Dal 13 luglio al 22 settembre 2024

Uomini. Luciano Minguzzi in Valle d'Aosta

L'esposizione

Il Castello Gamba dedica la mostra estiva a Luciano Minguzzi, uno dei protagonisti della scultura italiana del Novecento, a vent’anni dalla sua scomparsa.

La mostra, curata da Davide Dall’Ombra in stretta sinergia con la Struttura Patrimonio storico artistico e gestione dei siti culturali della regione, e realizzata grazie alla collaborazione dell’Archivio Luciano Minguzzi che ne valorizza l’opera, pone l’attenzione del pubblico su un autore la cui vicenda si è più volte intrecciata con la storia culturale della Valle d’Aosta, come testimoniano le opere già presenti nelle collezioni del museo: Due figure - Le due amanti (1971), Due figure in poltrona (1974) e, presto, Uomini (1969-1970).

Nel ripercorrere gli episodi che legano Minguzzi alla Valle, la mostra approfondisce lo sviluppo creativo di alcuni grandi temi indagati da Minguzzi nel corso della carriera, e lo fa proponendo bozzetti e opere inedite su carta, raccontando il rapporto del maestro con l’arte antica e il suo approccio alla pittura. Il tutto accompagnato da fotografie d’archivio e dagli scatti che Paolo Monti ha dedicato all’opera Uomini.

 

Inaugurazione: venerdì 12 luglio ore 18

LUCIANO MINGUZZI (Bologna 1911 - Milano 2004)

Luciano Minguzzi nasce a Bologna il 24 maggio 1911. Figlio d’arte, studia inizialmente sotto la guida del padre scultore prima di iscriversi all’Accademia di Belle Arti, dove segue i corsi di scultura di Ercole Drei e quelli di incisione di Giorgio Morandi, mentre all’Università degli Studi frequenta le lezioni di storia dell’arte di Roberto Longhi. Nel 1934 vince una borsa di studio e si stabilisce per due mesi a Parigi. Minguzzi non guarda solo ai contemporanei Arturo Martini, Marino Marini e Giacomo Manzù, formandosi sulla tradizione della scultura fiorentina e bolognese del Rinascimento. Trentunenne, nel 1942, merita già una sala alla XXIII Biennale di Venezia. Nel 1945 fonda, insieme ad altri artisti, il gruppo “Cronache”. Nel 1948 ritorna a Parigi, dove, tra gli artisti, conosce Alberto Giacometti e Renato Birolli. Nel 1950 riceve il Gran Premio per la scultura alla Biennale di Venezia e, l’anno dopo, si trasferisce a Milano dove vince il concorso per la quinta porta del Duomo. Nel 1956 gli viene assegnata la cattedra di scultura all’Accademia di Belle Arti di Brera, dove insegnerà fino al 1975. A cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta le sue sculture includono riferimenti ai campi di concentramento e, in generale, alla Seconda Guerra Mondiale, ma non manca un filone di sculture definite “semi-astratte”, come la serie Aquiloni e Luci nel bosco. Il successo dell’artista viene sancito da numerose mostre internazionali nel corso degli anni ’60. Nel 1970 riceve l’incarico per la realizzazione della Porta del bene e del male per la basilica di San Pietro in Vaticano, inaugurata da Paolo VI (1977) e, nel 1972, espone l’imponente scultura Uomini alla Quadriennale di Roma. Il 1973 è l’anno della grande antologica, curata da Marco Valsecchi, alla Rotonda della Besana di Milano. Negli anni Ottanta realizza grandi disegni su carta con una colorata tecnica mista, con cui rielabora temi del passato e nuovi, già affrontati in scultura. Nel 1985 tiene una personale alla Galleria del Milione di Milano, curata da Mario De Micheli, cui fa seguito, l’anno dopo, una mostra a Palazzo dei Diamanti di Ferrara. Nel 1992 si tiene l’importante mostra curata dallo stesso De Micheli al Castello Sforzesco di Milano e, nel 1996, viene aperto a Milano il Museo Minguzzi, trasformato, dopo la sua morte (30 maggio 2004), nella casa e archivio della Fondazione Minguzzi di Venezia.