Agro romano: differenze tra le versioni

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L''''Agro romano''' è una vasta area rurale (in parte [[pianura|pianeggiante]] e in parte [[collina]]re) che si estende attorno alla città di [[Roma]]. Politicamente e storicamente ha rappresentato l'area di influenza del governo municipale di Roma. Il termine fu ripristinato da [[Flavio Biondo]] (XV secolo) e in [[Umanesimo|età umanistica]] veniva utilizzato per indicare l'area della [[campagna romana]] nel distretto municipale di Roma<ref>{{Cita|Mario Sanfilippo|Agro Romano: storia d'un nome e di tante realtà diverse.}}</ref>.
L''''Agro romano''' è una vasta area rurale (in parte [[pianura|pianeggiante]] e in parte [[collina]]re) che si estende attorno alla città di [[Roma]]. Politicamente e storicamente ha rappresentato l'area di influenza del governo municipale di Roma. Il termine fu ripristinato da [[Flavio Biondo]] ([[XV secolo]]) e in [[Umanesimo|età umanistica]] veniva utilizzato per indicare l'area della [[campagna romana]] nel distretto municipale di Roma.<ref>{{Cita|Sanfilippo}}.</ref>


== Geografia ==
== Geografia ==
L'Agro romano viene spesso confuso con la [[campagna romana]], la quale in realtà designa il territorio collinare ed a tratti pianeggiante interamente compreso sul lato sinistro del bacino del [[Tevere]], fino ai [[Monti Prenestini]], ai [[Colli Albani]], al [[Astura (fiume)|fiume Astura]] (nei comuni di [[Nettuno (Italia)|Nettuno]] e [[Latina]]) ed al [[mar Tirreno]]. Dopo il fiume Astura la [[campagna romana]] lascia invece posto all'[[Agro Pontino]].
L'Agro romano viene spesso confuso con la [[campagna romana]], la quale in realtà designa il territorio collinare e a tratti pianeggiante interamente compreso sul lato sinistro del bacino del [[Tevere]], fino ai [[Monti Prenestini]], ai [[Colli Albani]], al [[Astura (fiume)|fiume Astura]] (nei comuni di [[Aprilia (Italia)|Aprilia]], [[Nettuno (Italia)|Nettuno]] e [[Latina]]) e al [[mar Tirreno]]. Dopo il fiume Astura la [[campagna romana]] lascia invece posto all'[[Agro Pontino]].


== Storia ==
== Storia ==
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La Roma di [[Romolo]] e dei suoi immediati successori aveva un territorio molto ristretto, anche rispetto ad altre città latine vicine come [[Palestrina|Praeneste]]: e questo territorio era delimitato dai "termini", cippi piantati nel terreno a delimitazione dell'area di influenza di una città o di un privato cittadino. La leggenda vuole che proprio per una questione di confini (quindi di superamento dei termini) [[Tullo Ostilio]] dichiarasse guerra ad [[Alba Longa]] distruggendo la gloriosa città latina ed incamerandone i territori, nel [[635 a.C.]]
La Roma di [[Romolo]] e dei suoi immediati successori aveva un territorio molto ristretto, anche rispetto ad altre città latine vicine come [[Palestrina|Praeneste]]: e questo territorio era delimitato dai "termini", cippi piantati nel terreno a delimitazione dell'area di influenza di una città o di un privato cittadino. La leggenda vuole che proprio per una questione di confini (quindi di superamento dei termini) [[Tullo Ostilio]] dichiarasse guerra ad [[Alba Longa]] distruggendo la gloriosa città latina ed incamerandone i territori, nel [[635 a.C.]]


Con la proclamazione della [[Repubblica Romana|Repubblica]] nel [[510 a.C.]], tutto il territorio occupato dai Romani nel ''Latium vetus'' venne proclamato ''ager publicus'', dunque l'equivalente degli attuali terreni demaniali, gestiti dallo [[Stato]] e concedibili ai privati. Le autorità municipali romane all'epoca erano i [[Console (storia romana)|consoli]] stessi. In definitiva, era come se Roma avesse un gigantesco territorio comunale in continua espansione in [[Europa]].
Con la proclamazione della [[Repubblica romana|Repubblica]] nel [[510 a.C.]], tutto il territorio occupato dai Romani nel ''Latium vetus'' venne proclamato ''ager publicus'', dunque l'equivalente degli attuali terreni demaniali, gestiti dallo [[Stato]] e concedibili ai privati. Le autorità municipali romane all'epoca erano i [[Console (storia romana)|consoli]] stessi.


[[Ottaviano Augusto]] costituì la carica del ''praefectus Urbis'' ed altre cariche che divisero l'amministrazione della città di Roma da quella dell'[[Impero Romano]]. Perciò si pose anche il problema di delimitare il territorio del ''municipium'' di Roma: oltre alla [[Regio I Latium et Campania]] amministrata da un governatore apposito, i confini dell'autorità municipale di Roma vennero fissati ''ad centesimum lapidem'', ovvero "al centesimo miglio" (1 miglio romano = {{M|1482.5|ul=m}}) di ciascuna via consolare convergente a Roma. Perciò ''de iure'' le autorità municipali romane controllavano la quasi totalità del [[Lazio]] e parte della [[Toscana]] da [[Talamone]] a [[Terracina]] e anche parte dell'[[Abruzzo]] e dell'[[Umbria]]. La stessa ripartizione territoriale venne confermata dalla nuova suddivisione delle province fatta da [[Diocleziano]].
[[Augusto|Ottaviano Augusto]] costituì la carica del ''praefectus Urbis'' ed altre cariche che divisero l'amministrazione della città di Roma da quella dell'[[Impero romano]]. Perciò si pose anche il problema di delimitare il territorio del ''municipium'' di Roma: oltre alla [[Regio I Latium et Campania]] amministrata da un governatore apposito, i confini dell'autorità municipale di Roma vennero fissati ''ad centesimum lapidem'', ovvero "al centesimo miglio" (1 miglio romano = {{M|1482.5|ul=m}}) di ciascuna via consolare convergente a Roma. Perciò ''de iure'' le autorità municipali romane controllavano la quasi totalità del [[Lazio]] e parte della [[Toscana]] da [[Talamone]] a [[Terracina]] e anche parte dell'[[Abruzzo]] e dell'[[Umbria]]. La stessa ripartizione territoriale venne confermata dalla nuova suddivisione delle province fatta da [[Diocleziano]].


=== Medioevo ===
=== Medioevo ===
Dopo la caduta dell'Impero, i ''praefecti Urbis'' continuarono ad essere eletti finché non vennero totalmente esautorati della loro potestà di fronte all'avanzare del potere del [[papa]], che divenne quindi il vero rappresentante del municipio di Roma.
Dopo la caduta dell'Impero, i ''praefecti Urbis'' continuarono ad essere eletti finché non vennero totalmente esautorati della loro potestà di fronte all'avanzare del potere del [[papa]], che divenne quindi il vero rappresentante del municipio di Roma.


L'Agro Romano, inteso come zona politicamente soggetta al municipio di Roma, continuava ad estendersi teoricamente ''usque ad centesimum lapidem''<ref>Cioè fino a Sora e Gaeta.</ref>, ma in pratica molte zone di confine erano finite in mano ai [[Longobardi]] e altre furono amministrate da enti religiosi se non dallo stesso [[Papa]] che iniziò a gestire il territorio tramite il sistema dei ''[[patrimonia]]'' e delle ''[[domuscultae]]''.
L'Agro romano, inteso come zona politicamente soggetta al municipio di Roma, continuava ad estendersi teoricamente ''usque ad centesimum lapidem''<ref>Cioè fino a [[Sora (Italia)|Sora]] e [[Gaeta]].</ref>, ma in pratica molte zone di confine erano finite in mano ai [[Longobardi]] e altre furono amministrate da enti religiosi se non dallo stesso [[Papa]] che iniziò a gestire il territorio tramite il sistema dei ''[[patrimonia]]'' e delle ''[[domuscultae]]''.


=== Dall'Ottocento ad oggi ===
=== Dal Seicento a oggi ===
Le tenute, vaste centinaia di rubbia, rimasero pressappoco le stesse fino alla metà del Novecento. Il primo Catasto, quello [[Catasto Alessandrino|Alessandrino]] del [[1660]], enumera infatti 380 tenute, la ''Topografia geometrica dell’Agro Romano'' del 1692 ne riporta 411.<ref>{{Cita web|url=https://ilblogdimariogalli.blogspot.com/2017/10/le-tenute-dell-romano-antico.html|titolo=Le Tenute dell'Agro Romano Antico|sito=Il blog di Mario Galli|urlmorto=sì|accesso=2022-02-22|dataarchivio=22 febbraio 2022|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20220222084431/https://ilblogdimariogalli.blogspot.com/2017/10/le-tenute-dell-romano-antico.html}}</ref>
Come conseguenza della creazione del [[Catasto gregoriano]], dal [[1783]] l'Agro Romano assunse anche una valenza giuridica ed amministrativa, risultando esattamente determinato nei suoi limiti; ad esempio godeva della rappresentanza civica per l'amministrazione romana.<ref name=CircoscrizioneAgroRomano>[https://books.google.it/books?id=ECfAIk7geZ4C&pg=RA1-PA99&dq=%22campo+ascolano%22&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiR3t2CuPblAhWO6aQKHabUDCgQ6AEIMTAB#v=onepage&q=%22campo%20ascolano%22&f=false Relazione sulla Circoscrizione dell'Agro Romano, da Atti del Consiglio comunale di Roma, 1985. (pg. 22 della relazione) ]</ref>. Costitutiva poi, una rilevante fonte di rendita, e quindi di reddito, di Roma; ad esempio, l'imposta sul sale e del [[focatico]], rendeva a Roma più di {{M|200000}} fiorini<ref>pagina 32 della Relazione</ref><ref name=CircoscrizioneAgroRomano />.


{{chiarire|Come conseguenza della creazione del [[Catasto gregoriano]], dal [[1783]]|il catasto gregoriano è del 1835}} l'Agro romano assunse anche una valenza giuridica ed amministrativa, risultando esattamente determinato nei suoi limiti; ad esempio godeva della rappresentanza civica per l'amministrazione romana.<ref name="CircoscrizioneAgroRomano">{{cita|''Relazione sulla Circoscrizione dell'Agro Romano''}}, [https://books.google.it/books?id=ECfAIk7geZ4C&pg=RA1-PA99&dq=%22campo+ascolano%22&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiR3t2CuPblAhWO6aQKHabUDCgQ6AEIMTAB#v=onepage&q=%22campo%20ascolano%22&f=false p. 22].</ref> Costitutiva inoltre una rilevante fonte di rendita (e quindi di reddito); ad esempio, l'imposta sul sale e del [[focatico]] vi rendeva più di {{M|200000}} fiorini.<ref>{{cita|''Relazione sulla Circoscrizione dell'Agro Romano''|p. 32}}.</ref><ref name="CircoscrizioneAgroRomano" />
L'Agro Romano, come definito nel 1783 dal Catasto Gregoriano, si estendeva intorno a Roma, per 47 chilometri come massima estensione, per 8 chilometri per la minima, coprendo un'area di {{M|206927.11}} ettari<ref name=CircoscrizioneAgroRomano />. Nel [[1810]] la Consulta straordinaria, nel periodo in cui Roma era parte del [[Primo Impero francese]] di [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]], confermando l'appartenenza dell'Agro al territorio comunale, ricomprese in questo i comuni e ''villaggi'' di [[Cerveteri]], [[Ceri (Cerveteri)|Ceri]], [[Ladispoli|Palo laziale]], Fiumicino, Pratica, Ardea, [[Isola Farnese]] e [[La Storta]]<ref name=CircoscrizioneAgroRomano />.


L'Agro romano, come definito nel 1783 dal Catasto Gregoriano, si estendeva intorno a Roma, per 47 chilometri come massima estensione, per 8 chilometri per la minima, coprendo un'area di {{M|206927.11}} ettari.<ref name=CircoscrizioneAgroRomano /> Nel [[1810]] la Consulta straordinaria, nel periodo in cui Roma era parte del [[Primo Impero francese]] di [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]], confermando l'appartenenza dell'Agro al territorio comunale, ricomprese in questo i comuni e ''villaggi'' di [[Cerveteri]], [[Ceri (Cerveteri)|Ceri]], [[Ladispoli|Palo Laziale]], [[Fiumicino]], [[Pratica di Mare|Pratica]], [[Ardea]], [[Isola Farnese]] e [[La Storta]].<ref name=CircoscrizioneAgroRomano />
Il ''motu proprio'' del 6 luglio [[1817]] di [[papa Pio VII]] estese i confini del municipio di Roma, assegnandole i territori meno popolati verso l'interno (oggi Roma est), oltre alle zone che formano gli attuali comuni di [[Fiumicino]], [[Pomezia]], [[Ardea]] ed [[Aprilia (Italia)|Aprilia]] come parte dell'Agro Romano, fino ad allora completamente abbandonati poiché quasi interamente paludosi. Il comune di Roma poté quindi avere i confini ben delimitati, all'interno dei quali il [[Senatore di Roma]] aveva il compito di amministrare, che risultarono molto più ampi di quelli che sin dall'Alto Medioevo definivano la [[Città di Roma]], e non rimasero più nebulosi, fino ad oggi.


Il ''motu proprio'' del 6 luglio [[1817]] di [[papa Pio VII]] estese i confini del municipio di Roma assegnandole i territori meno popolati verso l'interno (oggi Roma est), oltre alle zone che formano gli attuali comuni di [[Fiumicino]], [[Pomezia]], [[Ardea]] ed [[Aprilia (Italia)|Aprilia]], come parte dell'Agro romano; fino ad allora questi ultimi erano completamente abbandonati poiché quasi interamente paludosi. Il comune di Roma poté quindi avere i confini ben delimitati, all'interno dei quali il [[Senatore di Roma]] aveva il compito di amministrare, che risultarono molto più ampi di quelli che sin dall'[[Alto Medioevo]] definivano la Città di Roma, e non rimasero più nebulosi, fino ad oggi.
Nel nuovo Catasto riformato di Roma del [[1870]], aggiornato anche per definire le pretese territoriali dei comuni limitrofi (come quello di [[Civitavecchia]], di [[Formello]] o di [[Albano Laziale]], l'Agro contava 357 tenute agricole, che assommavano per un'estensione di {{M|197840}} ettari<ref>pagina 110 della Relazione</ref><ref name=CircoscrizioneAgroRomano />. Nel [[1939]], a seguito della bonifica dell'[[Agro Pontino]], venne fondato il comune di Pomezia (in esso incluso anche l'attuale comune di [[Ardea]]), mentre nel 1992 venne costituito quello di Fiumicino.

Nel nuovo Catasto riformato di Roma del [[1870]], aggiornato anche per definire le pretese territoriali dei comuni limitrofi (come [[Civitavecchia]], [[Formello]] o [[Albano Laziale]]) l'Agro contava 357 tenute agricole, che assommavano per un'estensione di {{M|197840}} ettari.<ref>{{cita|''Relazione sulla Circoscrizione dell'Agro Romano''|p. 110}}.</ref><ref name=CircoscrizioneAgroRomano />


== Note ==
== Note ==
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== Bibliografia ==
== Bibliografia ==
* {{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=ECfAIk7geZ4C&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false|capitolo=Relazione sulla Circoscrizione dell'Agro Romano|titolo=Atti del Consiglio comunale di Roma|anno=1885|volume=parte seconda|città=Roma|editore=Tipografia di L. Cecchini|cid=''Relazione sulla Circoscrizione dell'Agro Romano''}}
* {{Cita testo|autore=Elena Battaglini|coautore=AA. VV.|titolo=Rapporto Sviluppo Locale Sostenibile Agro Romano|editore=[[Istituto ricerche economiche e sociali]]|città=Roma|data=aprile 2000|url=http://www.ires.it/files/Rapporto%20Sviluppo%20Locale%20Sostenibile%20Agro%20Romano.pdf |formato=pdf|accesso=25 luglio 2014}}
* {{Cita testo|autore=Elena Battaglini ''et al.''|titolo=Rapporto Sviluppo Locale Sostenibile Agro Romano|editore=[[Istituto ricerche economiche e sociali]]|città=Roma|data=aprile 2000|url=http://www.ires.it/files/Rapporto%20Sviluppo%20Locale%20Sostenibile%20Agro%20Romano.pdf|formato=pdf|accesso=25 luglio 2014|urlmorto=sì|dataarchivio=27 ottobre 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071027210514/http://www.ires.it/files/Rapporto%20Sviluppo%20Locale%20Sostenibile%20Agro%20Romano.pdf}}
* {{Cita pubblicazione|titolo=La Cartografia dell'Agro Romano|autore=Antonietta Brancati|editore=Palombi & Partner|città=Roma|anno=1990|ISSN=0394-9753}}
* {{Cita pubblicazione|titolo=La Cartografia dell'Agro Romano|autore=Antonietta Brancati|editore=Palombi & Partner|città=Roma|anno=1990|ISSN=0394-9753}}
* {{Cita libro|titolo=Carta storica archeologica monumentale e paesistica del suburbio e dell'agro romano|curatore=Comune di Roma, Ripartizione Antichità e Belle arti|editore=Comune di Roma|città=Roma|data=1982-1988|SBN=IT\ICCU\RML\0080975}}
* {{Cita libro|titolo=Carta storica archeologica monumentale e paesistica del suburbio e dell'agro romano|curatore=Comune di Roma, Ripartizione Antichità e Belle arti|editore=Comune di Roma|città=Roma|data=1982-1988|SBN=IT\ICCU\RML\0080975}}
* {{Cita libro|titolo=Planimetria di Roma. Suburbio. Agro Romano|curatore=S. Mezzapesa|editore=Istituto Cartografico Italiano|città=Roma|anno=1962|edizione=5|OCLC=636568726|SBN=IT\ICCU\BVE\0638191}}
* {{Cita libro|titolo=Planimetria di Roma. Suburbio. Agro Romano|curatore=S. Mezzapesa|editore=Istituto Cartografico Italiano|città=Roma|anno=1962|edizione=5|OCLC=636568726|SBN=IT\ICCU\BVE\0638191}}
* {{Cita libro|titolo=Studi in onore di Giosuè Musca|autore=Mario Sanfilippo|curatore=Cosimo Damiano Fonseca|wkcuratore=Cosimo Damiano Fonseca|curatore2=Vito Sivo|editore=Edizioni Dedalo|città=Bari|anno=2000|capitolo=Agro Romano: storia d'un nome e di tante realtà diverse|url_capitolo=http://books.google.it/books?id=F2kmtzt7wqcC&lpg=PA450&dq=%22Campagna%20Romana%22&lr&as_brr=3&hl=it&pg=PA445#v=onepage&q=%22Campagna%20Romana%22&f=false|ISBN=978-88-220-4003-9|cid=Mario Sanfilippo}}
* {{Cita libro|titolo=Studi in onore di Giosuè Musca|autore-capitolo=Mario Sanfilippo|curatore=[[Cosimo Damiano Fonseca]]|curatore2=Vito Sivo|editore=Edizioni Dedalo|città=Bari|anno=2000|capitolo=Agro Romano: storia d'un nome e di tante realtà diverse|url_capitolo=http://books.google.it/books?id=F2kmtzt7wqcC&lpg=PA450&dq=%22Campagna%20Romana%22&lr&as_brr=3&hl=it&pg=PA445#v=onepage&q=%22Campagna%20Romana%22&f=false|ISBN=978-88-220-4003-9|cid=Sanfilippo}}


== Voci correlate ==
== Voci correlate ==
* [[Campagna Romana]]
* [[Campagna romana]]
* [[Suburbi di Roma]]
* [[Suburbi di Roma]]
* [[Zone di Roma]]
* [[Zone di Roma]]

Versione attuale delle 00:12, 31 mar 2024

Agro romano
L'agro nel 1850
StatiBandiera dell'Italia Italia
RegioniBandiera del Lazio Lazio
Superficie1 978,40 km²
in rosso le zone dell'Agro romano all'interno del comune di Roma

L'Agro romano è una vasta area rurale (in parte pianeggiante e in parte collinare) che si estende attorno alla città di Roma. Politicamente e storicamente ha rappresentato l'area di influenza del governo municipale di Roma. Il termine fu ripristinato da Flavio Biondo (XV secolo) e in età umanistica veniva utilizzato per indicare l'area della campagna romana nel distretto municipale di Roma.[1]

L'Agro romano viene spesso confuso con la campagna romana, la quale in realtà designa il territorio collinare e a tratti pianeggiante interamente compreso sul lato sinistro del bacino del Tevere, fino ai Monti Prenestini, ai Colli Albani, al fiume Astura (nei comuni di Aprilia, Nettuno e Latina) e al mar Tirreno. Dopo il fiume Astura la campagna romana lascia invece posto all'Agro Pontino.

La Roma di Romolo e dei suoi immediati successori aveva un territorio molto ristretto, anche rispetto ad altre città latine vicine come Praeneste: e questo territorio era delimitato dai "termini", cippi piantati nel terreno a delimitazione dell'area di influenza di una città o di un privato cittadino. La leggenda vuole che proprio per una questione di confini (quindi di superamento dei termini) Tullo Ostilio dichiarasse guerra ad Alba Longa distruggendo la gloriosa città latina ed incamerandone i territori, nel 635 a.C.

Con la proclamazione della Repubblica nel 510 a.C., tutto il territorio occupato dai Romani nel Latium vetus venne proclamato ager publicus, dunque l'equivalente degli attuali terreni demaniali, gestiti dallo Stato e concedibili ai privati. Le autorità municipali romane all'epoca erano i consoli stessi.

Ottaviano Augusto costituì la carica del praefectus Urbis ed altre cariche che divisero l'amministrazione della città di Roma da quella dell'Impero romano. Perciò si pose anche il problema di delimitare il territorio del municipium di Roma: oltre alla Regio I Latium et Campania amministrata da un governatore apposito, i confini dell'autorità municipale di Roma vennero fissati ad centesimum lapidem, ovvero "al centesimo miglio" (1 miglio romano = 1482,5 m) di ciascuna via consolare convergente a Roma. Perciò de iure le autorità municipali romane controllavano la quasi totalità del Lazio e parte della Toscana da Talamone a Terracina e anche parte dell'Abruzzo e dell'Umbria. La stessa ripartizione territoriale venne confermata dalla nuova suddivisione delle province fatta da Diocleziano.

Dopo la caduta dell'Impero, i praefecti Urbis continuarono ad essere eletti finché non vennero totalmente esautorati della loro potestà di fronte all'avanzare del potere del papa, che divenne quindi il vero rappresentante del municipio di Roma.

L'Agro romano, inteso come zona politicamente soggetta al municipio di Roma, continuava ad estendersi teoricamente usque ad centesimum lapidem[2], ma in pratica molte zone di confine erano finite in mano ai Longobardi e altre furono amministrate da enti religiosi se non dallo stesso Papa che iniziò a gestire il territorio tramite il sistema dei patrimonia e delle domuscultae.

Dal Seicento a oggi

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Le tenute, vaste centinaia di rubbia, rimasero pressappoco le stesse fino alla metà del Novecento. Il primo Catasto, quello Alessandrino del 1660, enumera infatti 380 tenute, la Topografia geometrica dell’Agro Romano del 1692 ne riporta 411.[3]

Come conseguenza della creazione del Catasto gregoriano, dal 1783[il catasto gregoriano è del 1835] l'Agro romano assunse anche una valenza giuridica ed amministrativa, risultando esattamente determinato nei suoi limiti; ad esempio godeva della rappresentanza civica per l'amministrazione romana.[4] Costitutiva inoltre una rilevante fonte di rendita (e quindi di reddito); ad esempio, l'imposta sul sale e del focatico vi rendeva più di 200000 fiorini.[5][4]

L'Agro romano, come definito nel 1783 dal Catasto Gregoriano, si estendeva intorno a Roma, per 47 chilometri come massima estensione, per 8 chilometri per la minima, coprendo un'area di 206927,11 ettari.[4] Nel 1810 la Consulta straordinaria, nel periodo in cui Roma era parte del Primo Impero francese di Napoleone, confermando l'appartenenza dell'Agro al territorio comunale, ricomprese in questo i comuni e villaggi di Cerveteri, Ceri, Palo Laziale, Fiumicino, Pratica, Ardea, Isola Farnese e La Storta.[4]

Il motu proprio del 6 luglio 1817 di papa Pio VII estese i confini del municipio di Roma assegnandole i territori meno popolati verso l'interno (oggi Roma est), oltre alle zone che formano gli attuali comuni di Fiumicino, Pomezia, Ardea ed Aprilia, come parte dell'Agro romano; fino ad allora questi ultimi erano completamente abbandonati poiché quasi interamente paludosi. Il comune di Roma poté quindi avere i confini ben delimitati, all'interno dei quali il Senatore di Roma aveva il compito di amministrare, che risultarono molto più ampi di quelli che sin dall'Alto Medioevo definivano la Città di Roma, e non rimasero più nebulosi, fino ad oggi.

Nel nuovo Catasto riformato di Roma del 1870, aggiornato anche per definire le pretese territoriali dei comuni limitrofi (come Civitavecchia, Formello o Albano Laziale) l'Agro contava 357 tenute agricole, che assommavano per un'estensione di 197840 ettari.[6][4]

  1. ^ Sanfilippo.
  2. ^ Cioè fino a Sora e Gaeta.
  3. ^ Le Tenute dell'Agro Romano Antico, su Il blog di Mario Galli. URL consultato il 22 febbraio 2022 (archiviato dall'url originale il 22 febbraio 2022).
  4. ^ a b c d e Relazione sulla Circoscrizione dell'Agro Romano, p. 22.
  5. ^ Relazione sulla Circoscrizione dell'Agro Romano, p. 32.
  6. ^ Relazione sulla Circoscrizione dell'Agro Romano, p. 110.

Voci correlate

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