Ennio Flaiano: differenze tra le versioni

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|Didascalia2 = {{Premio|[[Strega (premio)|Strega]]||1947}}
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Specializzato in [[elzeviro|elzeviri]], Flaiano scrisse per ''[[Oggi (rivista)|Oggi]]'', ''[[Il Mondo (rivista)|Il Mondo]]'', il ''[[Corriere della Sera]]'' e altre testate. Lavorò a lungo con [[Federico Fellini]], con cui collaborò ampiamente ai soggetti e alle sceneggiature dei suoi più celebri film, tra i quali ''[[La strada]]'', ''[[La dolce vita]]'' e ''[[8½]]''.
Specializzato in [[elzeviro|elzeviri]], Flaiano scrisse per ''[[Oggi (periodico)|Oggi]]'', ''[[Il Mondo (rivista)|Il Mondo]]'', il ''[[Corriere della Sera]]'' e altre testate. Lavorò a lungo per [[Federico Fellini]], con cui collaborò ampiamente ai soggetti e alle sceneggiature dei suoi più celebri film, tra i quali ''[[La strada]]'', ''[[La dolce vita]]'' e ''[[8½]]''.


== Biografia ==
== Biografia ==
{{Citazione|La parola serve a nascondere il pensiero, il pensiero a nascondere la verità. E la verità fulmina chi osa guardarla in faccia.|Ennio Flaiano, ''[[Un marziano a Roma]]''}}
{{Citazione|La parola serve a nascondere il pensiero, il pensiero a nascondere la verità. E la verità fulmina chi osa guardarla in faccia.|Ennio Flaiano, ''[[Un marziano a Roma]]''}}
[[File:Pescara - corso Manthoné - 02.jpg|thumb|Corso Manthonè a Pescara, la strada dove nacque Flaiano]]
[[File:Pescara - corso Manthoné - 02.jpg|thumb|Corso Manthonè a Pescara Vecchia, la strada dove nacque Flaiano]]
Nato il 5 marzo [[1910]] a Pescara nel quartiere antico Portanuova, in una casa sul corso G. Manthonè, ultimo di sette figli, da Cetteo Flaiano ([[1859]]-[[1943]]) e Francesca Di Michele ([[1873]]-[[1938]]), il giovane Ennio passa un'infanzia di viaggi e spostamenti continui tra [[Pescara]], [[Camerino]], [[Senigallia]], [[Fermo]] e [[Chieti]], tra scuole e collegi. Nel [[1922]] arriva a [[Roma]] (viaggiando il 27 ottobre in treno, per fortuita coincidenza, in compagnia di [[fascismo|fascisti]] della [[Marcia su Roma]], più tardi ne racconterà gustosi aneddoti). Nella capitale compie gli studi secondari superiori nel [[Convitto nazionale]] fino al liceo artistico (diplomato nel [[1929]]) e si iscrive alla Facoltà di architettura, senza però terminare gli studi universitari<ref>{{Cita web|url=http://www.italialibri.net/autori/flaianoe.html|titolo=Ennio Flaiano - Biografia|autore=NOUVALIS, Milano - www.nouvalis.it|accesso=2017-09-14|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190617082256/http://www.italialibri.net/autori/flaianoe.html|dataarchivio=17 giugno 2019|urlmorto=sì}}</ref>.
Nato il 5 marzo [[1910]] a [[Pescara Vecchia]], in una casa sul corso G. Manthonè, ultimo di sette figli di Cetteo Flaiano ([[1859]]-[[1943]]) e Francesca Di Michele ([[1873]]-[[1938]]), il giovane Ennio passa un'infanzia di viaggi e spostamenti continui tra [[Pescara]], [[Camerino]], [[Senigallia]], [[Fermo]] e [[Chieti]], tra scuole e collegi. Nel [[1922]] arriva a [[Roma]] (viaggiando il 27 ottobre in treno, per fortuita coincidenza, in compagnia di [[fascismo|fascisti]] della [[Marcia su Roma]], più tardi ne racconterà gustosi aneddoti).
Nella capitale compie gli studi secondari superiori nel [[Convitto nazionale]] fino al liceo artistico (diplomato nel [[1929]]) e si iscrive alla Facoltà di architettura, senza però terminare gli studi universitari<ref>{{Cita web|url=http://www.italialibri.net/autori/flaianoe.html|titolo=Ennio Flaiano - Biografia|autore=NOUVALIS, Milano - www.nouvalis.it|accesso=2017-09-14|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190617082256/http://www.italialibri.net/autori/flaianoe.html|dataarchivio=17 giugno 2019|urlmorto=sì}}</ref>.


All'inizio degli [[anni 1930|anni trenta]], mentre divide una stanza in viale delle Milizie con il pittore [[Orfeo Tamburi]] e collabora come [[scenografo]] con [[Anton Giulio Bragaglia]], conosce [[Mario Pannunzio]]<ref>Legatissimi, i due erano nati lo stesso giorno, mese e anno.</ref>, [[Telesio Interlandi]], [[Leo Longanesi]] e altre firme del giornalismo italiano, iniziando a collaborare alle riviste ''[[L'Italia Letteraria]]'' e ''Occidente'' scrivendo recensioni di libri. Dal [[1933]] al [[1936]], dopo un soggiorno a [[Pavia]] per frequentare la Scuola Ufficiali, partecipa alla [[Guerra d'Etiopia]].
All'inizio degli [[anni 1930|anni trenta]], mentre divide una stanza in viale delle Milizie con il pittore [[Orfeo Tamburi]] e collabora come [[scenografo]] con [[Anton Giulio Bragaglia]], conosce [[Mario Pannunzio]]<ref>Legatissimi, i due erano nati lo stesso giorno, mese e anno.</ref>, [[Telesio Interlandi]], [[Leo Longanesi]] e altre firme del giornalismo italiano, iniziando a collaborare alle riviste ''[[L'Italia Letteraria]]'' e ''Occidente'' scrivendo recensioni di libri. Dal [[1933]] al [[1936]], dopo un soggiorno a [[Pavia]] per frequentare la Scuola Ufficiali, partecipa alla [[Guerra d'Etiopia]].


Tornato a Roma, nel [[1938]] collabora al settimanale ''[[Omnibus (1937)|Omnibus]]'' di Longanesi e a ''[[Quadrivio (rivista)|Quadrivio]]''. Nel [[1939]] inizia ad occuparsi di [[cinema]], collaborando con il neonato settimanale ''[[Oggi (rivista)|Oggi]]'' per il quale scriverà per alcuni mesi recensioni in cui i giudizi sui film sono il pretesto per far emergere un «sotterraneo dissenso al [[Fascismo|regime]]<ref>Questa circostanza è precisata in ''Lettere d'amore al cinema'', volume curato da Cristina Bragaglia e dedicato all'attività di critico cinematografico di Flaiano, edito da Rizzoli nel 1978.</ref>». Frequenta l'[[Antico Caffè Greco]] e le trattorie dove si incontra spesso con personaggi della vita letteraria e artistica romana quali [[Aldo Palazzeschi]], [[Carlo Levi]], [[Libero de Libero]], [[Sandro Penna]], [[Vitaliano Brancati]], [[Vincenzo Cardarelli]], ma anche [[Irving Penn]], [[Orson Welles]] ecc. Nel [[1940]] sposa Rosetta Rota ([[1911]]-[[2003]]), insegnante di [[matematica]] nata a [[Vigevano]], zia di [[Gian-Carlo Rota]]<ref>{{Cita web|url=https://www.comingsoon.it/personaggi/ennio-flaiano/38643/biografia/|titolo=Ennio Flaiano biografia|sito=ComingSoon.it|lingua=it|accesso=2017-09-14}}</ref>.
Tornato a Roma, nel [[1938]] collabora al settimanale ''[[Omnibus (1937)|Omnibus]]'' di Longanesi e a ''[[Quadrivio (rivista)|Quadrivio]]''. Nel [[1939]] inizia ad occuparsi di [[cinema]], collaborando con il neonato settimanale ''[[Oggi (periodico)|Oggi]]'' per il quale scriverà per alcuni mesi recensioni in cui i giudizi sui film sono il pretesto per far emergere un «sotterraneo dissenso al [[Fascismo|regime]]<ref>Questa circostanza è precisata in ''Lettere d'amore al cinema'', volume curato da Cristina Bragaglia e dedicato all'attività di critico cinematografico di Flaiano, edito da Rizzoli nel 1978.</ref>». Frequenta l'[[Antico Caffè Greco]] e le trattorie dove si incontra spesso con personaggi della vita letteraria e artistica romana, quali [[Aldo Palazzeschi]], [[Carlo Levi]], [[Libero de Libero]], [[Sandro Penna]], [[Vitaliano Brancati]], [[Vincenzo Cardarelli]], ma anche [[Irving Penn]], [[Orson Welles]] ecc. Nel [[1940]] sposa Rosetta Rota ([[1911]]-[[2003]]), insegnante di [[matematica]] nata a [[Vigevano]], zia di [[Gian-Carlo Rota]]<ref>{{Cita web|url=https://www.comingsoon.it/personaggi/ennio-flaiano/38643/biografia/|titolo=Ennio Flaiano biografia|sito=ComingSoon.it|lingua=it|accesso=2017-09-14}}</ref>.


Nel [[1942]] nasce la figlia Luisa, soprannominata Lelè, la quale all'età di otto mesi inizia a dare i primi segni di una gravissima forma di [[encefalopatia]] [[Encefalopatia#Encefalopatie epilettiche infantili|infantile con crisi epilettiche]] che comprometterà tragicamente la sua vita, lasciandole [[disabilità intellettiva]], [[afasia]] e difficoltà a camminare.<ref>[https://bookrider.it/il-mio-nome-e-ennio-flaiano-antonio-di-loreto-intervista/ Il mio nome è Ennio Flaiano – Antonio Di Loreto: intervista]</ref> Splendide pagine su questo drammatico evento si trovano in ''[[La valigia delle Indie]]''. All'inizio degli [[anni 1940|anni quaranta]] collabora anche a diversi altri giornali, come critico teatrale, recensore letterario e cinematografico (anche con [[pseudonimi]] come Patrizio Rossi, Ezio Bassetto o Ennio Di Michele<ref>Questa e altre notizie biografiche sono tratte dalla "Cronologia" in testa al volume di ''Opere scelte'' a cura di Anna Longoni, Adelphi, Milano 2010.</ref>) come "Cine Illustrato", "[[Cinema (rivista)|Cinema]]", "Storia di ieri e di oggi", "Mediterraneo", "Documento", "Il Popolo di Roma", "Italia"<ref>{{Cita web|url=http://www.italiaculturale.it/ennio-flaiano-vita-opere/|titolo=Ennio Flaiano: vita e opere|accesso=2017-09-14|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170914172547/http://www.italiaculturale.it/ennio-flaiano-vita-opere/|dataarchivio=14 settembre 2017|urlmorto=sì}}</ref>.
Nel [[1942]] nasce la figlia Luisa, soprannominata Lelè, la quale all'età di otto mesi inizia a dare i primi segni di una gravissima forma di [[encefalopatia]] [[Encefalopatia#Encefalopatie epilettiche infantili|infantile con crisi epilettiche]] che comprometterà tragicamente la sua vita, lasciandole [[disabilità intellettiva]], [[afasia]] e difficoltà a camminare.<ref>[https://bookrider.it/il-mio-nome-e-ennio-flaiano-antonio-di-loreto-intervista/ Il mio nome è Ennio Flaiano – Antonio Di Loreto: intervista]</ref> Splendide pagine su questo drammatico evento si trovano in ''[[La valigia delle Indie]]''. All'inizio degli [[anni 1940|anni quaranta]] collabora anche a diversi altri giornali, come critico teatrale, recensore letterario e cinematografico (anche con [[pseudonimi]] come Patrizio Rossi, Ezio Bassetto o Ennio Di Michele<ref>Questa e altre notizie biografiche sono tratte dalla "Cronologia" in testa al volume di ''Opere scelte'' a cura di Anna Longoni, Adelphi, Milano 2010.</ref>) come "Cine Illustrato", "[[Cinema (rivista)|Cinema]]", "Storia di ieri e di oggi", "Mediterraneo", "Documento", "Il Popolo di Roma", "Italia"<ref>{{Cita web|url=http://www.italiaculturale.it/ennio-flaiano-vita-opere/|titolo=Ennio Flaiano: vita e opere|accesso=2017-09-14|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170914172547/http://www.italiaculturale.it/ennio-flaiano-vita-opere/|dataarchivio=14 settembre 2017|urlmorto=sì}}</ref>.
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Dal [[1943]] inizia a lavorare da [[sceneggiatura|sceneggiatore]] per il cinema. Al cinema lo legherà per sempre un rapporto di amore-odio. Nel [[1945]] è capocronista del quotidiano "[[Risorgimento Liberale]]", poi passa a "Il Secolo XX" ( firma alcuni articoli con lo pseudonimo Pickwick ), ma scrive anche su "Star", "[[Mercurio (rivista)|Mercurio]]" (rivista appena fondata da [[Alba de Céspedes]]), "Domenica" e "Città" e "La città libera".
Dal [[1943]] inizia a lavorare da [[sceneggiatura|sceneggiatore]] per il cinema. Al cinema lo legherà per sempre un rapporto di amore-odio. Nel [[1945]] è capocronista del quotidiano "[[Risorgimento Liberale]]", poi passa a "Il Secolo XX" ( firma alcuni articoli con lo pseudonimo Pickwick ), ma scrive anche su "Star", "[[Mercurio (rivista)|Mercurio]]" (rivista appena fondata da [[Alba de Céspedes]]), "Domenica" e "Città" e "La città libera".


Seguono le collaborazioni a "Cinelandia" (settimanale da lui fondato che dura cinque mesi del [[1946]]), "Omnibus" (l'edizione diretta da [[Salvato Cappelli]], successiva a [[Omnibus (1937)|quella]] ormai chiusa prima della [[seconda guerra mondiale|guerra]]), "Film Rivista", "[[Giornale di Sicilia]]", quindi "[[L'Europeo]]", "[[La Voce Repubblicana]]", "Corriere di Milano", "Bis" (rivista diretta da [[Giuseppe Marotta (scrittore)|Giuseppe Marotta]]) ecc. Nel [[1947]] vince il primo [[Premio Strega]] con ''[[Tempo di uccidere (Flaiano)|Tempo di uccidere]]'',<ref>{{Cita web|url = https://premiostrega.it/PS/1947-ennio-flaiano/|titolo = 1947, Ennio Flaiano|sito = premiostrega.it|accesso = 9 maggio 2019}}</ref> appassionato romanzo sulla sua esperienza in Etiopia, scritto in appena tre mesi dietro espressa richiesta di [[Leo Longanesi]].
Seguono le collaborazioni a "Cinelandia" (settimanale da lui fondato che dura cinque mesi del [[1946]]), "Omnibus" (l'edizione diretta da [[Salvato Cappelli]], successiva a [[Omnibus (1937)|quella]] ormai chiusa prima della [[seconda guerra mondiale|guerra]]), "Film Rivista", "[[Giornale di Sicilia]]", quindi "[[L'Europeo]]", "[[La Voce Repubblicana]]", "Corriere di Milano" (edizione mattutina del [[Corriere Lombardo]]), "Bis" (rivista diretta da [[Giuseppe Marotta (scrittore)|Giuseppe Marotta]]) ecc. Nel [[1947]] vince il primo [[Premio Strega]] con ''[[Tempo di uccidere (Flaiano)|Tempo di uccidere]]'',<ref>{{Cita web|url = https://premiostrega.it/PS/1947-ennio-flaiano/|titolo = 1947, Ennio Flaiano|sito = premiostrega.it|accesso = 9 maggio 2019|dataarchivio = 2 aprile 2019|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20190402082236/https://premiostrega.it/PS/1947-ennio-flaiano/|urlmorto = sì}}</ref> appassionato romanzo sulla sua esperienza in Etiopia, scritto in appena tre mesi dietro espressa richiesta di [[Leo Longanesi]].


L'attività giornalistica a questo punto si concentra solo su "[[Il Mondo (rivista)|Il Mondo]]" di cui è caporedattore fino al [[1951]]. Tiene la rubrica "Diario notturno" (poi raccolta in volume da [[Bompiani]], [[1956]]). Tra il [[1947]] e il [[1971]] Flaiano scrive alcune tra le più belle sceneggiature del cinema del dopoguerra, collaborando a film di registi quali [[Federico Fellini]] (10 film), [[Marcello Pagliero]] e [[Alessandro Blasetti]] (4 ciascuno), [[Luigi Zampa]], [[Luciano Emmer]] e [[Gianni Franciolini]] (3 ciascuno), [[Romolo Marcellini]], [[Alberto Lattuada]], [[Camillo Mastrocinque]], [[Mario Soldati]], [[Mario Monicelli]], [[Dino Risi]] e [[Gian Luigi Polidoro]] (2), ma anche [[Renato Castellani]], [[Roberto Rossellini]], [[William Wyler]], [[Domenico Paolella]], [[Michelangelo Antonioni]], [[Antonio Pietrangeli]], [[Eduardo De Filippo]], [[Pietro Germi]], [[Elio Petri]] e altri ancora.
L'attività giornalistica a questo punto si concentra solo su "[[Il Mondo (rivista)|Il Mondo]]" di cui è caporedattore fino al [[1951]]. Tiene la rubrica "Diario notturno" (poi raccolta in volume da [[Bompiani]], [[1956]]). Tra il [[1947]] e il [[1971]] Flaiano scrive alcune tra le più belle sceneggiature del cinema del dopoguerra, collaborando a film di registi quali [[Federico Fellini]] (10 film), [[Marcello Pagliero]] e [[Alessandro Blasetti]] (4 ciascuno), [[Luigi Zampa]], [[Luciano Emmer]] e [[Gianni Franciolini]] (3 ciascuno), [[Romolo Marcellini]], [[Alberto Lattuada]], [[Camillo Mastrocinque]], [[Mario Soldati]], [[Mario Monicelli]], [[Dino Risi]] e [[Gian Luigi Polidoro]] (2), ma anche [[Renato Castellani]], [[Roberto Rossellini]], [[William Wyler]], [[Domenico Paolella]], [[Michelangelo Antonioni]], [[Antonio Pietrangeli]], [[Eduardo De Filippo]], [[Pietro Germi]], [[Elio Petri]] e altri ancora.
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All'attività di giornalista si dedica con articoli sul ''[[Corriere della Sera]]'', ''[[Tempo presente]]'', ''[[L'Illustrazione Italiana]]'', ''[[Corriere d'Informazione]]'' e ''[[l'Espresso]]'', poi (dal [[1964]]) con ''[[L'Europeo]]''. Negli [[anni 1960|anni sessanta]] inizia un periodo di viaggi e relazioni internazionali<ref>Già in precedenza aveva conosciuto [[Jean Cocteau]], [[Jean Paulhan]] e [[Raymond Queneau]] a Parigi, e aveva progettato di ricavare un film da ''Tempo di uccidere'' per la regia di [[Jules Dassin]].</ref>, si reca in [[Spagna]] (dove collabora con il regista [[Luis Berlanga]]), a [[Parigi]] (dove scrive per [[Louis Malle]] un film poi non realizzato) e ad [[Amsterdam]] (per ''[[La ragazza in vetrina]]''), a [[Zurigo]] (per incontrare la vedova di [[Thomas Mann]], sul cui ''[[Tonio Kröger]]'' sta scrivendo un film) e a [[Hong Kong]] (per un film di Gian Luigi Polidoro), quindi negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] (per l'[[Oscar al miglior film straniero|Oscar]] a ''[[8½]]''), di nuovo a [[Parigi]] (dove scrive una sceneggiatura tratta dalla ''[[Alla ricerca del tempo perduto|Recherche]]'' di [[Marcel Proust|Proust]] per [[René Clément]], film che non si riuscirà a fare), a [[Praga]] (dove incontra [[Miloš Forman]]) e in [[Israele]] (viaggio raccontato sulle pagine di "L'Europeo" nel [[1967]]).
All'attività di giornalista si dedica con articoli sul ''[[Corriere della Sera]]'', ''[[Tempo presente]]'', ''[[L'Illustrazione Italiana]]'', ''[[Corriere d'Informazione]]'' e ''[[l'Espresso]]'', poi (dal [[1964]]) con ''[[L'Europeo]]''. Negli [[anni 1960|anni sessanta]] inizia un periodo di viaggi e relazioni internazionali<ref>Già in precedenza aveva conosciuto [[Jean Cocteau]], [[Jean Paulhan]] e [[Raymond Queneau]] a Parigi, e aveva progettato di ricavare un film da ''Tempo di uccidere'' per la regia di [[Jules Dassin]].</ref>, si reca in [[Spagna]] (dove collabora con il regista [[Luis Berlanga]]), a [[Parigi]] (dove scrive per [[Louis Malle]] un film poi non realizzato) e ad [[Amsterdam]] (per ''[[La ragazza in vetrina]]''), a [[Zurigo]] (per incontrare la vedova di [[Thomas Mann]], sul cui ''[[Tonio Kröger]]'' sta scrivendo un film) e a [[Hong Kong]] (per un film di Gian Luigi Polidoro), quindi negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] (per l'[[Oscar al miglior film straniero|Oscar]] a ''[[8½]]''), di nuovo a [[Parigi]] (dove scrive una sceneggiatura tratta dalla ''[[Alla ricerca del tempo perduto|Recherche]]'' di [[Marcel Proust|Proust]] per [[René Clément]], film che non si riuscirà a fare), a [[Praga]] (dove incontra [[Miloš Forman]]) e in [[Israele]] (viaggio raccontato sulle pagine di "L'Europeo" nel [[1967]]).


La collaborazione con Fellini si interruppe dopo ''8½'' a causa di malintesi personali.<ref>[https://www.nerdpool.it/fellini-flaiano-e-lo-splendore-del-nostro-cinema-libero/ Fellini e Flaiano e lo splendore del nostro cinema libero]</ref> Secondo la moglie Rosetta, già anni prima vi erano stati dei problemi nel rapporto, in quanto Fellini era infastidito dalla presenza della figlia disabile di Flaiano nella casa di [[Fregene]] ("quando veniva da noi non riusciva neppure a guardare Luisa, lui come altri giravano la faccia dall'altra parte").<ref>[https://diversamenteaff-abile.gazzetta.it/2020/01/19/federico-fellini-osvaldo-e-le-le/ Federico Fellini, Osvaldo e Lé-Lé]</ref>
Altri progetti coinvolgono [[George Cukor]], [[Rex Harrison]], il [[Canada]] (per il film ''Le voyager'', non realizzato). Arriva persino a immaginarsi regista di un film americano che non riesce a fare<ref>Il soggetto, depositato alla [[Writers Guild of America]] di [[Los Angeles]] era intitolato ''About a Woman''. Dopo la rinuncia, dovuta alle molte difficoltà, ne trarrà il racconto ''Melampus'', dal quale a sua volta [[Marco Ferreri]] trarrà ''[[La cagna (film 1972)|La cagna]]'', che però Flaiano non volle mai riconoscere.</ref>. All'inizio di marzo [[1970]] viene colpito da un primo infarto. "Tutto dovrà cambiare", scrive tra i suoi appunti. Va a vivere solo in un residence, portandosi pochissimi libri. Nello stesso tempo comincia a mettere ordine tra le sue carte, per dare alle stampe una versione organica della sua instancabile vena creativa: appunti sparsi su fogli di ogni tipo vengono lentamente catalogati. Ma gran parte di questo corpus di scritti è destinato a essere pubblicato postumo.

Altri progetti coinvolgono [[George Cukor]], [[Rex Harrison]], il [[Canada]] (per il film ''Le voyager'', non realizzato). Arriva persino a immaginarsi regista di un film americano che non riesce a fare<ref>Il soggetto, depositato alla [[Writers Guild of America]] di [[Los Angeles]] era intitolato ''About a Woman''. Dopo la rinuncia, dovuta alle molte difficoltà, ne trarrà il racconto ''Melampus'', dal quale a sua volta [[Marco Ferreri]] trarrà ''[[La cagna (film 1972)|La cagna]]'', che però Flaiano non volle mai riconoscere.</ref>. All'inizio di marzo [[1970]] viene colpito da un primo [[Infarto cardiaco|infarto]]. "Tutto dovrà cambiare", scrive tra i suoi appunti. Va a vivere solo in un residence, portandosi pochissimi libri. Nello stesso tempo comincia a mettere ordine tra le sue carte, per dare alle stampe una versione organica della sua instancabile vena creativa: appunti sparsi su fogli di ogni tipo vengono lentamente catalogati. Ma gran parte di questo corpus di scritti è destinato a essere pubblicato postumo.


Il 5 novembre [[1972]] pubblica nel ''[[Corriere della Sera]]'' il suo ultimo articolo, di carattere [[autobiografia|autobiografico]]. Il 20 novembre dello stesso anno, mentre è in clinica per alcuni accertamenti, viene colpito da un secondo, questa volta fatale, infarto. La figlia Lelè morirà nel [[1992]]. La moglie Rosetta è morta alla fine del [[2003]]. La famiglia è riunita nel cimitero di [[Maccarese]], vicino a Roma<ref>{{Cita news|url=http://www.ilgiornale.it/news/ennio-flaiano-vita-e-opere-marziano-italia.html|titolo=Ennio Flaiano, vita e opere di «un marziano in Italia»|pubblicazione=ilGiornale.it|accesso=2017-09-14}}</ref>. Il suo archivio è conservato presso il [[Centro per gli studi sulla tradizione manoscritta di autori moderni e contemporanei]] dell’[[Università degli Studi di Pavia|Università di Pavia]]<ref>{{Cita web|url=https://lombardiarchivi.servizirl.it/groups/UniPV_CentroManoscritti/fonds/47751|titolo=Flaiano, Ennio (1935 - 1972)}}</ref>, mentre un consistente "fondo Flaiano", comprendente materiale cinematografico, disegni e numerosa altra documentazione della sua attività, è attualmente custodito e consultabile presso la Biblioteca Cantonale del [[Cantone Ticino|Ticino]] a [[Lugano]], alla quale fu donato dalla moglie Rosetta, che si era stabilita in quella città dopo la morte dello scrittore<ref>{{Cita web |url=https://www.sbt.ti.ch/bclu/archivio/pdf/ContFondiArchivioPrezzolini.pdf |titolo=Copia archiviata |accesso=9 giugno 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180104073724/https://www.sbt.ti.ch/bclu/archivio/pdf/ContFondiArchivioPrezzolini.pdf |dataarchivio=4 gennaio 2018 |urlmorto=sì }}</ref>.
Il 5 novembre [[1972]] pubblica nel ''[[Corriere della Sera]]'' il suo ultimo articolo, di carattere [[autobiografia|autobiografico]]. Il 20 novembre dello stesso anno, mentre è in clinica per alcuni accertamenti, viene colpito da un secondo, questa volta fatale, infarto. La figlia Lelè morirà nel [[1992]]. La moglie Rosetta è morta alla fine del [[2003]]. La famiglia è riunita nel cimitero di [[Maccarese]], vicino a Roma<ref>{{Cita news|url=http://www.ilgiornale.it/news/ennio-flaiano-vita-e-opere-marziano-italia.html|titolo=Ennio Flaiano, vita e opere di «un marziano in Italia»|pubblicazione=ilGiornale.it|accesso=2017-09-14}}</ref>. Il suo archivio è conservato presso il [[Centro per gli studi sulla tradizione manoscritta di autori moderni e contemporanei]] dell’[[Università degli Studi di Pavia|Università di Pavia]]<ref>{{Cita web|url=https://lombardiarchivi.servizirl.it/groups/UniPV_CentroManoscritti/fonds/47751|titolo=Flaiano, Ennio (1935 - 1972)}}</ref>, mentre un consistente "fondo Flaiano", comprendente materiale cinematografico, disegni e numerosa altra documentazione della sua attività, è attualmente custodito e consultabile presso la Biblioteca Cantonale del [[Canton Ticino|Ticino]] a [[Lugano]], alla quale fu donato dalla moglie Rosetta, che si era stabilita in quella città dopo la morte dello scrittore<ref>{{Cita web |url=https://www.sbt.ti.ch/bclu/archivio/pdf/ContFondiArchivioPrezzolini.pdf |titolo=Copia archiviata |accesso=9 giugno 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180104073724/https://www.sbt.ti.ch/bclu/archivio/pdf/ContFondiArchivioPrezzolini.pdf |dataarchivio=4 gennaio 2018 |urlmorto=sì }}</ref>. Nel 1974 venne istituito a Pescara sua città natale il [[Premio Flaiano]] in sua memoria dal giornalista [[Edoardo Tiboni]].


[[File:targa mc.jpg|thumb|upright=0.7|Targa presso l'abitazione di Flaiano in via Montecristo (Roma)]]
[[File:targa mc.jpg|thumb|upright=0.7|Targa presso l'abitazione di Flaiano in via Montecristo (Roma)]]
[[File:Pigna - teatro Flaiano 1040087.JPG|thumb|upright=0.7|Ingresso del ''[[Teatro Flaiano]]'' (Roma)]]
[[File:Pigna - teatro Flaiano 1040087.JPG|thumb|upright=0.7|Ingresso del ''[[Teatro Flaiano]]'' (Roma)]]


=== Flaiano e Roma ===
== Flaiano e Roma ==
Il nome di Flaiano è legato indissolubilmente a [[Roma]], città amata e odiata. Testimone delle evoluzioni e degli stravolgimenti urbanistici, dei vizi e delle virtù dei cittadini romani, Flaiano ha saputo vivere la capitale in tutti i suoi aspetti, tra cantieri, locali della "dolce vita", strade trafficate.
Il nome di Flaiano è legato indissolubilmente a [[Roma]], città amata e odiata. Testimone delle evoluzioni e degli stravolgimenti urbanistici, dei vizi e delle virtù dei cittadini romani, Flaiano ha saputo vivere la capitale in tutti i suoi aspetti, tra cantieri, locali della "dolce vita", strade trafficate.


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{{Citazione|L'uomo è un animale pensante, e quando pensa non può essere che in alto. È questa la mia fede. Forse l'unica. Ma mi basta per seguire ancora con curiosità lo spettacolo del mondo.<ref>''Intervista con Flaiano'', di Italo Alighiero Chiusano, in ''Il Dramma'', n. 7-8, 1972.</ref>|Ennio Flaiano}}
{{Citazione|L'uomo è un animale pensante, e quando pensa non può essere che in alto. È questa la mia fede. Forse l'unica. Ma mi basta per seguire ancora con curiosità lo spettacolo del mondo.<ref>''Intervista con Flaiano'', di Italo Alighiero Chiusano, in ''Il Dramma'', n. 7-8, 1972.</ref>|Ennio Flaiano}}


Fine e ironico moralista, ma anche acre e tragico al tempo stesso, produsse opere narrative e varie prose tutte percorse da un'originale vena [[satira|satirica]] e un vivo senso del grottesco, attraverso cui vengono stigmatizzati gli aspetti paradossali della realtà contemporanea. Creava continuamente mottetti e aforismi, molti dei quali ancora di uso comune. Fu il primo vincitore del [[premio Strega]], nel [[1947]], con il suo più famoso romanzo, ''[[Tempo di uccidere (Flaiano)|Tempo di uccidere]]''.
Fine e ironico osservatore, ma anche acre e tragico al tempo stesso, produsse opere narrative e varie prose tutte percorse da un'originale vena [[satira|satirica]] e un vivo senso del grottesco, attraverso cui vengono stigmatizzati gli aspetti paradossali della realtà contemporanea. Creava continuamente mottetti e [[aforismi]], molti dei quali ancora di uso comune. Fu il primo vincitore del [[premio Strega]], nel [[1947]], con il suo più famoso romanzo, ''[[Tempo di uccidere (Flaiano)|Tempo di uccidere]]''.


Il poeta che compendia e riflette le contraddizioni, le inquietudini degli anni Cinquanta è Ennio Flaiano: un non-poeta, uno sceneggiatore, uno scrittore di epigrammi, di pseudo poesie, uno scrittore di non-romanzi, o meglio, di romanzi mancati, «ridanciano, drammatico, gaglioffo, plebeo e aristocratico» come egli ebbe a definire Il ''Morgante'' di Luigi Pulci. «Perché io scrivo? Confesso di non saperlo, di non averne la minima idea e anche la domanda è insieme buffa e sconvolgente», scrive Flaiano, poeta lunatico, irriverente, un arcimboldo antidemagogico, antiprogressista, antimarxista e antiborghese, personalità assolutamente originale che non può essere archiviata in nessuna area e in nessuna appartenenza letteraria. Personaggio tipico della nuova civiltà borghese dei caffè, che folleggia tra l'erotismo, l'alienazione, la noia dell'improvviso benessere. Con le sue parole: «In questi ultimi tempi Roma si è dilatata, distorta, arricchita. Gli scandali vi scoppiano con la violenza dei temporali d'estate, la gente vive all'aperto, si annusa, si studia, invade le trattorie, i cinema, le strade…».
Il poeta che compendia e riflette le contraddizioni, le inquietudini degli anni Cinquanta è Ennio Flaiano: un non-poeta, uno sceneggiatore, uno scrittore di epigrammi, di pseudo poesie, uno scrittore di non-romanzi, o meglio, di romanzi mancati, «ridanciano, drammatico, gaglioffo, [[plebeo]] e [[aristocratico]]» come egli ebbe a definire il ''[[Morgante (poema)|Morgante]]'' di [[Luigi Pulci]]. «Perché io scrivo? Confesso di non saperlo, di non averne la minima idea e anche la domanda è insieme buffa e sconvolgente», scrive Flaiano, poeta lunatico, irriverente, un [[arcimboldo]] anti[[Demagogia|demagogico]], anti[[Progressismo|progressista]], [[Anticomunismo|antimarxista]] e anti[[Borghesia|borghese]], personalità assolutamente originale che non può essere archiviata in nessuna area e in nessuna appartenenza letteraria. Personaggio tipico della nuova civiltà borghese dei caffè, che folleggia tra l'[[erotismo]], l'[[alienazione]], la [[noia]] dell'improvviso benessere. Con le sue parole: «In questi ultimi tempi Roma si è dilatata, distorta, arricchita. Gli scandali vi scoppiano con la violenza dei temporali d'estate, la gente vive all'aperto, si annusa, si studia, invade le trattorie, i cinema, le strade…».


Finita la ricostruzione, ecco che il benessere del boom economico è già alle porte. Flaiano decide che è tempo di mandare in sordina la poesia degli anni Cinquanta, rifà il verso alla lirica che oscilla tra Sandro Penna e Montale. Prova allergia e repulsione verso ogni avanguardismo e verso la poesia adulta, impegnata, seriosa, elitaria. In ''La donna nell'armadio ''(1957) si trovano composizioni di straordinaria sensibilità e gusto epigrammatico con un quantum costante di intento derisorio verso la poesia da paesaggio e i quadretti posticci alla Sandro Penna, le punture di spillo alla poesia di De Libero.<ref>da Giorgio Linguaglossa ''Dalla lirica al discorso poetico. Storia della poesia italiana (1945-2010)'' Roma, EdiLet, 2011.</ref>
Finita la ricostruzione, ecco che il benessere del boom economico è già alle porte. Flaiano decide che è tempo di mandare in sordina la poesia degli anni Cinquanta, rifà il verso alla lirica che oscilla tra [[Sandro Penna]] e [[Eugenio Montale|Montale]]. Prova allergia e repulsione verso ogni [[Avanguardie|avanguardismo]] e verso la poesia adulta, impegnata, seriosa, elitaria. In ''La donna nell'armadio ''(1957) si trovano composizioni di straordinaria sensibilità e gusto epigrammatico con un quantum costante di intento derisorio verso la poesia da paesaggio e i quadretti posticci alla Sandro Penna, le punture di spillo alla poesia di [[Libero De Libero|De Libero]].<ref>da Giorgio Linguaglossa ''Dalla lirica al discorso poetico. Storia della poesia italiana (1945-2010)'' Roma, EdiLet, 2011.</ref>
[[File:Pescara via delle caserme0004.JPG|thumb|Monumento dedicato ad Ennio Flaiano all'ingresso del centro storico di Pescara]]
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== Teatro ==
== Teatro ==
Flaiano scrisse anche per il teatro:
Flaiano scrisse anche per il teatro:
* ''La guerra spiegata ai poveri'' ( Prima del Teatro Tascabile presso il "Teatro Arlecchino" di Roma il 10 maggio [[1946]] )
* ''La guerra spiegata ai poveri'' (Prima del Teatro Tascabile presso il "Teatro Arlecchino" di Roma il 10 maggio [[1946]] )
* ''La donna nell'armadio'' ( Prima al Teatro Gobetti di [[Torino]], per la regia di [[Luciano Lucignani]] il 24 maggio [[1957]] )
* ''La donna nell'armadio'' (Prima al Teatro Gobetti di [[Torino]], per la regia di [[Luciano Lucignani]] il 24 maggio [[1957]] )
* ''Il caso Papaleo'' ( Prima al [[festival dei Due Mondi]] di [[Spoleto]] per la regia di [[Sandro Sequi]] il 9 giugno [[1960]] )
* ''Il caso Papaleo'' (Prima al [[festival dei Due Mondi]] di [[Spoleto]] per la regia di [[Sandro Sequi]] il 9 giugno [[1960]] )
* ''[[Un marziano a Roma]]'' ( Prima al [[Teatro Lirico di Milano]] della Compagnia Teatro popolare italiano fondata da [[Vittorio Gassman]] il 23 novembre [[1960]] )
* ''[[Un marziano a Roma]]'' (Prima al [[Teatro Lirico di Milano]] della Compagnia Teatro popolare italiano fondata da [[Vittorio Gassman]] il 23 novembre [[1960]] )
* ''La conversazione continuamente interrotta'' ( Prima al [[Festival dei Due Mondi]] per la regia di [[Vittorio Caprioli]] il 22 giugno [[1972]]<ref>[http://www.notitiae.info/programmi-spoleto-festival-1972-1977/ Programmi Spoleto Festival 1972-1977] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20170729164603/http://www.notitiae.info/programmi-spoleto-festival-1972-1977/ |data=29 luglio 2017 }} su notitiae.info</ref>)
* ''La conversazione continuamente interrotta'' (Prima al [[Festival dei Due Mondi]] per la regia di [[Vittorio Caprioli]] il 22 giugno [[1972]]<ref>[http://www.notitiae.info/programmi-spoleto-festival-1972-1977/ Programmi Spoleto Festival 1972-1977] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20170729164603/http://www.notitiae.info/programmi-spoleto-festival-1972-1977/ |data=29 luglio 2017 }} su notitiae.info</ref>)


Dal [[1969]] il Teatro Arlecchino, sito in via Santo Stefano del Cacco a Roma, diventa in suo onore ''[[Teatro Flaiano]]''.
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* ''[[L'inchiesta (film 1986)|L'inchiesta]]'' ([[1986]]) di [[Damiano Damiani]] (soggetto)
* ''[[L'inchiesta (film 1986)|L'inchiesta]]'' ([[1986]]) di [[Damiano Damiani]] (soggetto)
* ''[[Tempo di uccidere (film)|Tempo di uccidere]]'' ([[1989]]) di [[Giuliano Montaldo]] (soggetto, tratto dall'opera omonima)
* ''[[Tempo di uccidere (film)|Tempo di uccidere]]'' ([[1989]]) di [[Giuliano Montaldo]] (soggetto, tratto dall'opera omonima)
* ''[[L'inchiesta (miniserie televisiva)|L'inchiesta]]'' ([[2006]]) di [[Giulio Base]] (soggetto, tratto dall'opera omonima)
* ''[[L'inchiesta (miniserie televisiva)|L'inchiesta]]'' ([[2007]]) di [[Giulio Base]] (soggetto, tratto dall'opera omonima)


=== Attore ===
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=== Il ''Premio Flaiano'' ===
=== Il ''Premio Flaiano'' ===
{{vedi anche|Premio Flaiano}}
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Alla sua memoria, nel [[1974]] è stato istituito il [[Premio Flaiano]], istituito per volontà del giornalista [[Edoardo Tiboni]], un importante concorso per [[Soggetto (cinema)|soggettisti]] e [[Sceneggiatura|sceneggiatori]]. La manifestazione si svolge ogni anno nella sua città natale, [[Pescara]], che, dopo la sua morte, gli ha intitolato una strada nel centro storico e [[Ponte Flaiano|l'omonimo ponte]] sul fiume Pescara. Ad Ennio Flaiano è intitolata anche la biblioteca comunale del [[Municipio Roma III]] a [[Roma]].<ref>{{cita web | url=http://www.comune.roma.it/was/wps/portal/!ut/p/_s.7_0_A/7_0_21L?menuPage=/Area_di_navigazione/Sezioni_del_portale/Il_comune_per_argomenti/Arte,_Cultura_e_Sport/Biblioteche_di_Roma/Le_Biblioteche_ed_i_Centri_specializzati/Biblioteca_Ennio_Flaiano/&flagSub= | titolo=Biblioteca Ennio Flaiano | accesso=3 maggio 2010 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100827180331/http://www.comune.roma.it/was/wps/portal/!ut/p/_s.7_0_A/7_0_21L?menuPage=%2FArea_di_navigazione%2FSezioni_del_portale%2FIl_comune_per_argomenti%2FArte%2C_Cultura_e_Sport%2FBiblioteche_di_Roma%2FLe_Biblioteche_ed_i_Centri_specializzati%2FBiblioteca_Ennio_Flaiano%2F&flagSub= | dataarchivio=27 agosto 2010 | urlmorto=sì }}</ref>
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== Note ==
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== Collegamenti esterni ==
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* {{Collegamenti esterni}}
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{{Premio Strega}}
{{Premio Strega}}

Versione delle 18:13, 9 lug 2024

Disambiguazione – "Flaiano" rimanda qui. Se stai cercando altri significati, vedi Flaiano (disambigua).
Ennio Flaiano
Premio Strega 1947

Ennio Flaiano (Pescara, 5 marzo 1910Roma, 20 novembre 1972) è stato uno sceneggiatore, scrittore, giornalista, umorista, critico cinematografico e drammaturgo italiano. Specializzato in elzeviri, Flaiano scrisse per Oggi, Il Mondo, il Corriere della Sera e altre testate. Lavorò a lungo per Federico Fellini, con cui collaborò ampiamente ai soggetti e alle sceneggiature dei suoi più celebri film, tra i quali La strada, La dolce vita e .

Biografia

«La parola serve a nascondere il pensiero, il pensiero a nascondere la verità. E la verità fulmina chi osa guardarla in faccia.»

Corso Manthonè a Pescara Vecchia, la strada dove nacque Flaiano

Nato il 5 marzo 1910 a Pescara Vecchia, in una casa sul corso G. Manthonè, ultimo di sette figli di Cetteo Flaiano (1859-1943) e Francesca Di Michele (1873-1938), il giovane Ennio passa un'infanzia di viaggi e spostamenti continui tra Pescara, Camerino, Senigallia, Fermo e Chieti, tra scuole e collegi. Nel 1922 arriva a Roma (viaggiando il 27 ottobre in treno, per fortuita coincidenza, in compagnia di fascisti della Marcia su Roma, più tardi ne racconterà gustosi aneddoti).

Nella capitale compie gli studi secondari superiori nel Convitto nazionale fino al liceo artistico (diplomato nel 1929) e si iscrive alla Facoltà di architettura, senza però terminare gli studi universitari[1].

All'inizio degli anni trenta, mentre divide una stanza in viale delle Milizie con il pittore Orfeo Tamburi e collabora come scenografo con Anton Giulio Bragaglia, conosce Mario Pannunzio[2], Telesio Interlandi, Leo Longanesi e altre firme del giornalismo italiano, iniziando a collaborare alle riviste L'Italia Letteraria e Occidente scrivendo recensioni di libri. Dal 1933 al 1936, dopo un soggiorno a Pavia per frequentare la Scuola Ufficiali, partecipa alla Guerra d'Etiopia.

Tornato a Roma, nel 1938 collabora al settimanale Omnibus di Longanesi e a Quadrivio. Nel 1939 inizia ad occuparsi di cinema, collaborando con il neonato settimanale Oggi per il quale scriverà per alcuni mesi recensioni in cui i giudizi sui film sono il pretesto per far emergere un «sotterraneo dissenso al regime[3]». Frequenta l'Antico Caffè Greco e le trattorie dove si incontra spesso con personaggi della vita letteraria e artistica romana, quali Aldo Palazzeschi, Carlo Levi, Libero de Libero, Sandro Penna, Vitaliano Brancati, Vincenzo Cardarelli, ma anche Irving Penn, Orson Welles ecc. Nel 1940 sposa Rosetta Rota (1911-2003), insegnante di matematica nata a Vigevano, zia di Gian-Carlo Rota[4].

Nel 1942 nasce la figlia Luisa, soprannominata Lelè, la quale all'età di otto mesi inizia a dare i primi segni di una gravissima forma di encefalopatia infantile con crisi epilettiche che comprometterà tragicamente la sua vita, lasciandole disabilità intellettiva, afasia e difficoltà a camminare.[5] Splendide pagine su questo drammatico evento si trovano in La valigia delle Indie. All'inizio degli anni quaranta collabora anche a diversi altri giornali, come critico teatrale, recensore letterario e cinematografico (anche con pseudonimi come Patrizio Rossi, Ezio Bassetto o Ennio Di Michele[6]) come "Cine Illustrato", "Cinema", "Storia di ieri e di oggi", "Mediterraneo", "Documento", "Il Popolo di Roma", "Italia"[7].

Ennio Flaiano stringe la mano ad Anita Ekberg, sotto lo sguardo di Federico Fellini, durante una pausa delle riprese della Dolce vita (1959)

Dal 1943 inizia a lavorare da sceneggiatore per il cinema. Al cinema lo legherà per sempre un rapporto di amore-odio. Nel 1945 è capocronista del quotidiano "Risorgimento Liberale", poi passa a "Il Secolo XX" ( firma alcuni articoli con lo pseudonimo Pickwick ), ma scrive anche su "Star", "Mercurio" (rivista appena fondata da Alba de Céspedes), "Domenica" e "Città" e "La città libera".

Seguono le collaborazioni a "Cinelandia" (settimanale da lui fondato che dura cinque mesi del 1946), "Omnibus" (l'edizione diretta da Salvato Cappelli, successiva a quella ormai chiusa prima della guerra), "Film Rivista", "Giornale di Sicilia", quindi "L'Europeo", "La Voce Repubblicana", "Corriere di Milano" (edizione mattutina del Corriere Lombardo), "Bis" (rivista diretta da Giuseppe Marotta) ecc. Nel 1947 vince il primo Premio Strega con Tempo di uccidere,[8] appassionato romanzo sulla sua esperienza in Etiopia, scritto in appena tre mesi dietro espressa richiesta di Leo Longanesi.

L'attività giornalistica a questo punto si concentra solo su "Il Mondo" di cui è caporedattore fino al 1951. Tiene la rubrica "Diario notturno" (poi raccolta in volume da Bompiani, 1956). Tra il 1947 e il 1971 Flaiano scrive alcune tra le più belle sceneggiature del cinema del dopoguerra, collaborando a film di registi quali Federico Fellini (10 film), Marcello Pagliero e Alessandro Blasetti (4 ciascuno), Luigi Zampa, Luciano Emmer e Gianni Franciolini (3 ciascuno), Romolo Marcellini, Alberto Lattuada, Camillo Mastrocinque, Mario Soldati, Mario Monicelli, Dino Risi e Gian Luigi Polidoro (2), ma anche Renato Castellani, Roberto Rossellini, William Wyler, Domenico Paolella, Michelangelo Antonioni, Antonio Pietrangeli, Eduardo De Filippo, Pietro Germi, Elio Petri e altri ancora.

All'attività di giornalista si dedica con articoli sul Corriere della Sera, Tempo presente, L'Illustrazione Italiana, Corriere d'Informazione e l'Espresso, poi (dal 1964) con L'Europeo. Negli anni sessanta inizia un periodo di viaggi e relazioni internazionali[9], si reca in Spagna (dove collabora con il regista Luis Berlanga), a Parigi (dove scrive per Louis Malle un film poi non realizzato) e ad Amsterdam (per La ragazza in vetrina), a Zurigo (per incontrare la vedova di Thomas Mann, sul cui Tonio Kröger sta scrivendo un film) e a Hong Kong (per un film di Gian Luigi Polidoro), quindi negli Stati Uniti (per l'Oscar a ), di nuovo a Parigi (dove scrive una sceneggiatura tratta dalla Recherche di Proust per René Clément, film che non si riuscirà a fare), a Praga (dove incontra Miloš Forman) e in Israele (viaggio raccontato sulle pagine di "L'Europeo" nel 1967).

La collaborazione con Fellini si interruppe dopo a causa di malintesi personali.[10] Secondo la moglie Rosetta, già anni prima vi erano stati dei problemi nel rapporto, in quanto Fellini era infastidito dalla presenza della figlia disabile di Flaiano nella casa di Fregene ("quando veniva da noi non riusciva neppure a guardare Luisa, lui come altri giravano la faccia dall'altra parte").[11]

Altri progetti coinvolgono George Cukor, Rex Harrison, il Canada (per il film Le voyager, non realizzato). Arriva persino a immaginarsi regista di un film americano che non riesce a fare[12]. All'inizio di marzo 1970 viene colpito da un primo infarto. "Tutto dovrà cambiare", scrive tra i suoi appunti. Va a vivere solo in un residence, portandosi pochissimi libri. Nello stesso tempo comincia a mettere ordine tra le sue carte, per dare alle stampe una versione organica della sua instancabile vena creativa: appunti sparsi su fogli di ogni tipo vengono lentamente catalogati. Ma gran parte di questo corpus di scritti è destinato a essere pubblicato postumo.

Il 5 novembre 1972 pubblica nel Corriere della Sera il suo ultimo articolo, di carattere autobiografico. Il 20 novembre dello stesso anno, mentre è in clinica per alcuni accertamenti, viene colpito da un secondo, questa volta fatale, infarto. La figlia Lelè morirà nel 1992. La moglie Rosetta è morta alla fine del 2003. La famiglia è riunita nel cimitero di Maccarese, vicino a Roma[13]. Il suo archivio è conservato presso il Centro per gli studi sulla tradizione manoscritta di autori moderni e contemporanei dell’Università di Pavia[14], mentre un consistente "fondo Flaiano", comprendente materiale cinematografico, disegni e numerosa altra documentazione della sua attività, è attualmente custodito e consultabile presso la Biblioteca Cantonale del Ticino a Lugano, alla quale fu donato dalla moglie Rosetta, che si era stabilita in quella città dopo la morte dello scrittore[15]. Nel 1974 venne istituito a Pescara sua città natale il Premio Flaiano in sua memoria dal giornalista Edoardo Tiboni.

Targa presso l'abitazione di Flaiano in via Montecristo (Roma)
Ingresso del Teatro Flaiano (Roma)

Flaiano e Roma

Il nome di Flaiano è legato indissolubilmente a Roma, città amata e odiata. Testimone delle evoluzioni e degli stravolgimenti urbanistici, dei vizi e delle virtù dei cittadini romani, Flaiano ha saputo vivere la capitale in tutti i suoi aspetti, tra cantieri, locali della "dolce vita", strade trafficate.

Ne La solitudine del satiro Flaiano ha lasciato numerosi passi riguardanti la sua Roma. In particolare va ricordato un lungo articolo (apparso su Il Mondo nel 1957) nel quale viene descritta la nascita del quartiere Talenti, nella zona nord-est di Roma, segno della frenetica crescita urbanistica, che lentamente inghiottiva la campagna. Nella zona limitrofa (il quartiere Montesacro), Ennio Flaiano visse dal 1953 e qui una targa commemorativa (posta dalla Compagnia Teatrale LABit) ricorda il suo passaggio.

Sembra quasi confermare il difficile rapporto di Flaiano con Roma il fatto che la tomba dell'autore si trovi a Maccarese (Fiumicino), zona marittima alle porte della capitale, dove Flaiano visse diversi anni.

Letteratura

«L'uomo è un animale pensante, e quando pensa non può essere che in alto. È questa la mia fede. Forse l'unica. Ma mi basta per seguire ancora con curiosità lo spettacolo del mondo.[16]»

Fine e ironico osservatore, ma anche acre e tragico al tempo stesso, produsse opere narrative e varie prose tutte percorse da un'originale vena satirica e un vivo senso del grottesco, attraverso cui vengono stigmatizzati gli aspetti paradossali della realtà contemporanea. Creava continuamente mottetti e aforismi, molti dei quali ancora di uso comune. Fu il primo vincitore del premio Strega, nel 1947, con il suo più famoso romanzo, Tempo di uccidere.

Il poeta che compendia e riflette le contraddizioni, le inquietudini degli anni Cinquanta è Ennio Flaiano: un non-poeta, uno sceneggiatore, uno scrittore di epigrammi, di pseudo poesie, uno scrittore di non-romanzi, o meglio, di romanzi mancati, «ridanciano, drammatico, gaglioffo, plebeo e aristocratico» come egli ebbe a definire il Morgante di Luigi Pulci. «Perché io scrivo? Confesso di non saperlo, di non averne la minima idea e anche la domanda è insieme buffa e sconvolgente», scrive Flaiano, poeta lunatico, irriverente, un arcimboldo antidemagogico, antiprogressista, antimarxista e antiborghese, personalità assolutamente originale che non può essere archiviata in nessuna area e in nessuna appartenenza letteraria. Personaggio tipico della nuova civiltà borghese dei caffè, che folleggia tra l'erotismo, l'alienazione, la noia dell'improvviso benessere. Con le sue parole: «In questi ultimi tempi Roma si è dilatata, distorta, arricchita. Gli scandali vi scoppiano con la violenza dei temporali d'estate, la gente vive all'aperto, si annusa, si studia, invade le trattorie, i cinema, le strade…».

Finita la ricostruzione, ecco che il benessere del boom economico è già alle porte. Flaiano decide che è tempo di mandare in sordina la poesia degli anni Cinquanta, rifà il verso alla lirica che oscilla tra Sandro Penna e Montale. Prova allergia e repulsione verso ogni avanguardismo e verso la poesia adulta, impegnata, seriosa, elitaria. In La donna nell'armadio (1957) si trovano composizioni di straordinaria sensibilità e gusto epigrammatico con un quantum costante di intento derisorio verso la poesia da paesaggio e i quadretti posticci alla Sandro Penna, le punture di spillo alla poesia di De Libero.[17]

Monumento dedicato ad Ennio Flaiano all'ingresso del centro storico di Pescara

Teatro

Flaiano scrisse anche per il teatro:

Dal 1969 il Teatro Arlecchino, sito in via Santo Stefano del Cacco a Roma, diventa in suo onore Teatro Flaiano.

Opere

Opere raccolte

  • Opere. Scritti postumi, introduzione di Maria Corti, a cura di Maria Corti e Anna Longoni, Collezione Classici, Bompiani, Milano, 1988. ISBN 978-88-452-5002-6 [contiene: Autobiografia del Blu di Prussia; Il cavastivale; La valigia delle Indie; Diario degli errori; La solitudine del satiro; L'occhiale indiscreto; traduzione del Corvo di Edgar Allan Poe; Appunti, progetti, personaggi e idee (tutto improbabile); Oceano Canada; Interviste].
  • Opere. 1947-1972, a cura di Maria Corti e Anna Longoni, Collezione Classici, Bompiani, Milano, 1990. ISBN 88-452-1507-5 [contiene: Tempo di uccidere; Diario notturno; Una e una notte; Il gioco e il massacro; Un marziano a Roma e altre farse; Le ombre bianche].
  • Opere scelte, Collezione La nave Argo n. 12, Adelphi, Milano, 2010. ISBN 978-88-459-2499-6 [contiene: Tempo di uccidere; Diario notturno; Una e una notte; Un marziano a Roma; Il gioco e il massacro; Le ombre bianche; La valigia delle Indie; Diario degli errori; L'occhiale indiscreto].

Traduzioni

Filmografia

Sceneggiatore

Attore

Radio e televisione

Riconoscimenti

Premio Strega

Vincitore della prima edizione del Premio Strega nel 1947 con Tempo di uccidere.

Il Premio Flaiano

Lo stesso argomento in dettaglio: Premio Flaiano.

Alla sua memoria, nel 1974 è stato istituito il Premio Flaiano, istituito per volontà del giornalista Edoardo Tiboni, un importante concorso per soggettisti e sceneggiatori. La manifestazione si svolge ogni anno nella sua città natale, Pescara, che, dopo la sua morte, gli ha intitolato una strada nei pressi della casa dove nacque e l'omonimo ponte sul fiume Aterno-Pescara. Ad Ennio Flaiano è intitolata anche la biblioteca comunale del Municipio Roma III a Roma.[21]

Note

  1. ^ NOUVALIS, Milano - www.nouvalis.it, Ennio Flaiano - Biografia, su italialibri.net. URL consultato il 14 settembre 2017 (archiviato dall'url originale il 17 giugno 2019).
  2. ^ Legatissimi, i due erano nati lo stesso giorno, mese e anno.
  3. ^ Questa circostanza è precisata in Lettere d'amore al cinema, volume curato da Cristina Bragaglia e dedicato all'attività di critico cinematografico di Flaiano, edito da Rizzoli nel 1978.
  4. ^ Ennio Flaiano biografia, su ComingSoon.it. URL consultato il 14 settembre 2017.
  5. ^ Il mio nome è Ennio Flaiano – Antonio Di Loreto: intervista
  6. ^ Questa e altre notizie biografiche sono tratte dalla "Cronologia" in testa al volume di Opere scelte a cura di Anna Longoni, Adelphi, Milano 2010.
  7. ^ Ennio Flaiano: vita e opere, su italiaculturale.it. URL consultato il 14 settembre 2017 (archiviato dall'url originale il 14 settembre 2017).
  8. ^ 1947, Ennio Flaiano, su premiostrega.it. URL consultato il 9 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2019).
  9. ^ Già in precedenza aveva conosciuto Jean Cocteau, Jean Paulhan e Raymond Queneau a Parigi, e aveva progettato di ricavare un film da Tempo di uccidere per la regia di Jules Dassin.
  10. ^ Fellini e Flaiano e lo splendore del nostro cinema libero
  11. ^ Federico Fellini, Osvaldo e Lé-Lé
  12. ^ Il soggetto, depositato alla Writers Guild of America di Los Angeles era intitolato About a Woman. Dopo la rinuncia, dovuta alle molte difficoltà, ne trarrà il racconto Melampus, dal quale a sua volta Marco Ferreri trarrà La cagna, che però Flaiano non volle mai riconoscere.
  13. ^ Ennio Flaiano, vita e opere di «un marziano in Italia», in ilGiornale.it. URL consultato il 14 settembre 2017.
  14. ^ Flaiano, Ennio (1935 - 1972), su lombardiarchivi.servizirl.it.
  15. ^ Copia archiviata (PDF), su sbt.ti.ch. URL consultato il 9 giugno 2017 (archiviato dall'url originale il 4 gennaio 2018).
  16. ^ Intervista con Flaiano, di Italo Alighiero Chiusano, in Il Dramma, n. 7-8, 1972.
  17. ^ da Giorgio Linguaglossa Dalla lirica al discorso poetico. Storia della poesia italiana (1945-2010) Roma, EdiLet, 2011.
  18. ^ Programmi Spoleto Festival 1972-1977 Archiviato il 29 luglio 2017 in Internet Archive. su notitiae.info
  19. ^ Premio Campiello, opere premiate nelle precedenti edizioni, su premiocampiello.org. URL consultato il 24 febbraio 2019.
  20. ^ Oceano Canada, su raiplay.it. URL consultato l'8 giugno 2020.
  21. ^ Biblioteca Ennio Flaiano, su comune.roma.it. URL consultato il 3 maggio 2010 (archiviato dall'url originale il 27 agosto 2010).

Bibliografia

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  • AA.VV., Ennio Flaiano l'uomo e l'opera, Fabiani, Pescara, 1989 [Atti del convegno nazionale nel decennale della morte dello scrittore a Pescara, 19-20 ottobre 1982]
  • Gian Carlo Bertelli e Pier Marco De Santi (a cura di), Omaggio a Flaiano, Giardini, Pisa, 1986 [in occasione della mostra tenuta al Festival internazionale del film di Locarno, alla Biblioteca Nazionale di Roma dal 28 ottobre al 30 novembre 1986, al Castello Sforzesco di Milano dal 15 gennaio al 15 febbraio 1987, e a Palazzo Medici-Riccardi di Firenze dal 9 ottobre al 4 novembre 1987]
  • Antonio Palermo ed Emma Giammattei, Solitudine del moralista: Alvaro e Flaiano, Liguori, Napoli, 1986
  • Michele Ferrario, Diana Ruesch e Anna Longoni, Bibliografia degli scritti di Ennio Flaiano, prefazione di Geno Pampaloni, All'insegna del pesce d'oro, Milano, 1988
  • AA.VV., Flaiano e il tempo del mondo, Fabiani, Pescara, 1989 [atti del convegno di studi a Pescara, 31 marzo-1º aprile 1989]
  • AA.VV., Ennio Flaiano, a cura di Diana Ruesch, Lugano, 1996 [convegno organizzato dalla Biblioteca cantonale di Lugano, 20-21 novembre 1992]
  • AA.VV., Flaiano vent'anno dopo, Ediars, Pescara, 1993 [atti del convegno di studi a Pescara, 9-10 ottobre 1992]
  • AA.VV., La critica e Flaiano, a cura di Lucilla Sergiacomo, Ediars, Pescara, 1992
  • Lida Buccella (a cura di), Ennio Flaiano e la critica: ricognizioni bibliografiche (1946-1992), Ediars, Pescara, 1993
  • Vito Moretti (a cura di), Flaiano e «Oggi e domani», Ediars, Pescara, 1993
  • Ennio Ceccarini e Bruno Rasia, C'era una volta... Ennio Flaiano, Nuova ERI-RAI, Torino, 1994
  • AA.VV., Il teatro di Flaiano, Ediars, Pescara, 1995 [convegno di studio a Pescara, 6-7 ottobre 1995]
  • Vittoriano Esposito, Vita e pensiero di Ennio Flaiano, Polla ed., Cerchio (AQ), 1996
  • Lucilla Sergiacomo, Invito alla lettura di Ennio Flaiano, Mursia, Milano, 1996
  • AA.VV., Flaiano satirico, Ediars, Pescara, 1997 [convegno di studi a Pescara, 30-31 maggio 1997]
  • AA.VV., Flaiano negli studi universitari, Ediars, Pescara, 1998 [convegno di studi a Pescara, 9-10 ottobre 1998]
  • AA.VV., Flaiano oggi: omaggio allo scrittore nell'anno 25.mo della morte, Ediars, Pescara, 1998 [convegno di studi a Pescara, 17 ottobre 1998]
  • Bruno Rasia, Ennio il piccolo Flaiano: l'infanzia di un satiro, Cangemi, Roma, 2002
  • Diana Ruesch (a cura di), Satira e vita: i disegni del fondo Flaiano della Biblioteca cantonale di Lugano, con cinquanta brevi testi di Ennio Flaiano, Pendragon, Bologna, 2002 [catalogo della mostra tenuta a Perugia nel 2002-03]
  • AA.VV., Ennio Flaiano: incontri critici con l'opera (1982-2002), Ediars, Pescara, 2003
  • Margherita Mesirca, Le mille e una storie impossibili: indagine intorno ai racconti lunghi di Ennio Flaiano, Longo, Ravenna, 2003
  • L'occhiale indiscreto: Flaiano e le arti figurative, Ediars, Pescara, 2004 [convegno di studi a Pescara, 12 novembre 2004]
  • Antonio Marchetti, Pescara: Ennio Flaiano e la città parallela, presentazione di Renato Minore, Unicopli, Milano, 2004
  • Fabrizio Natalini, Ennio Flaiano: una vita nel cinema, Artemide, Roma, 2005
  • Franco Celenza, Le opere e i giorni di Ennio Flaiano. Ritratto d'autore, prefazione di Giovanni Antonucci, Bevivino ed., Milano-Roma, 2007
  • Giuseppe Leone, "Interviste su Silone, Pomilio e Flaiano - Il "criticar parlando" di Vittoriano Esposito", in "Pomezia-Notizie", Roma, maggio 2009, pp. 16–17.
  • Ennio Flaiano: hanno detto e scritto di lui, Ferrara, Pescara, 2010
  • Giacomo D'Angelo, Flaiano e D'Annunzio: l'Antitaliano e l'Arcitaliano, Solfanelli, Chieti, 2010
  • Diego De Carolis, Flaiano e la pubblica amministrazione, REA, L'Aquila, 2010
  • Simone Gambacorta, La luna è ancora nascosta. Conversazioni su Ennio Flaiano con Vittoriano Esposito, Giuseppe Rosato e Lucilla Sergiacomo, Galaad ed., Giulianova (TE), 2014
  • Giacomo Ioannisci, Lo spettatore immobile: Ennio Flaiano e l'illusione del cinema, Bietti, Milano, 2010
  • Diana Ruesch e Karin Stefanski (a cura di), Uno che ha tempo: Ennio Flaiano sceneggiatore, Lugano, 2010 [omaggio-mostra nel centenario della nascita presso la Biblioteca cantonale, Archivio Prezzolini-Fondo Flaiano di Lugano]
  • Pascal Schembri, Un marziano in Italia: vita di Ennio Flaiano, presentazione di Walter Pedullà, Anordest, Villorba (TV), 2010
  • Giorgio Linguaglossa Dalla lirica al discorso poetico. Storia della poesia italiana (1945-2010) Roma, EdiLet, 2011
  • Piero Buscioni, Ennio Flaiano, in "il Fuoco", Polistampa, Firenze, nn. 33/34, giugno-dicembre 2015
  • Michele Brancale, Flaiano in versi, Gradiva, n° 49, Leo S. Olschki, 2016

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