Le novelle della Pescara: differenze tra le versioni

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== Il verismo di D'Annunzio ==
== Il verismo di D'Annunzio ==
Come [[Giovanni Verga|Verga]], D'Annunzio si concentra sulle emozioni del popolo e sulle sue rivolte, ma alla descrizione delle rivendicazioni sociali preferisce studiare gli stati d'animo, le energie quasi primordiali che vengono sprigionate nel momento della protesta.
Come [[Giovanni Verga|Verga]], D'Annunzio si concentra sulle emozioni del popolo e sulle sue rivolte, ma alla descrizione delle rivendicazioni sociali preferisce studiare gli stati d'animo, le energie quasi primordiali che vengono sprigionate nel momento della protesta.
[[File:SantaBarbara.jpg|thumb|260px|[[Chieti]] nel primo '900, panorama da quartiere Santa Barbara]]
[[File:SantaBarbara.jpg|thumb|upright=1.2|[[Chieti]] nel primo '900, panorama da quartiere Santa Barbara]]
Alcuni esempi sono quello del fanatico religioso che si taglia la mano e la offre a san Pantaleone, oppure la scena di castità di Orsola, che però tradisce il miracolo della guarigione di Dio, e viene messa incinta da un bandito di cui si innamora, morendo poi di parto.
Alcuni esempi sono quello del fanatico religioso che si taglia la mano e la offre a san Pantaleone, oppure la scena di castità di Orsola, che però tradisce il miracolo della guarigione di Dio, e viene messa incinta da un bandito di cui si innamora, morendo poi di parto.


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== Le novelle ==
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[[File:Castellammare Adriatico - Corso Vittorio Emanuele - cartolina.jpg|thumb|260px|[[Castellammare Adriatico]] nel '900, il corso Vittorio Emanuele]]
[[File:Castellammare Adriatico - Corso Vittorio Emanuele - cartolina.jpg|thumb|upright=1.2|[[Castellammare Adriatico]] nel '900, il corso Vittorio Emanuele]]
[[File:PortaPescara.jpg|thumb|260px|[[Chieti]], Porta Pescara]]
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[[File:Gloeden, Wilhelm von (1856-1931) - n. 1047 r - 1898.jpg|thumb|260px|''Ragazza abruzzese'', dipinto di von Gloeden (1898)]]
[[File:Gloeden, Wilhelm von (1856-1931) - n. 1047 r - 1898.jpg|thumb|upright=1.2|''Ragazza abruzzese'', dipinto di von Gloeden (1898)]]
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*''La vergine Orsola'': la ragazza viene salvata da un grave male proprio il giorno di [[Natale]], grazie a una promessa che lei fa a Dio, di votarsi alla castità. Orsola tuttavia dopo qualche anno intrattiene una relazione amorosa con un ladro, il che provoca un allontanamento sociale dalle matrone di Pescara. Orsola, incinta, scappa nelle campagne di [[Chieti]], rivolgendosi a una strega per abortire. Poco prima di morire, capisce finalmente il suo grave peccato contro Dio.
*''La vergine Orsola'': la ragazza viene salvata da un grave male proprio il giorno di [[Natale]], grazie a una promessa che lei fa a Dio, di votarsi alla castità. Orsola tuttavia dopo qualche anno intrattiene una relazione amorosa con un ladro, il che provoca un allontanamento sociale dalle matrone di Pescara. Orsola, incinta, scappa nelle campagne di [[Chieti]], rivolgendosi a una strega per abortire. Poco prima di morire, capisce finalmente il suo grave peccato contro Dio.

Versione delle 22:44, 12 set 2017

Le novelle della Pescara
ritratto di d'Annunzio
AutoreGabriele D'Annunzio
1ª ed. originale1902
Genereprose
Lingua originaleitaliano
AmbientazioneAbruzzo, 1800 ca. (Pescara, Ortona, Francavilla al Mare, San Vito Chietino)

Le novelle della Pescara è un'opera di Gabriele D'Annunzio del 1902, pubblicata dai Fratelli Treves in sei volumi.

Contenuto

L'opera è un collage delle due precedenti raccolte di Il libro delle vergini (1884) e San Pantaleone (1886). Si tratta di racconti ambientati nell'allora paese di Pescara (divenuto capoluogo di provincia nel 1927 grazie a personalità come lo stesso D'Annunzio) e nella campagna circostante. L'opera nasce come raccolta di canti, con temi diversi, che acquisiscono unitarietà proprio in relazione all'elemento caratterizzante che è il territorio. I personaggi sono presentati come impulsivi, irruenti e talvolta feroci.

Convento Michetti a Francavilla

Il verismo di D'Annunzio

Come Verga, D'Annunzio si concentra sulle emozioni del popolo e sulle sue rivolte, ma alla descrizione delle rivendicazioni sociali preferisce studiare gli stati d'animo, le energie quasi primordiali che vengono sprigionate nel momento della protesta.

Chieti nel primo '900, panorama da quartiere Santa Barbara

Alcuni esempi sono quello del fanatico religioso che si taglia la mano e la offre a san Pantaleone, oppure la scena di castità di Orsola, che però tradisce il miracolo della guarigione di Dio, e viene messa incinta da un bandito di cui si innamora, morendo poi di parto.

La differenza di Vita dei campi di Verga e l'opera dannunziana tuttavia consiste nell'uso del dialetto dei personaggi abruzzesi, nonché nell'uso di una lingua artificiosa e alta di D'Annunzio, a dispetto dell'impersonalità narrativa di Verga, per l'argomento trattato della vita contadina.

Le novelle

Castellammare Adriatico nel '900, il corso Vittorio Emanuele
Chieti, Porta Pescara
Ragazza abruzzese, dipinto di von Gloeden (1898)
vol. 1
  • La vergine Orsola: la ragazza viene salvata da un grave male proprio il giorno di Natale, grazie a una promessa che lei fa a Dio, di votarsi alla castità. Orsola tuttavia dopo qualche anno intrattiene una relazione amorosa con un ladro, il che provoca un allontanamento sociale dalle matrone di Pescara. Orsola, incinta, scappa nelle campagne di Chieti, rivolgendosi a una strega per abortire. Poco prima di morire, capisce finalmente il suo grave peccato contro Dio.
  • L'eroe: durante la festa patronale di Miglianico di San Pantaleone, scoppia una tremenda rissa tra i fedeli legati al santo, e i rivali devoti a San Gonzelvo. Dopo la furiosa lotta con feriti, un devoto povero e folle, per pazzia religiosa, si taglia la mano ed entra in chiesa, offrendola in onore al santo.
vol. 2
  • La vergine Anna: la ragazza vive a San Vito, e si sposa con don Zacchiele, benché lui muoia presto. La ragazza allora decide di consacrare la sua vita al Signore, ritirandosi in un convento a Francavilla al Mare. Presto la castità e la rigida osservazione dei precetti della Chiesa, portano Anna alla fama territoriale, e molti pellegrini vengono ad adorarla. La novella, dal sapore di biografia alessandrina, si conclude con la morte della veneranda Anna, durante il pellegrinaggio a Ortona, alla Basilica di San Tommaso.
  • La veglia funebre: il sindaco di Pescara muore, e viene allestita la camera ardente. Mentre la moglie Rosa veglia sul corpo, giunge l'amante segreto Emidio, che evoca i ricordi del primo incontro. Rosa non si controlla, e intrattiene una relazione passionale nella stessa stanza.
vol. 3
  • La contessa d'Amalfi: a Pescara si tiene uno dei primi spettacoli teatrali della storia, e giunge una contessa, dalla costiera amalfitana, molto chiacchierata. Il guappo locale don Giovanni viene sedotto e ingannato, e scappa via, dopo la scoperta di un tradimento, perché ormai non è rispettato più da nessuno, nemmeno dai cafoni pescatori.
  • La madia: in una famiglia chietina vivono i fratelli Ciro e Luca, che odia a morte il primo, perché malato alle gambe, camminando storpio. Luca crede che lui sia maledetto da Dio, e quindi lo scaccia. Il povero Ciro dunque inizia a mendicare per la città, riscuotendo solo odio e spavento del popolino, venendo rifiutato anche in una parrocchia. Sconsolato, Ciro torna in segreto a casa sua, tentando di mangiare qualcosa, ma Luca lo scopre e lo uccide.
  • Mungià: la novella descrive un curioso personaggio del popolino abruzzese, il vecchio cieco Mungià, che ha l'aria di un filosofo santone, che riesce a guarire i malati e a risolvere problemi di spirito.
vol. 4
  • Il traghettatore: una ragazza pescarese è violentata, e poco dopo rimane incinta. Per non subire l'oltraggio da parte della comunità, lei è costretta a sposarsi con uno sconosciuto, e ad abbandonare il bambino appena nato. Anni dopo la donna, cercando notizie del figlio, scopre che fa il traghettatore sull'Aterno, e cerca di raggiungerlo, ma nella troppa fatica, ha un infarto.
  • La morte del duca d'Ofena: nel borgo di Casauria, presso la Majella, un nobiluomo assiste impotente all'improvvisa rivolta dei contadini suoi servitori. Benché lui cerchi di trattare una tregua, il suo palazzo è dato alle fiamme e lui ucciso in modo barbaro.
  • La fine di Candia: è una brava ragazza pescarese, che oltre a lavare i propri panni, si occupa anche di pulire il bucato di una famiglia borghese. Ma un giorno è falsamente accusata del furto di un servizio di posate d'argento, e per questo subisce il rigetto collettivo. Essendo la sua reputazione distrutta per sempre, la povera Candia cade nella pazzia.
vol. 5
  • La fattura: Mastro Peppe è un contadino avaro, e il giorno della festa in cui deve uccidere il maiale, scopre che è sparito. Allora gli amici gli consigliano di rivolgersi a un fattucchiero per riaverlo, e solo tardi si rende conto che è stato beffato.
  • L'agonia: in una borghese famiglia pescarese, la novella dimostra la crudele indifferenza di una madre verso le esigenze dei bambini, che le chiedono di curare il barboncino malato, che morirà, quando la donna si degna finalmente di ascoltare troppo tardi le richieste dei figli.
  • I marenghi: il ladro Pasdacantando si reca con una ragazza in una casa, per rubare dei marenghi, ma il suo carattere sprezzante fa in modo di essere tradito da lei.
  • Gli idolatri: è la continuazione della novella della guerra religiosa a Miglianico. La descrizione riguarda specialmente la lotta tra le due fazioni estremiste, che si concluderà quasi in una mattanza dentro la chiesa.
vol. 6
  • La guerra del ponte: i contadini pescaresi temono che si diffonda il colera in città, data la scarsa igiene delle prigioni del Bagno Borbonico. L'amministrazione ignora la richieste, e così nella campagna di Villareale esplode il morbo. L'evento è la miccia per far esplodere l'antico odio tra i cittadini di Pescara Portanuova e Castellammare Adriatico, piccolo borgo sulla costa pescarese, che si verifica quando i castellini apposta aumentano il prezzo del pesce. La guerra allora si consuma sul ponte di legno che collega i due paesi separati dal fiume.
  • Turlendana ritorna: è un marinaio creduto morto in un naufragio. Tuttavia il pescatore si è fatto strada giungendo nelle Indie, e ora torna a Pescara con un cammello e una scimmia. Appena tornato, la moglie cieca non lo riconosce, mentre l'oste sghignazza sul fatto che la donna si sia sposata più volte dopo la scomparsa di Turlendana. Quando l'uomo si annuncia tutti vanno nel panico.
  • Turlendana ebro: saputo del fatto della moglie, e che non c'è lavoro, Turlendana si ubriaca. Vagando nella notte, il pescatore ha le allucinazioni e quando si riprende scopre che il cammello è morto di stenti, e si dà alla disperazione.
  • Il cerusico di mare: durante una pesca notturna in mare, il pescatore Gialluca inizia a stare male per un bubbone non curato. La situazione si aggrava e dunque viene chiamato un cerusico. La novella rappresenta esattamente il Verismo dannunziano, poiché si concentra sulla descrizione del male bubbonico e sul procedimento chirurgico adottato dal medico per estirparlo. Dall'altro lato D'Annunzio tratteggia il comportamento terrorizzato del pescatore ignorante e religioso, che in dialetto non smette di raccomandarsi a San Rocco, protettore degli ammalati, benché alla fine della storia muoia per l'aggravarsi dell'infezione.
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