Prosciutto di San Daniele: differenze tra le versioni

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* la sugnatura, che prevede l'applicazione di un impasto, la sugna, a base di farina di riso e grasso sulla porzione non coperta dalla cotenna per mantenerla morbida;
* la sugnatura, che prevede l'applicazione di un impasto, la sugna, a base di farina di riso e grasso sulla porzione non coperta dalla cotenna per mantenerla morbida;
* la stagionatura che deve prolungarsi fino al compimento del tredicesimo mese dall'inizio della lavorazione;
* la stagionatura che deve prolungarsi fino al compimento del tredicesimo mese dall'inizio della lavorazione;
dopo questo periodo minimo l'INEQ (Istituto Nord Est Qualità), autorizzato dal [[Ministero delle politiche agricole alimentari forestali e del turismo]], esegue i controlli che verificano la rispondenza dei prosciutti ai requisiti prescritti dal Disciplinare. Solo i prosciutti che rispettano tutti i parametri sono certificati e su di essi viene impresso a fuoco il marchio del Consorzio, che comprende il codice identificativo del produttore e costituisce elemento di certificazione e garanzia.
dopo questo periodo minimo l'INEQ (Istituto Nord Est Qualità), autorizzato dal [[Ministero delle politiche agricole alimentari forestali e del turismo]], esegue i controlli che verificano la rispondenza dei prosciutti ai requisiti prescritti dal Disciplinare. Solo i prosciutti che rispettano tutti i parametri sono certificati e su di essi viene impresso a fuoco il marchio del Consorzio, che comprende il codice identificativo del produttore e costituisce elemento di certificazione e garanzia.


Lungo l'intera lavorazione vengono effettuati i tradizionali controlli periodici, tra cui la puntatura con l'osso di cavallo<ref>{{Cita web |url=http://www.museidelcibo.it/page.asp?IDCategoria=234&IDSezione=969&ID=454509 |titolo=Copia archiviata |accesso=29 marzo 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160416070324/http://www.museidelcibo.it/page.asp?IDCategoria=234&IDSezione=969&ID=454509 |dataarchivio=16 aprile 2016 |urlmorto=sì }}</ref> e la battitura, che è la percussione della cotenna, che monitorano l'evoluzione del prodotto.
Lungo l'intera lavorazione vengono effettuati i tradizionali controlli periodici, tra cui la puntatura con l'osso di cavallo<ref>{{Cita web |url=http://www.museidelcibo.it/page.asp?IDCategoria=234&IDSezione=969&ID=454509 |titolo=Copia archiviata |accesso=29 marzo 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160416070324/http://www.museidelcibo.it/page.asp?IDCategoria=234&IDSezione=969&ID=454509 |dataarchivio=16 aprile 2016 |urlmorto=sì }}</ref> e la battitura, che è la percussione della cotenna, che monitorano l'evoluzione del prodotto.

Versione delle 20:30, 19 mar 2020

Prosciutto di San Daniele (DOP)
Origini
Luogo d'origineBandiera dell'Italia Italien
RegioneFriuli-Venezia Giulia
Zona di produzioneSan Daniele (UD)
Dettagli
Categoriasalume
RiconoscimentoD.O.P.
SettorePreparazioni a base di carne
Consorzio di tutelaConsorzio di tutela Prosciutto di San Daniele
ProvvedimentoReg. CE n.1107/96 (GUCE L. 148/96 del 21.06.1996)

Prosciutto di San Daniele (DOP) è un prosciutto crudo stagionato riconosciuto prodotto a Denominazione di Origine dal 1970 dallo Stato italiano con la legge n. 507 e dal 1996 dall'Unione europea come prodotto a denominazione di origine protetta (DOP) perché le sue caratteristiche sono dovute al particolare ambiente geografico, che include fattori naturali e umani.

Viene prodotto da 31 aziende nel comune di San Daniele del Friuli, in provincia di Udine secondo modalità definite dal relativo Disciplinare di produzione che ha valore di legge. Sui prosciutti certificati viene impresso a fuoco il marchio del Consorzio, che comprende il codice identificativo del produttore.

Materia prima

Gli unici ingredienti del prosciutto di San Daniele sono cosce di maiali italiani, sale marino e il particolare microclima di San Daniele. Nessun tipo di conservante viene utilizzato. I suini sono nati, allevati e macellati in Italia, in particolare in dieci regioni del centro - nord (Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Marche, Umbria, Toscana, Lazio, Abruzzo). Tutte le fasi di trasformazione e lavorazione del prodotto (dalla coscia fresca al prosciutto crudo stagionato) devono avvenire all'interno dei confini del Comune di San Daniele del Friuli.

Il ciclo produttivo dura almeno 13 mesi. Le cosce che arrivano a San Daniele del Friuli devono avere un peso non inferiore a Errore in {{M}}: parametro 2 non è un numero valido. e conservare lo «zampino», che oltre a rappresentare un omaggio alla tradizione, permette di mantenere l'integrità biologica della coscia e agevola il drenaggio dell'umidità.

Fasi di lavorazione

Un ago per puntatura
Taglio tradizionale a coltello del prosciutto di San Daniele

Le fasi di lavorazione sono nell'ordine:

  • il raffreddamento e la rifilatura delle cosce che dopo aver passato il controllo preliminare di conformità vengono rifilate per favorire la perdita di umidità e conferirgli la tradizionale forma;
  • la salatura, dopo le prime 24-48 ore, secondo la tradizione, le cosce vengono coperte di sale e così rimangono per un numero di giorni pari ai chilogrammi del loro peso;
  • la pressatura, è una fase tipica ed esclusiva del San Daniele che permette di far penetrare al meglio il sale e dare alla carne una consistenza migliore;
  • il riposo, le cosce salate rimangono a riposo in apposite sale fino al quarto mese dall'inizio della lavorazione;
  • il lavaggio e l'asciugamento;
  • la sugnatura, che prevede l'applicazione di un impasto, la sugna, a base di farina di riso e grasso sulla porzione non coperta dalla cotenna per mantenerla morbida;
  • la stagionatura che deve prolungarsi fino al compimento del tredicesimo mese dall'inizio della lavorazione;

dopo questo periodo minimo l'INEQ (Istituto Nord Est Qualità), autorizzato dal Ministero delle politiche agricole alimentari forestali e del turismo, esegue i controlli che verificano la rispondenza dei prosciutti ai requisiti prescritti dal Disciplinare. Solo i prosciutti che rispettano tutti i parametri sono certificati e su di essi viene impresso a fuoco il marchio del Consorzio, che comprende il codice identificativo del produttore e costituisce elemento di certificazione e garanzia.

Lungo l'intera lavorazione vengono effettuati i tradizionali controlli periodici, tra cui la puntatura con l'osso di cavallo[1] e la battitura, che è la percussione della cotenna, che monitorano l'evoluzione del prodotto.

Caratteristiche chimico-fisiche

La parte magra contiene in media: 2,3% sodio, 58-61% acqua, 29% proteine e 3-4% grassi.

Caratteristiche organolettiche

Colore uniforme rosso-rosato del magro; profilo e striature di grasso bianco candido; profumo intenso; gusto dolce e delicato con retrogusto più marcato; fette delicate e vaporose; morbidità al taglio.

Abbinamenti

Si accompagna preferibilmente con un vino bianco secco, non troppo aromatico.

Produzione

Nel 2012 sono stati prodotti 2646000 prosciutti per un fatturato totale di 345 milioni di euro con un incremento di 2,5 punti rispetto al 2011.

Note

  1. ^ Copia archiviata, su museidelcibo.it. URL consultato il 29 marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 16 aprile 2016).

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