Antiquitatum variarum volumina XVII: differenze tra le versioni

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I termini di composizione dell'opera secondo Ferraù 2002
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Poiché il primo degli intermediari era irraggiungibile, mentre il secondo era morto da tempo, e siccome tutti gli originali erano andati perduti, la credibilità delle fonti poteva fondarsi unicamente su un atto di fiducia nei confronti di Annio<ref name="Stephens46"/>.
 
La falsa compilazione si sviluppa su 17 volumi, il primo dei quali contiene un sommario dell'opera e il repertorio delle [[auctoritas|auctoritates]] e delle [[fonti primarie|fonti]], fasulle o meno, da lui utilizzate, alla maniera di [[Plinio il Vecchio]] nella sua ''[[Naturalis Historia]]''<ref name="Fubini"/>. Nel primo libro, l'autore fornisce anche una succinta spiegazione del senso dei volumi successivi della sua ricostruzione<ref name="Fubini"/>. I rimanenti 16 raccolgono una mole di scritti o [[frammento|frammenti]] provenienti da una serie di [[cronaca (genere letterario)|cronache]] da lui fabbricate, presumibilmente, a partire dal [[1493]]<ref name="Weiss431">{{Cita|Weiss|p. 431}}.</ref><ref name="Ferraù151">Secondo {{Cita|Ferraù|p. 151 e nota 1}}, «la sistemazione in corpus dell'opera» avvenne tra il 1495 e il 1498.</ref> (e fino alla pubblicazione nel [[1498]]), e da lui falsamente attribuite a una congerie di autori [[paganesimo|pagani]] pre-[[Cristianesimo|cristiani]]: il [[caldeo]] [[Beroso]], l'[[antico Egitto|egiziano]] [[Manetone]], Metastene di [[Persia]] (non [[Megastene]]<ref name="Stephens46"/>, storico greco dell'[[India]] menzionato da [[Flavio Giuseppe]], il cui nome è "abusivamente mutato"<ref name="Fubini"/> da Annio), [[Filone di Alessandria|Filone Giudeo]] ([[Filone di Alessandria]]), [[Archiloco]], [[Senofonte]], [[Mirsilo di Metimna]], [[Fabio Pittore]], [[Marco Porcio Catone|Catone il Censore]], [[Gaio Sempronio Tuditano]], [[Antonino Pio]]<ref name="Stephens46"/><ref>Nell'edizione veneziana del 1498, comprendente soltanto i testi falsi senza i commentari, l'elenco delle opere è il seguente: [[Mirsilo di Metimna|Myrsilius Lesbius]], ''De origine Italiae et Tyrrhenorum''; [[Marco Porcio Catone|M. Porcius Cato]], ''De origine gentium et urbium Italicarum''; [[Archiloco|Archilochus]], ''De temporibus''; [[Megastene|Metasthenes]], ''De iudicio temporum et annalium Persarum''; [[Filone di Alessandria|Philo]], ''Breviarium de temporibus''; [[Senofonte|Xenophon]], ''De aequivocis''; [[Gaio Sempronio Tuditano|Caius Sempronius]], ''De chorographia sive descriptione Italiae et eius origine''; [[Quinto Fabio Pittore|Q. Fabius Pictor]], ''De aureo saeculo et de origine urbis Romae''; [[Antonino Pio|Antoninus Pius]], ''[[Itinerarium Antonini|Itinerarium]]''; [[Berosso|Berosus]], ''De temporibus''; [[Manetone|Manetho]], ''Supplementum pro Beroso''; ''Decretum [[Desiderio (re)|Desiderii]] regis Italiae''.</ref>.
Importanti sono anche il volume II (''De institutionibus Annianis de aequivocis'') e il volume XVII (''XL Quaestiones Anniae'', dedicate al cugino Tommaso Annio)<ref>{{Cita libro|titolo=Le questioni anniane. Viterbo tra realtà e finzione|url=https://books.google.it/books?id=eNFiEAAAQBAJ&printsec=frontcover#v=onepage&q&f=false|edizione=introduzione, traduzione e note a cura di Jacopo Rubini|città=Viterbo|editore=Sette città|anno=2014|lingua=la, it|isbn=978-88-7853-351-6}}</ref>.
 
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Gli ''Antiquitatum variarum volumina XVII'' erano il frutto di un «percorso intellettuale breve ma intensissimo»<ref name="Fumagalli340">{{Cita|Fumagalli|p. 340}}.</ref>, iniziato circa dieci anni prima, quindi in età già matura, dopo che Annio da Viterbo, nel 1489, fece ritorno alla sua città natale dopo un ventennale soggiorno a [[Genova]]<ref name="Fumagalli337">{{Cita|Fumagalli|p. 337}}.</ref>. A quell'epoca, benché in età matura, il frate poteva vantare una cultura essenzialmente [[teologia cattolica|teologica]]<ref name="Fumagalli337"/>. Fu solo dal 1489 che iniziò a occuparsi di [[letteratura greca|classici greci]] e [[letteratura latina|latini]], riuscendo, in pochi anni, a raggiungere una conoscenza così vasta e profonda da riuscire a mettere in atto impunemente la sua opera di falsificazione<ref name="Fumagalli337"/>. Questo percorso di studi rappresentò, in effetti, una vera e propria impresa, tanto più stupefacente se si considera che l'enorme mole di studio fu interamente finalizzata alla causa della falsificazione storica<ref name="Fumagalli338">{{Cita|Fumagalli|p. 338}}.</ref>.
 
Secondo un'ipotesi di Roberto Weiss, le falsificazioni di Annio, strumentali al dispiego del suo disegno, sarebbero iniziate nel [[1493]]<ref name="Weiss431"/><ref name="Ferraù151"/>. La composizione dell'opera potrebbe essersi ipoteticamente compiuta nei circa 6sei anni che vanno dal [[1492]]1493 fino al [[1498]], data di pubblicazione<ref name="Weiss431"/>{{Cita|Weiss|p. 431}}.</ref name="Ferraù151"/>.
 
=== Critiche ===
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== Bibliografia ==
* {{Cita libro|autore-sezione=Giacomo Ferraù|sezione=Riflessioni teoriche e prassi storiografica in Annio da Viterbo|url=https://issuu.com/rivista.militare1/docs/72._principato_ecclesiastico_e_riuso_dei_classici.|titolo=Principato ecclesiastico e riuso dei classici. Gli umanisti e Alessandro VI. Atti del convegno (Bari - Monte Sant'Angelo, 22-24 maggio 2000)|città=Roma|editore=Ministero per i beni e le attività culturali, Direzione generale per gli archivi|anno=2002|pp=151-193|isbn=88-7125-227-6|cid=Ferraù}}
* {{Cita pubblicazione|autore=Edoardo Fumagalli|titolo=Un falso tardo-quattrocentesco: lo pseudo-Catone di Annio da Viterbo|url=https://books.google.it/books?id=_jUcF46lJ9oC&pg=PA337&lpg=PA337#v=onepage&q&f=false|opera=Vestigia. Studi in onore di Giuseppe Billanovich|volume=1|città=Roma|editore=Edizioni di storia e letteratura|anno=1984|pp=337-363|isbn=no|cid=Fumagalli}}
* {{Cita pubblicazione|autore=Eugène Napoleon Tigerstedt|titolo=Ioannes Annius and Graecia mendax|opera=Classical, Mediaeval and Renaissance Studies in Honor of Berthold Louis Ullman|volume=2|città=Roma|editore=Edizioni di storia e letteratura|anno=1964|pp=293-310|lingua=en|cid=Tigerstedt}}