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Aiuto, mi sono scomparse le azioni!

un anno fa - lunedì 2 gennaio 2023
È l’incubo peggiore di ogni azionista: vedere le proprie azioni sparire dal deposito titoli senza saperne il perché. Eppure, anche se le azioni in genere non “scadono” mai, in alcuni casi tutto questo può succedere: ecco quando e come bisogna comportarsi.

Ci sono diversi casi in cui le tue azioni possono “sparire” dal tuo portafoglio. Prima, però, è importante ricordare che nella maggior parte dei casi puoi evitare di arrivare a questa situazione semplicemente non trascurando le azioni nel tuo portafoglio. Il primo consiglio che ti diamo, dunque, è di leggere sempre le comunicazioni che ti invia la banca relative al tuo deposito titoli e di dare un’occhiata almeno ogni tanto all’andamento dei titoli in portafoglio – se noti dei ribassi violenti, potrebbe essere indice di una situazione non rosea che potrebbe degenerare.

 

Caso numero 1: le offerte pubbliche di acquisto (Opa)

Il primo caso per cui puoi non ritrovarti più le azioni che avevi comprato è quello in cui siano oggetto di un’offerta pubblica d’acquisto: nel caso della cosiddetta Opa, ti viene offerto un pagamento in contanti per ogni azione che hai in mano. Devi essere attento, perché molte Opa hanno l’obiettivo di ritirare le azioni oggetto dell’offerta dagli scambi di Borsa. Se, dunque, ti dimentichi di aderire all’offerta e quest’ultima va a buon fine, rischi di ritrovarti in mano azioni che non hanno più un prezzo ufficiale in quanto non più scambiate. Significa che non potrai venderle se non avviando una trattativa privata con la società che ha fatto l’offerta: dovrai contattarla e chiederle di riacquistarti le azioni, magari al prezzo di Opa (se non è passato troppo tempo da quest’ultima). Non è assolutamente scontato che la società risponda e fino ad allora le azioni bloccheranno il conto titoli impedendone la chiusura – lo sanno bene gli azionisti di Edison che non avevano aderito all’Opa di Edf e che a distanza di 10 anni sono ancora “incastrati” con queste azioni. Puoi anche avviare una trattativa con la tua banca per una vendita “privata”, mettendoti d’accordo su un prezzo di cessione, ma anche in questo caso le speranze di successo sono molto basse.

 

Caso numero 2: le offerte pubbliche di scambio (Ops)

In alcuni casi, invece di una somma in contanti, ti potrebbero venire offerte azioni della società che lancia l’offerta d’acquisto – quindi un certo numero di azioni della società acquirente in cambio di un certo numero di azioni della tua società; l’operazione prende il nome di Ops. In questo caso, se non rifiuti l’offerta, ti ritroverai in mano azioni della nuova società al posto delle tue. Qui i rischi sono tre.

Primo: che le prospettive della nuova società non siano rosee come quelle della tua – in questo caso rischi un tracollo del prezzo del titolo. Secondo: che le nuove azioni siano quotate su mercati azionari che la tua banca non ti permette di raggiungere con il trading online. In questo caso non vedrai il loro prezzo, ma potrai comunque liberartene chiedendo alla tua banca di effettuare la vendita allo sportello o tramite operatore telefonico (pagherai più commissioni rispetto all’online e potresti dover insistere un po’). Terzo: che le nuove azioni siano di una società non quotata in Borsa. In questo caso ti ritrovi nello stesso caso di chi non accetta un’Opa volta al ritiro dagli scambi (vedi paragrafo precedente): potrai solo avviare una trattativa privata con la società emittente o con la tua banca per cedere queste azioni, almeno a un prezzo simbolico, ed evitare che ti blocchino il deposito titoli per anni. Non sarà facile.

 

Caso numero 3: il cambio di mercato/delisting

In alcuni casi le società posso decidere di cambiare listino di quotazione – vedi per esempio il caso di Exor che ha deciso di spostarsi da Milano ad Amsterdam. Come ti abbiamo già detto, se la tua banca non permette di raggiungere questo nuovo listino tramite trading online, potresti avere problemi di attribuzione (ritardi) o visualizzazione del valore. Potrai, comunque, effettuare la vendita allo sportello o tramite telefono. Esistono poi dei casi in cui le società sono quotate su diversi listini e decidono, magari, di rinunciare solo a quelli “secondari” – in passato alcune società italiane erano anche quotate a New York, ma questo comportava dei costi eccessivi. Se hai comprato su questo listino “secondario”, le azioni spariscono dal tuo deposito titoli, anche se sono ancora regolarmente quotate sul listino principale. È quello che succede fin troppo spesso con le società non tedesche che sono quotate sul listino teutonico Xetra: vengono ritirare dagli scambi senza preavviso e, spesso, anche senza che la stessa società che emette quelle azioni ne sappia nulla. Le azioni, però, esistono ancora, quindi devi provare a chiedere alla tua banca, in primo luogo, se può “spostarti” la sede di negoziazione. Se non dovesse farlo, devi insistere affinché ti faccia vendere le azioni sul listino principale dove, poi, nel caso potrai riacquistarle (con una duplicazione di commissioni di compravendita, ma non hai altre vie). Per questo, come ti diciamo oramai da diversi anni, ricorda sempre di acquistare le azioni sul listino principale – è semplice, se sono azioni olandesi ad Amsterdam, se inglesi a Londra…

 

Caso numero 4: il fallimento

L’ultimo caso è quello più drammatico: la dichiarazione di fallimento della società. Qui l’unica via per non trovarsi in questa situazione è seguire bene le notizie della società e vendere, anche se in forte perdita, prima che la procedura fallimentare venga avviata – non hai nessun preavviso su quando potrebbe accadere. Se la società va in procedura fallimentare, per te sono dolori. In primo luogo, perché verosimilmente hai perso tutto – al termine della procedura fallimentare, nella stragrande maggioranza dei casi non resta niente per gli azionisti. In secondo luogo, perché queste azioni non solo resteranno a bloccare il tuo conto titoli per anni – la procedura fallimentare può richiedere anche decenni – ma perché, per le regole del Fisco italiano, su questa “carta straccia” puoi ritrovarti anche a pagare il bollo dello 0,2% annuo (calcolato sul controvalore d’acquisto in caso di assenza di valore nominale). Purtroppo, se hai in mano azioni di una società fallita puoi fare ben poco: o attendi che finisca la procedura fallimentare (ma con i costi che abbiamo visto) o puoi solamente chiedere di cederle alla tua banca a un prezzo meramente simbolico (un centesimo di euro) per cercare di sbloccare il tuo deposito titoli. La banca, però, non è tenuta a venirti incontro. E ricorda che anche se riuscissi in questa impresa disperata, comunque, a differenza delle vendite “private” illustrate nei paragrafi precedenti, non avresti comunque diritto ad ottenere alcuna minusvalenza su questa cessione. Una vera beffa: come detto, devi cercare assolutamente di non ritrovarti in questa situazione. 

La tua banca potrebbe non permetterti di acquistare, tramite trading online, su alcuni listini azionari, per esempio quello belga. La regola vale sempre: non comprare azioni belghe al di fuori della borsa di Bruxelles. Come fare, allora? Primo: fai l’operazione al telefono o allo sportello con la tua stessa banca (ma paghi più commissioni). Secondo: apri un altro conto titoli presso un’altra banca che ti fa fare l’operazione via internet.

Le società Usa possono cercare di evitare il fallimento aderendo a una procedura simile al concordato preventivo, chiamata Chapter 11: si cerca di ristrutturare per non far fallire la società. L’effetto è, però, lo stesso: le azioni vengono sospese dagli scambi e liberarsene diventa difficile – potrebbe essere fattibile su mercati cosiddetti OTC, ma sempre a prezzo irrisorio e dovrai chiedere alla tua banca di accedervi. Nella maggior parte dei casi, alla fine del processo di ristrutturazione per gli azionisti resta comunque poco e niente.

Devi imparare ad accettare che alcuni investimenti vadano male: meglio vendere, anche in forte perdita, piuttosto che ritrovarsi in mano azioni di società fallite.

Se ti dimentichi di aderire all’Opa, in alcuni casi, non tutto potrebbe essere perduto: quando le Opa hanno grande successo, almeno in Italia le società sono obbligate a riaprire i termini dell’offerta e, in alcuni casi, anche a comprare le azioni di chi non avesse aderito. Anche in questo caso, però, non ci fare affidamento: meglio restare all’erta e aderire subito.

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