Difensore (calcio)

calciatore che costituisce l'ultima linea della propria squadra
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Il difensore è il calciatore con l'obiettivo di proteggere la propria squadra dall'offensiva avversaria.

Lo schema del 4-4-2, con i difensori evidenziati in blu

Ruolo e caratteristiche

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Tra i compiti affidati agli elementi del pacchetto arretrato — schierati a ridosso dell'area di rigore costituendo pertanto l'ultima linea prima del portiere — rientrano la marcatura e contrasto degli avversari,[1] l'attuazione del pressing e il recupero di palloni volto a favorire la ripartenza in contropiede;[2] in base alla tattica adottata — ovvero il controllo di un singolo avversario o la copertura di una specifica porzione di campo[3] il sistema difensivo è rispettivamente chiamato «a uomo» e «a zona».[3] Comune è il ricorso a uno schieramento volto a far scattare il fuorigioco, vanificando in tal modo l'azione d'attacco avversaria.[3]

Le caratteristiche del difensore includono la prestanza fisica e tecnica, l'abilità nel gioco aereo e in fase d'interdizione, la «pulizia» nei contrasti per non incappare nel fallo.[1]

Evoluzione e posizioni

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Il tedesco Franz Beckenbauer, primo difensore a vincere il Pallone d'oro

L'evoluzione del gioco ha inciso in maniera significativa sul ruolo della retroguardia, scardinandone una tradizionale composizione di «baluardi» — spesso associata al "catenaccio", con terzini e stopper rispettivamente incaricati della marcatura di ali e centravanti avversario —[4][1] in favore di elementi capaci di un maggior contributo alla manovra (accorgimento passato alla storia con il nome di costruzione dal basso[5]) e nel supporto all'azione offensiva tramite, per esempio, la spinta operata dai difensori lungo le fasce ("sovrapposizione"[6][7]), l'avanzamento di questi nell'area avversaria per tentare la via del gol sugli sviluppi di calci piazzati e traversoni compiuti al fine di servire le punte.[7]

Terzino

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Definito anche difensore laterale,[8] agisce in corrispondenza della fascia esterna.[8][7] In aggiunta all'applicazione della diagonale,[9] l'apporto dei laterali difensivi è inoltre richiesto in fase di spinta tramite l'avanzamento lungo la fascia e compiendo cross nella trequarti.[6]

Con il laterale destro inizialmente relegato al contrasto delle punte avversarie — e denominato, in ragione di ciò, «terzino marcatore» —[8] al difensore sinistro erano concesse maggiori libertà offensive,[7] fatto che ne comportò la rinomina in «fluidificante».[8]

Difensore centrale

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È schierato nel mezzo della retroguardia;[10] originariamente chiamato stopper, era incaricato di marcare il centravanti della formazione opposta,[1] in seguito divenne punto di riferimento dell'impianto difensivo con il suo contributo richiesto anche in termini d'impostazione e costruzione del gioco.[10][5]

Talora definito "regista arretrato" presentando un profilo e bagaglio tecnico maggiormente affine al centrocampista,[10] può inoltre posizionarsi alle spalle dei compagni di reparto ricalcando le mansioni tradizionalmente affidate al libero.[11]

Alcuni dei migliori difensori centrali della storia del calcio sono stati in Italia Mario Rigamonti, Aristide Guarneri, Roberto Rosato, Francesco Morini, Júnior, Fulvio Collovati, Pietro Vierchowod, Jurgen Kohler, Enrico Annoni, Alessandro Costacurta e Fabio Cannavaro; in Europa Carles Puyol e Mats Hummels; tra i più giovani Marquinhos, Marian Sarr, Marc-Oliver Kempf, Jonathan Tah, Alessio Romagnoli, Jorrit Hendrix e Andreas Christensen.[12]

Abbreviazione del nome completo "libero da marcature", è un difensore sollevato dai canonici compiti di contrasto per orchestrare invece i movimenti della retroguardia e intervenire in seconda battuta su eventuali avversari sfuggiti alla guardia dei compagni.[11] A un crescente ricorso alla «zona» — in particolare nel XXI secolo —[3] è corrisposto il progressivo decadimento del ruolo,[11] fatto ascrivibile dal punto di vista tattico alla posizione arretrata che costituisce un ostacolo all'applicazione del fuorigioco.[3][11]

Sia pur con modalità differenti il tradizionale stile di gioco del libero — comprendente, tra l'altro, l'organizzazione del reparto arretrato e l'avvio della ripartenza —[11] è successivamente confluito nell'azione del centrale difensivo e financo del portiere.[11]

  1. ^ a b c d Maurizio Crosetti e Licia Granello, Il centravanti e lo stopper, avanti con lo show, in la Repubblica, 9 febbraio 1992, p. 36.
  2. ^ Maurizio Crosetti, Contropiede e ripartenza duello passato-presente, in la Repubblica, 21 giugno 2006, p. 50.
  3. ^ a b c d e Fabio Barcellona, Difendere a uomo o a zona, su ultimouomo.com, 4 novembre 2016.
  4. ^ Federico Aqué, Breve storia del catenaccio, su ultimouomo.com, 25 marzo 2020.
  5. ^ a b Fabio Barcellona, Di cosa parliamo quando parliamo di costruzione dal basso, su ultimouomo.com, 12 febbraio 2021.
  6. ^ a b Francesco Lisanti, Come si attacca con i terzini in Serie A, su ultimouomo.com, 30 novembre 2017.
  7. ^ a b c d Andrea Schianchi, Gli esterni di centrocampo sono terzini, in La Gazzetta dello Sport, 16 giugno 2011.
  8. ^ a b c d Sebastiano Vernazza, Che fine ha fatto la razza dei terzini?, in La Gazzetta dello Sport, 2 settembre 2010.
  9. ^ Alex Belinger, La diagonalità, su ultimouomo.com, 14 settembre 2017.
  10. ^ a b c Daniele Adani, Teoria e tecnica del difensore centrale, su rivistaundici.com, 20 dicembre 2016.
  11. ^ a b c d e f Flavio Fusi, Tornerà mai il libero ?, su ultimouomo.com, 15 luglio 2017.
  12. ^ Redazione ITASportPress, Lo stopper è davvero solo un ricordo?, su itasportpress.it, 29 agosto 2014.

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