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Far quadrare i conti

5 giorni fa - lunedì 1 luglio 2024
L’Italia è stata inserita nella lista dei Paesi europei per i quali è stata aperta una procedura d’infrazione per deficit eccessivo. 
Abaco.

Abaco.

Le regole europee prevedono un rapporto debito pubblico/Pil che non superi il 60% e un deficit massimo del 3%. Noi abbiamo valori sballati in entrambi i casi (abbiamo avuto, rispettivamente, il 137,3% e 7,4% per il 2023). Non è una novità: i conti sono disastrati da tempo, e se pure gli anni del Covid ci han dato la possibilità di rinviare il momento in cui li avremmo rimessi a posto, nessuno ha mai potuto sperare di poter rinviare all’infinito la resa dei conti. D’altronde, se l’economia cresce poco e male (come è nel nostro caso, con un +0,5% nel 2024 e un +0,9% nel 2025) non si può pensare di andare avanti a fare debiti per sempre. Prima o poi viene il momento di tirare la cinghia. La procedura d’infrazione è un passo in questa direzione. Se si tradurrà in più tasse o in minori servizi, o un mix delle due, lo scopriremo nei prossimi mesi. Una cosa, però, è certa fin da ora: se i nostri nonni e padri hanno avuto la certezza di uno stato sociale che si sarebbe preso cura di loro dalla culla alla tomba, noi non possiamo fare altrettanto. Possiamo certo sperare che, facendo oggi scelte oculate, la situazione non vada male, ma è opportuno pensare di mettere fieno in cascina per garantirci una vecchiaia serena. Per questo, pur senza fare grosse rinunce, se non abbiamo grossi capitali da parte può essere opportuno cercare di costruirsi un tesoretto mettendo via qualcosa ogni mese, e se abbiamo un patrimonio familiare è utile ragionare su come metterlo il più possibile al sicuro dall’inflazione. Le vie sono più di una: per esempio è importante sfruttare i vantaggi fiscali dei fondi pensione (perché quando i conti dello Stato vanno male, le pensioni pubbliche rischiano sempre tagli importanti), così come si può proteggere il proprio capitale umano, attraverso una polizza vita (come, ad esempio, una long term care, che ci paga un assegno se dovessimo un domani non essere autosufficienti) o una temporanea caso morte, che si prende cura dei nostri cari quando non ci saremo più. Bando agli scongiuri, resta importante il principio di investire bene, e su questo ci siamo noi. In attesa che il nostro Paese metta a posto i conti, iniziamo a far quadrare i nostri.

 

Alessandro Sessa

Direttore responsabile Investi

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