Ettore Viola: differenze tra le versioni
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Fratello maggiore di [[Dino Viola]], ex dirigente sportivo e presidente della {{Calcio Roma|N}}. Arruolato nel 1915 nella [[prima guerra mondiale]] come soldato nell'88º Rgt. Fanteria. Dopo il corso ufficiali, divenne Sottotenente e Tenente nel 75º Rgt. Fanteria, e passò per meriti di guerra in [[servizio permanente effettivo]]. Promosso Capitano nel 149º Rgt. Fanteria. Nella primavera 1918 fu comandante |
Fratello maggiore di [[Dino Viola]], ex dirigente sportivo e presidente della {{Calcio Roma|N}}. Arruolato nel 1915 nella [[prima guerra mondiale]] come soldato nell'88º Rgt. Fanteria. Dopo il corso ufficiali, divenne Sottotenente e quindi promosso Tenente nel 75º Rgt. Fanteria, e passò per meriti di guerra in [[servizio permanente effettivo]]. Promosso Capitano nel 149º Rgt. Fanteria. Nella primavera 1918 fu comandante di una compagnia “Fiamme Nere” del VI Reparto d'Assalto ([[Arditi]]).<ref>{{cita web|url=http://www.noialpini.it/med-oro-vessilli-3.htm|titolo=Archivio Martelli su noialpini.it|accesso=22 ottobre 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120120192634/http://www.noialpini.it/med-oro-vessilli-3.htm|dataarchivio=20 gennaio 2012}}</ref> |
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Si distinse nella difesa del [[monte Grappa]], da essere soprannominato ''l'Ardito del Grappa.'' {{citazione necessaria|Il personaggio di Ettore Moretti in ''[[Addio alle armi]]'' di [[Ernest Hemingway|Hemingway]] ha sicuramente un riferimento preciso nella figura di Viola e pare anche in certe frasi che era solito pronunciare}}. Fu definito da re [[Umberto II di Savoia]]: ''«La più bella Medaglia d'oro della Grande Guerra»''<ref>[https://www.archiviostoricodalmolin.com/premio-pieropan-2022 ''Premio Gianni Pieropan 2022''], archiviostoricodalmolin.com, 2022.</ref> e paragonato dal [[deputato]] [[Aldo Rossini]] ad «un eroe omerico e ariostesco»<ref>[https://www.montegrappa.org/_monte/index.php/personaggi-grande-guerra/418-ettore-viola-di-ca-tasson ''Ettore Viola di Ca' Tasson''], montegrappa.org, 29 dicembre 2015.</ref>. Fu decorato con il Cavalierato dell'[[Ordine militare di Savoia]], la [[medaglia d'oro al valore militare]] e due [[Medaglia d'argento al valor militare|medaglie d'argento]]. |
Si distinse nella difesa del [[monte Grappa]], tanto da essere soprannominato ''l'Ardito del Grappa.'' {{citazione necessaria|Il personaggio di Ettore Moretti in ''[[Addio alle armi]]'' di [[Ernest Hemingway|Hemingway]] ha sicuramente un riferimento preciso nella figura di Viola e pare anche in certe frasi che era solito pronunciare}}. Fu definito da re [[Umberto II di Savoia]]: ''«La più bella Medaglia d'oro della Grande Guerra»''<ref>[https://www.archiviostoricodalmolin.com/premio-pieropan-2022 ''Premio Gianni Pieropan 2022''], archiviostoricodalmolin.com, 2022.</ref> e paragonato dal [[deputato]] [[Aldo Rossini]] ad «un eroe omerico e ariostesco»<ref>[https://www.montegrappa.org/_monte/index.php/personaggi-grande-guerra/418-ettore-viola-di-ca-tasson ''Ettore Viola di Ca' Tasson''], montegrappa.org, 29 dicembre 2015.</ref>. Fu decorato con il Cavalierato dell'[[Ordine militare di Savoia]], la [[medaglia d'oro al valore militare]] e due [[Medaglia d'argento al valor militare|medaglie d'argento]]. |
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Nel 1920 prese parte all'[[impresa di Fiume]] con D'Annunzio. Svolse quindi un ruolo importante dopo la guerra nell'ambito delle organizzazioni degli ex-combattenti. Fondatore, nel 1923, dell'[[Istituto del Nastro Azzurro]], nel 1924 fu eletto [[deputato]] del Regno in Toscana nel [[Listone fascista]],<ref>[https://storia.camera.it/deputato/ettore-viola-18940421/leg-regno-XXVII#nav Storia Camera]</ref> e fu a capo del gruppo ex combattenti a Montecitorio. Fu nominato [[console generale]] della [[MVSN|Milizia]]. Al congresso degli ex combattenti, svoltosi ad [[Assisi]] nel luglio 1924, dove fu eletto presidente, aveva promosso un documento a favore dell'indipendenza dell'associazione dal [[fascismo]]<ref>{{cita libro|cognome=Bianchi|nome=Antonio|titolo=La Spezia e Lunigiana: società e politica dal 1861 al 1945|editore=Franco Angeli s.r.l.|città=Milano|anno=1999|isbn=88-464-1254-0|p=226}}</ref>. |
Nel 1920 prese parte all'[[impresa di Fiume]] con D'Annunzio. Svolse quindi un ruolo importante dopo la guerra nell'ambito delle organizzazioni degli ex-combattenti. Fondatore, nel 1923, dell'[[Istituto del Nastro Azzurro]], nel 1924 fu eletto [[deputato]] del Regno in Toscana nel [[Listone fascista]],<ref>[https://storia.camera.it/deputato/ettore-viola-18940421/leg-regno-XXVII#nav Storia Camera]</ref> e fu a capo del gruppo ex combattenti a Montecitorio. Fu nominato [[console generale]] della [[MVSN|Milizia]]. Al congresso degli ex combattenti, svoltosi ad [[Assisi]] nel luglio 1924, dove fu eletto presidente, aveva promosso un documento a favore dell'indipendenza dell'associazione dal [[fascismo]]<ref>{{cita libro|cognome=Bianchi|nome=Antonio|titolo=La Spezia e Lunigiana: società e politica dal 1861 al 1945|editore=Franco Angeli s.r.l.|città=Milano|anno=1999|isbn=88-464-1254-0|p=226}}</ref>. |
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Fu appunto Viola, secondo la testimonianza di [[Emilio Lussu]], a guidare la delegazione ricevuta a [[San Rossore]] dal re [[Vittorio Emanuele III]], ma senza risultati<ref>"Mia figlia, stamani, ha ucciso due quaglie": così Vittorio Emanuele III rispose al presidente dell'Associazione Nazionale Combattenti Ettore Viola che - giunto alla tenuta di San Rossore nel luglio 1924 alla testa di una delegazione dell'associazione da lui presieduta - gli presentava un documento con dure accuse al fascismo e alle sue responsabilità nel [[delitto Matteotti]]: Emilio Lussu, ''Marcia su Roma e dintorni'', 1933.</ref>, e il 2 marzo 1925 l'associazione fu commissariata da un triumvirato reggente. Entrato così in contrasto con Mussolini, nel dicembre 1926 tenne l'ultimo intervento alla Camera, e nel 1927 partì per il Cile, tornando in Italia solo nel 1944. Riprese la presidenza dell'[[Associazione nazionale combattenti e reduci|associazione combattenti e reduci]] che tenne fino al 1958.<ref>[https://archivio.camera.it/inventari/profilo/fondo-ettore-viola Archivio Camera]</ref> Nel 1945, fece parte della [[Consulta Nazionale]] fino al 1946. |
Fu appunto Viola, secondo la testimonianza di [[Emilio Lussu]], a guidare la delegazione ricevuta a [[San Rossore]] dal re [[Vittorio Emanuele III]], ma senza risultati<ref>"Mia figlia, stamani, ha ucciso due quaglie": così Vittorio Emanuele III rispose al presidente dell'Associazione Nazionale Combattenti Ettore Viola che - giunto alla tenuta di San Rossore nel luglio 1924 alla testa di una delegazione dell'associazione da lui presieduta - gli presentava un documento con dure accuse al fascismo e alle sue responsabilità nel [[delitto Matteotti]]: Emilio Lussu, ''Marcia su Roma e dintorni'', 1933.</ref>, e il 2 marzo 1925 l'associazione fu commissariata da un triumvirato reggente. Entrato così in contrasto con Mussolini, nel dicembre 1926 tenne l'ultimo intervento alla Camera, e nel 1927 partì per il Cile, tornando in Italia solo nel 1944. Riprese la presidenza dell'[[Associazione nazionale combattenti e reduci|associazione combattenti e reduci]] che tenne fino al 1958.<ref>[https://archivio.camera.it/inventari/profilo/fondo-ettore-viola Archivio Camera]</ref> Nel 1945, fece parte della [[Consulta Nazionale]] fino al 1946. |
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Nel 1948 fu eletto in Abruzzo [[deputato]] alla Camera con la DC. Fu riconfermato nel 1953 con i monarchici fino al 1958. Il 16 maggio 1969 ottenne la concessione da Umberto di Savoia del titolo di Conte di ''Cà Tasson''<ref>Annuario della Nobiltà Italiana, XXXI edizione (Teglio, 2010), volume III, titolati umbertini</ref>. Nel 1972 aderì al [[Partito Liberale Italiano |
Nel 1948 fu eletto in Abruzzo [[deputato]] alla Camera con la DC. Fu riconfermato nel 1953 con i monarchici fino al 1958. Il 16 maggio 1969 ottenne la concessione da Umberto di Savoia del titolo di Conte di ''Cà Tasson''<ref>Annuario della Nobiltà Italiana, XXXI edizione (Teglio, 2010), volume III, titolati umbertini</ref>. Nel 1972 aderì al [[Partito Liberale Italiano]]. Si fece carico di denunciare malversazioni commesse dalla [[Coldiretti]] presieduta da [[Paolo Bonomi]]. Morì il 25 febbraio [[1986]] a novantadue anni. Riposa per privilegio speciale<ref>A cima Grappa, nel sacrario, ci sono i resti degli [[Alpini]], [[fanteria|Fanti]] ed [[Arditi]] caduti nella [[Battaglia del solstizio]]. Gli unici soldati sepolti su quella ''sacra cima'' che non sono morti sul Grappa sono: il [[maresciallo d'Italia]] [[Gaetano Giardino]], la sua sposa Margherita dei Conti Jahn Rusconi (1877-1927) ed il generale Ettore Viola.</ref> al [[Sacrario Militare del Monte Grappa]]. |
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== Onorificenze == |
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|motivazione=Comandante di una compagnia d'assalto, preparò accuratamente e diresse con perizia una ardita azione di sorpresa contro un munitissimo saliente nemico. Sprezzante di ogni difficoltà, alla testa dei suoi uomini, nei quali aveva saputo trasfondere il suo ardente entusiasmo, superati i reticolati, si slanciava con impeto irresistibile e con coraggio mirabile nella trincea, che rapidamente e con intenso lancio di bombe a mano sconvolse annientandole il presidio. Fatto segno di intensissimo fuoco di mitragliatrici e fucileria, e attaccato da forze superiori, dopo una lotta corpo a corpo, fu costretto a ritirarsi, riportando dei prigionieri; rimasto ferito non leggermente, si rammaricava solo di dovere abbandonare per qualche tempo il proprio reparto. Mirabile suscitatore di energie ed esempio costante di ardimento e di alto sentimento del dovere. |
|motivazione=Comandante di una compagnia d'assalto, preparò accuratamente e diresse con perizia una ardita azione di sorpresa contro un munitissimo saliente nemico. Sprezzante di ogni difficoltà, alla testa dei suoi uomini, nei quali aveva saputo trasfondere il suo ardente entusiasmo, superati i reticolati, si slanciava con impeto irresistibile e con coraggio mirabile nella trincea, che rapidamente e con intenso lancio di bombe a mano sconvolse annientandole il presidio. Fatto segno di intensissimo fuoco di mitragliatrici e fucileria, e attaccato da forze superiori, dopo una lotta corpo a corpo, fu costretto a ritirarsi, riportando dei prigionieri; rimasto ferito non leggermente, si rammaricava solo di dovere abbandonare per qualche tempo il proprio reparto. Mirabile suscitatore di energie ed esempio costante di ardimento e di alto sentimento del dovere. |
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Ettore Viola di Ca' Tasson | |
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Deputato della Repubblica Italiana | |
Legislatura | CN, I, II |
Gruppo parlamentare | Democratico Cristiano-Misto, Partito Nazionale Monarchico, Partito Monarchico Popolare |
Circoscrizione | Abruzzo (1948), Lazio (1953) |
Collegio | L'Aquila (I Leg.), Roma (II Leg.) |
Sito istituzionale | |
Deputato del Regno d'Italia | |
Legislatura | XXVII |
Circoscrizione | Toscana |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | DC, PNM, PMP, PLI |
Professione | militare di carriera, agricoltore |
Ettore Viola di Ca' Tasson (Fornoli, 21 aprile 1894 – Roma, 25 febbraio 1986) è stato un militare e politico italiano.
Fu una delle figure militari più fulgide della Prima guerra mondiale, medaglia d'oro al valor militare.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Fratello maggiore di Dino Viola, ex dirigente sportivo e presidente della Roma. Arruolato nel 1915 nella prima guerra mondiale come soldato nell'88º Rgt. Fanteria. Dopo il corso ufficiali, divenne Sottotenente e quindi promosso Tenente nel 75º Rgt. Fanteria, e passò per meriti di guerra in servizio permanente effettivo. Promosso Capitano nel 149º Rgt. Fanteria. Nella primavera 1918 fu comandante di una compagnia “Fiamme Nere” del VI Reparto d'Assalto (Arditi).[1]
Si distinse nella difesa del monte Grappa, tanto da essere soprannominato l'Ardito del Grappa. Il personaggio di Ettore Moretti in Addio alle armi di Hemingway ha sicuramente un riferimento preciso nella figura di Viola e pare anche in certe frasi che era solito pronunciare[senza fonte]. Fu definito da re Umberto II di Savoia: «La più bella Medaglia d'oro della Grande Guerra»[2] e paragonato dal deputato Aldo Rossini ad «un eroe omerico e ariostesco»[3]. Fu decorato con il Cavalierato dell'Ordine militare di Savoia, la medaglia d'oro al valore militare e due medaglie d'argento.
Nel 1920 prese parte all'impresa di Fiume con D'Annunzio. Svolse quindi un ruolo importante dopo la guerra nell'ambito delle organizzazioni degli ex-combattenti. Fondatore, nel 1923, dell'Istituto del Nastro Azzurro, nel 1924 fu eletto deputato del Regno in Toscana nel Listone fascista,[4] e fu a capo del gruppo ex combattenti a Montecitorio. Fu nominato console generale della Milizia. Al congresso degli ex combattenti, svoltosi ad Assisi nel luglio 1924, dove fu eletto presidente, aveva promosso un documento a favore dell'indipendenza dell'associazione dal fascismo[5].
Fu appunto Viola, secondo la testimonianza di Emilio Lussu, a guidare la delegazione ricevuta a San Rossore dal re Vittorio Emanuele III, ma senza risultati[6], e il 2 marzo 1925 l'associazione fu commissariata da un triumvirato reggente. Entrato così in contrasto con Mussolini, nel dicembre 1926 tenne l'ultimo intervento alla Camera, e nel 1927 partì per il Cile, tornando in Italia solo nel 1944. Riprese la presidenza dell'associazione combattenti e reduci che tenne fino al 1958.[7] Nel 1945, fece parte della Consulta Nazionale fino al 1946.
Nel 1948 fu eletto in Abruzzo deputato alla Camera con la DC. Fu riconfermato nel 1953 con i monarchici fino al 1958. Il 16 maggio 1969 ottenne la concessione da Umberto di Savoia del titolo di Conte di Cà Tasson[8]. Nel 1972 aderì al Partito Liberale Italiano. Si fece carico di denunciare malversazioni commesse dalla Coldiretti presieduta da Paolo Bonomi. Morì il 25 febbraio 1986 a novantadue anni. Riposa per privilegio speciale[9] al Sacrario Militare del Monte Grappa.
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Onorificenze italiane
[modifica | modifica wikitesto]— Cà Tasson (Grappa), 18 maggio 1918
— Monte Grappa 16-17 settembre 1918
— Monfalcone, 18 maggio 1916
— Monfalcone, 3-4 luglio 1916
— Casa Tasson, 18 maggio 1918
Onorificenze straniere
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Archivio Martelli su noialpini.it, su noialpini.it. URL consultato il 22 ottobre 2011 (archiviato dall'url originale il 20 gennaio 2012).
- ^ Premio Gianni Pieropan 2022, archiviostoricodalmolin.com, 2022.
- ^ Ettore Viola di Ca' Tasson, montegrappa.org, 29 dicembre 2015.
- ^ Storia Camera
- ^ Antonio Bianchi, La Spezia e Lunigiana: società e politica dal 1861 al 1945, Milano, Franco Angeli s.r.l., 1999, p. 226, ISBN 88-464-1254-0.
- ^ "Mia figlia, stamani, ha ucciso due quaglie": così Vittorio Emanuele III rispose al presidente dell'Associazione Nazionale Combattenti Ettore Viola che - giunto alla tenuta di San Rossore nel luglio 1924 alla testa di una delegazione dell'associazione da lui presieduta - gli presentava un documento con dure accuse al fascismo e alle sue responsabilità nel delitto Matteotti: Emilio Lussu, Marcia su Roma e dintorni, 1933.
- ^ Archivio Camera
- ^ Annuario della Nobiltà Italiana, XXXI edizione (Teglio, 2010), volume III, titolati umbertini
- ^ A cima Grappa, nel sacrario, ci sono i resti degli Alpini, Fanti ed Arditi caduti nella Battaglia del solstizio. Gli unici soldati sepolti su quella sacra cima che non sono morti sul Grappa sono: il maresciallo d'Italia Gaetano Giardino, la sua sposa Margherita dei Conti Jahn Rusconi (1877-1927) ed il generale Ettore Viola.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Andrea Borella, Annuario della Nobiltà Italiana, XXVIII - XXXI edizione, Teglio, S.A.G.I., dicembre 2010 [2010].
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Ettore Viola
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Ettore Viola, su storia.camera.it, Camera dei deputati.
- Ettore Viola, su Camera.it - I legislatura, Parlamento italiano.
- Ettore Viola, su Camera.it - II legislatura, Parlamento italiano.
- Fondo digitale "Ettore Viola" conservato presso l'Archivio storico della Camera dei deputati, su archivio.camera.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 306122686 · ISNI (EN) 0000 0004 2552 4580 · LCCN (EN) no2009117899 · GND (DE) 1071239163 · J9U (EN, HE) 987007331559705171 · CONOR.SI (SL) 214006115 |
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- Militari italiani del XX secolo
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- Nati nel 1894
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- Deputati della I legislatura della Repubblica Italiana
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