Poesia dialettale abruzzese: differenze tra le versioni
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Sempre nel Settecento prende forma ufficiale la letteratura dialettale abruzzese, con Romualdo Parente, poeta di [[Scanno]], che scrisse ''Zzu matremuonie azz'uso ovvero le nozze tra Mariella e Nando della terra de Scanno'' (ossia "Il matrimonio secondo l'usanza" 1765 ca., ristampato però nel 1780)<ref>Per un'analisi critica iniziale dell'opera, vedi l'introduzione di Alfonso Colarossi Mancini all'edizione di Romualdo Parente, ''Zzu matremuonie azz'uso - La fijanna di Mariella'', Vecchioni, L'Aquila 1916</ref>, dove in forma poetica si narra dell'uso locale di celebrare il matrimonio.
L'opera edita una prima volta nel 1780, fu edita 1916 dal Colarossi Mancini a [[L'Aquila]] (Tip. Vecchioni), insieme al poemetto più breve ''La fijanna di Mariella'' con appendice storico critica etnologocica; la storia cantata in poesia risulta una preziosa fonte di conoscenza dell'ambiente culturale di Scanno e della valle del Sagittario, fu studiata da Giorgio Morelli, Antonio De Nino, Ernesto Giammarco e Giuseppe Tanturri per le ricerche varie sugli aspetti storici di [[Scanno]] e sull'uso locale del costume per il matrimonio e sui rituali che lo caratterizzano<ref>Vedi l'introduzione dell'edizione più recente di Giorgio Morelli, ''Romualdo Parente: Zzu matremuonie azz'uso, La fijanna di Mariella, Il lamento di una vedova a lui attribuito'', 192</ref>. Nell'edizione stampata c'è un ampio commento critico all'uso del dialetto, ai modi di dire, ancora oggi cristallizzati nella parlata scannese
Altra opera di Parente è ''La fijanna de Mariella'', appunto il seguito della descrizione dello sposalizio di Nando e Mariella, dove si descrive la festa popolare per l'avvenimento del parto della sposa novella. Il primo è in 46 strofe, il secondo in appena 16. Parente è noto anche per aver trascritto, insieme al De Nino, la canzone popolare ''Scuramàje - Lamento di una vedova''<ref>{{cita web|url=http://www.lapiazzadiscanno.it/news/2017/settembre/sapev92.asp/|titolo=Il pianto della vedova di Scanno|lingua=|data=|accesso=|dataarchivio=24 settembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170924001715/http://www.lapiazzadiscanno.it/news/2017/settembre/sapev92.asp|urlmorto=sì}}</ref>, testo studiato anche da Giorgio Morelli. Il testo sembra provenire da un incontro linguistico della popolazione del [[Vasto]], sull'Adriatico, con le popolazioni balcaniche degli [[Schiavoni]], che nel XV-XVI secolo popolarono ampie fasce della costa abruzzese, spingendosi anche nell'hinterland della provincia di Chieti e Pescara.
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