Monte dei Paschi di Siena

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Lo Stato vende il 25% del Monte Paschi: cosa cambia per te?

7 mesi fa - martedì 21 novembre 2023
L’operazione lampo si è svolta nella serata del 20 novembre, con lo Stato italiano che ha venduto il 25% delle azioni al prezzo di 2,92 euro ciascuna. Vediamo quali sono gli impatti per correntisti, clienti e altri piccoli azionisti della banca.
Lo Stato vende il 25% di Mps

Lo Stato vende il 25% di Mps

Lo Stato resta azionista della banca

Pur vendendo il 25% del capitale della banca, lo Stato azionista resta l’azionista principale del Monte Paschi (2,866 euro alle ore 11 del 21 novembre 2024; Isin IT0005508921) con una quota del capitale della banca che sfiora il 40%. Prima della vendita lampo nella serata del 20 novembre il Ministero dell’Economia e delle Finanze italiano (il Tesoro come viene chiamato colloquialmente) aveva in mano il 64,230% delle azioni totali del Monte Paschi.

Al momento non si conosce nel dettaglio a chi lo Stato abbia venduto le azioni, ma comunque si specula sulla presenza di grandi fondi d’investimento: i pacchetti azionari individuali di questi nuovi azionisti dovrebbero essere comunque limitati, lasciando dunque il pieno controllo della banca ancora nelle mani dello Stato.

 

Nessun impatto concreto per clienti e chi ha prodotti del Monte Paschi

Trattandosi di una mera vendita di un pacchetto azionario che non sposta gli equilibri nella guida, l’operazione per te che hai un conto corrente presso il Monte Paschi non cambia nulla.

Lo stesso vale se hai un mutuo con la banca oppure se hai un deposito titoli oppure se hai comprato polizze assicurative o fondi d’investimento che sono targati Monte Paschi. Anche per chi dovesse avere eventualmente obbligazioni del Monte Paschi, nulla cambia in seguito al perfezionamento di questa operazione.

I tuoi prodotti restano gli stessi di prima, senza impatti diretti sui loro prezzi. Anche la solidità della banca non cambia in seguito a questa operazione.

Non ha, quindi, nessun motivo di “solidità” per chiudere il conto con Monte Paschi: potresti, però, trovare dei conti più convenienti per le tue esigenze. Per scoprirli clicca qui.

 

L’impatto per i contribuenti…

Indirettamente, l’impatto, però, c’è per tutti i contribuenti: il Tesoro ha incassato da questa vendita all’incirca 920 milioni di euro, una bazzecola se si pensa che dal 2017 lo Stato italiano ha investito nel Monte Paschi all’incirca 7 miliardi di euro.

Se lo Stato dovesse vendere il pacchetto di azioni rimanente allo stesso prezzo incasserebbe all’incirca altri 1,5 miliardi di euro, portando l’incasso complessivo a circa 2,4 miliardi di euro, per una perdita netta dell’avventura in Monte Paschi pari all’incirca a 4,6 miliardi di euro. La perdita dell’investimento statale sul Monte Paschi peserebbe, da un mero punto di vista finanziario, quindi circa 115 euro su ciascun contribuente italiano.

Sarebbe una debacle da un mero punto di vista finanziario, per cui ci aspettiamo che ora lo Stato possa negoziare con l’Europa un allungamento dei tempi per l’uscita definitiva dal capitale della banca, puntando sulla possibilità di spuntare prezzi migliori di vendita in futuro (non parliamo di tanto tempo, al massimo potrebbe provare a rimandare l’uscita al 2025).

 

… e per gli azionisti

Del resto, come abbiamo avuto modo di sottolineare più volte, la situazione della banca è oggettivamente migliorata: l’indicatore di solidità CET1, stando agli ultimi dati trimestrali, sfiora il 17% – tra i più elevati tra le banche con caratteristiche simili – e il peso dei crediti con difficoltà di recupero (i cosiddetti crediti “deteriorati”) è sceso al 2,2% del totale dei prestiti concessi rispetto a circa il 9% di solo circa 4 anni fa (valori al netto delle svalutazioni sui valori attesi di rimborso già fatte dalla banca). Non per nulla la banca ha incassato la promozione del giudizio d’affidabilità da parte dell’agenzia Fitch e promette il ritorno al pagamento dei dividendi a valere sul bilancio del 2024.

Ciò, però, non significa che siano azioni da comprare o su cui speculare.

Al momento, infatti, gravano ancora sulla banca poco meno di 3 miliardi di rischi legali (su un valore di mercato complessivo della banca in Borsa di circa 3,6 miliardi al momento di questa analisi). Anche se con delle sentenze attese a breve tale importo potrebbe ulteriormente ridursi, stiamo parlando comunque di un fardello che potrebbe continuare a scoraggiare possibili pretendenti “di peso”. Il progetto iniziale di “sposare” la banca senese con altri soggetti bancari italiani sembra, infatti, avviato al tramonto – gli altri gruppi bancari italiani continuano a sottolineare il non interesse a un’operazione del genere.

Non per nulla lo Stato è stato costretto a vendere le azioni sul mercato, riconoscendo uno sconto sul prezzo di Borsa ai compratori. Questa è la ragione per cui nelle prime ore del 21 novembre, le azioni Monte Paschi in Borsa perdevano circa il 7%. Se lo Stato dovesse continuare a vendere pacchetti di azioni in questo modo, potrebbero esserci ulteriori oscillazioni al ribasso di questo tipo.

Non solo: per quanto abbia dimostrato di aver migliorato la qualità della propria clientela, un possibile ulteriore rallentamento economico nel nostro Paese non potrebbe che condizionare l’andamento dei conti di Monte Paschi (come accadrebbe, comunque, in generale per i conti di tutte le altre banche).

Insomma, si rischia di guadagnare non molto, con in più il rischio che le azioni restino molto ballerine e ti espongano a oscillazioni notevoli. Per tutte queste ragioni ti consigliamo di non avere in mano azioni del Monte Paschi. 

Le banche italiane hanno mostrato una resilienza e una forza sorprendente in questi mesi: restiamo, però, prudenti sul futuro. In generale non consigliamo agli investitori prudenti di avere azioni bancarie italiane in portafoglio.

 

 

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