Quintet

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Paese di produzioneUSA
Durata110 min
Generefantascienza, drammatico
RegiaRobert Altman
SoggettoRobert Altman, Lionel Chethwind, Patricia Resnick
SceneggiaturaFrank Barhydt, Robert Altman, Patricia Resnick
Produttore20th Century Fox
FotografiaDe luxe
MontaggioDennis M.Hill
MusicheTom Pierson
ScenografiaLeon Ericksen
Interpreti e personaggi

Quintet è un film di fantascienza del 1979 diretto da Robert Altman.

Trama

Il film è ambientato in un futuro imprecisato, dominato dai ghiacci, dove la presenza umana conta le sue ultime vite nell'attesa che il "ciclo" (della vita) finisca.

Essex (Paul Newman), cacciatore di foche, arriva in una cittadina imprecisata dove l'attività principale è il Quintet: gioco da tavolo praticato dalla popolazione della cittadina, divisa in rigide caste, al vertice delle quali si trova quella dei giocatori di quintet. Questo si sviluppa in tornei di cinque partecipanti. Sembra essere per questa gente l'unico motivo di "vita" tra una popolazione resa sterile dalla riproduzione per clonazione, ormai rassegnata ad essere l'ultima e né l'affacciarsi del ritorno della fertilità, né il ritorno di animali che si credevano estinti da decenni sembra risolvere la dilagante crisi morale in un mondo dove non v'è più nulla da vedere, da imparare.

Il quintet racchiude infatti un mondo di violenza ritualizzata che prevede l'eliminazione fisica dei perdenti. L'unica manifestazione di vita intelligente prevede la fine della stessa: un gioco dove non si può decidere se partecipare: ci si ritrova dentro, come nella vita, preciserà Fernando Rey nel monologo che racchiude l'essenza del film.

Commento

Prodotto dalla Fox sulla falsariga del fantascientifico Star Wars, in Quintet la sconcertante visione altmaniana si rivela in una delle sue forme più originali.[senza fonte]

Quintet risulta essere una metafora dell'agire umano, di violenza cieca, atta a far continuare il gioco, perché le regole scritte sono quelle, e chi vi è in mezzo deve solo parteciparvi, vittima o carnefice, dove vincere ha il solo scopo di vincere, di essere, di sentirsi vivo.

Dato l'insuccesso di pubblico segnerà una delle tante rotture tra Altman e le case di produzione, in questo caso la Fox, giudicato troppo cerebrale dalla critica.[senza fonte]

Contenuti e tecniche

Quintet racchiude e rivede tutti gli elementi della poetica altmaniana:

La profondità di campo (segno di distinzione dell'autore) viene qui sfocata ai bordi, come se il vedere il più possibile sia divenuto inutile qui, come se non vi fosse più nulla da vedere;

La cinepresa tende nelle sue carrellate a nascondersi, a spiare i personaggi, quasi ad alimentare la visione cospiratoria, spionistica, e di inquietudine nello spettatore;

Sul tema del viaggio altmaniano si fonda l'intera trama, che riprende quel filone di Western ambientati nel futuro; tuttavia un western altmaniano, come quello di I compari, l'eroe/antieroe vaga senza una meta, si reca in un luogo che non conosce senza avere idea di quello che troverà, ma lo accetta, accetta le sue regole, e partecipa attivamente alla situazione in cui si trova coivolto, così come nell'apertura si chiuderà il film, con Essex che vaga, questa volta solo, verso il nord, dove si crede non vi sia nulla. Ma in una realtà dove le certezze, dalla vita, al gioco, all'amicizia, all'amore, alla stessa vita risultano confuse contorte e svuotate, poco importa quello che si sa, o si dice di sapere: vale la pena scoprire di persona cosa si nasconde dietro l'orizzonte.

Collegamenti esterni

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