Bagni greci di Gela: differenze tra le versioni
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I '''Bagni greci''' di [[Gela]] sono degli [[Terme|stabilimenti termali]] venuti alla luce nel [[1957]], in prossimità dell'''Ospizio di Mendicità'', in via Europa, [[Caposoprano]], di epoca ellenistica<ref>Pietro Orlandini, ''Gela. Impianto greco di bagni pubblici presso l'ospizio'', in «Notizie degli scavi» 1960, pag. 169. |
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[[File:Bagni_greci.jpeg|thumb|left|Bagni di epoca Ellenistica visti da sud, in fondo le vasche ancora in ottime condizioni.]] |
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Il complesso è costituito da due ambienti, in origine separati da una parete di mattoni di [[argilla]] cruda probabilmente intonacata, coperti da un tetto di tegole di terracotta, seguendo una tecnica edilizia molto diffusa in città sin dalle origini (vedi ad esempio l'area archeologica di [[Bosco Littorio]]). |
Il complesso è costituito da due ambienti, in origine separati da una parete di mattoni di [[argilla]] cruda probabilmente intonacata, coperti da un tetto di tegole di terracotta, seguendo una tecnica edilizia molto diffusa in città sin dalle origini (vedi ad esempio l'area archeologica di [[Bosco Littorio]]). |
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Versione delle 23:43, 21 giu 2014
Bagni greci di Gela | |
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La pianta della struttura termale in un rilievo della Soprintendenza di Caltanissetta | |
Civiltà | Civiltà greca |
Localizzazione | |
Stato | Italien |
Comune | Gela |
Scavi | |
Data scoperta | 1957 |
Amministrazione | |
Ente | Soprintendenza di Caltanissetta |
Visitabile | sì |
Mappa di localizzazione | |
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I Bagni greci' di Gela sono degli stabilimenti termali venuti alla luce nel 1957, in prossimità dellOspizio di Mendicità, in via Europa, Caposoprano, di epoca ellenistica[1].Come per tutto il resto della città i Bagni furono demoliti nel 282 a.C., a seguito della conquista da parte del tiranno agrigentino Finzia.
Struttura
Il complesso è costituito da due ambienti, in origine separati da una parete di mattoni di argilla cruda probabilmente intonacata, coperti da un tetto di tegole di terracotta, seguendo una tecnica edilizia molto diffusa in città sin dalle origini (vedi ad esempio l'area archeologica di Bosco Littorio).
Ambiente 1
Il primo dei due ambienti (situato a nord-ovest) è caratterizzato da due gruppi di vasche disposte radialmente intorno ad uno spazio centrale e collegate da un sistema di refluo delle acque. Il primo di questi due gruppi ne contava 14, di cui oggi ne sono andate perdute due soltanto, disposte a ferro di cavallo e realizzate sul tipo greco a sedile; avevano inferiormente una concavità emisferica che doveva servire a raccogliere facilmente l'acqua per svuotare la vasca dato che, mancando il foro di scarico, ciò avveniva a mano. Il materiale usato per le vasche per lo più è un conglomerato cementizio formato prevalentemente da frammenti fittili e detriti in arenaria, mentre in alcuni casi (le vasche del tratto occidentale) sono interamente in terracotta e portatili (forse appartenenti allo stesso periodo del pavimento e come questo appartenenti al periodo più antico). Il secondo gruppo è costituito da 22 vasche disposte a cerchio intorno ad un pavimento in conglomerato, ma sono tutte mancanti della metà superiore, forse perché mai completate.
Ambiente 2
Il secondo ambiente (est) era costituito da un complesso sistema di riscaldamento con cameretta a due corridoi in cui avveniva la combustione e da un vano superiore il cui pavimento doveva appoggiarsi sulle pareti del vano sottostante creando così una vera e propria "cella ad ipocaustum", fungendo pertanto da sauna.
Datazione
Il complesso, unico esemplare del genere in Sicilia, trova confronti soltanto con Delfi, Colofone, Olimpia, Gortys[2]. Il confronto strutturale ed il materiale rinvenuto (unguentari; anfore italiche e puniche; monete di epoca Timoleontea di conio siracusano; geloo; siculo-punico) convergono a datare il sito nel IV-III secolo a.C. La struttura subì numerosi interventi: la realizzazione delle vasche a conglomerato nel primo gruppo di vasche del primo ambiente; la creazione del secondo gruppo di vasche del primo ambiente; la realizzazione del secondo ambiente; il rafforzamento a nord-ovest dell'ambiente 1 con mura in pietrame.
Note
Bibliografia
- A. Ambrogi, Vasche in età romana in marmi bianchi e colorati, Roma 1995.
- P. Orlandini, Gela. Impianto greco di bagni pubblici presso l'ospizio, in «Notizie degli scavi» 1960.