News

Il BitCoin sbarca sulla Borsa Usa…

2 anni fa - venerdì 29 ottobre 2021
…ed è subito corsa all’accaparramento. Vediamo pregi e limiti di una scommessa sul suo futuro.
BitCoin sulla Borsa Usa

BitCoin sulla Borsa Usa

Con gli ultimi giorni di settembre è iniziato un periodo fantastico per il BitCoin (60.592,76 dollari), che da un livello poco sopra i 40.000 dollari è salito fino a guadagnare oltre il 50%. Sembrava impossibile che tornasse ai fasti del passato, eppure il mercato ha continuato a crederci, complice l’attesa suscitata dall’arrivo negli Stati Uniti del primo prodotto di Borsa dedicato proprio al BitCoin. Già, perché se qui da noi in Europa i prodotti sui BitCoin sono oramai una realtà consolidata di cui ti parliamo da diverso tempo, le autorità americane (nel caso specifico l’equivalente Usa della nostra Consob) su questo punto si erano sempre mostrate molto perplesse. Non volevano, cioè, che da un bene dai contorni così vaghi come una moneta elettronica nascesse un prodotto finanziario con cui si potesse far male anche il piccolo risparmiatore. Certo era stato aperto ai BitCoin il mercato dei futures (strumenti finanziari che puntano sul valore futuro di un bene, strumenti per esperti), ma non era ancora qualcosa per la clientela retail. Ora, invece, le cose sono cambiate ed è caduto anche quest’ultimo argine, tanto che stanno iniziando ad arrivare prodotti dedicati ai BitCoin uno dopo l’altro. Per ora basano le loro quotazioni sul future anziché direttamente sul BitCoin, ma poi si vedrà.

La “cacciata dalla Cina” non ha, quindi, significato la morte della madre di tutte le criptovalute che, anzi, ha ripreso smalto in un battibaleno. L’attenzione verso il BitCoin è così alta che il nuovo prodotto ad esso dedicato ha raggiunto in brevissimo tempo capitalizzazioni elevate, segno che di questi strumenti c’è una gran fame. Ma perché c’è questa fame? In fin dei conti non sono più una novità, e ci sono migliaia di criptovalute alternative, anche più innovative del BitCoin.

Dopo il grande rally con picchi a 67.000 dollari, il BitCoin è ripiegato intorno a quota 60.000 dollari, ma questo non impedisce a finanzieri e politici Usa (uno tra questi è l’ex speaker della camera Newt Gingrich) di esaltare il futuro delle criptovalute. Il risultato è, ovviamente, che finché dureranno queste parole a favore, la criptovaluta potrebbe continuare la sua ascesa.

I MOTIVI ALLA BASE DEL BOOM

Le risposte che potremmo dare sono diverse. La prima è che questa “fame” di BitCoin finanziari negli Usa si è accumulata nel tempo e si sta sfogando solo ora con un consistente effetto gregge. La seconda è che siamo in un periodo di ripresa dell’inflazione e, visto che il BitCoin promette di essere come l’oro (indenne al carovita perché esiste in quantità limitate), molti ne sono attratti, soprattutto tra quelli che hanno una certa diffidenza nei confronti delle Autorità pubbliche (comprese, quindi, quelle monetarie). Ciò che succede oggi nei confronti dei vaccini, infatti, non è un fenomeno limitato al mondo della salute, ma tocca anche quello finanziario.

A queste risposte potremmo aggiungere l’ipotesi che, dovendo le banche offrire alla clientela sempre “cose nuove”, il BitCoin sia fatto rientrare tra queste. Non di meno, il fatto di essere beni i cui prezzi sono stati (finora) scollegati da quelli delle Borse può rendere il BitCoin e le altre criptovalute interessanti in un’ottica di diversificazione degli investimenti, perché inseriti in un portafoglio complesso potrebbero renderlo più resistente agli alti e bassi dei mercati. E ancora, il fatto che la Cina non sia più il principale produttore di criptovalute potrebbe aver comportato un ulteriore passo in avanti nel loro gradimento da parte degli investitori.

Recentemente la Cina ha portato a una stretta consistente sulle criptovalute, costringendo molti operatori del settore a migrare all’estero.

In Germania dei BitCoin sono stati messi all’asta dopo un sequestro condotto dalle autorità giudiziarie del Paese nell’ambito della lotta contro i crimini informatici.

Una questione di attese

Molti si aspettano che i prossimi mesi possano vedere un ulteriore balzo in avanti da parte del BitCoin. D’altronde, se è già risorto dalla crisi nel 2017 e di nuovo dopo il calo della scorsa primavera, non è forse venuto il momento di considerarlo come un maturo compagno di avventure finanziarie? Resta il fatto che, a rigor di logica, non c’è niente che riesca a smentire quello che da sempre dice Warren Buffett, ossia che dietro il BitCoin non ci sta davvero nulla. Ma allora, se è così, perché ci sono i comportamenti degli investitori che abbiamo descritto prima? Potremmo azzardare una spiegazione nella forte abbondanza di moneta. La giovane vita del BitCoin e delle criptovalute si è, fin qui, svolta negli anni post Lehman, in cui le banche centrali han passato le giornate a “dare olio” all’economia stampando soldi. L’economia era così “inceppata” che fino ad oggi gli effetti sui prezzi di queste politiche sono stati modesti. Nonostante si sia per anni urlato al pericolo inflazione, è solo ora, dopo più di due lustri, che sta divenendo un fatto concreto. Però in tutti questi anni i soldi si sono riversati ovunque. Sulle Borse, per esempio, e, infatti, queste sono cresciute a dismisura, e poi sui bond, che hanno visto i loro prezzi salire (e di converso i rendimenti crollare). Il BitCoin è solo una delle tante mete verso cui si è riversata l’abbondanza di denaro. Se, però, fosse davvero così, non è detto che un domani la scelta delle banche centrali di porre un freno alla moneta facile non possa far male alle criptovalute rubando loro sostegno. È un rischio di cui tenere conto: il BitCoin una stretta forte e decisa sui tassi d’interesse di tutto il mondo non l’ha mai vista, non sappiamo che cosa gli potrebbe succedere. 

Resta aperto il tema dei consumi energetici dei BitCoin, accusati di essere poco green. Questo pone un’ipoteca sul futuro di questa valuta.

condividi questo articolo