Orio Vergani: differenze tra le versioni
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Si considerava "figlio d'arte" in quanto le professioni della sua famiglia da oltre cento anni erano legate a [[letteratura]], [[giornalismo]] e [[teatro]]: i fratelli maggiori della madre erano [[Vittorio Podrecca]], fondatore del «Teatro dei Piccoli», e [[Guido Podrecca]], deputato [[socialismo|socialista]] e fondatore del settimanale [[satira|satirico]] ''[[L'Asino]]''. La sorella, [[Vera Vergani]], fu la prima interprete assoluta dei ''[[Sei personaggi in cerca d'autore]]'' di [[Luigi Pirandello]].
Interrotti gli studi universitari, si trasferì a [[Roma]], dove conobbe [[Federigo Tozzi]], di cui diventò amico. [[Luigi Pirandello]] lesse i suoi racconti e lo considerò il più promettente dei suoi discepoli.
===Carriera giornalistica===
Collaboratore del quotidiano romano ''[[L'Idea Nazionale]]'', a soli 26 anni Vergani fu chiamato da [[Ugo Ojetti]] al ''[[Corriere della Sera]]'' come inviato speciale della [[
Orio Vergani divenne celebre nel giornalismo sportivo come inviato al seguito di ben 25 «[[Giro d'Italia|Giri d'Italia]]» e di altrettanti «[[Tour de France]]». Con il suo talento letterario portò ai massimi livelli la ritrattistica dei campioni dello sport. Esemplari i pezzi su [[Alfredo Binda]], campione della sua generazione.
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Orio Vergani è considerato il primo [[fotoreporter]] italiano. Dal suo lavoro di inviato all'estero ha tratto ispirazione per numerosi libri fotografici: ''45° all'ombra'', Treves, Milano 1935 (con 106 fotografie); ''Sotto i cieli d'Africa'', Treves, Milano 1936 (con 100 fotografie); ''Riva africana'', Hoepli, Milano 1937 (con 96 tavole fuori testo da fotografie dell'autore); ''La via nera. Viaggio in Etiopia da Massaua a Mogadiscio'', Treves, Milano 1938.
Dopo la fine della [[Repubblica sociale|Repubblica sociale italiana]] fu, in pratica, l'unico epurato del «Corriere».
Gaetano Afeltra, ex collega di via Solferino, riuscì a riassumerlo un anno dopo al quotidiano del pomeriggio «Milano-Sera» (si stampava nella stessa tipografia del Corriere). Finalmente la sua firma riapparve sul «Corriere della Sera» il 19 settembre [[1946]]<ref name="Oreste"/>.
Nel [[1953]] fondò a Milano l'«Accademia Italiana della Cucina».
Morì al tavolo di lavoro all'alba del 6 aprile 1960.
=== Attività letteraria ===
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All'attività di giornalista (si calcola che abbia scritto più di 20.000 articoli) Vergani accompagnò sempre quella, più mediata, letteraria. La sua fu una narrativa di assorti e angosciati sentimenti umani.
A 20 anni Vergani pubblicò il suo primo libro di novelle, ''Acqua alla gola'', mentre già svolgeva un'intensa attività giornalistica al quotidiano romano ''[[La Tribuna]]'', a ''[[Il messaggero della domenica]]''
Dopo aver pubblicato ''[[Soste del capogiro]]'' e ''[[Fantocci del carosello immobile]]'', scrisse nel [[1928]], non ancora trentenne, il romanzo ''[[Io, povero negro]]'' e subito dopo le novelle di ''[[Domenica al mare]]'' (1931). Nella narrativa rimase fedele al [[Naturalismo (letteratura)|naturalismo]], dopo la giovane esperienza nel [[realismo magico]].
Ma Vergani è stato anche tra i primi scrittori italiani a interessarsi di arti "nuove" come il [[jazz]], il [[cinema]], la [[coreografia]].<br/>
Ha avuto due figli, Guido e Leonardo, anch'essi giornalisti<ref name="Oreste"/>.
▲Ha fondato il [[premio Bagutta]], che, per anzianità, è il primo premio letterario italiano.
===Scrittura per il teatro e la radio===
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