Plinio Guidoni]] (anche drammaturgo), [[Roberto Giannoni]], [[Luigi Anselmi]], [[Vito Elio Petrucci]], [[Silvio Opisso]], [[Giuliano Balestreri]], [[Sergio Sileri]], [[Sandro Patrone]], [[Angelo de Ferrari]], [[Daniele Caviglia]], [[Alessandro Guasoni]], [[Enrica Arvigo]], [[Anselmo Roveda]] e numerosi altri, non sempre meritevoli di menzione per l'eccellenza artistica, ma comunque rappresentativi dell'interesse che circonda nella fase attuale l'uso letterario del genovese. Una certa sclerosi riguarda negli ultimi tempi il teatro, legato ai modelli farseschi imposti dall'attore [[Gilberto Govi]], mentre la [[canzone genovese|canzone d'autore]], dopo le punte di eccellenza inaugurate da [[Fabrizio De André]], si è solidamente avviata verso i modelli propri della canzone d'autore, aprendosi al contempo a sonorità internazionali e vicine ai gusti dei giovani quali il [[musica pop|pop]], il [[musica reggae|reggae]] e il [[musica rap|rap]]<ref>Stefano Lusito, «Fra repertorio popolare e opera d’autore. La canzone in genovese», in ''Il genovese. Storia di una lingua'', a cura di Fiorenzo Toso e Giustina Olgiati, Genova, SAGEP, 2017, pp. 46-53; Stefano Lusito, «Sviluppi recenti di teatro e canzone in genovese», in ''Il patrimonio linguistico storico della Liguria. Raccolta di studi'', a cura di Fiorenzo Toso, Savona, InSedicesimo, 2019, pp. 91-100</ref>. Accanto a una rinnovata attività di traduzione, l'attuale produzione in prosa si sviluppa soprattutto nell'ambito della pubblicistica (anche all'interno di emittenti e testate particolarmente rilevanti in ambito locale, quali [[Primocanale]] e ''[[Il Secolo XIX]]'') ed evidenzia la ricerca di rinnovati ambiti espressivi come la prosa scientifica e divulgativa<ref>Stefano Lusito, «Tipologie testuali e modalità di circolazione della prosa contemporanea in genovese», in ''La presenza dei dialetti italo-romanzi nel paesaggio linguistico: ricerche e riflessioni'', a cura di Giuliano Bernini, Federica Guerini e Gabriele Iannaccaro, Bergamo, Bergamo University Press/Sestante Edizioni, 2021, pp. 155-174.</ref>.
 
==Fonologia e pronuncia==
La lingua ligure presenta suoni vocalici che non esistono nell'italiano standard <ref>https://conseggio-ligure.org/it/grammatica/grafia/</ref>. Il suono [ø] si trova in varie lingue tra cui il francese dove è scritto con la legatura '''''eu''''', ad esempio in ''f'''eu''''' (fuoco) e ''p'''eu''''' (poco). Il suono [ø] è frequente anche in tedesco ove è scritto con la lettera ö e lo si trova in ''sch'''ö'''n'' (bello). In genovese si trova il suono [ø] ad esempio in ci'''eu'''ve (piove) e si scrive il suono con la grafia ''eu''.
 
Nell'ortografia della lingua ligure, la lettera '''''x''''' indica il suono [ʒ], che si trova ad esempio in Francese espresso con la lettera '''''j''''', in parole come '''''j'''e'' (io), '''''j'''our'' (giorno), e '''''j'''eune'' (giovane).
 
Nel ligure esiste una distinzione tra vocali lunghe e corte. La legatura æ indica il suono [ɛː] che è una e aperta e lunga. Lo si trova ad esempio in ''mainæ'' (marinai), ''arrivæ'' (arrivati)
 
Nell'ortografia ufficiale della lingua ligure, la lettera ''o'' senza accenti si pronuncia [u]. Ad esempio la parola genovese ''diségno'' si trascriverebbe in italiano come ''disegnu''. Questa regola ortografica esiste anche nel portoghese. Il dialetto ligure [[Dialetto spezzino|spezzino]], che ha ortografia e pronuncia diversa, non segue questa regola.
 
Mentre la lettera ''o'' senza accenti si pronuncia [u], la lettera ''ò'' con accento tonico corrisponde alla stessa ò aperta italiana.
 
Infine una eccezione è che la ''o'' senza accenti nella combinazione ou come in ''mangiou'' (mangiato) si pronuncia [ɔw] con una ''o'' aperta.
 
Nella lingua ligure esiste il suono [y] che si trova in francese ad esempio in ''ven'''u''''', /və.ny/ (venuto) ed esiste in tedesco ad esempio in '''''ü'''ber'' [ˈyːbɐ] (sopra). In ligure, nell'ortografia ufficiale, il suono [y] si trova scritto con la lettera u, ad esempio in ''nuo'', pronunciato /nyu/ (nudo). Tuttavia, in alcuni casi la lettera u genovese potrebbe anche leggersi come u in italiano, ad esempi''o'' in genovese ''quello'' si pronuncia "quelu".
 
Nell'ortografia ufficiale del genovese, la lunghezza delle vocali si marca con l'accento circonflesso ^ e altre volte con i due punti sopra la lettera. Ad esempio i verbi all'infinito della prima coniugazione come cantâ (cantare) hanno una a finale accentata e lunga. Tuttavia, altre volte alcune parole contengono vocali lunghe che secondo l'ortografia ufficiale non si marcano.
 
Una particolarità della lingua genovese riguarda l'utilizzo della consonante nasale velare [ŋ]. In italiano la lettera n si pronuncia in due modi. Ad esempio nella parola italiana "nonna" la '''n''' si realizza toccando le radici dei denti con la punta della lingua, tuttavia quando la '''n''' si trova prima di una consonante, come in a'''n'''ca, ma'''n'''go, ma'''n'''giare, i'''n'''somma, i'''n'''capace la lettera '''n''' si pronuncia stringendo la gola, senza usare la punta della lingua.
 
In fonologia questo tipo di n articolato con la gola è chiamata consonante velare denotata ed è denotata con [ŋ]. La particolarità del genovese è che la [ŋ] si trova anche tra due vocali, ad esempio nella parola ''bo'''ñ'''a'' (buona) la lettera '''ñ''' si realizza stringendo la gola, in contrasto all'italiano in cui per pronunciare la n in "buona" si toccano le radici dei denti con la punta della lingua. Allo stesso modo l'articolo indeterminativo femminile genovese ''una'' si pronuncia con la n "in gola".
 
Per la lingua ligure esistono ortografia alternative, ad esempio per l'album Creuza de mä di Fabrizio de André si utilizzò un'ortografia alternativa<ref>https://www.ilmugugnogenovese.it/creuza-de-ma-de-andre-testo-traduzione/</ref>, in cui la grafia "û" indica la [y], e la grafia "n-" col trattino indica la consonante velare [ŋ]. In questa ortografia, boña si scrive bun-a, nuo si scrive nûu.
 
== Morfo-sintassi==
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|o mego
|i meghi
|il medico, i medici
|-
|a carega
|e careghe
|la sedia, le sedie
|-
|o savô
|i savôi
|il sapone
|-
|o mainâ
|i mainæ
|il marinaio, i marinai
|-
|a canson
|e cansoin
|la canzone, le canzoni
|-
|o can
|i chen
|il cane, i cani
|-
|o pescòu
|i pescoei
|il pescatore, i pescatori
|-
|oa ganbouciave
|e ciave
|i ganbai/ganbei
|la chiave, le chiavi
|gambero
|-
|a luxe [ˈlyːʒe]
|e luxe
|la luce, le luci
|}
 
==== Aggettivi ====
 
Nella morfologia della lingua ligure è degno di nota che agli aggettivi cardinali due e tre hanno una forma femminile, a differenza dell'italiano in cui due e tre hanno genere invariato. Le ore della giornata si riportano in maniera simile alla lingua francese, con il sostantivo ''oe'' (ore) che segue il numero cardinale.
==== Aggettivi Numerali ====
Nella morfologia della lingua ligure è degno di nota che agligli aggettivi cardinali due e tre hanno una forma femminile, a differenza dell'italiano in cui due e tre hanno genere invariato. Le ore della giornata si riportano in maniera simile alla lingua francese, con il sostantivo ''oe'' (ore, pronunciato "ue") che segue il numero cardinale.
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* - Pe piaxei, scià me o sa dî che oa l’é? - L'é za çinque oe! (- Per piacere, lei sa dirmi che ora è? - Sono già le cinque!)
 
==== Aggettivi e pronomi dimostrativi ====
Gli aggettivi dimostrativi del ligure sono gli stessi dell'Italiano: ''sto'' (pronunciato "stu"), ''questo'' (pronunciato "questu"), ''sta'', ''questa'', ''sti'', ''questi'', ''ste'', ''queste''. Seguono poi quello (pronunciato "quelu"), ''quelli'', ''quella'', ''quelle''.<ref>{{Cita web|url=https://conseggio-ligure.org/it/dizionario/deize/alcuno/|titolo=dizionario ligure conseggio - lemma alcuno}}</ref>
 
==== Aggettivi e pronomi indefiniti ====
Gli aggettivi che esprimono una quantità indefinita sono ''quarche'' (qualche), ''dötrei'' (maschile plurale, lett: due o tre), dötræ (femminile plurale, lett: due o tre), ''tanto'' (pronunciato "tantu"), ''tanti'', ''tanta'', ''tante'', ''nisciun'', ''nisciuña''.
 
Esempi di utilizzo
 
* Gh'ò dötræ patatte into frigo (pronunciato "Gh'ò dòtrè patate intu frigu", ho qualche patata nel frigo)
* Gh'ò dötrei salammi into frigo
* No gh'é niscuña torta into forno (non c'è nessuna torta nel forno)
 
I pronomi indefiniti italiani "qualcuno", "qualcuna", "alcune persone" si esprimono con ''quarchedun'' (maschile singolare), ''quarcheduña'' (femminile singolare), ''çertidun'' (maschile plurale), ''çertiduñe'' (femminile plurale)
 
=== Pronomi personali ===
I pronomi personali soggetto indicano il soggetto della frase e si possono omettere. La lingua ligure, in modo simile alla lingua emiliana, prevede dei pronomi personali clitici che vanno inseriti obbligatoriamente prima del verbo, alla seconda persona singolare ed alla terza persona singolare. Quindi nella frase ''ti ti parli,'' il primo ''ti'' è un pronome soggetto che si può omettere, il secondo ''ti'' è un pronome soggetto clitico che va inserito obbligatoriamente alla seconda persona singolare.
 
Il pronome personale soggetto della terza singolare, ''lê'', traduce sia "egli" che "ella", ma tale ambiguità è risolta dal pronome clitico che segue, ''o'' (pronunciapronunciato [u]) per un soggetto maschile, ''a'' per un soggetto femminile.<ref>{{Cita web|url=https://conseggio-ligure.org/it/dizionario/deize/egli/|titolo=lemma lê nel dizionario ligure di conseggio}}</ref> La forma di cortesia è sciâ, e si coniuga alla terza singolare come il Lei dell'italiano standard.
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|lô ['lu:], liatri ['lja:tri]
|
|î [ˈiː](maschile)
|lô
ê [ˈeː] (femminile)
|}
Esempi di utilizzo
 
* i vòstri messaggi me son arrivæ (i vostri messaggi mi sono arrivati)
* te saluo! (ti saluto)
* ti ô veu o vin? (lo vuoi il vino?)
* nòstro poæ ne a delongo vosciuo ben (nostro padre ci ha sempre voluto bene)
* ve l’an za dito? (ve l'hanno già detto?)
* ti î veddi? (li vedi?)
* ti ê saveivi ste cöse? (le sapevi ste cose?)
 
==== Aggettivi e pronomi possessivi ====
Nella lingua ligure, prendendo come riferimento il dialetto genovese, gli aggettivi possessivi corrispondenti a mio, tuo, suo, loro sono invariati per genere e numero dell'oggetto posseduto. Il possessivo corrispondente a ''tuo/tuoi/tua/tue'' si può esprimere equivalentemente con ''tò'' pronunciato [ˈtɔ] oppure con ''teu'' [ˈtøː]. Allo stesso modo ''suo'' ha due forme equivalenti ''seu'' [ˈsøː] e ''sò'' [ˈsɔ].
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!Possessivi italiani
!Possessivi liguri
|-
|mio, mia, miei, mie
|mæ [ˈmɛː]
|-
|tuo, tua, tuoi, tue
|tò [ˈtɔ] / teu [ˈtøː]
|-
|suo, sua, suoi, sue
|seu [ˈsøː] / sò [ˈsɔ]
|-
|nostro, nostra, nostri, nostre
|nòstro [nɔstru], nòstra, nòstri, nòstre
|-
|vostro, vostra, vostri, vostre
|vòstro, vòstra, vòstri, vòstre
|-
|loro
|seu [ˈsøː] / sò [ˈsɔ]
|}
Esempi di utilizzo
 
* O tò conseggio o l'é sbaliou (il tuo consiglio è sbagliato) [U tɔ cunseggiu u l'e sbaliɔu]
* E seu çioule son boñe (Le sue cipolle sono buone) [E sø siɔule sun buŋe]
 
=== Verbi ===