Racconti di un pellegrino russo

testo anonimo russo del XIX secolo

Racconti di un pellegrino russo, testo ascetico scritto fra il 1853 e il 1861 da un anonimo russo.

Per grazia di Dio sono uomo e cristiano, per azioni grande peccatore, per vocazione pellegrino della specie più misera, errante di luogo in luogo. I miei beni terrestri sono una bisaccia sul dorso con un po' di pan secco e, nella tasca interna del camiciotto, la Sacra Bibbia. Null'altro.

Citazioni

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  • Senza una guida non è possibile alcun progresso spirituale. (p. 36)
  • Basta calarsi in silenzio nelle profondità del proprio cuore e invocare spesso il radioso Nome di Gesù Cristo. Allora tutto sarà chiaro in quella luce, perfino, in certi attimi, alcuni misteri del Regno di Dio. (p. 114)
  • La vita cristiana, che tutta si riassume nell'orazione. Io considero l'orazione il mezzo fondamentale e indispensabile alla salvezza e il primo dovere di ogni cristiano. L'orazione è il primo gradino e insieme il coronamento di ogni vita devota. Per questo, il Vangelo insegna a pregare sempre. Tutti gli altri atti di devozione hanno il loro momento, ma l'orazione non consente momenti di ozio. Senza l'orazione non si può fare nulla di buono e senza il Vangelo non si può imparare la vera orazione. Perciò, tutti coloro che hanno raggiunto la salvezza percorrendo la via della vita interiore, i santi predicatori della Parola di Dio come gli eremiti e gli anacoreti, e anche tutti i cristiani timorati di Dio, hanno attinto la loro scienza da una costante e indefettibile meditazione della profondità della Parola di Dio; e la lettura del Vangelo ha costituito la loro attività essenziale. (p. 192)
  • "E dunque, non sarebbe stato più fruttuoso", finisce il devoto," se avessi fin dall'inizio e in ogni circostanza approfondito lo studio dell'orazione, che ha il potere di compiere tutto quello che la devozione cristiana esige ed è tramite di salvezza?". (p. 208)
  • Assicurano infatti che con l'orazione si raggiungono presto e facilmente soavi sensazioni interiori, e spiegano quanto esse siano desiderabili: delizia che sgorga dal cuore, fiotti di interna luce e calore, indicibile rapimento, gioia, leggerezza di cuore, profonda pace e l'essenza stessa del gaudio; tutti effetti dell'orazione del cuore. Se si immerge in tali riflessioni, l'anima fredda e debole si riscalda e rafforza, ritrova l'ardore per l'orazione e si sente come attratta a mettere alla prova l'esercizio dell'orazione. Come dice Sant'Isacco il Siro: "La gioia è un allettamento per l'anime: gioia prodotta dalla speranza che fiorisce nel cuore. E la meditazione su ciò che spera è la salute del cuore." (p. 236)
  • Com'è beata una vita nella solitudine! Essa ti permette di guidare la tua anima verso l'unione ininterrotta con Dio. La foresta silenziosa è come un Eden nel quale il dolce albero della vita cresce nel cuore del solitario che prega. (p. 244)

Bibliografia

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  • Racconti di un pellegrino russo, traduzione di Milli Martinelli, Rusconi, Milano 1998. ISBN 8818300482

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