Luciano Albertini (pittore): differenze tra le versioni

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Versione delle 10:16, 6 apr 2015

Luciano Albertini sul terrazzo nell'abitazione in via Sottoriva (VR)

«L'Ingeno dell'artista - Un filtro di cui passa la essenza della vita.»

Luciano Lucillo Albertini (Verona, 13 dicembre 1910Verona, 1 febbraio 1985) è stato un pittore e attore cinematografico italiano. E' considerato il patriarca della pittura contemporanea veronese.[1]

Biografia

Proveniente da una famiglia benestante del paese di Cadidavid (ora comune di Verona), il padre Cesare Albertini era un possidente terriero che fu delegato del podestà di Verona per due mandati dal 1927 al 1929 e dal 1940 al 1946[2], il fratello maggiore Amelio era tenente collaudatore della Regia Aurenautica il quale morì per una avaria al veicolo nel 1939.

Quasi come ogni altro genio artistico anche alla nascita di Luciano ci fu un segno premonitore ovvero che nello stesso giorno della sua nascita, il 13 febbraio 1910, alla periferia di Cadidavid comparve l'illuminazione elettrica all'interno delle abitazioni, ed è per questo che gli fu assegnato come secondo nome Lucillo.

Già da giovane Luciano dimostrò un grande interesse per la pittura, grazie all'intervento dei genitori il suo talento poté sfogarsi nel periodo in cui egli studiò nel collegio di Desenzano del Garda.[3]

File:Luciano Albertini, Amsterdam.jpeg
Luciano Albertini, "Amsterdam", carboncino su carta, 20x24 cm, 1954, collezione privata

A 18 anni Luciano prende parte del servizio militare obbligatorio della leva fascista, nello stesso periodo è iscritto alla Accademia di belle arti "G. B. Cignaroli" di Verona sotto la guida di Guido Trentini e Antonio Nardi[4]. Dal 1930 al 1940 circa frequenta lo studio romano di [Giacomo Balla], il quale diventò non solo suo maestro ma anche amico personale. Balla, infatti propone a Luciano di sposare una delle sue figlie.

File:Luciano Albertini, La Giarina.jpeg
Luciano Albertini, "La Giarina", olio su feste, 40x29 cm, s.d., collezione privata

L'influenza del pensiero di Giacomo Balla fu molto importante per il giovane Albertini, il maestro gli consigliò di ricercare uno stile di pittura molto più rapido per l'impressione del proprio pensiero pittorico. Successivamente alla sua prima esposizione del 1931, Luciano Albertini iniziò a viaggiare ed esporre per tutta Europa nelle principali città artistiche come Berlino, Vienna, Parigi, Madrid ed Amsterdam.

Nel 1949 fa conoscenza del regista cinematografico Pietro Germi e degli attori Alessandro Gassman, Walter Chiari ed Ugo Tognazzi, quest'ultimo gli fece dono di uno dei suoi dipinti. Luciano ebbe modo di avere una piccolo ruolo in un film del Germi.

Negli anni cinquanta per quattro-cinque anni è iscritto nei corsi estivi tenutosi alla Sommerakademie di Salisburgo del pittore austriaco Oskar Kokoschka. Quest'ultimo contribuì al completo distaccamento dallo stile accademico mantengono invariato l'uso del cavalletto per la pittura "en plein air".

L'ultimo periodo che va dagli anni sessanta al 1981, è un periodo di continua evoluzione stilistica per il pittore. Luciano Albertini divenne un punto di riferimento per i pittori locali e le numerose esposizioni con il conseguente aumento della domanda di acquisto da parte dei collezionisti e ammiratori, lo portarono a produrre una vasta quantità di dipinti, i quali nei suoi ultimi anni di vita divennero simili ad una "produzione in serie".

Luciano Albertini morì il 1 febbraio 1981 dopo una lunga malattia.

La fama ottenuta in vita fanno di Luciano Albertini il capostipite della pittura veronese del novecento, nonché sfortunatamente, il pittore più copiato.

Stile Pittorico

La pittura di Luciano Albertini spazia dalla ritrattistica, paesaggistica alla natura morta. Le tecniche usate vanno dall'uso dei colori ad olio, acquerelli , tempere, chine alla tecnica mista mentre come supporto il pittore usò la tela, cartoncini, della semplice carta e soprattutto faesite per la pittura ad olio.

File:Luciano Albertini, Natura morta.jpeg
Luciano Albertini, "Natura morta, bottiglia, noci e bicchiere", olio su faesite, 1977, collezione privata

E' difficile poter identificare lo stile pittorico usato da Luciano Albertini in una corrente o movimento del novecento. Egli era sempre stato interessato alla ricerca di nuove tecniche per poter rappresentare la propria estetica pittorica.

File:Luciano Albertini , Fiori.jpeg
Luciano Albertini, "Fiori", olio su faesite, 30x39 cm, s.d., collezione privata.

Del primo periodo si può notare un certo avvicinamento alla pittura veronese di Trentini e di Angelo Dall'Oca Bianca, soprattutto nella pittura paesaggistica e nella ritrattistica. Di quest'ultima tipologia sono da considerarsi come suoi capolavori i ritratti di famiglia e i ritratti delle persone che circondarono la sua vita privata, ad esempio il ritratto de "L'Amico Gottardi", del "Poeta e Amico Norvegese" (Roma, 1932) o gli autoritratti come "Autoritratto con il fedele Asso" dello stesso anno.

Ciò che si può notare già da questo periodo è l'inizio della sua ricerca personale di esprimere il movimento, attraverso pennellate non definite e fondali che spesso si avvicinano al fantastico.

A differenza da quanto viene comunemente detto, Luciano Albertini non fu mai allievo di Angelo Dall'Oca Bianca, ma sicuramente è da considerarsi l'erede della sua pittura, per il trattamento della scelta dei soggetti paesaggistici, l'uso del cavalletto.

La ricerca di movimento si sviluppa nei dipinti che vanno dopo la frequentazione di Giacomo Balla e Oskar Kokoshka, con i quali egli approfondisce un nuovo linguaggio pittorico basato sulla rielaborazione interna delle immagini[5] attraverso l'evoluzione delle pennellate sempre meno precise ma gonfie, dense [6] e molto più rapide, le quali danno la possibilità al fruitore di identificare nel dipinto, quei particolari del soggetto non specificatamente voluti.

Dell'innumerevole catalogo delle opere di Luciano Albertini sono gli acquerelli e le "cartoline", le quali hanno varia tipologia di soggetto: fiori, scorci, incontri dette anche amicizie, gli incontri al caffè Dante (nei quali viene ritratto il pittore e amico Moreno Zoppi), rari gli autoritratti.

La qualità delle "cartoline" è molto elevata nel periodo di prima produzione (anni cinquanta e sessanta) per poi abbassarsi divenendo di ripetitivo schema per puro scopo commerciale nella produzione degli ultimi anni di vita.

File:Albertini Luciano, Caffè Dante.jpeg
Luciano Albertini, "Caffè Dante", acquarello, 16x13 cm, 1972, collezione privata.

Monografie e Riferimenti

  • Jouvet J. P., "Luciano Albertini", Verona, Edizioni d'arte Ghelfi Verona, s.d.
  • Bertoldi S., "Luciano Albertini pittore", Verona, Edizione d'arte Ghelfi, 1973.
  • Tessari U. G., "Luciano Albertini pittore", Verona, Galleria d'arte mercato, 1992.
  • Comisso G., "Luciano Albertini, i fiori", Verona, Galleria Ghelfi, 1966.

Note

  1. ^ http://www.artemodernaarte.com/artisti/vedi_artista.asp?arti=601
  2. ^ CICCARELLI G., Ca' di David e la sua storia, Verona, Banca di credito cooperativo di Cadidavid Verona, 1998. p. 233
  3. ^ Lettera famigliare, 1923
  4. ^ http://www.patrimonioculturale.bancopopolare.it/BPGallery/opera.htm?idOpera=9343&from=Generi&from_numPage=34&from_id=28&prev_id=
  5. ^ BERTOLDI S., "Luciano Albertini", Verona, Edizioni d'arte Ghelfi, 1975. p. 5
  6. ^ MIGLIORATO G., "Luciano Albertini" da TESSARI U.G., "Luciano Albertini pittore", Verona, Galleria d'arte mercato, 1992

Attenzione: parola chiave DEFAULTSORT duplicata. La chiave di ordinamento predefinita "Luciano Albertini" sostituisce la precedente "Albertini ,Luciano Lucillo".