Nascita degli Stati nazionali: differenze tra le versioni

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La [[Chiesa]] si trovò in difficoltà ad affrontare questo cambiamento: solamente dopo il papato di [[Bonifacio VIII]] finì la pretesa pontificia di sostenere la supremazia della Chiesa rispetto alle maggiori monarchie europee del tempo: si tratta di [[Monarchia|monarchie]] che si consolidarono grazie a una serie di guerre espansionistiche, che ridussero la frammentazione regionale di piccoli stati, alla costituzione di un esercito permanente fedele al monarca, alla creazione di un solido apparato statale burocratico e allo sviluppo di un sistema finanziario statale. Tutte queste innovazioni poggiarono su una base politica ben salda: l'alleanza fra il re e le classi sociali emergenti, cioè la piccola e media [[nobiltà]] terriera e la borghesia, unite intorno al sovrano nella lotta contro l'aristocrazia e i suoi privilegi.
 
Il superamento dell'organizzazione feudale fu comunque, anche qui, un processo lungo e difficile. L'introduzione delle armi da fuoco nella [[Guerra dei Cento Anni]] danneggiò gravemente la cavalleria e quindi anche il sistema dei potentati locali. I signori feudali, infatti, che fino a poco tempo prima avrebbero potuto allestire eserciti di cavalieri in grado di attaccare un re, ora erano completamente tagliati fuori dalla gestione di efficaci eserciti autonomi. Solo ai potenti regni centralizzati, che potevano contare su un solido sistema fiscale, era possibile acquistare artiglieria e cannoni<ref>Samuel E. Finer "avrebbe poi sottolineato la fondamentale importanza della guerra e degli eserciti per la formazione dello stato moderno in Europa nel saggio seminale con cui contribuì al volume, a cura di C. Tilly, ''La formazione degli stati nazionali nell’Europa occidentale'' [Finer 1975a]. E le forze armate rimarranno, con la burocrazia, una potente variabile della sua classificazione degli stati in ''The History of Government from the Earliest Times'' [Finer 1997, 347]": D. Campus e [[Gianfranco Pasquino|G. Pasquino]] (a cura di), ''Maestri della scienza politica'', Bologna, Il Mulino, 2004, pp. 110-111.</ref>.
 
Si andò a poco a poco creando anche una "coscienza nazionale", necessaria ad unire tutti i sudditi del regno. I sovrani cercarono perciò di costruire un'immagine positiva di sé, prestigiosa, forte e autorevole. Questo fu anche il ruolo di un'eroina come [[Giovanna d'Arco]] in Francia. Opere letterarie ed artistiche, feste e ricorrenze nazionali furono dei validi strumenti per cementare l'unità di una nazione.