Tetrarchia: differenze tra le versioni

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Storia dei passaggi di potere nella crisi della tetrachia di Diocleziano.
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L'esempio storicamente più famoso fu la tetrarchia voluta da [[Diocleziano]], imperatore romano dal [[285]] al [[305]].
L'esempio storicamente più famoso fu la tetrarchia voluta da [[Diocleziano]], imperatore romano dal [[285]] al [[305]].
Appena arrivato al potere, Diocleziano nominò [[Massimiano]] proprio ''Caesar'', ossia coadiuvante e successore designato, quindi lo elevò al rango di ''Augustus'', ossia co-imperatore e responsabile per il controllo delle regioni occidentali dell'impero. Si creava così una diarchia, nella quale Diocleziano mantenne una primazia.<br/>
Appena giunto al potere, Diocleziano nominò come cesare per l'occidente un valente ufficilale, [[Massimiano]], facendone il proprio successore designato, e quindi lo elevò al rango di augusto l'anno successivo (286): si era quindi formata una diarchia in cui i due imperatori si dividevano su base geografica il governo dell'impero e la responsabilità della difesa delle frontiere e della lotta contro gli usurpatori. Diocleziano, che si considerava sotto la protezione di Giove (Iovio), mentre Massimiano era sotto la protezione di Ercole (Erculio), manteneva però una supremazia<br/>
Ma data la crescente difficoltà a contenere le numerose rivolte all'interno dell'impero, nel [[293]] si procedette a un'ulteriore divisione funzionale e territoriale, al fine di facilitare le operazioni militari: Diocleziano nominò [[Galerio]] suo ''Caesar'', e Massimiano fece lo stesso con [[Costanzo Cloro]]. L'impero fu diviso in quattro territori: Diocleziano controllava le province orientali e l'[[Egitto]] (capitale: [[Nicomedia]]); Galerio le provincie balcaniche (capitale: [[Sirmio]]); Massimiano governava su [[Italia]], [[Spagna]] e [[Africa]] Settentrionale (capitale: [[Milano]]) e Costanzo Cloro ebbe in affidamento la [[Gallia]] e la [[Britannia]] (capitale: [[Treviri]]).
Ma data la crescente difficoltà a contenere le numerose rivolte all'interno dell'impero, nel [[293]] si procedette a un'ulteriore divisione funzionale e territoriale, al fine di facilitare le operazioni militari: Diocleziano nominò come suo cesare per l'oriente [[Galerio]] e Massimiano fece lo stesso con [[Costanzo Cloro]] per l'occidente. L'impero fu diviso in quattro territori: Diocleziano controllava le province orientali e l'[[Egitto]] (capitale: [[Nicomedia]]); Galerio le provincie balcaniche (capitale: [[Sirmio]]); Massimiano governava su [[Italia]], [[Spagna]] e [[Africa]] Settentrionale (capitale: [[Milano]]) e Costanzo Cloro ebbe in affidamento la [[Gallia]] e la [[Britannia]] (capitale: [[Treviri]]). Il sistema si rivelò efficace per la stabilità dell'impero e rese possibile agli augusti di celebrare i ''vicennalia'', ossia i vent'anni di regno, come non era più successo dai tempi di [[Antonino Pio]]. Restava da mettere alla prova il meccanismo della successione.


Il [[1 maggio]] del [[305]] Diocleziano e Massimiano abdicarono:i loro due cesari diventarono augusti, Galerio per l'oriente e Costanzo Cloro per l'occidente, e provvidero a nominare a loro volta i propri successori designati: Galerio scelse [[Massimino Daia]] e Costanzo Cloro scelse [[Flavio Valerio Severo]].<br/>
L'anno seguente tuttavia, con la morte Costanzo Cloro ([[306]]), il sistema andò in crisi: il figlio illegittimo dell'imperatore defunto, [[Costantino]] venne proclamato augusto dalle truppe al posto del legittimo erede, Severo, e qualche mese dopo i pretoriani a Roma proclamarono imperatore [[Massenzio]], figlio del vecchio augusto Massimiano Erculio, ripristinando il principio dinastico.<br/>
Nel [[308]] Diocleziano e Massimiano Erculio, in rotta con il figlio, si riunirono a [[Carnunto]] per cercare di riportare l'ordine: essendo stato eliminato l'anno prima Seveo, per l'oriente restarono rispettivamente augusto e cesare Galerio e Massimino Daia, mentre per l'occidente fu nominato un nuovo augusto, [[Licinio]], indicando come cesare il ribelle Costantino.<br/>
Né Costantino, né Massimino Daia accettarono la posizione subordinata che veniva loro offerta e si considerarono entrambi augusti. Si ebbero dunque quattro augusti, Galerio e Massimino Daia in oriente, Licinio in Illirico e Costantino in Gallia, Spagna e Francia, mentre Massenzio restava, come usurpatore ,in Italia e Africa.


Nel [[311]] con la morte di Galerio, Massimino Daia si impadronì di tutto l'oriente e i tre augusti rimasti (ufficialmente elencati nell'ordine di anzianitò al potere: Massimino, Costantino e Licinio) si coalizzarono contro Massenzio, che Costantino sconfisse nella battaglia di [[Ponte Milvio]], presso Roma, il [[28 ottobre]] del [[312]]. Nel [[313]] moriva Massimino Daia e restavano solo due augusti: Costantino per l'occidente e Licinio per l'oriente. Dopo un primo conflitto nel [[314]], in seguito al quale l'Illirico passò a Costantino, Licinio venne definitivamente sconfitto nel [[324]] e Costantino rimase unico signore di tutto l'impero: la tetrarchia era definitivamente finita.
In seguito al ritiro di Diocleziano, il sistema attraversò una profonda crisi dovuta alle lotte fra i successori per ottenere il controllo dell'impero, e si concluse nel [[324]], con la definitiva affermazione di [[Costantino il Grande]] come unico imperatore.

Versione delle 14:11, 5 dic 2004

Tetrarchia, derivato dal greco tetrarchía, composto da tétra, connesso con tettares (quattro) e árchein (governare), è una forma di governo risalente all'Antica Grecia che consiste nella divisione del territorio in quattro parti, ognuno retto da una'amministrazione distinta.


La tetrarchia di Diocleziano

L'esempio storicamente più famoso fu la tetrarchia voluta da Diocleziano, imperatore romano dal 285 al 305. Appena giunto al potere, Diocleziano nominò come cesare per l'occidente un valente ufficilale, Massimiano, facendone il proprio successore designato, e quindi lo elevò al rango di augusto l'anno successivo (286): si era quindi formata una diarchia in cui i due imperatori si dividevano su base geografica il governo dell'impero e la responsabilità della difesa delle frontiere e della lotta contro gli usurpatori. Diocleziano, che si considerava sotto la protezione di Giove (Iovio), mentre Massimiano era sotto la protezione di Ercole (Erculio), manteneva però una supremazia
Ma data la crescente difficoltà a contenere le numerose rivolte all'interno dell'impero, nel 293 si procedette a un'ulteriore divisione funzionale e territoriale, al fine di facilitare le operazioni militari: Diocleziano nominò come suo cesare per l'oriente Galerio e Massimiano fece lo stesso con Costanzo Cloro per l'occidente. L'impero fu diviso in quattro territori: Diocleziano controllava le province orientali e l'Egitto (capitale: Nicomedia); Galerio le provincie balcaniche (capitale: Sirmio); Massimiano governava su Italia, Spagna e Africa Settentrionale (capitale: Milano) e Costanzo Cloro ebbe in affidamento la Gallia e la Britannia (capitale: Treviri). Il sistema si rivelò efficace per la stabilità dell'impero e rese possibile agli augusti di celebrare i vicennalia, ossia i vent'anni di regno, come non era più successo dai tempi di Antonino Pio. Restava da mettere alla prova il meccanismo della successione.

Il 1 maggio del 305 Diocleziano e Massimiano abdicarono:i loro due cesari diventarono augusti, Galerio per l'oriente e Costanzo Cloro per l'occidente, e provvidero a nominare a loro volta i propri successori designati: Galerio scelse Massimino Daia e Costanzo Cloro scelse Flavio Valerio Severo.
L'anno seguente tuttavia, con la morte Costanzo Cloro (306), il sistema andò in crisi: il figlio illegittimo dell'imperatore defunto, Costantino venne proclamato augusto dalle truppe al posto del legittimo erede, Severo, e qualche mese dopo i pretoriani a Roma proclamarono imperatore Massenzio, figlio del vecchio augusto Massimiano Erculio, ripristinando il principio dinastico.
Nel 308 Diocleziano e Massimiano Erculio, in rotta con il figlio, si riunirono a Carnunto per cercare di riportare l'ordine: essendo stato eliminato l'anno prima Seveo, per l'oriente restarono rispettivamente augusto e cesare Galerio e Massimino Daia, mentre per l'occidente fu nominato un nuovo augusto, Licinio, indicando come cesare il ribelle Costantino.
Né Costantino, né Massimino Daia accettarono la posizione subordinata che veniva loro offerta e si considerarono entrambi augusti. Si ebbero dunque quattro augusti, Galerio e Massimino Daia in oriente, Licinio in Illirico e Costantino in Gallia, Spagna e Francia, mentre Massenzio restava, come usurpatore ,in Italia e Africa.

Nel 311 con la morte di Galerio, Massimino Daia si impadronì di tutto l'oriente e i tre augusti rimasti (ufficialmente elencati nell'ordine di anzianitò al potere: Massimino, Costantino e Licinio) si coalizzarono contro Massenzio, che Costantino sconfisse nella battaglia di Ponte Milvio, presso Roma, il 28 ottobre del 312. Nel 313 moriva Massimino Daia e restavano solo due augusti: Costantino per l'occidente e Licinio per l'oriente. Dopo un primo conflitto nel 314, in seguito al quale l'Illirico passò a Costantino, Licinio venne definitivamente sconfitto nel 324 e Costantino rimase unico signore di tutto l'impero: la tetrarchia era definitivamente finita.