Nepezzano: differenze tra le versioni

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==Storia==
La località è citata per la prima volta su documenti antichi nel secolo XII, in occasione della Rassegna dei Feudatari esistenti nella Contea Aprutina.
 
Nei documenti vi si legge che Maccabeo Melatino coi suoi consanguinei dichiarava di possedere [[Monticelli (Teramo)|Monticello]], Campora e Nepezzano.
 
Secondo lo storico [[Niccola Palma]], il castello del feudatario doveva sorgere nella collina denominata Colle Marino dove si notavano (ai suoi tempi e quindi agli inizi del [[1800]]), ancora ruderi “lungo"lungo la strada distrettuale, e donde si ha di prospetto la veduta del villaggio e del suo territorio”territorio").
 
Il Palma scrive che fu trovata la "ventesima lapide" con la scritta: ''Iter. Privat fundi Nepotiani'' un cippo che probabilmente si riferisce all’accessoall'accesso al terreno di un Nepoziano. Da qui il nome di Nepezzano. Il Nepotiano citato nella lapide forse era uno di quei coloni romani che ebbero l’assegamentol'assegamento di una quota nell’Agronell'Agro Pretuziano ossia nel territorio di Petrut (l’anticol'antico nome di Teramo).
Dal punto di vista ecclesiastico, il castello del paese nel [[1188]], in virtù di una Bolla di [[Clemente III]], fu assoggettato a [[San Nicolò a Tordino]], insieme alla sua chiesa di San Martino e a tutto il suo territorio, restandovi fino all’abolizioneall'abolizione della "Nullius" di [[San Nicolò a Tordino]].
 
Nel [[1351]] Nepezzano fu unito al Comune di [[Teramo]] e ancora oggi ne fa parte.
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La strada di accesso alla chiesa è stata realizzata nel 1927.
 
La famiglia Di Domenicatonio per secoli ha avuto vasti possedimenti a Nepezzano, [[Villa Schiavoni]] e in località Coste Sant’AgostinoSant'Agostino nei pressi di [[Teramo]].
 
[[Categoria:Frazioni di Teramo]]
 
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