Pasquino Borghi: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
→‎Collegamenti esterni: +{{Collegamenti esterni}}
 
(41 versioni intermedie di 23 utenti non mostrate)
Riga 1: Riga 1:
{{Bio
{{Bio
|Titolo = Don
|Nome = Pasquino
|Nome = Pasquino
|Cognome = Borghi
|Cognome = Borghi
|PostCognome = ''Albertario''
|PostCognome = Albertario
|Sesso = M
|Sesso = M
|LuogoNascita = Bibbiano
|LuogoNascita = Bibbiano
|GiornoMeseNascita =
|GiornoMeseNascita = 26 ottobre
|AnnoNascita = 1903
|AnnoNascita = 1903
|LuogoMorte = Reggio nell'Emilia
|LuogoMorte = Reggio Emilia
|GiornoMeseMorte = 30 gennaio
|GiornoMeseMorte = 30 gennaio
|AnnoMorte = 1944
|AnnoMorte = 1944
|Epoca = 1900
|Epoca = 1900
|Attività = sacerdote
|Attività = presbitero
|Attività2 = missionario
|Attività2 = missionario
|Attività3 = partigiano
|Attività3 = partigiano
|Nazionalità = italiano
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , [[medaglia d'oro al valor militare]]
|PostNazionalità = , [[medaglia d'oro al valor militare]]
|Immagine =
}}
}}


==Biografia==
==Biografia==
Di umili origini – nacque in una famiglia di [[mezzadria|mezzadri]] - entrò nel [[seminario]] di [[Marola (Carpineti)|Marola]] a 12 anni e proseguì gli studi nel liceo del seminario di [[Albinea]]. Tra il 1923 e il 1924 prestò servizio militare, e alla fine della leva senti la vocazione di diventare missionario, scegliendo di entrare nell'istituto Benedetto XV di [[Venegono Superiore]] in [[provincia di Varese]], della congregazione religiosa [[Missionari Comboniani del Cuore di Gesù|comboniana]]. Nel [[1929]] pronunciò i [[Voti religiosi|voti perpetui]] e venne ordinato [[Presbitero|sacerdote]], nel [[1930]] partì per la [[Missionari Comboniani del Cuore di Gesù|missione comboniana]] nel [[Sudan]] [[Inghilterra|anglo]]-[[Egitto|egiziano]].
Di umili origini – nacque in una famiglia di [[mezzadria|mezzadri]] - entrò nel [[seminario]] di [[Marola (Carpineti)|Marola]] a 12 anni e proseguì gli studi nel liceo del seminario di [[Albinea]]. Tra il 1923 e il 1924 prestò servizio militare, e alla fine della leva senti la vocazione di diventare missionario, scegliendo di entrare nell'istituto Benedetto XV di [[Venegono Superiore]] in [[provincia di Varese]], della congregazione religiosa [[Missionari Comboniani del Cuore di Gesù|comboniana]]. Nel [[1929]] pronunciò i [[Voti religiosi|voti perpetui]] e venne ordinato [[Presbitero|sacerdote]], nel [[1930]] partì per la [[Missionari Comboniani del Cuore di Gesù|missione comboniana]] nel [[Sudan]] [[Inghilterra|anglo]]-[[Egitto|egiziano]]. Rientrato per motivi di salute, nel [[1938]] entrò nella [[Certosa di Farneta]] ([[Lucca]]), dove prese i voti di [[Ordine certosino|certosino]]. Nel [[1939]] tornò alla vita sacerdotale per aiutare la madre, vedova e in povertà. Curato nella [[parrocchia]] di [[Correggio (Italia)|Canolo di Correggio (RE)]], fu nominato parroco di [[Villa Minozzo|Coriano Tapignola]] nell'agosto del [[1943]].


Dopo l'8 settembre iniziò ad accogliere i militari sbandati e sostenne la prima [[Resistenza italiana|banda partigiana italiana]], quella dei [[fratelli Cervi]]<ref>A questo proposito un aneddoto narrato dal partigiano [[Unione Sovietica|sovietico]] [[Anatolij Tarassov]] è così riassunto da ''[[L'Unità]]'' nel [[1974]]: «Un giorno della fine d'ottobre '43 alcuni patrioti (tra cui Tarassov) guidati da Aldo Cervi trovarono rifugio nella canonica di Tapignola. Don Borghi li accolse, li sfamò, li invitò in chiesa dove si mise all'organo e, tra il commosso stupore dei suoi ospiti, suonò prima un brano di misura sacra e poi l'aria di ''[[Bandiera rossa (canzone)|Bandiera rossa]]»''. ''[http://archiviostorico.unita.it/cgi-bin/highlightPdf.cgi?t=ebook&file=/archivio/uni_1974_01/19740130_0002.pdf&query=PIetro%20Greco Reggio Emilia: manifestazione per ricordare don Borghi] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160304120730/http://archiviostorico.unita.it/cgi-bin/highlightPdf.cgi?t=ebook&file=%2Farchivio%2Funi_1974_01%2F19740130_0002.pdf&query=PIetro%20Greco |data=4 marzo 2016 }}''. L'Unità, 30 gennaio 1974, pag. 2. URL consultato in data 10-07-2012.</ref>. Partigiano lui stesso con il nome di "Albertario", collaborò attivamente con don [[Domenico Orlandini]] (nome di battaglia "don Carlo") il quale diede vita ad alcune formazioni delle [[Brigate Fiamme Verdi|Fiamme Verdi]], nella zona di Reggio. Fu arrestato dai militari della [[Guardia Nazionale Repubblicana|GNR]] il 21 gennaio [[1944]], per aver dato ospitalità a dei partigiani che avevano poi sparato contro carabinieri e militi fascisti. Don Borghi, secondo un resoconto di polizia "''affermò poi di aver concesso loro ospitalità per obbedire alla regola cristiana di dare ospitalità a chiunque, senza però che egli si sia reso conto della responsabilità che inevitabilmente gli sarebbero state attribuite, per avere contravvenuto a precise disposizioni di guerra''"<ref name="webcache.googleusercontent.com">https://web.archive.org/web/20170420195545/http://www.istoreco.re.it/public/isto/19442112003165559.doc</ref>. Incarcerato a [[Scandiano]] prima e a Reggio Emilia poi.
Rientrato per motivi di salute, nel [[1938]] entrò nella [[Certosa di Farneta]] ([[Lucca]]), dove prese i voti di [[Monaci certosini|certosino]]. Nel [[1939]] tornò alla vita sacerdotale per aiutare la madre, vedova e in povertà. Curato nella [[parrocchia]] di [[Correggio (Italia)|Canolo di Correggio (RE)]], fu nominato parroco di [[Villa Minozzo|Coriano Tapignola]] nel agosto del [[1943]].


Nel frattempo, le uccisioni del militare della GNR Luigi Maccaferri<ref>Il nome così come riportato su "Il solco fascista", giornale della federazione fascista di Reggio Emilia del 12 gennaio 1944. Altre fonti indicano Sergio Maccaferri</ref> da parte dei gappisti il 10 gennaio aveva già provocato l'anticipazione del coprifuoco alle ore 20 e la minaccia di condanna a morte per tutti coloro che fossero stati trovati in "''possesso abusivo di armi''"<ref name="istoreco.re.it">[http://www.istoreco.re.it/default.asp?page=419,ita Cronologia Resistenza Reggiana gennaio 1944<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> e un'ulteriore anticipazione alle 17.30 del coprifuoco seguì dopo l'omicidio del tenente dell'esercito repubblicano Luciano Loldi il 17 gennaio<ref name="istoreco.re.it"/>.
Dopo l'8 settembre iniziò ad accogliere i militari sbandati e sostenne la prima [[Resistenza italiana|banda partigiana italiana]], quella dei [[fratelli Cervi]]<ref>A questo proposito un aneddoto narrato dal partigiano [[Unione Sovietica|sovietico]] [[Anatolij Tarassov]] è così riassunto da ''[[L'Unità]]'' nel [[1974]]: «Un giorno della fine d'ottobre '43 alcuni patrioti (tra cui Tarassov) guidati da Aldo Cervi trovarono rifugio nella canonica di Tapignola. Don Borghi li accolse, li sfamò, li invitò in chiesa dove si mise all'organo e, tra il commosso stupore dei suoi ospiti, suonò prima un brano di misura sacra e poi l'aria di ''[[Bandiera rossa (canzone)|Bandiera rossa]]»''. ''[http://archiviostorico.unita.it/cgi-bin/highlightPdf.cgi?t=ebook&file=/archivio/uni_1974_01/19740130_0002.pdf&query=PIetro%20Greco Reggio Emilia: manifestazione per ricordare don Borghi]''. L'Unità, 30 gennaio 1974, pag. 2. URL consultato in data 10-07-2012.</ref>. Partigiano lui stesso con il nome di "Albertario", collaborò attivamente con don [[Domenico Orlandini]] (nome di battaglia "don Carlo") il quale diede vita ad alcune formazioni [[Brigate Fiamme Verdi|delle Fiamme Verdi]], nella zona di Reggio.
La morte del milite Gino Orlandi il 18 gennaio in una sparatoria avvenuta a [[Ligonchio]]<ref name="istoreco.re.it"/><ref>[http://digilib.netribe.it/bdr01/visore/index.php?pidCollection=Il-Solco-Fascista-Img:2&v=-1&pidObject=Il-Solco-Fascista:2997&returnPage=/bdr01/Sezione.jsp?idSezione=46 Biblioteca Digitale Reggiana<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> e del caposquadra della GNR<ref name="istoreco.re.it"/> Angelo Ferretti in un attentato gappista mentre transitava in bicicletta quando già don Pasquino si trovava incarcerato provocò la decisione del capo della [[provincia]], [[Enzo Savorgnan]] di convocare il [[Tribunale speciale per la difesa dello Stato della RSI|Tribunale speciale]]. Dopo la prima uccisione avvenuta a [[Cavriago]] del [[colonnello]] Giovanni Fagiani della [[Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale|MVSN]] il 14 dicembre 1943 era stata divulgata in città la minaccia di ricorrere alla rappresaglia in caso di uccisioni di altri fascisti<ref>[http://www.istoreco.re.it/default.asp?page=391,ita Cronologia Resistenza Reggiana dicembre 1943<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.


Del tribunale facevano parte [[Francesco Panitteri]] e Armando Dottone che condannarono alla fucilazione il 30 gennaio, don Borghi insieme ad altri otto partigiani, dei quali uno era l'anarchico [[Enrico Zambonini]] e tre erano disertori della GNR<ref name="webcache.googleusercontent.com"/>. Il 30 gennaio il giornale della federazione ''Il solco fascista'' commentò "''A seguito delle proditorie uccisioni di Militari della GNR e dell'esercito repubblicano verificatesi in questi ultimi giorni, si è riunito, nella giornata del 29 corrente, il Tribunale speciale di Reggio nell'Emilia che ha giudicato e condannato alla pena capitale nove persone risultate colpevoli dei delitti di favoreggiamento di bande armate ribelli e di prigionieri nemici, di sovversismo e incitamento alla rivolta e alla guerra civile. La sentenza è stata eseguita stamane all'alba''.<ref>[http://digilib.netribe.it/bdr01/visore/index.php?pidCollection=Il-Solco-Fascista-Img:2&v=-1&pidObject=Il-Solco-Fascista:3015&returnPage=/bdr01/Sezione.jsp?idSezione=46 Biblioteca Digitale Reggiana<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>".
Fu arrestato dai militi della [[Guardia Nazionale Repubblicana|GNR]] il 21 gennaio [[1944]], per aver dato ospitalità a dei partigiani che avevano poi sparato contro i militi fascisti. Don Borghi, secondo un resoconto di polizia "''affermò poi di aver concesso loro ospitalità per obbedire alla regola cristiana di dare ospitalità a chiunque, senza però che egli si sia reso conto della responsabilità che inevitabilmente gli sarebbero state attribuite, per avere contravvenuto a precise disposizioni di guerra''"<ref>http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:NhQUxQ56jicJ:www.istoreco.re.it/public/isto/19442112003165559.doc+&cd=1&hl=it&ct=clnk&gl=it</ref>. Incarcerato a [[Scandiano]] prima e a Reggio Emilia poi.


Ucciso Savorgnan dai partigiani a Varese e caduto in combattimento il segretario federale Armando Wender, nel dicembre [[1946]] presso la Corte di Assise Straordinaria di Reggio furono processati in contumacia Panitteri e Armando Dottone, membri superstiti del "tribunale" che aveva decretato la condanna a morte di don Borghi e degli altri otto antifascisti. Furono condannati a 24 anni di reclusione. Amnistiati nell'aprile 1948.
Nel frattempo, le uccisioni di un milite fascista da parte dei gappisti il 10 gennaio aveva già provocato l'anticipazione del coprifuoco alle ore 20 e la minaccia di condanna a morte per tutti coloro che fossero stati trovati in "''possesso abusivo di armi''"<ref>http://www.istoreco.re.it/default.asp?page=419,ita</ref>e un'ulteriore anticipazione alle 17.30 del coprifuoco seguì dopo l'omicidio di un tenente dell’esercito repubblicano il 17 gennaio<ref>http://www.istoreco.re.it/default.asp?page=419,ita</ref>.
La morte di un altro milite il 18 gennaio in una sparatoria<ref>http://www.istoreco.re.it/default.asp?page=419,ita</ref> e del caposquadra della GNR<ref>http://www.istoreco.re.it/default.asp?page=419,ita</ref> Angelo Ferretti in un attentato gappista mentre transitava in bicicletta quando già don Pasquino si trovava incarcerato provocò la decisione del capo della [[provincia]], [[Enzo Savorgnan]] di convocare il [[Tribunale speciale per la difesa dello Stato della RSI|Tribunale speciale]]. Di questo facevano parte [[Francesco Panitteri]] e Armando Dottone che condannarono alla fucilazione il 30 gennaio, don Borghi insieme ad altri otto partigiani, dei quali uno era l'anarchico [[Enrico Zambonini]] e tre erano disertori della GNR<ref>http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:NhQUxQ56jicJ:www.istoreco.re.it/public/isto/19442112003165559.doc+&cd=1&hl=it&ct=clnk&gl=it</ref>.


I resti di don Pasquino Borghi riposano nel [[Cimitero monumentale suburbano di Reggio Emilia|cimitero monumentale di Reggio nell'Emilia]].
Ucciso dai partigiani a Varese Savorgnan e caduto in combattimento Armando Wender, segretario federale, nel dicembre 1946 presso la Corte di Assise Straordinaria di Reggio furono processati in contumacia Panitteri e Armando Dottone, membri superstiti del "tribunale" che aveva decretato la condanna a morte di don Borghi e degli altri otto antifascisti. Furono condannati a 24 anni di reclusione. Amnistiati nell'aprile 1948.


== Onorificenze ==
== Onorificenze ==
Il 7 gennaio [[1947]] il capo provvisorio della [[Repubblica Italiana]], [[Enrico De Nicola]], gli conferì la medaglia d'oro al valor militare alla memoria.
Il 7 gennaio [[1947]] il capo provvisorio della [[Italia|Repubblica italiana]], [[Enrico De Nicola]], gli conferì la medaglia d'oro al valor militare alla memoria.
{{Onorificenze
{{Onorificenze
|immagine=Valor militare gold medal BAR.svg
|immagine=Valor militare gold medal BAR.svg
Riga 43: Riga 41:
|luogo=[[Reggio Emilia]], 30 gennaio [[1944]]
|luogo=[[Reggio Emilia]], 30 gennaio [[1944]]
}}
}}

==Riconoscimenti==
* [[Bibbiano]] gli ha dedicato la casa di riposo per anziani, una via ed un monumento
* [[Boretto]] gli ha intitolato una via
* [[Castelnovo ne' Monti]] gli ha intitolato una via
* [[Correggio (Italia)|Correggio]] gli ha intitolato una via
* [[Gattatico]] gli ha intitolato una via
* [[Montecchio Emilia]] gli ha dedicato una via e la Scuola dell'Infanzia municipale.
* [[Novellara]] casa di riposo per anziani; ''Casa Protetta "Don Pasquino Borghi"''
* [[Padova]] gli ha dedicato una via
* [[Poviglio]] gli ha dedicato una via
* [[Reggio Emilia]] l'istituto comprensivo "Don Pasquino Borghi"
* [[Roma]] gli ha intitolato una via
* [[San Martino in Rio]] gli ha intitolato una via
* [[San Polo d'Enza]] gli ha intitolato una via
* [[Scandiano]], gli ha dedicato una via
* [[Toano]], gli ha intitolato una via
* [[Villa Minozzo]] gli ha intitolato una via


==Note==
==Note==
<references/>
<references/>
==Bibliografia==
==Bibliografia==
* Fangareggi Salvatore, Un prete nella Resistenza, Aliberti, 192 p.; ISBN 88-7424-024-4, 2004
* Fangareggi Salvatore, Un prete nella Resistenza, Aliberti, 192 p.; ISBN 88-7424-024-4, 2004
* Storchi Massimo, Il sangue dei vincitori: saggio sui crimini fascisti e i processi del dopoguerra (1945-46) Roma: Aliberti, 285 p. ;ISBN 9788874243266, 2008.
* Storchi Massimo, Il sangue dei vincitori: saggio sui crimini fascisti e i processi del dopoguerra (1945-46) Roma: Aliberti, 285 p. ;ISBN 9788874243266, 2008.
== Collegamenti esterni ==
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* La [http://www.anpi.it/uomini/borghi.htm biografia] di don Pasquino Borghi, dal sito dell'[[Associazione Nazionale Partigiani d'Italia|ANPI]].


{{Antifascismo}}
{{Antifascismo}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|cattolicesimo}}
{{Portale|biografie|cattolicesimo}}



Versione attuale delle 12:18, 26 set 2023

Pasquino Borghi Albertario (Bibbiano, 26 ottobre 1903Reggio Emilia, 30 gennaio 1944) è stato un presbitero, missionario e partigiano italiano, medaglia d'oro al valor militare.

Di umili origini – nacque in una famiglia di mezzadri - entrò nel seminario di Marola a 12 anni e proseguì gli studi nel liceo del seminario di Albinea. Tra il 1923 e il 1924 prestò servizio militare, e alla fine della leva senti la vocazione di diventare missionario, scegliendo di entrare nell'istituto Benedetto XV di Venegono Superiore in provincia di Varese, della congregazione religiosa comboniana. Nel 1929 pronunciò i voti perpetui e venne ordinato sacerdote, nel 1930 partì per la missione comboniana nel Sudan anglo-egiziano. Rientrato per motivi di salute, nel 1938 entrò nella Certosa di Farneta (Lucca), dove prese i voti di certosino. Nel 1939 tornò alla vita sacerdotale per aiutare la madre, vedova e in povertà. Curato nella parrocchia di Canolo di Correggio (RE), fu nominato parroco di Coriano Tapignola nell'agosto del 1943.

Dopo l'8 settembre iniziò ad accogliere i militari sbandati e sostenne la prima banda partigiana italiana, quella dei fratelli Cervi[1]. Partigiano lui stesso con il nome di "Albertario", collaborò attivamente con don Domenico Orlandini (nome di battaglia "don Carlo") il quale diede vita ad alcune formazioni delle Fiamme Verdi, nella zona di Reggio. Fu arrestato dai militari della GNR il 21 gennaio 1944, per aver dato ospitalità a dei partigiani che avevano poi sparato contro carabinieri e militi fascisti. Don Borghi, secondo un resoconto di polizia "affermò poi di aver concesso loro ospitalità per obbedire alla regola cristiana di dare ospitalità a chiunque, senza però che egli si sia reso conto della responsabilità che inevitabilmente gli sarebbero state attribuite, per avere contravvenuto a precise disposizioni di guerra"[2]. Incarcerato a Scandiano prima e a Reggio Emilia poi.

Nel frattempo, le uccisioni del militare della GNR Luigi Maccaferri[3] da parte dei gappisti il 10 gennaio aveva già provocato l'anticipazione del coprifuoco alle ore 20 e la minaccia di condanna a morte per tutti coloro che fossero stati trovati in "possesso abusivo di armi"[4] e un'ulteriore anticipazione alle 17.30 del coprifuoco seguì dopo l'omicidio del tenente dell'esercito repubblicano Luciano Loldi il 17 gennaio[4]. La morte del milite Gino Orlandi il 18 gennaio in una sparatoria avvenuta a Ligonchio[4][5] e del caposquadra della GNR[4] Angelo Ferretti in un attentato gappista mentre transitava in bicicletta quando già don Pasquino si trovava incarcerato provocò la decisione del capo della provincia, Enzo Savorgnan di convocare il Tribunale speciale. Dopo la prima uccisione avvenuta a Cavriago del colonnello Giovanni Fagiani della MVSN il 14 dicembre 1943 era stata divulgata in città la minaccia di ricorrere alla rappresaglia in caso di uccisioni di altri fascisti[6].

Del tribunale facevano parte Francesco Panitteri e Armando Dottone che condannarono alla fucilazione il 30 gennaio, don Borghi insieme ad altri otto partigiani, dei quali uno era l'anarchico Enrico Zambonini e tre erano disertori della GNR[2]. Il 30 gennaio il giornale della federazione Il solco fascista commentò "A seguito delle proditorie uccisioni di Militari della GNR e dell'esercito repubblicano verificatesi in questi ultimi giorni, si è riunito, nella giornata del 29 corrente, il Tribunale speciale di Reggio nell'Emilia che ha giudicato e condannato alla pena capitale nove persone risultate colpevoli dei delitti di favoreggiamento di bande armate ribelli e di prigionieri nemici, di sovversismo e incitamento alla rivolta e alla guerra civile. La sentenza è stata eseguita stamane all'alba.[7]".

Ucciso Savorgnan dai partigiani a Varese e caduto in combattimento il segretario federale Armando Wender, nel dicembre 1946 presso la Corte di Assise Straordinaria di Reggio furono processati in contumacia Panitteri e Armando Dottone, membri superstiti del "tribunale" che aveva decretato la condanna a morte di don Borghi e degli altri otto antifascisti. Furono condannati a 24 anni di reclusione. Amnistiati nell'aprile 1948.

I resti di don Pasquino Borghi riposano nel cimitero monumentale di Reggio nell'Emilia.

Il 7 gennaio 1947 il capo provvisorio della Repubblica italiana, Enrico De Nicola, gli conferì la medaglia d'oro al valor militare alla memoria.

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Animatore ardente dei primi nuclei partigiani, trasfuse in essi il sano entusiasmo che li sostenne nell'azione. La sua casa fu asilo ad evasi da prigionia tedesca e scuola di nuovi combattenti della libertà. Imprigionato dal nemico, sopportò patimenti e sevizie, ma la fede e la pietà tennero chiuse le labbra in un sublime silenzio che risparmiò ai compagni di lotta la sofferenza del carcere e lo strazio della tortura. Affrontò il piombo nemico con la purezza dei martiri e con la fierezza dei forti e sulla soglia della morte la sua parola di fede e di conforto fu di estremo viatico ai compagni nel sacrificio per assurgere nel cielo degli eroi[8]
— Reggio Emilia, 30 gennaio 1944
  1. ^ A questo proposito un aneddoto narrato dal partigiano sovietico Anatolij Tarassov è così riassunto da L'Unità nel 1974: «Un giorno della fine d'ottobre '43 alcuni patrioti (tra cui Tarassov) guidati da Aldo Cervi trovarono rifugio nella canonica di Tapignola. Don Borghi li accolse, li sfamò, li invitò in chiesa dove si mise all'organo e, tra il commosso stupore dei suoi ospiti, suonò prima un brano di misura sacra e poi l'aria di Bandiera rossa». Reggio Emilia: manifestazione per ricordare don Borghi Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive.. L'Unità, 30 gennaio 1974, pag. 2. URL consultato in data 10-07-2012.
  2. ^ a b https://web.archive.org/web/20170420195545/http://www.istoreco.re.it/public/isto/19442112003165559.doc
  3. ^ Il nome così come riportato su "Il solco fascista", giornale della federazione fascista di Reggio Emilia del 12 gennaio 1944. Altre fonti indicano Sergio Maccaferri
  4. ^ a b c d Cronologia Resistenza Reggiana gennaio 1944
  5. ^ Biblioteca Digitale Reggiana
  6. ^ Cronologia Resistenza Reggiana dicembre 1943
  7. ^ Biblioteca Digitale Reggiana
  8. ^ Motivazione del conferimento della M.O.V.M.. Quirinale.it. URL consultato in data 08-01-2009.
  • Fangareggi Salvatore, Un prete nella Resistenza, Aliberti, 192 p.; ISBN 88-7424-024-4, 2004
  • Storchi Massimo, Il sangue dei vincitori: saggio sui crimini fascisti e i processi del dopoguerra (1945-46) Roma: Aliberti, 285 p. ;ISBN 9788874243266, 2008.

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN1096090 · ISNI (EN0000 0000 3458 6362 · LCCN (ENn2006062397 · GND (DE129616052