Oea (città): differenze tra le versioni

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'''Oea''' era l'antico centro romano su cui sorge la città di [[Tripoli]], attuale capitale della [[Libia]].
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Oea era l'antico centro romano su cui sorge la città di [[Tripoli]], attuale capitale della [[Libia]].


== Geografia ==
== Geografia ==
La città faceva parte della [[Tripolitania]], regione libica che prendeva questo nome dal greco Τρίπολις cioè ''tre città'': si trattava delle tre principali città di origine punica della costa occidentale della Libia, ovvero la stessa Oea, [[Sabratha]], e [[Leptis Magna]]. Ad essa si giustapponevano allora le cinque principali città della [[Libia orientale]], la cosiddetta [[Pentapoli cirenaica]] di origine greca, costituita dal capoluogo [[Cirene]] e da altri quattro centri, cioè [[Apollonia (Cirenaica)|Apollonia]] (l'attuale Marsa Susa), in allora porto di Cirene, Esperide-Berenice (l'attuale [[Bengasi]]), Tauchira-Arsinoe (l'odierna Tocra), e [[Barca (Libia)|Barca]] (l'odierna [[Al Marj]]) il cui porto era allora [[Tolemaide]].

La città faceva parte nell'attuale [[Tripolitania]], regione libica che prendeva questo nome dal greco Τρίπολις cioè ''tre città'': si trattava delle tre principali città di origine punica della costa occidentale, ovvero la stessa Oea, [[Sabratha]], e [[Leptis Magna|Leptis Magna]]. Ad essa si giustapponevano allora le cinque principali città della Libia orientale, la c.d. Pentapoli cirenaica di origine greca, costituita dal capoluogo [[Cirene_(città)|Cirene]] e da altri quattro centri, cioè [[Apollonia_(Cirenaica)|Apollonia]] (l'attuale Marsa Susa), in allora porto di Cirene, Esperide-Berenice (l'attuale [[Bengasi]]), Tauchira-Arsinoe (l'odierna Tocra), e [[Barca_(Libia)|Barca]] (l'odierna [[Al Marj]]) il cui porto era allora [[Tolemaide|Tolemaide]].


== Storia ==
== Storia ==
La città fu colonizzata nel VII secolo a.C. da fenici originari di [[Tiro_(città)|Tiro]] che le dettero il nome di ''W'jt'' <ref>Jona Lendering, ''Livius.Org, v. Oea (Tripoli)</ref>. Di quell'epoca restano poche vestigia, tra cui un [[tofet]] che comprova che vi avessero luogo sacrifici a [[Melqart]] o [[Moloch_(divinità)|Moloch]], suprema divinità punica <ref>Jona Lendering, ''Livius.Org, v. Oea (Tripoli)</ref>.
La città fu colonizzata nel [[VII secolo a.C.]] da [[fenici]] originari di [[Tiro (città antica)|Tiro]] che le dettero il nome di ''W'jt''<ref name="ReferenceA">Jona Lendering, ''Livius.Org'', v. Oea (Tripoli).</ref>. Di quell'epoca restano poche vestigia, tra cui un [[tofet]] che comprova che vi avessero luogo sacrifici a [[Melqart]] o [[Moloch (divinità)|Moloch]], suprema divinità punica<ref name="ReferenceA"/>.


Dopo aver sofferto la dominazione cirenaica e quella cartaginese, di cui fu a lungo tributaria, la città fu conquistata dapprima dai numidi di [[Massinissa]] (161 a.C. circa) e quindi da [[Roma]] nel corso della guerra contro [[Giugurta]] (106 a.C.), pur mantenendo una formale indipendenza <ref>Jona Lendering, ''Livius.Org, v. Oea (Tripoli)</ref>.
Dopo aver sofferto la dominazione cirenaica e quella cartaginese, di cui fu a lungo tributaria, la città fu conquistata dapprima dai numidi di [[Massinissa]] (161 a.C. circa) e quindi da [[Roma]] nel corso della guerra contro [[Giugurta]] (106 a.C.): nonostante ciò, in questa periodo mantenne una formale indipendenza da Roma<ref name="ReferenceA"/>.


[[Apollo]] e [[Minerva]] ne erano considerate le divinità protettrici.
[[Apollo]] e [[Minerva]] ne erano considerate le divinità protettrici.


Sotto [[Tiberio Claudio Nerone|Tiberio]] fu incorporata nella [[Africa_(provincia_romana)|provincia d'Africa]] e ricompresa nella ''Regio Syrtica'': una delle conseguenze principali di tale misura fu l'abolizione del privilegio di coniazione autonoma, fino ad allora riconosciuto nella regione <ref>Renato Bartoccini, ''Ombre di Roma in Tripolitania</ref>.
Sotto [[Tiberio Claudio Nerone|Tiberio]] Oea fu incorporata nella [[Africa (provincia romana)|provincia d'Africa]] e ricompresa nella ''Regio Syrtica'': una delle conseguenze principali di tale misura fu l'abolizione del privilegio di coniazione autonoma, fino ad allora riconosciuto nella regione<ref name="ReferenceB">[[Renato Bartoccini]], ''Ombre di Roma in Tripolitania''.</ref>.


All'inizio del III secolo Oea entrò a far parte della ''Regio Tripolitana'', così chiamata appunto per il menzionato legame con Sabratha e Leptis, fiorendo sotto [[Settimio Severo]], originario di quest'ultima città, che probabilmente elevò l'area al rango di provincia.
All'inizio del [[III secolo]] entrò a far parte della ''[[Regio Tripolitana]]'', così chiamata appunto per il menzionato legame con Sabratha e Leptis, fiorendo sotto [[Settimio Severo]], originario di quest'ultima città, che probabilmente elevò l'area al rango di provincia.


Nel 439 Oea e le altre città della Tripolitania furono conquistate dai vandali di [[Genserico]].
Nel 439 Oea e le altre città della Tripolitania furono conquistate dai [[vandali]] di [[Genserico]].


Nel 533 la città fu ripresa dai bizantini di [[Belisario (generale bizantino)|Belisario]], che ne scacciò i vandali.
Nel 533 la città fu ripresa dai [[bizantini]] di [[Belisario (generale bizantino)|Belisario]], che ne scacciò i vandali.


Rimase cristiana fino alla conquista araba del 643, avvenuta dopo un assedio durato un mese. Peraltro, ancora all'inizio dell'XI secolo nell'oasi di Gefàra, a soli venti chilometri dalla città, era segnalata la presenza di una comunità cristiana che obbediva ad un ''iudex''<ref>Renato Bartoccini, ''Ombre di Roma in Tripolitania</ref>.
Rimase cristiana fino alla conquista araba del 643, avvenuta dopo un assedio durato un mese. Peraltro, ancora all'inizio dell'[[XI secolo]] nell'oasi di Gefàra, a soli venti chilometri dalla città, era segnalata la presenza di una comunità cristiana che obbediva ad un ''iudex''<ref name="ReferenceB"/>.


Oea assunse il nome di Tripoli una volta che Sabratha e Leptis Magna furono abbandonate dalla popolazione.
Oea assunse il nome di Tripoli una volta che Sabratha e Leptis Magna furono abbandonate dalla popolazione.


== Monumenti ==
== Monumenti ==
La città araba attuale sorge sulle rovine dell'antica Oea che ne ha in parte fornito i materiali da costruzione: è a causa di ciò che restano poche vestigia romane, tra cui l'arco di [[Marco Aurelio]] del 165, il tempietto del Genio della Colonia del 183 (riportante un iscrizione che in origine faceva riferimento a [[Commodo]], successivamente rimossa per la ''damnatio memoriae'' che colpì questo imperatore) e il tempio di [[Mitra]] (''Mithraeum'') risalente al IV secolo <ref>Jona Lendering, ''Livius.Org, v. Oea (Tripoli)</ref>.
La città araba attuale sorge sulle rovine dell'antica Oea che ne ha in parte fornito i materiali da costruzione: è a causa di ciò che restano poche vestigia romane, tra cui l'arco di [[Marco Aurelio]] del 165, il tempietto del Genio della colonia del 183 (riportante un'iscrizione che in origine faceva riferimento a [[Commodo]], successivamente rimossa per la ''[[damnatio memoriae]]'' che colpì questo imperatore) e il tempio di [[Mitra (divinità)|Mitra]] (''Mithraeum'') risalente al [[IV secolo]]<ref name="ReferenceA"/>.


Il principale monumento di epoca romana della città è l''''arco di Marco Aurelio''' che si trova presso l’entrata nordorientale della Medina.
Il principale monumento di epoca romana della città è l'[[arco di Marco Aurelio]] che si trova presso l'entrata nord-orientale della Medina.


Si tratta di un [[arco trionfale|arco romano]] quadrifronte, sormontato da una particolare cupola ottagonale, che fu fatto innalzare (interamente in marmo) da Gaio Calpurnio Celso, duumviro quinquennale della città, per commemorare le vittorie sui Parti di [[Lucio Vero]], fratello dell'imperatore [[Marco Aurelio]] <ref>Renato Bartoccini, ''Ombre di Roma in Tripolitania</ref>.
Si tratta di un [[arco trionfale|arco romano]] quadrifronte, sormontato da una particolare cupola ottagonale, che fu fatto innalzare (interamente in marmo) da Gaio Calpurnio Celso, duumviro quinquennale della città, per commemorare le vittorie sui Parti di [[Lucio Vero]], fratello dell'imperatore [[Marco Aurelio]]<ref name="ReferenceB"/>.


Il monumento è fatto risalire al 165, e non a data posteriore, perchè l'imperatore è indicato soltanto col titolo di ''armeniacus'' e non anche con quello di ''medicus'' e ''parthicus'', che gli sarebbe stato conferito nel 166.
Il monumento è fatto risalire al 165, e non a data posteriore, perché l'imperatore è indicato soltanto col titolo di ''armeniacus'' e non anche con quello di ''medicus'' e ''parthicus'', che gli sarebbe stato conferito nel 166.


Sui due frontoni principali appaiono i numi tutelari della città, Apollo e Minerva, su bighe trainate da grifi e sfingi<ref>Renato Bartoccini, ''Ombre di Roma in Tripolitania</ref>; secondo un'altra interpretazione, sulle bighe sarebbero ritratti rispettivamente Lucio Vero e la dea Roma<ref>Jona Lendering, ''Livius.Org, v. Oea (Tripoli)</ref>. Nelle quattro nicchie poste sulle facciate a nordest e a sudovest dell'arco, ora vuote, dovevano apparire le statue degli imperatori, come quella di Lucio Vero che fu recuperata durante gli scavi novecenteschi <ref>Renato Bartoccini, ''Ombre di Roma in Tripolitania</ref>.
Sui due frontoni principali appaiono i numi tutelari della città, [[Apollo]] e [[Minerva]], su bighe trainate da grifoni e sfingi<ref name="ReferenceB"/>; secondo un'altra interpretazione, sulle bighe sarebbero ritratti rispettivamente [[Lucio Vero]] e la [[dea Roma]]<ref name="ReferenceA"/>. Nelle quattro nicchie poste sulle facciate a nord-est e a sud-ovest dell'arco, ora vuote, dovevano apparire le statue degli imperatori, come quella di Lucio Vero che fu recuperata durante gli scavi novecenteschi<ref name="ReferenceB"/>.


Nel corso dei secoli successivi l'arco fu parzialmente interrato. Subito dopo la conquista coloniale, tra il 1914 e il 1918, fu recuperato dall'amministrazione italiana che ne curò il consolidamento e il restauro.
Nel corso dei secoli successivi l'arco fu parzialmente interrato. Subito dopo la conquista coloniale, tra il 1914 e il 1918, fu recuperato dall'amministrazione italiana che ne curò il consolidamento e il restauro.


== Note ==
[[Categoria:Archi romani|Marco Aurelio]]
<references />


==Voci correlate==
== Voci correlate ==
* [[Africa (provincia romana)]]
* [[Tripoli]]
* [[Tripoli]]
* [[Leptis Magna]]
* [[Leptis Magna]]
* [[Sabratha]]
* [[Sabratha]]
* [[Tesoro di Misurata]]
* [[Tesoro di Misurata]]
* [[Africa (provincia romana)]]
* [[Africa (diocesi)]]
* [[Limes africano]]


== Altri progetti ==
== Altri progetti ==
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==Note==
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[[Categoria:Oea]]

Versione attuale delle 04:59, 21 lug 2024

Mappa di localizzazione: Libia
Oea
Oea
Posizione di Oea
L'Africa settentrionale con la Tripolitania e la Cirenaica in età classica
Limes romano in Africa settentrionale
Frontone del tempio del Genio della colonia
La facciata nord-est dell'arco di Marco Aurelio
Mosaico, Museo nazionale di Tripoli

Oea era l'antico centro romano su cui sorge la città di Tripoli, attuale capitale della Libia.

La città faceva parte della Tripolitania, regione libica che prendeva questo nome dal greco Τρίπολις cioè tre città: si trattava delle tre principali città di origine punica della costa occidentale della Libia, ovvero la stessa Oea, Sabratha, e Leptis Magna. Ad essa si giustapponevano allora le cinque principali città della Libia orientale, la cosiddetta Pentapoli cirenaica di origine greca, costituita dal capoluogo Cirene e da altri quattro centri, cioè Apollonia (l'attuale Marsa Susa), in allora porto di Cirene, Esperide-Berenice (l'attuale Bengasi), Tauchira-Arsinoe (l'odierna Tocra), e Barca (l'odierna Al Marj) il cui porto era allora Tolemaide.

La città fu colonizzata nel VII secolo a.C. da fenici originari di Tiro che le dettero il nome di W'jt[1]. Di quell'epoca restano poche vestigia, tra cui un tofet che comprova che vi avessero luogo sacrifici a Melqart o Moloch, suprema divinità punica[1].

Dopo aver sofferto la dominazione cirenaica e quella cartaginese, di cui fu a lungo tributaria, la città fu conquistata dapprima dai numidi di Massinissa (161 a.C. circa) e quindi da Roma nel corso della guerra contro Giugurta (106 a.C.): nonostante ciò, in questa periodo mantenne una formale indipendenza da Roma[1].

Apollo e Minerva ne erano considerate le divinità protettrici.

Sotto Tiberio Oea fu incorporata nella provincia d'Africa e ricompresa nella Regio Syrtica: una delle conseguenze principali di tale misura fu l'abolizione del privilegio di coniazione autonoma, fino ad allora riconosciuto nella regione[2].

All'inizio del III secolo entrò a far parte della Regio Tripolitana, così chiamata appunto per il menzionato legame con Sabratha e Leptis, fiorendo sotto Settimio Severo, originario di quest'ultima città, che probabilmente elevò l'area al rango di provincia.

Nel 439 Oea e le altre città della Tripolitania furono conquistate dai vandali di Genserico.

Nel 533 la città fu ripresa dai bizantini di Belisario, che ne scacciò i vandali.

Rimase cristiana fino alla conquista araba del 643, avvenuta dopo un assedio durato un mese. Peraltro, ancora all'inizio dell'XI secolo nell'oasi di Gefàra, a soli venti chilometri dalla città, era segnalata la presenza di una comunità cristiana che obbediva ad un iudex[2].

Oea assunse il nome di Tripoli una volta che Sabratha e Leptis Magna furono abbandonate dalla popolazione.

La città araba attuale sorge sulle rovine dell'antica Oea che ne ha in parte fornito i materiali da costruzione: è a causa di ciò che restano poche vestigia romane, tra cui l'arco di Marco Aurelio del 165, il tempietto del Genio della colonia del 183 (riportante un'iscrizione che in origine faceva riferimento a Commodo, successivamente rimossa per la damnatio memoriae che colpì questo imperatore) e il tempio di Mitra (Mithraeum) risalente al IV secolo[1].

Il principale monumento di epoca romana della città è l'arco di Marco Aurelio che si trova presso l'entrata nord-orientale della Medina.

Si tratta di un arco romano quadrifronte, sormontato da una particolare cupola ottagonale, che fu fatto innalzare (interamente in marmo) da Gaio Calpurnio Celso, duumviro quinquennale della città, per commemorare le vittorie sui Parti di Lucio Vero, fratello dell'imperatore Marco Aurelio[2].

Il monumento è fatto risalire al 165, e non a data posteriore, perché l'imperatore è indicato soltanto col titolo di armeniacus e non anche con quello di medicus e parthicus, che gli sarebbe stato conferito nel 166.

Sui due frontoni principali appaiono i numi tutelari della città, Apollo e Minerva, su bighe trainate da grifoni e sfingi[2]; secondo un'altra interpretazione, sulle bighe sarebbero ritratti rispettivamente Lucio Vero e la dea Roma[1]. Nelle quattro nicchie poste sulle facciate a nord-est e a sud-ovest dell'arco, ora vuote, dovevano apparire le statue degli imperatori, come quella di Lucio Vero che fu recuperata durante gli scavi novecenteschi[2].

Nel corso dei secoli successivi l'arco fu parzialmente interrato. Subito dopo la conquista coloniale, tra il 1914 e il 1918, fu recuperato dall'amministrazione italiana che ne curò il consolidamento e il restauro.

  1. ^ a b c d e Jona Lendering, Livius.Org, v. Oea (Tripoli).
  2. ^ a b c d e Renato Bartoccini, Ombre di Roma in Tripolitania.

Voci correlate

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