Adria: differenze tra le versioni

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Gli Etruschi costruirono il porto e l'insediamento di Adria dopo che il canale iniziò gradualmente a prosciugarsi. Durante l'ultimo periodo del VI secolo a.C. il porto continuò a prosperare. L'area padana controllata dagli Etruschi era generalmente nota come [[Etruria padana]], in contrapposizione alla loro principale concentrazione lungo la costa tirrenica a sud dell'Arno.
 
Il nome Adria deriverebbe dall'etrusco ''atrium'', ossia "giorno/luce/est", ad indicare la posizione ad oriente del mare e della città di Adria, abitata dagli ''Atriates Tusci'' (etruschi orientali - civiltà [[civiltà villanoviana|post-villanoviana]] con centro a [[Felsina]]), rispetto all'[[Etruria]].<ref>[https://books.google.it/books?id=rU-fBAAAQBAJ&pg=PA303&lpg=PA303&dq=atrium+etrusco+giorno&source=bl&ots=NWuTJQeisn&sig=wuTrYmSieYYq7vcBqf2Q92kNi-4&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwif4a_Py6fYAhXQ2qQKHcX-B9wQ6AEISjAI#v=onepage&q=atrium%20etrusco%20giorno&f=false Adria. La Città, le sue vie, la sua storia], Di Aldo Rondina, p. &nbsp;303.</ref>
Secondo alcune fonti il nome fu poi utilizzato dai greci per denominare la parte superiore del mare Adriatico ''Adrias Kolpos'' (golfo di Adria); il nome venne poi esteso all'intero mare Adriatico<ref name=Braccesi>Lorenzo Braccesi, ''Grecità adriatica'', edito da L'Erma di Bretschneider, 2001 (la citazione è consultabile su [[Google ricerca libri]] a [http://books.google.it/books?id=3yIxtstUzWsC&pg=PA12&dq=adriatico+nome+adria+lorenzo+braccesi&hl=it&sa=X&ei=jkKQUoTiBImShgfm3oGgDg&ved=0CEUQ6AEwAA#v=onepage&q=adriatico%20nome%20adria%20lorenzo%20braccesi&f=false pagina 12])</ref>
. Altre ricostruzioni fanno risalire l'origine del nome Adriatico alla città di [[Atri]], in [[provincia di Teramo]].<ref name="Diacono">[[Paolo Diacono]], ''[[Historia Langobardorum]]'', libro secondo, cap. &nbsp;19, "''Post Flamminiam duodecima Picenus occurrit, habens ab austro Appenninos montes, ex altera vero parte Adriaticum mare. Haec usque ad fluvium Piscariam pertendit. In qua sunt civitates Firmus, Asculus et Pinnis et iam vetustate consumpta Adria, quae Adriatico pelago nomen dedit.''" (la citazione è consultabile su [[Intratext]] a [http://www.intratext.com/IXT/LAT0338/_PE.HTM Historia Langobardorum: text - IntraText CT])</ref>
 
[[File:Colonie greche in Adriatico.png|thumb|left|Colonie greche in Adriatico (in rosso quelle siracusane)]]
Per la sua posizione strategica, Adria venne rifondata dai [[Sicelioti]] (Greci di Sicilia) con il nome di "Adrìa" nel [[385 a.C.]] come colonia della potente [[Siracusa (città antica)|Siracusa]], nel quadro dell'espansione commerciale in [[Mare Adriatico|Adriatico]] promossa dal [[Tiranni di Siracusa|re siceliota]] [[Dionisio I]]. Insieme ad Adria vennero fondate [[Ankón]] (l'attuale [[Ancona]]), [[Lissa (città)#Storia|Issa]] (l'attuale [[Lissa (città)|Lissa]]) e [[Alessio (Albania)#Storia|Lissos]] (l'attuale [[Alessio (Albania)|Alessio]]).<ref>Lorenzo Braccesi, ''Grecità adriatica: un capitolo della colonizzazione greca in Occidente'', [[Pàtron (casa editrice)|Pàtron]], 1977.</ref>.
 
Adria era allora terminale di importanti vie carovaniere che scendevano dal [[Baltico]], attraverso il [[Brennero]], e dal [[Mar Nero]] attraverso il [[Danubio]] e la [[Drava]], mettendo in comunicazione commerciale l'area mediterranea con tali regioni e permettendo gli scambi di [[ambra (resina)|ambra]], [[stagno (elemento chimico)|stagno]] e [[argento]]. Un canale artificiale (la [[Filistina]]) collegava già allora Adria con la serie di lagune presenti anticamente lungo tutta la costa settentrionale, dalle foci del Po fino a [[Grado (Italia)|Grado]], e da lì permetteva di risalire tramite protetta navigazione endo-lagunare fino alle risorgive del [[Timavo]] (''caput Adriae'').<ref name=Braccesi/> In tal modo Adria era terminale commerciale tra l'Europa centrale e il Mediterraneo, incluso l'oriente ellenistico e [[Alessandria d'Egitto]]; di tali relazioni commerciali permangono resti di ceramiche e vetri lavorati.<ref name=adria>{{Cita web |url=http://www.comune.adria.ro.it/web/adria/vivere/vivere-interna?p_p_id=ALFRESCO_MYPORTAL_CONTENT_PROXY_WAR_myportalportlet_INSTANCE_nc6A&p_p_lifecycle=1&p_p_state=normal&p_p_mode=view&template=%2Fregioneveneto%2Fmyportal%2Fhtml-generico-detail&uuid=d418ccef-88dc-41db-9c18-7080d908b7dd&contentArea=_Adria_vivere-interna_Body1_&selVert=menu-contestuale_01878a67-a5cc-45f0-9ae8-70f37de4845f |titolo=Storia della città di Adria |accesso=31 gennaio 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171226182555/http://www.comune.adria.ro.it/web/adria/vivere/vivere-interna?p_p_id=ALFRESCO_MYPORTAL_CONTENT_PROXY_WAR_myportalportlet_INSTANCE_nc6A&p_p_lifecycle=1&p_p_state=normal&p_p_mode=view&template=%2Fregioneveneto%2Fmyportal%2Fhtml-generico-detail&uuid=d418ccef-88dc-41db-9c18-7080d908b7dd&contentArea=_Adria_vivere-interna_Body1_&selVert=menu-contestuale_01878a67-a5cc-45f0-9ae8-70f37de4845f |dataarchivio=26 dicembre 2017 |urlmorto=sì }}</ref>
 
Dal III secolo a.C. Adria fu occupata dai [[Galli]], come testimoniato dalle tombe a inumazione galliche. Inglobata nell'[[Impero romano]], nei secoli successivi Adria andò perdendo importanza, per via dell'interramento del porto, e dell'allontanamento dal mare. Già nel I secolo d.C. era necessario percorrere un canale artificiale per raggiungerla. Dal V secolo Adria fu sede di giurisdizione ecclesiastica.<ref name=adria/>
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Al passaggio delle [[invasioni barbariche]], il porto di Adria aveva già perso la gran parte della sua importanza, ma assunse il nuovo ruolo di importante bastione militare, difeso dalla laguna e dai fiumi Adige e Po, all'interno dei territori amministrati dalla [[Chiesa (comunità)|Chiesa]] di [[Roma]]. Il definitivo declino del porto di Adria avvenne in seguito alla [[rotta della Cucca]] del [[589]], che sconvolse l'intera idrografia del territorio circostante, isolando Adria tra paludi malsane. Anche la trama delle strade romane si andò presto perdendo; l'unica a sopravvivere fu la ''via Popilia'', presto ribattezzata ''Romea'' in quanto percorsa dai pellegrini diretti a Roma.<ref name=adria/>
 
Tra il VII e l'VIII secolo Adria divenne un [[feudo]] vescovile indipendente da quello di [[Ravenna]], ma l'autorità del vescovo fu lentamente soppiantata da quella del Comune, che mantenne l'autonomia locale fino a circa il 1250, quando la signoria degli Estensi installarono ad Adria un proprio rappresentante ("giudice" e poi "visconte"). La visconteria di Adria conferita ai [[Giocoli|Principi Giocoli]],<ref>Francesco Girolamo Bocchi ''Sulla condizione antica e moderna di Adria città del regno del Lombardo Veneto di Luigi Groto'', volume 1, Venezia 1830, p.&nbsp;71.</ref>, rimase indipendente rispetto all'espansione dello [[stato da tera]] veneziano, fino a concedersi spontaneamente a Venezia all'inizio del '500, quando Adria era ormai declinata ad un piccolo villaggio in mezzo a una palude [[malaria|malarica]].<ref name=adria/> Giocolo Giocoli IV, figlio del defunto Bartolomeo I, fu per conto degli Estensi al governo della città di Adria nel 1445, con il titolo di [[visconte]].<ref>{{Cita libro
|titolo=Sulla condizione antica e moderna di Adria città del regno Lombardo Veneto succinte notizie, di Luigi Grotto nobile Adriese con memorie e dissertazioni relative alla città stessa di Francesco-Girolamo Bocchi nobile Adriese a cui si premettono le memorie intorno alla di lui vita|autore=Luigi Groto|wkautore=|url=https://books.google.it/books?id=wuBlAAAAcAAJ&pg=PA64&dq=Giocolo+de%27+Giocoli+Luigi+Groto&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwj_7fvq75LtAhVCC-wKHXAXA-sQ6AEwAHoECAAQAg#v=onepage&q=Giocolo%20de'%20Giocoli&f=false|via=Google Libri|editore=Giuseppe Molinari|città=Venezia|anno=1830|volume=Volume 1|edizione=Seconda edizione|p=66|accesso=21 novembre 2020}}</ref>. Nel 1482, in occasione della [[Guerra di Ferrara (1482-1484)|guerra di Ferrara]], Adria fu attaccata dalla flotta schierata sul Po dai veneziani, che saccheggiarono la città.<ref>{{Cita libro|autore=Fabio Romanoni|titolo=La guerra d’acqua dolce. Navi e conflitti medievali nell’Italianell'Italia settentrionale|url=https://www.academia.edu/100479472/La_guerra_d_acqua_dolce_Navi_e_conflitti_medievali_nell_Italia_settentrionale|anno=2023|editore=CLUEB|città=Bologna|lingua=it|p=65|ISBN=978-88-31365-53-6}}</ref>.
 
Quando nel [[XVII secolo|Seicento]] iniziò l'opera di bonifica della [[polesine|valle polesana]] da parte dei veneziani, incluso il [[taglio di Porto Viro]], Adria cominciò ad assumere nuovamente importanza.<ref name=adria/>
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=== Periodo italiano ===
A partire dal [[Risorgimento]], la popolazione di Adria aumenta progressivamente fino agli oltre 34.000{{formatnum:34000}} abitanti del [[1951]], anche per via dell'annessione di comuni circonvicini già autonomi negli anni '20 (Bottrighe e Ca' Emo).
 
Negli anni della [[seconda guerra mondiale]], tra il 1940 e il 1943, Adria è uno dei comuni del Veneto adibiti dalle autorità fasciste a luogo di internamento civile.<ref>[https://campifascisti.it/scheda_campo.php?id_campo=709 I campi fascisti: Adria].</ref> Vi sono confinati anche 17 profughi ebrei stranieri, giunti in Italia dalla Slovenia. A due di essi sarà concesso permesso di emigrazione dall'Italia nel marzo 1942. Gli altri resteranno a Adria fino all'estate del 1943 per disperdersi quindi dopo l'8 settembre per sfuggire alle deportazioni, trovando rifugio in Svizzera o nei territori già liberati dell'Italia meridionale o sopravvivendo in clandestinità.<ref>[http://www.annapizzuti.it/regioni/veneto.php Ebrei stranieri internati in Veneto].</ref> Solo uno degli ex-internati ad Adria, risulta incluso negli elenchi dei deportati; arrestato a Fiume nel novembre 1943, muore ad [[Auschwitz]].<ref>[https://digital-library.cdec.it/cdec-web/persone/detail/person-6783/simkovics-mayer.html CDEC].</ref>
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Lo stemma è stato riconosciuto con decreto del capo del governo del 22 maggio 1931.<ref name=ACS>{{Cita web|url=http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/comuni.printDetail.html?5940|titolo=Adria|accesso=2022-11-15|sito=Archivio Centrale dello Stato}}</ref>
{{citazione|D'azzurro, al [[Castello (araldica)|castello]] torricellato di tre, al naturale, le torri merlate alla ghibellina, la centrale più alta e troncata sopra di rosso, aperto, finestrato e murato di nero, fondato su pianura erbosa di verde. Ornamenti esteriori da Città.}}
Il gonfalone, concesso con regio decreto del 28 agosto 1930,<ref name=ACS/>, è un drappo di azzurro.
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
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Venne modificata più volte nel tempo fino ad assumere l'attuale aspetto nel [[1718]] e il cui nome sembra provenire dalla vicinanza di una tomba romana e citata in antichi documenti ritrovati con ''ad tumbam'' ([[lingua latina|latino]] ''vicino alla tomba''). La tradizione popolare vuole che il vecchio [[campanile]], abbattuto nel [[1928]] per far posto a quello odierno, sorgesse su un faro di segnalazione dell'antico porto romano, deducibile dalla presenza della lapide risalente al [[III secolo]] murata sullo zoccolo. La lapide reca la seguente iscrizione: Columna haec magna ex parte calce illita rudus anguli nord-ovest est antiqui romani hadriatici phari vulgo de tumba - 1647 (Questa colonna, per buona parte ricoperta da intonaco, è il rudere dell'angolo nord-ovest dell'antico faro romano dell'adriatico, comunemente detto 'della Tomba'). All'interno è conservata una [[fonte battesimale]] di forma ottagonale, risalente al [[VII secolo|VII]] o [[VIII secolo]], sulla quale è inciso il nome del 3º vescovo, vescovo Bono, il terzo della [[Diocesi di Adria-Rovigo|diocesi di Adria]]. Oltre a dipinti del [[XV secolo|XV]] e [[XVI secolo]], nella cappella è presente un [[altorilievo]] in [[Ceramica|terracotta]] raffigurante una [[Dormizione di Maria|Dormitio Virginis]] e attribuito a [[Michele da Firenze]].
 
Ha la dignità di [[basilica minore]].<ref>{{en}} [http://www.gcatholic.org/churches/data/basITX.htm ''Catholic.org Basilicas in Italy'']</ref>.
 
==== Cattedrale Vecchia di San Giovanni ====
Risale all'XI secolo ca. e si eleva a sinistra dell'edificio della nuova Cattedrale. Il suo attuale orientamento con abside ad ovest, risulta capovolto rispetto all'originale, in seguito alla costruzione al suo ridosso dell'edificio della Cattedrale nuova, dalla cui navata sinistra vi si accede. Sul lato sud si apre verso Piazzetta Campanile, mentre sulla zona retrostante fu edificata negli anni 30 c.acirca una pregevole e suggestiva riproduzione della Grotta di [[Lourdes]].
All'interno della vecchia Cattedrale si ritrova un bassorilievo in gesso riproducente il battesimo di Gesù e i medaglioni degli evangelisti, tutti realizzati dal bolognese [[Gaetano Samoggia]]..<ref>Antonello Nave,''Virgilio Milani e la scultura del Novecento nel Polesine'', Rovigo, Minelliana, 2004, pp. &nbsp;133.</ref>
Interessante è la serie dei nomi (cronotassi) dei Vescovi di Adria, con i rispettivi stemmi, disposti lungo il perimetro interno delle mura laterali. Sotto la Cattedrale Vecchia di San Giovanni, l'alto Medioevo ha lasciato un significativo segno della presenza cristiana in città, con i resti ancora visibili di ad una cripta di forma semicircolare, per alcuni risalente al V-VI sec., con affreschi pittorici di chiaro stile bizantino, che rappresentano gli apostoli.
L'area circostante nasconde sicuramente ulteriori tracce del passato paleocristiano, risultando nel contempo di non agevole indagine, in quanto nel tempo numerosi sono gli edifici costruiti in zona, tali così da averla coperta quasi integralmente.
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==== Teatri ====
[[File:Teatro adria.JPG|thumb|Facciata del Teatro Comunale del Popolo di Adria]]
*[[Teatro]] Politeama (inaugurato nel [[1878]] e distrutto da un incendio nel [[1921]]). Tra i Direttori d'orchestra più celebri dell'800 che hanno diretto al Politeama di Adria, si annovera il M° [[Antonino Palminteri]], presente sul podio nella stagione teatrale agosto-settembre del [[1908]], portando in scena Opere quali: ''[[I puritani]]'' di [[Vincenzo Bellini]] e ''[[Il trovatore]]'', di [[Giuseppe Verdi]]. Gli esiti delle rappresentazioni furono eccellenti e apprezzatissimi.<ref>[Angela Balistreri,"Antonino Palminteri un artista gentiluomo nel panorama operistico dell'800", Partanna, Produzioni Edivideo, 2010, p. &nbsp;174]</ref> L’attualeL'attuale Politeama, in ordine cronologico è il dodicesimo Teatro adriese, essendo stato preceduto dal Teatro Santo Stefano (1803 - 1808), dal Teatro Nuovo - poi Teatro della Società, poi Teatro Fidora, poi Teatro Orfeo – (1813 - 1919), dall{{'}}Arena Zen (1855 - 1889, usata solo nei mesi estivi), dal Politeama (1878 - 1921), dal Teatro San Nicola (1880 - 1889), dal Teatro Massimo (1913 - 1922 solo come cinematografo, dal 1922 al 1930 come teatro per sostituire il Politeama distrutto da un incendio nell'ottobre del 1921, poi dal 1931 al 1993 ancora come cinematografo), dal Teatro Ferrini (1920&nbsp;– 1960, 1999 - in attività), dal Teatro Sociale (1922&nbsp;– 1929), dal Teatro estivo “Francesco"Francesco Zagato”Zagato" (1924&nbsp;– 1932), dal Salone Marchi (1925&nbsp;– primi anni ’30&nbsp;'30, proseguendo poi fino al 1988 come Cinema Roma) e dal Teatro San Francesco (1926&nbsp;– 1963). Inaugurato il 25 dicembre 1930, il Politeama, ubicato al n. &nbsp;211 del Corso [[Vittorio Emanuele II di Savoia|Vittorio Emanuele II°]], è stato utilizzato fino al 1984 per i più diversi generi di spettacolo: rappresentazioni di [[Melodramma|melodrammi]], di [[Operetta|operette]], di [[prosa]], concerti, spettacoli di varietà, incontri di pugilato e come cinematografo. L’originariaL'originaria struttura interna era costituita dalla sala con platea e loggia su tre lati, con una capacità di 700 posti, ridimensionati a 260 dopo il restauro al quale fu sottoposto negli anni ’90'90. Riaperto nel 1997, è attualmente chiuso.
*L’impresarioL'impresario edile adriese Francesco Zagato acquistò allora l’areal'area prospiciente Piazza [[Camillo Benso, conte di Cavour|Cavour]], già occupata dall’Arenadall'Arena Zen, e commissionò all'Architetto adriese Gianbattista Scarpari il progetto per un teatro capace di soddisfare qualsiasi esigenza di repertorio. Scarpari progettò un teatro con sei ordini di palchi e due gallerie, con una capienza di più di 4.000{{formatnum:4000}} spettatori, e ai primi di marzo del 1923 ne veniva iniziata la costruzione, partendo dal blocco costituito dal palcoscenico e dal boccascena. Nell'ottobre seguente la copertura del palcoscenico era ultimata, e così pure i camerini. Con il nome di “Teatro"Teatro estivo Zagato”Zagato", la struttura, costituita dal palcoscenico in muratura con platea a cielo aperto su pianta rettangolare, con una capienza di 2.000{{formatnum:2000}} posti, venne inaugurata il 16 luglio 1924 dalla Compagnia di Prosa di [[Amedeo Chiantoni]] con ''Mister Wu'' di H. M. Vernon e Harold Howen. La crisi economica degli anni ’26'26 e ’27'27 aveva privato però Zagato dei mezzi necessari per terminare la costruzione del teatro. Si formò allora un comitato, presieduto da Ferrante Mecenati, che commissionò all'architetto Scarpari un nuovo progetto, più ridotto rispetto al precedente, e il preventivo di spesa per il completamento dell’edificio. Il nuovo progetto, con platea su pianta circolare con un ordine di palchi, due gallerie e un loggione su pianta ellittica, aveva inizialmente una capienza di 1.608{{formatnum:1608}} posti, ridotti poi a 802 (1.000{{formatnum:1000}} con il loggione dopo la ristrutturazione) dopo i lavori di restauro e di adeguamento alle nuove norme di sicurezza effettuati negli anni ‘90'90. Il 28 settembre del ’32'32, l’imprenditorel'imprenditore adriese Enrico Barbuiani, vincitore dell’astadell'asta per l’appaltol'appalto dei lavori, dava subito inizio alla costruzione, utilizzando il palcoscenico e il boccascena già esistenti. Nel maggio del 1935 un Comitato Artistico, presieduto da Mecenati, contattava il Maestro [[Tullio Serafin]], il quale accettava di dirigere le prime due rappresentazioni, il 24 e il 26 settembre, del ''[[Mefistofele (opera)|Mefistofele]]'' inaugurale del "Teatro Comunale" del Popolo (già del "Littorio").
 
=== Altri monumenti ===
* Lapide in onore di [[Giuseppe Garibaldi]] nella frazione di [[Canareggio]] (1883)<ref>Antonello Nave, ''Monumenti garibaldini nel Polesine di fine ‘800'800'', in Z. Ciuffoletti (a cura di), ''Garibaldi e il Polesine, tra Alberto Mario Jessie White e Giosue Carducci'', Atti del XXX convegno di studi storici, Lendinara e Rovigo, 26-27 ottobre 2007, Rovigo, Minelliana, 2009, pp. &nbsp;23-74. Cfr. https://www.facebook.com/photo?fbid=173122281900092&set=a.173119988566988</ref>
* Lapide in onore di [[Alberto Mario]], opera di [[Natale Sanavio]] (1887)<ref>Antonello Nave, ''Monumenti garibaldini nel Polesine di fine ‘800'', in Z. Ciuffoletti (a cura di), ''Garibaldi e il Polesine, tra Alberto Mario Jessie White e Giosue Carducci'', Rovigo, Minelliana, 2009, pp. &nbsp;23-74</ref>
* Lapide in onore di [[Felice Cavallotti]], su disegno di [[Antonio Viaro]] ([[1911]])<ref>Antonello Nave, ''Virgilio Milani e la scultura del Novecento nel Polesine'', Rovigo, Minelliana, 2004, pp. &nbsp;13, 106; Id., ''A Felice Cavallotti. L'omaggio del Polesine al “bardo"bardo della democrazia”democrazia"'', in «Camicia Rossa», XXXVIII, 1, gennaio-aprile 2018, pp. &nbsp;11-12.</ref>
* ''Monumento ai Caduti'', opera dello scultore pontecchiese [[Guido Cremesini]] ([[1957]])<ref>Antonello Nave, ''Virgilio Milani e la scultura del Novecento nel Polesine'', Rovigo, Minelliana, 2004, p. &nbsp;123</ref>
 
=== Altro ===
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=== Evoluzione demografica ===
{{Demografia/Adria}}
Adria è il secondo comune più popolato della provincia. Come si può notare dal grafico, la città contava sino al 1951 oltre {{formatnum:34000}} abitanti, poi, dopo l'alluvione nel novembre di quell'anno, parte della popolazione si spostò verso le zone più interne del [[Polesine]] non colpite dall'alluvione, oppure emigrò prevalentemente nei distretti industriali della [[Lombardia]] e del [[Piemonte]]. Numerosi furono anche gli adriesi che scelsero Paesi stranieri, come il [[Canada]] e l'[[Australia]].
=== Etnie e minoranze straniere ===
Al 31 dicembre 2022 la popolazione straniera era di 1.427{{formatnum:1427}} persone, pari al 7,75&nbsp;% dei residenti.<ref>{{cita web|url=https://demo.istat.it/app/?i=P03&l=it|Bilancio demografico popolazione straniera}}</ref>
 
== Cultura ==
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=== Università ===
Adria è una delle sedi del corso di laurea in scienze infermieristiche dell'[[Università di Ferrara]], attivato a partire dal A.A. 2021/2022 di concerto con l'Azienda ULSS &nbsp;5 "Polesana".<ref>{{cita web|url=http://www.unife.it/medicina/infermieristica/sede-formativa-di-adria|titolo=Sede formativa di Adria|accesso=14 ottobre 2019}}</ref>.
 
=== Musei, Biblioteche e Archivi ===
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*[[Sala Risorgimentale]]: ospitata nel Palazzo Cordella, è stata allestita con le varie testimonianze del periodo risorgimentale appartenenti all'Amministrazione Comunale, raggruppate per lo più in alcune bacheche tematiche. Il gruppo principale della collezione apparteneva all'Associazione Volontari 1848-49 di Adria, che aveva costituito un piccolo museo di cimeli risorgimentali, compresi alcuni pezzi appartenenti a Ciceruacchio e compagni fucilati nel 1849 a Porto Tolle, che vennero donati dal comitato, che nel 1879 recuperò le ossa dei patrioti, quale segno di riconoscimento per aver organizzato la cerimonia. Altri cimeli del gruppo guidato da Ciceruacchio (bretelle, tabacchiera in radica, frammenti di tessuto, ecc.) furono donati all'Associazione Veterani da coloro che avevano acquistato gli effetti personali dei fucilati direttamente dai soldati austriaci, piccoli frammenti, ma che vennero trattati come vere e proprie reliquie.
*Museo delle Arti e dei Mestieri: Oltre al materiale raccolto dal proprietario Francesco Bisco e dal Centro Etnografico Adriese (in cui è confluita anche una piccola raccolta della Pro Loco di Adria), la collezione accoglie materiali donati da numerosi privati. Nel museo si possono trovare materiali impiegati non solo dalla civiltà contadina, ma anche da moltissimi altri "mestieri", come l'arrotino, il calzolaio, il sarto il barbiere, ecc.
*[[Museo d'Arte Adria e Delta]] (MAAD): il Museo è dotato di diversi dispositivi multimediali (computer, proiettori, tablet, schermi touch screen) con la possibilità di offrire al visitatore l'accesso a dati inerenti sia a mostra in atto, sia le mostre realizzate, ma anche a beni culturali presenti in Città e nel territorio. Sono state infatti già raccolte e inserite nelle strumentazioni informatiche del MAAD, le copie digitali di tutti i quadri, sia storico-artistici sia moderni di proprietà dell'Amministrazione Comunale, e inoltre si sta procedendo alla catalogazione e all'inserimento di altri dati sui beni culturali della Città. Il MAAD ospita regolarmente importanti mostra di Arte Moderna e Contemporanea con opere di artisti internazionali di grande fama e ampiamente storicizzati quali: [[Fabrizio Plessi]], [[Gino De Dominicis]], Yoko[[Yōko Ono]], [[Gilbert & George]], [[Joseph Beuys]], [[Stefano Cagol]], Jiri[[Jiří KolárKolář]], [[Sol LeWitt]], [[Hermann Nitsch]], [[Luigi Ontani]]. Il MAAD è gestito attualmente dall'Associazione "Adria Cultura", costituita allo scopo nel 2013 composta da tre rappresentanti della Fondazione Bocchi e da tre del Comune, con una presidenza alternata ogni due anni.
*Fondazione Scolastica Carlo Bocchi: la Fondazione possiede una preziosa raccolta di stampe: si deve direttamente a [[Carlo Bocchi]] (1752-1838), uomo politico e benefattore, protagonista della vita pubblica della città di Adria, ma anche personalità erudita, e alla sua passione per questo genere di arte la raccolta di incisioni effettuata alla fine del 1700 e agli inizi del 1800, e collocata in due stanze del suo palazzo. Il Bocchi le ha lasciate in eredità nel 1836, insieme a tutto il suo considerevole patrimonio di case e terreni, al Comune di Adria, con l'obbligo di esporle nel Ginnasio che col suo lascito doveva essere istituito, come avvenne nel 1841. Le stampe sono state conservate in modo improprio per lunghi periodi, subendo danneggiamenti e perdite, sono però state fatte oggetto di attenzione da parte della Sopraitendenza all'Arte Medievale e Moderna di Venezia già nel 1925. Negli anni '90 del secolo scorso le stampe sono state rivalutate, attraverso il loro restauro nel 1992, l'incorniciatura nel 1998 e la loro collocazione nella Sala Carlo Bocchi, dove si trovano attualmente. Le stampe della Collezione "Carlo Bocchi" di Adria rappresentano un itinerario articolato della storia dell'incisione, ripercorrendo alcune delle sue tappe principali dal Rinascimento in avanti e presentando opere di artisti europei di varie nazionalità: italiani, francesi, tedeschi, inglesi, fiamminghi. Esse sono un'eredità culturale preziosa. La Collezione Carlo Bocchi, proprio per la sua eterogeneità, ospita fogli di artisti che hanno segnato la storia dell'incisione lungo i secoli: da un maestro come Albrecht Dürer ai celebri bulini dei Sadeler, famiglia di incisori del XVI secolo, dai secenteschi Salvator Rosa e Jacques Callot ai protagonisti del secolo dei Lumi, Jackson, Leonardis e Bartolozzi. In questa significativa galleria di disegni e immagini, uno spazio significativo è infine riservato all'incisione di "traduzione che riprende le opere di grandi della pittura come Raffaello, Michelangelo, Guercino e Tiziano.
*Biblioteca Comunale: la biblioteca comunale di Adria possiede un patrimonio di circa 35.000 volumi con pubblicazioni relative ad Adria e al Polesine, e della Mia's Library (sezione di libri in lingua originale, per lo più inglese). Nel 2011 è iniziata anche la raccolta di audiolibri, al momento composta da circa un centinaio di pezzi. È inoltre stata completata la catalogazione della donazione "Luciano Sandro Ferrarese", costituita da ca. 900 volumi relativi alla storia, soprattutto militare, della Prima e Seconda Guerra mondiale. Il fondo antico, comprendente anche incunaboli e cinquecentine e costituito da circa 6.000{{formatnum:6000}} volumi è consultabile per motivi di studio con apposita richiesta.
*Biblioteca dei ragazzi: la Biblioteca mette a disposizione dei giovani utenti un patrimonio di circa 6.000{{formatnum:6000}} libri comprendente opere di narrativa e testi per ricerche, quasi interamente inseriti nel Catalogo collettivo del Sistema Bibliotecario provinciale. Molto fornita è la sezione Pop-up, i cui volumi sono disponibili per la consultazione in sede ma non per il prestito a domicilio. Per quanto riguarda la narrativa, la Biblioteca dei Ragazzi fornisce opere scritte dai più famosi autori italiani, classici e moderni (da Rodari a Pirandello, da Piumini a Quarzo, da Costa a Gnone, da Troisi a Tamaro, ...), e stranieri (Grossman, Dahl, Allende, ...). La sezione "Shoah" raccoglie opere di autori di pregio sul tema dell'Olocausto; molto apprezzate sono anche le sezioni Mondo, con storie in lingua originale affiancate dalla traduzione in italiano, e la "Mia's Library" che vede edizioni in lingua inglese, sia in versione integrale che ridotta, di opere classiche e moderne.
*Biblioteca Capitolare di Adria: La Biblioteca Capitolare di Adria è testimonianza storica di un'epoca in cui presso il Capitolo " della Chiesa Cattedrale era depositata la cultura ecclesiastica, spesso con funzione didattica e catechistica, questo almeno fino al [[Concilio di Trento]] quando con l'istituzione dei seminari si spostò altrove la formazione del clero. Una parte cospicua del patrimonio librario antico della Capitolare è dunque confluita poi nella Biblioteca del Seminario Vescovile di Rovigo. La Chiesa di Adria caratterizzata dalla oltre millenaria sede vescovile doveva sicuramente aver avuto un'importante Biblioteca, ciò è confermato da quello che riporta Gian Pietro Ferretto, vicario generale del vescovo De' Cuppis, nel suo "Memorabilia episcopatus Hadriensis" scritto tra il 1536 e il 1539, a proposito della Capitolare scriveva: "Nella Chiesa di Adria ci fu una famosa biblioteca, molto ricca, che, come abbiamo sentito dire, era piena i libri scritti in diverse lingue; tra coloro che me ne parlarono ci fu il Rev.mo Sig. Ambrogio di Pavia [...]; egli mi riferì di aver visto libri scritti in lingua armena, indiana e dalmatica [...]. Le principali finalità della Biblioteca Capitolare di Adria come di tutte le biblioteche, sono la conservazione e la messa a disposizione degli studiosi dei patrimoni librari che custodisce, oltre alla conservazione del patrimonio librario che oggi conta più di 20.000{{formatnum:20000}} volumi, promuove la valorizzazione attraverso attività che ne favoriscono la fruizione da parte degli utenti, sono in cantiere diversi progetti culturali destinati a far conoscere maggiormente la Biblioteca e il suo importante patrimonio a tutta la cittadinanza e non solo.<ref>{{Cita web|url=http://cattedraleadria.it/web/biblioteca-2/|titolo=BIBLIOTECA {{!}} Cattedrale di Adria|sito=cattedraleadria.it|lingua=it-IT|accesso=2018-10-04}}</ref>.
*Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "Antonio Buzzolla": la biblioteca venne istituita nel 1981 sulla base del fondo dell'antico Istituto Civico Musicale, possiede 5.950{{formatnum:5950}} titoli tra libri e partiture musicali. La fonoteca dispone di 1.114{{formatnum:1114}} compact disc. Comprende un piccolo fondo in manoscritti di opere di Antonio Buzzolla e di altri autori locali. Riceve in abbonamento corrente 15 riviste specializzate e possiede annate di un'altra sessantina di testate ormai dismesse Aderisce al Sistema Bibliotecario Provinciale di Rovigo e pertanto dal 2007 viene effettuata, secondo gli standard nazionali e internazionali, la catalogazione in Polo del materiale di letteratura musicologia, che è quindi consultabile liberamente da qualsiasi postazione internet attraverso il catalogo collettivo on-line.
*Archivio Storico del Comune di Adria: Dopo alterni periodi di chiusura (2008-2009, 2014-2016) ha riaperto i battenti nella nuova sede del "Retratto" l'Archivio Storico del Comune di Adria, straordinario complesso archivistico del Polesine per la sua ricchezza. Il complesso archivistico del Comune di Adria si può quindi riassumere così:
**Archivio Antico: Ospitato presso la sede di Piazza Bocchi 6, l'Archivio Antico Comunale ha avuto origine di fatto dagli interessi e dalle attività di vari membri della famiglia Bocchi, in particolare Ottavio (1697-1749) Francesco Girolamo (1748-1810) e Francesco Antonio (1821-1888), che tra i secoli XVIII e XIX raccolsero in casa documenti, manoscritti, disegni, reperti archeologici e quant'altro risultasse utile ai loro studi incentrati sulla storia della città. Per motivi non ancora ben noti, ma presumibilmente legati agli incarichi spesso ricoperti in seno al Comune, i Bocchi entrarono in possesso di documenti provenienti dall'archivio comunale. Alla morte di Francesco Antonio e dopo varie trattative, il Comune di Adria acquistò il Museo Bocchi con l'archivio, la biblioteca, gli arredi e i quadri, costituendo di li a poco il Museo Civico, aperto al pubblico nel 1904, poi sottoposto a veri spostamenti e nel 1934 collocato finalmente a Palazzo Cordella in Corso Vittorio Emanuele II, dove rimase anche quando nel 1961 la collezione archeologica passo al nascente Museo Archeologico Nazionale. Di li infine l'Archivio Antico fu trasportato alla nuova sede della Biblioteca, in Piazza Bocchi. Una storia così complessa è all'origine della particolare struttura che ha oggi l'Archivio Antico, in cui si sono stratificati nel tempo non solo l'archivio proprio e l'archivio della famiglia ma anche documenti provenienti dalla sede vescovile, dai consorzi di bonifica, da istituzioni veneziane e da persone con cui i Bocchi ebbero stretti rapporti.
**Archivio Storico (Secoli XIX-XX): l'archivio Otto-Novecentesco, oggetto, come detto, nel tempo di diversi interventi di riordino, giunge, sulla base della attuale normativa che fissa convenzionalmente a 40 anni la costituzione e separazione degli archivi storici" da quelli "di deposito" attinenti ai carteggi più recenti ma non più di uso amministrativo ordinario, fino al 1969 ed è dotato ora di un nuovo Inventario, che fotografa la nuova - rivoluzionaria per molti versi - sistemazione dell'archivio, pur nel rispetto del criterio cosiddetto storico e quindi delle serie originarie, ricompattate quando opportuno, lasciate distinte laddove un riordino avrebbe comportato un nuovo sconvolgimento dannoso e di cui certo la nostra comunità non avrebbe proprio bisogno. L'Archivio Storico, composto di oltre 7.000{{formatnum:7000}} unità, prevalentemente collocate nella nuova sede del "Retratto", è ora articolato in diversi fondi in quanto raccoglie non solo la documentazione archivistica prodotta o ricevuta dal Comune di Adria ma anche quella dei Comuni soppressi nel 1928 e aggregati al Comune di Adria, oltre agli archivi di diversi soggetti produttori, legati per vari motivi al Comune.
* Archivio Capitolare della Cattedrale di Adria: Gli archivi sono una parte importante dei beni e dei tesori della Chiesa: le carte dell'Archivio Capitolare assieme al patrimonio librario della Biblioteca con gli oggetti e i quadri esposti nel Museo della Cattedrale, rappresentano la memoria della comunità cristiana e civile adriese e dell'intero territorio diocesano. L'Archivio Capitolare (sec. XVI-XX) è conservato in alcune sale del palazzo vescovile con il fondo della Fabbriceria, quello della Parrocchia e delle Confraternite e le carte personali di alcuni sacerdoti. Si tratta di una molteplicità di archivi differenti, uniti dall'appartenenza alla Chiesa locale, della cui storia essi sono testimonianza. Sono atti di amministrazione, statuti, inventari, parti e verbali, carteggi, atti contabili relativi a livelli, decime, imposte, inoltre investiture, legati, puntazioni, i cui più lontani estremi cronologici risalgono al XVI secolo.
 
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=== Trasporto fluviale ===
In città è presente un porto turistico, e ospita il "[[Cantiere Navale Vittoria]] S.p.A.", gestita dalla famiglia Duò, un'attività cantieristica di altissimo rilievo, specializzata dal [[1927]] nella costruzione di navi da carico, draghe, [[Rimorchiatore|rimorchiatori]], motopescherecci, imbarcazioni militari, [[Pattugliatore|pattugliatori]] veloci e imbarcazioni per interventi anti incendio e [[Ricerca e soccorso|S.A.R.]].
 
Il comune di Adria confina a sud con il [[Po|fiume Po]], ed è attraversato da ovest ad est dal [[Tartaro-Canalbianco-Po di Levante]], entrambi navigabili.
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*{{cita libro | cognome= AA.VV.| nome= | titolo= Il Veneto paese per paese| editore= Bonechi| città= Firenze| anno= 2000| isbn= 88-476-0006-5}}
* AA.VV. ''Guida Turistico Stradale del Parco Regionale Veneto del Delta del Po'' - Lugo (RA), 2006.
* AAVV,AA.VV. ''Enciclopedia del Polesine. Il Basso Polesine: Atlante polesano del Delta del Po'' - Rovigo, 2007.
* Rondina Aldo, ''L'ultimo Interdetto (Nel contesto religioso e civile del Polesine fra '800 e '900)'', Apogeo editore, Adria, 2007, ISBN 978-88-88786-38-4
* {{cita libro|autore=Carlo Silvestri|titolo=Istorica e geografica descrizione delle antiche paludi adriane ora chiamate Laguna di Venezia|editore=Forni|città=Bologna|anno=1973, ristampa di un più antico volume intitolato ''Istorica e geografica descrizione delle antiche paludi adriane ora chiamate Laguna di Venezia e del corso di que' fiumi che in varj tempi hanno contribuito al loro interramento, con le principali notizie dell'antichissime città di Adria e Gavello'', editore Domenico Occhi, in Venezia, 1736}}