Carceri ottocentesche di Busto Arsizio
Con carceri ottocentesche di Busto Arsizio, o carceri austriache, si identifica l'edificio storico realizzato tra il 1851 e il 1855 ad opera dell'ingegnere Giuseppe Brivio.
Carceri ottocentesche | |
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Le carceri austriache di Busto Arsizio, utilizzate tra il 1855 e il 1984 | |
Localizzazione | |
Stato | Italien |
Regione | Lombardia |
Località | Busto Arsizio |
Indirizzo | via mons. Paolo Borroni |
Coordinate | 45°36′50.04″N 8°51′06.62″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | In fase di riqualificazione |
Costruzione | 1851-1855 |
Uso | Carcere |
Altezza | |
Piani | 3 |
Realizzazione | |
Ingegnere | Giuseppe Brivio |
Appaltatore | Comune di Busto Arsizio |
Proprietario | Comune di Busto Arsizio |
Committente | Governo austriaco |
«le carceri attivate in quest'epoca [...] meritano di essere vedute»
Storia
modificaUtilizzo
modificaL'edificio, commissionato dal governo austriaco del Regno Lombardo-Veneto, fu realizzato dall'ingegnere Giuseppe Brivio tra il 1851 e il 1855, come ampliamento di Palazzo Marliani-Cicogna, e fu adibito a struttura detentiva. Il progetto originale del 1850 prevedeva una disposizione a panopticon, poi non realizzata.
Attivo per quasi 130 anni, nella seconda metà del '900 esso poteva accogliere fino ad un massimo di 40 prigionieri, in celle di 3,5 x 4,5 metri[2].
Nel 1908 ebbe luogo la prima evasione della storia del carcere di quattro detenuti che, favoriti dal sovraffollamento della struttura, riuscirono a fuggire realizzando un buco nel muro[3].
Nel gennaio 1926 avvenne un nuovo tentativo di evasione da parte di tre detenuti, che aggredirono una guardia, ma l'azione fu sventata dall'intervento delle forze dell'ordine[4].
Già considerato antiquato negli anni '50 (il servizio sanitario era di gran lunga più inefficiente rispetto ad altri istituti della zona[5]), negli ultimi anni di funzionamento il carcere, ormai divenuto obsoleto, versava in condizioni strutturali e igienico-sanitarie del tutto inadeguate[6].
Nel 1959 avvenne anche la seconda evasione nella storia delle carceri, con la fuga di un detenuto[7].
Nel 1972, comunque, ospitava ancora 34 detenuti[8], e nel 1977 la struttura fu scelta per ospitare alcuni prigionieri provenienti dal carcere di Rho, chiuso per mancanza di personale[9].
Nel 1980 fu teatro dell'evasione (la terza dopo quelle del 1908 e del 1959) di tre detenuti, che realizzarono un buco nel soffitto per poi calarsi con delle lenzuola[2][10][6].
Nel 1984 avvenne l'ultimo tentativo di evasione, fallito, che causò danni ad un muro di cinta della prigione[11].
Dopo la chiusura
modificaIl carcere funzionò fino agli anni 1980 e venne definitivamente chiuso nel 1984[12], sostituito da una struttura più moderna, realizzata lontano dal centro città.
L'edificio cadde in disuso e, nonostante qualche intervento di manutenzione negli anni '90, rimase progressivamente in stato di abbandono; lo spazio del cortile, non più circondato da mura, è attualmente utilizzato come parcheggio. Nel 2016, tuttavia, l'edificio fu eccezionalmente aperto al pubblico, per alcune visite gratuite organizzate dal Comune[13]. Analoghe visite si svolsero nel 2017, grazie anche all'iniziativa di privati cittadini.
Recupero e riutilizzo
modificaNel 2019 viene approvato un progetto definitivo per il recupero dell'edificio[14], che sarà riutilizzato come polo culturale per la consultazione di libri e materiali multimediali[15]. La ristrutturazione, avviata a novembre 2023 e la cui conclusione è programmata entro marzo 2025, è realizzata nell'ambito del PNRR e prevede un recupero conservativo dell'edificio.[16][17]
Nel 2023, prima dei lavori di recupero, l'edificio viene utilizzato per una performance artistica da parte del gruppo "Urban Solid".[18][19]
Struttura
modificaL'edificio ha una pianta a T, e si sviluppa su tre piani, ognuno dei quali dotato di cinque celle ed altri locali comuni; al secondo piano c'erano una stanza adibita a cappella (affrescata) e un'infermeria.
La facciata è realizzata in stile militare, con un contrasto tra il paramento murario di mattoni a vista, e la pietra di Moltrasio che caratterizza le fasce di marcapiano, le finestre, gli spigoli e il portale d'ingresso[20]. Le celle sono realizzate con un soffitto a volta con mattoni posizionati verticalmente[6].
Il corridoio che metteva in collegamento le carceri con Palazzo Cicogna fu demolito durante i lavori di restauro del palazzo, diretti dall'architetto Augusto Spada.
Galleria d'immagini
modifica-
Le Carceri Ottocentesche di Busto Arsizio
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L'interno del carcere
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La cappella del carcere
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L'interno di una cella come si presentava nel 2016
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La performance artistica "Get Out", realizzata nel 2023 dal gruppo di artisti "Urban Solid"
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Un'antica scritta sulle mura delle carceri, riemersa nel 2024 durante i lavori di recupero
Note
modifica- ^ Augusto Spada, Conoscere la città di Busto Arsizio, Busto Arsizio, Comune di Busto Arsizio, 2004, p. 64, SBN IT\ICCU\LO1\0826777.
- ^ a b Annodano le lenzuola e in tre se ne vanno dal carcere di Busto, in La Stampa, 13 agosto 1980.
- ^ Una evasione straordinaria dal carcere di Busto Arsizio, su archivio.corriere.it, 19 gennaio 1908. URL consultato il 20 maggio 2018.
- ^ Audace tentativo di evasione sventato nelle carceri di Busto Arsizio, su archivio.corriere.it, 28 gennaio 1926. URL consultato il 19 maggio 2018.
- ^ Consulto a San Vittore sui malanni di Candiani, in La Notte, 26 febbraio 1953.
- ^ a b c Giovanni Rimoldi, Tre detenuti evadono dal carcere calandosi dal tetto con una corda, in La Prealpina, 13 agosto 1980.
- ^ Un pregiudicato fugge dal carcere di Busto Arsizio, su archivio.corriere.it, 3 febbraio 1959. URL consultato il 20 maggio 2018.
- ^ Breve sommossa nel carcere di Busto Arsizio, su archivio.corriere.it, 11 novembre 1972. URL consultato il 20 maggio 2018.
- ^ Chiuso il carcere di Rho per mancanza di custodi, su archivio.corriere.it, 8 maggio 1977. URL consultato il 19 maggio 2018.
- ^ Catturato uno dei tre evasi dal carcere di Busto Arsizio, su archivio.corriere.it, 22 agosto 1980. URL consultato il 20 maggio 2018.
- ^ Assalto con le bombe al carcere di Busto, su archivio.corriere.it, 10 marzo 1984. URL consultato il 20 maggio 2018.
- ^ Ministero della giustizia - Dettaglio dati, su giustizia.it. URL consultato il 10 dicembre 2017.
- ^ L’ex carcere di Busto, dove il tempo si è fermato, su varesenews.it. URL consultato il 22 aprile 2017.
- ^ Approvato il progetto definitivo, ecco come si trasformerà l'ex carcere, su VareseNews, 3 ottobre 2019. URL consultato il 3 ottobre 2019.
- ^ Ex carceri ora polo culturale, in La Prealpina - Quotidiano storico di Varese, Altomilanese e Vco., 9 dicembre 2017. URL consultato il 9 dicembre 2017.
- ^ Redazione, Busto, l’ex carcere diventerà un centro culturale ma manterrà la sua "memoria storica" ., su La Provincia Di Varese, 4 luglio 2023. URL consultato il 27 luglio 2023.
- ^ https://www.ilbustese.it/2023/11/16/mobile/leggi-notizia/argomenti/busto-1/articolo/busto-al-via-il-primo-cantiere-del-pnrr-lex-carcere-si-trasforma.html
- ^ La street art degli Urban Solid colora l’ex carcere di Busto. «Presto sarà un luogo di cultura», su l'Inform@zione, 24 giugno 2023. URL consultato il 27 luglio 2023.
- ^ Davide Francioli, Sulla strada, in Corriere della Sera, La Lettura, 23 luglio 2023.
- ^ Augusto Spada, Conoscere la città di Busto Arsizio, Comune di Busto Arsizio, 2004.
Bibliografia
modifica- Elisabetta Ferrario Mezzadri, Santino Langè, Andrea Spiriti, Il Palazzo Marliani Cicogna in Busto Arsizio: da dimora patrizia a palazzo pubblico, Busto Arsizio, Comune di Busto Arsizio, 1992, SBN IT\ICCU\LO1\0245848.
- Augusto Spada, Conoscere la città di Busto Arsizio, Busto Arsizio, Comune di Busto Arsizio, 2004, SBN IT\ICCU\LO1\0826777.
Altri progetti
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