Alessandro D'Ancona

scrittore, critico letterario e politico italiano, settimo direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa (1835-1914)

Alessandro D'Ancona (1835 – 1914), scrittore, filologo, storico della letteratura, giornalista e politico italiano.

Alessandro D'Ancona

Citazioni di Alessandro D'Ancona

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  • [...] a fare la storia abbisogn[a] soprattutto la raccolta critica ed ordinata dei fatti. (da Origini del teatro in Italia, 2 voll., Successori Le Monnier, Firenze, 1877, vol. I, p. 9)
  • È in questi versi [dello Scalvini[1]] come un senso di quell'avversione, non scevra d'invidia, onde il conte Confalonieri era fatto segno già da que' tempi dagli amatori degli ordini popolari, che gli rimproveravano aristocratica boria e indole altezzosa, e, penetrando negli intimi recessi della vita privata, lo accusavano di domestica tirannide e peggio,[2] e che anche più tardi, quand'egli tutto si consacrò all'educazione ed istruzione del popolo, lo giudicavano mosso a ciò non da sensi di carità, ma da men nobili ragioni. Né, pur da' suoi pari, gli si risparmiava l'accusa di voler su tutti primeggiare. (da Federico Confalonieri, Fratelli Treves editori, Milano, 18982, pp. 18-19)
  • [Sulla filosofia] [...] mi ha sempre più allettato la parte storica che non la speculativa. Sistemi se ne sono fabbricati Dio sa quanti da Platone ed Aristotile in poi, che hanno posto le fondamenta dei due metodi da' quali non si esce, l'induttivo ed il deduttivo; ed ogni secolo che si succede dà per migliore il suo sistema, ma poi siamo sempre daccapo a distruggere e rifabbricare. Resta però, ed è cosa veramente bella e degna, quest'eterno affaticarsi dell'intelletto umano intorno al vero ch'ei non raggiunge mai pienamente: questo nobile impulso che spinge in su la mente ed il cuore dell'uomo, e che forma la più nobile ed alta di tutte le storie. (da Primo delitto di stampa, in AA. VV., Il primo passo, Sommaruga, Roma, 1883, pp. 3-4)

Prefazione a Journal de voyage de Michel de Montaigne en Italie par la Suisse et l'Allemagne en 1580 et 1581

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  • Il giornale di Michele di Montaigne è un'opera per molti aspetti notevole, e in che si ritrova l'impronta, così originale e propria, del grande scrittore. Certo, se il Montaigne avesse avuto agio e tempo di tornarvi su, sfrondandolo e riordinandolo, il giornale del suo viaggio avrebbe formato anch'esso un capitolo, e non dei meno attraenti, degli Essais; de' quali tuttavia, nell'assidua osservazione del proprio interno e nella sagace e retta osservazione delle cose esterne, serba il costante carattere. (pp. VI-VII)
  • Le parti stesse meno gradevoli del giornale, dove si nota la qualità ed efficacia dei diversi bagni visitati dal Montaigne, e giorno per giorno si registrano gli effetti ch'ei ne provava, scritte come sono per proprio ricordo e non per offrirle al lettore, rispondono allo studio costante di accordare fra loro le forze del corpo e quelle dell'animo, e quietar questo ristorando quello e rinvigorendolo. (p. X)
  • Là dove nei viaggi moderni è il più spesso l'autore che parla, qui si direbbe che le cose, interrogate dal viaggiatore, parlino esse stesse nel proprio loro linguaggio. (p. XII)

Incipit de I precursori di Dante

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Quell'amplissimo ciclo di Leggende che ha per forma la Visione e per argomento il destino dell'uomo dopo la morte, fu, durante l'età media, generato da una viva e comune preoccupazione degli animi e delle fantasie. Come indizio di continua e persistente sollecitudine, come spiegazione, rinnovata sempre e non mai pienamente accolta, del gran mistero proposto dalla religione insieme e dalla morale, le visioni potrebbero già, di per sé stesse, offrire degno argomento di studio, a chi stimi utilmente speso il tempo nel ricercare ciò che a molte anteriori generazioni fu oggetto di meditazione assidua, fonte di soavi speranze o di tetre paure, termine di fede schietta ed ardente. Ma, per noi Italiani, coteste leggende hanno più particolare importanza, a causa delle relazioni in che si trovano col maggior nostro poema.

  1. Giovita Scalvini (1791 – 1843), scrittore, poeta e patriota italiano.
  2. Si diceva che fosse ferocemente geloso, e che avesse cagionato la morte dell'unico figlio; e queste leggende ripete e orna di sue frange il romanziere democratico, Rovani. Simili ciance furono dette e credute di Bettino Ricasoli col quale il Confalonieri ha comuni parecchi tratti del carattere. [N.d.A]

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