Gianantonio Guardi

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Gianantonio Guardi, o Giovanni Antonio (Vienna, 27 maggio 1699Venezia, 23 gennaio 1760), è stato un pittore italiano.

Pala Ferri della chiesa di San Vincenzo Martire, Cerete Basso

Educato alla pittura da suo padre Domenico Guardi[1], trentino d'origine e sposato con Maria Claudia Pichler, originaria di Egna ma trasferitosi a Vienna per lavoro[2], rimase di questo orfano a soli diciassette anni, ereditandone lo studio che condivise con i suoi due fratelli Francesco e Niccolò, dei quali fu anche maestro, e con i quali si specializzò nella realizzazione di opere a carattere sacro e di copie di celebri maestri della pittura.

Alla morte del padre sicuramente la famiglia si trovò in gravi difficoltà economiche, risulta che il giovane fosse aiutato dal nobile Giovanni Benedetto Giovanelli, del 1720 risultano pagamenti proprio da questi per la commissione di copie di quadri, probabilmente il giovane venne occupato nel ruolo di pittore che il padre occupava in precedenza[3].

Nei beni testamentari elencati dal Giovanelli nel 1731 compaiono "copie de' quadri […] fatte dalli fratelli Guardi", anche se non considerati di alto valore. Probabilmente il Guardi venne impiegato maggiormente per decori di stanze private, e di cappelle. Degli anni giovanili rimangono opere in un paio di chiese della bergamasca.

Successivamente il pittore lavorò per Johann Matthias von der Schulenburg, ma anche di questo periodo non rimane molto del suo lavoro, tanto che non venne mai sufficientemente remunerato.

Antonio Guardi, Il matrimonio di Tobia, Venezia, Chiesa dell'Angelo Raffaele

il primo lavoro che gli viene completamente attribuito è la pala d'altare della famiglia Marcolla nella chiesa di Santa Maria Assunta di Vigo di Ton raffigurante la Madonna con Bambino e i Santi Nicola da Bari, Rocco, Carlo Borromeo e Antonio abate.

Minerva, Venezia, Ca' Rezzonico

Dal 1741 al 1743 gli vennero commissionati piccoli quadri detti le turcherie. Gran parte delle sue opere sono frutto della collaborazione con i suoi fratelli, per cui è difficile attribuire quale parte derivi dal suo talento.

Ritratto di Johann Matthias von der Schulenburg, Venezia, Ca' Rezzonico

Alla morte del Schulenburg tornò in contatto con la famiglia Giovanelli tramite Francesco Savorgnan marito di una nipote, a loro si deve l'incarico per la realizzazione della pala nella chiesa di Sant'Antonio Abate a Belvedere dedicata alla Madonna del Rosario con i santi Domenico, Giovanni Nepomuceno, Antonio Abate, Sebastiano e Marco, ora conservata nel palazzo Attems-Petzenstein a Gorizia. Dal 1749 al 1750 realizzò il ciclo delle storie di Tobia sul parapetto dell'organo per la chiesa dell'Angelo Raffaele a Venezia, e qui visibile la sua tecnica di grandi pennellate che smangia i contorni delle figure con forti variazione di colore[4], e qui la tecnica di smaterializzazione del disegno e la riduzione compendiaria nella resa delle superfici. Si susseguirono diverse commissioni per altre chiese del Veneto.

Si deve forse al cognato Giambattista Tiepolo, che ne aveva infatti sposato la sorella Cecilia, la commissione del 1754 per la Pala Ferri nella chiesa di San Vincenzo Martire a Cerete Basso, grazie alla sua presenza nella bergamasca, esattamente per la realizzazione della pala del Paradiso in Rovetta grazie ai quali è annoverato tra i pittori più importanti del rococò veneziano[5].

Degna di nota anche la pala d'altare della Chiesa di San Martino a Pinzano al Tagliamento.

Il pittore visse sempre una situazione economica precaria, tanto che il Casanova che fu suo allievo, ricordava quegli anni come di un periodo molto duro e difficile. Risulta che ancora nel 1753 dovette vendere la tomba di famiglia nella chiesa di Santa Agata in Commezzadura.

Nel 1756 fu uno dei membri fondatori dell'Accademia veneziana, forse sempre grazie all'intervento dell'influente cognato Giambattista Tiepolo.

Immagine Titolo Data Tecnica Dimensioni Localizzazione
Madonna con Bambino e i Santi Nicola da Bari, Rocco, Carlo Borromeo e Antonio abate 1745-1750 ca. olio su tela 160×100 cm Vigo di Ton, chiesa di Santa Maria Assunta
Madonna del Rosario con i Santi Domenico, Giovanni Nepomuceno, Antonio Abate, Sebastiano e Marco 1746 ca. olio su tela 234×154 cm Gorizia, Palazzo Attems Petzenstein (proveniente dalla chiesa di Sant'Antonio Abate di Aquileia)
Gloria di Sant'Antonio 1747-48 ca. olio su tela Pinzano al Tagliamento, chiesa di San Martino
Madonna con Bambino e i Santi Silvestro, Antonio Abate e Caterina d'Alessandria 1754 olio su tela Cerete Basso, chiesa di San Vincenzo Martire
  1. ^ Guardi Giovanantonio, su settemuse.it, settemuse. URL consultato il 15 maggio 2017.
  2. ^ Michele di Monte, GUARDI, Giovanni Antonio, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 60, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2003. URL consultato il 15 maggio 2017.
  3. ^ Michele Di Monte, GUARDI, Giovanni Antonio, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 60, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2003. URL consultato il 15 maggio 2017.
  4. ^ Guardi Gianantonio, Nozze di Tobia e Sara, su catalogo.fondazionezeri.unibo.it, Fondazione zeri. URL consultato il 15 maggio 2016.
  5. ^ Tiepolo Giambattista, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 15 maggio 2017.
  • Alessandro Bettagno (a cura di), I Guardi: vedute, capricci, feste, disegni e quadri turcheschi, Venezia, Marsilio, 2002, ISBN 9788831771719.
  • Antonio Morassi, Guardi. L'opera completa (3 vol.), Firenze, Electa, 1975, ISBN 9788843544660.
  • Filippo Pedrocco & Federico Montecuccoli degli Erri, Antonio Guardi, Milano, Berenice, 1992.
  • Jane Turner (a cura di), The Dictionary of Art. 13, p. 740-742. New York, Grove, 1996. isbn 1-884446-00-0

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