Scomber scombrus

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Sgombro
Uno sgombro comune (Scomber scombrus), catturato nel Mare del Nord vicino al limite occidentale delle acque territoriali belghe.
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseActinopterygii
OrdinePerciformes
FamigliaScombridae
GenereScomber
SpecieS. scombrus
Nomenclatura binomiale
Scomber scombrus
Linnaeus, 1758
Sinonimi

Scomber glauciscus (Pallas, 1814), Scomber punctatus (Couch, 1849), Scomber scomber (Linnaeus, 1766), Scomber scriptus (Couch, 1863), Scomber vernalis (Mitchill, 1815), Scomber vulgaris (S.D.W., 1837)

Nomi comuni

(IT) : Sgombro, Maccarello
(EN) : Atlantic Mackerel, Joey, Mackerel, Split
(FR) : Maquereau, Maquereau Commun
(ES) : Caballa, Caballa del Atlántico, Maquereau Bleu, Verdel, Xarda

Lo sgombro[2] (Scomber scombrus), chiamato anche maccarello, scombro o lacerto a seconda delle zone d'Italia, è un pesce di mare appartenente alla famiglia Scombridae. È un tipico pesce azzurro.

Allo sgombro è riconosciuta una notevole importanza dal punto di vista alimentare, sia per l'alimentazione umana che per la produzione di mangimi da allevamento animale, tanto che il suo prelievo riveste un'"alta importanza commerciale"[1]: per questo motivo, l'allarme destato dalla costante riduzione di alcune popolazioni ha portato alla sua inclusione nella Lista rossa delle specie minacciate[1] curata dalla IUCN-Unione Internazionale per la Conservazione della Natura nella categoria "a rischio minimo".

Distribuzione e habitat

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Questa specie è diffusa nelle acque costiere del Mediterraneo e del Mar Nero, nonché nel Nord Atlantico, dalle coste marocchine e spagnole fino al Mar di Norvegia. È presente anche nelle acque islandesi, groenlandesi e al largo del Canada. Abita le acque fino a 200 metri di profondità, svernando in acque profonde e tornando verso le coste nelle stagioni più calde.

Il corpo è allungato e affusolato, con bocca a punta e occhi grandi. Presenta due pinne dorsali, la seconda delle quali è seguita da 5 piccole pinne stabilizzatrici sul peduncolo caudale, opposte e simmetriche ad altre 5 pinnette tra la pinna anale e la caudale. La coda è fortemente bilobata.
La livrea presenta un dorso grigio-bluastro, che sfuma verso i fianchi fino a incontrare il ventre bianco argenteo. Dal dorso partono delle tigrature verticali nere che arrivano all'altezza della linea laterale. Le pinne sono grigio-azzurre. Raggiunge eccezionalmente una lunghezza di 50 cm[3] e ha una speranza di vita di 17 anni.

La deposizione avviene all'interno dei numerosissimi banchi che forma, tra marzo e agosto, a seconda della zona. Le uova, gialle e sferiche (1,2-1,4 mm di diametro), si schiudono dopo 6-7 giorni. Le larve, alla lunghezza di 6 mm, assorbono il sacco vitellino e possiedono mandibola già munita di denti. Gli sgombri sono sessualmente maturi dalla lunghezza di 24–30 cm.

Alimentazione

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Ha dieta onnivora: si nutre di plancton (anfipodi, copepodi), meduse (tra le quali Aglantha digitale), piccoli pesci (soprattutto Clupea harengus, Sardina pilchardus, Sprattus sprattus, Engraulis encrasicolus e Gadus morhua), uova e larve di pesci, gamberi, vermi e molluschi gasteropodi.

Per un miglior assorbimento dei nutrienti, l'intestino presenta molteplici ciechi pilorici.

Viene catturato in grandi quantità soprattutto con le reti da circuizione. I pescatori sportivi lo insidiano a traina o a bolentino, con esche sia naturali che artificiali. Date le sue abitudini pelagiche è indispensabile l'uso di un'imbarcazione.

Alimentazione umana

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Sgombri esposti sul banco di una pescheria
Sgombri con i piselli

Lo sgombro è uno dei pesci più utilizzati e apprezzati della dieta mediterranea: è raccomandato dai medici per il suo apporto in grassi omega-3, particolarmente adatti per chi è affetto da ipercolesterolemia. Oltre che cucinato fresco, lo sgombro viene anche conservato in scatola, eventualmente previa affumicatura, sott'olio, al naturale o anche insaporito con vari ingredienti quali il vino bianco[4].

Pericoli di estinzione

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Nel corso del XX secolo la pesca di sgombri è aumentata sensibilmente, arrivando perfino, nel 1960, al rischio di estinzione della popolazione dell'Atlantico occidentale[1]. Nel corso degli ultimi decenni si stanno approntando azioni e misure per strategie di pesca sostenibile, la cui applicazione è causa di attriti tra paesi della Comunità europea, come la Scozia e l'Irlanda, e paesi estranei, come l'Islanda e le Far Oer[5].

Allergie alimentari

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Lo stesso argomento in dettaglio: Allergie alimentari.

La presenza di una particolare proteina, la parvalbumina, fa dello sgombro la causa di un'allergia alimentare[6][7][8] anche grave.

  1. ^ a b c d (EN) Collette, B., Boustany, A., Carpenter, K.E., Di Natale, A., Fox, W., Graves, J., Juan Jorda, M., Kada, O., Nelson, R. & Oxenford, H., Scomber scombrus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ Decreto Ministeriale n°19105 del 22 settembre 2017 - Denominazioni in lingua italiana delle specie ittiche di interesse commerciale, su politicheagricole.it.
  3. ^ Tortonese E. Osteichthyes, Calderini, 1975, p.348
  4. ^ Jacques Fricker, Mangiare meglio per dimagrire, Tecniche Nuove, 2007, p. 173. URL consultato il 25 gennaio 2019.
  5. ^ Cecilia Scaldaferri, Toh, la guerra dello sgombro, L'Espresso, 13 ottobre 2010 (url consultato il 28.1.2012)
  6. ^ (EN) G.M. Liu et al., Purification andcharacterization of parvalbumins from silver carp (Hypophthalmichthy molitrix), in J Sci Food Agric, vol. 90, n. 6, 2010, pp. 1034-40, PMID 20355144.
  7. ^ (EN) D.G. Ebo et al., Monosensitivity to pangasius and tilapia caused by allergens other than parvalbumin, in J Investig Allergol Clin Immunol, vol. 20, n. 1, 2010, pp. 84-8, PMID 20232779.
  8. ^ (EN) M.F. Jeebhay, Cartier, A., Seafood workers and respiratory disease: an update, in Curr Opin Allergy Clin Immunol, vol. 10, n. 2, 2010, pp. 104-13, PMID 20179585.

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Collegamenti esterni

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