Valle del Belice

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Il corso e la valle del Belice nella Sicilia occidentale.

La Valle del Belice è la valle, prevalentemente collinare, costituita dal bacino idrografico entro il quale si estende il corso del fiume Belìce. Si trova nella parte occidentale della Sicilia e occupa un'area compresa tra le province di Palermo, Trapani e Agrigento.

Archeologia

L'area della Valle del Belìce è stata frequentata e popolata sin dalla preistoria ed è ricca di siti archeologici, molti dei quali ancora non ben esplorati. Ha conosciuto l'insediamento di Sicani, Elimi, Fenici e Greci, un passato di cui rimangono imponenti rovine e manufatti d'ogni genere.

Nei pressi della Rocca di Entella vi è l'importante sito archeologico di Entella, famosa per i cosiddetti decreti di Entella. È probabile che l'area abbia ospitato anche l'antico sito di Nakone[1], di cui si conserva traccia in due scarne indicazioni letterarie, diversi ritrovamenti numismatici e nei cosiddetti decreti di Nakone, accomunabili a quelli di Entella.

Risorse idrografiche, naturalistiche, agricole

Il lago artificiale Garcia

Lo stesso argomento in dettaglio: Lago Garcia.

Nella prima metà degli anni ottanta il Consorzio per l'Alto e Medio Belìce ha costruito uno sbarramento sul Belìce Sinistro, ai piedi della Rocca di Entella, dando vita a un invaso artificiale, il lago Garcia, che ha contribuito in parte a risolvere i seri problemi di approvvigionamento irriguo delle zone coltivate, divenendo anche un punto di riferimento per lo svernamento degli uccelli migratori.

Riserva naturale integrale grotta di Entella

La foce del Belice

Nell'area che ricade nel territorio comunale di Contessa Entellina, è stata istituita la Riserva Naturale Integrale Grotta di Entella. La Grotta di Entella, che è il motivo dell'istituzione della riserva, si sviluppa all'interno della Rocca (557 metri s.l.m.), che è un rilievo isolato proprio a monte della confluenza del Belìce Sinistro con il Belìce Destro. In tutto il promontorio della Rocca non sono presenti corsi d'acqua superficiali superficie: le acque piovane si infiltrano nel sottosuolo andando ad alimentare il vallone di Petraro e gli affluenti del Belìce Sinistro.

Nella zona dell'ultimo tratto del fiume Belìce è stata istituita la Riserva naturale Foce del Fiume Belice e dune limitrofe.

Coltivazioni oleicole

Lo stesso argomento in dettaglio: Olio della Valle del Belice.

La principale risorsa economica della Valle del Belìce è la produzione agro-alimentare e la coltivazione dell'olivo. Lo fu sin dall'insediamento delle prime popolazioni e dalla nascita di Selinunte, i cui abitanti coltivarono e propagarono l'olivo colonizzando vallate e terre fertili dell'interno, producendo olio, come dimostrano le macine rinvenute vicino al Tempio E, risalenti al V secolo a.C. Selinunte, secondo Plinio, fu importante città di commercio verso la Magna Grecia e il Mar Mediterraneo grazie alla propria flotta e alle derrate alimentari provenienti dal territorio: vino, cereali ed olio.

L'olivo era una coltura primaria della Valle del Belìce, anche nel 1600; a partire dal 1700 si è evoluto un ecotipo che nel corso dei secoli successivi ha dato origine ad una delle più note cultivar italiane, la Nocellara del Belice, DOP della Sicilia, ma coltivata occasionalmente anche in altre regioni.

Il terremoto del Belice

Lo stesso argomento in dettaglio: Terremoto del Belice.

Nel gennaio del 1968 la zona fu colpita da un forte movimento tellurico, noto come Terremoto del Belìce, che ha devastato la maggior parte dei comuni della valle e del comprensorio. La ricostruzione successiva al sisma ha dato luogo ad uno degli scandali più emblematici del secondo dopoguerra: a distanza di oltre 40 anni dall'evento, nonostante le faraoniche opere realizzate e l'enorme dispendio di fondi pubblici, i danni inferti dal sisma non possono dirsi ancora completamente sanati.

Note

  1. ^ NAKONE[collegamento interrotto], Scuola Normale Superiore di Pisa

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