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Caffè macinato: qual è la tazzina migliore?

Il caffè della moka è economico e green (non genera tutti i rifiuti delle capsule), ma è anche il sapore della tradizione. Scopri i macinati migliori grazie al nostro test.

14 aprile 2023
Moka aperta in tre con caffè che schizza

Economico e green. Ma non solo. Il caffè classico, macinato in polvere, è molto di più di una scelta anticrisi. È legato al gusto della tradizione e al richiamo della casa. Il borbottio della caffettiera sul fuoco e il profumo che riempie in pochi istanti le stanze richiama i risvegli in famiglia, le chiacchierate con gli amici a fine pasto, la convivialità.

Oggi cialde e capsule offuscano un po’ questa idea del caffè, ma il macinato, nonostante l’impennata dei nuovi sistemi, tiene duro. Complice sicuramente il prezzo più contenuto, sia della filiera sia della vecchia moka, che seppur rimodernata e di design ha un costo ben diverso da una macchina per il caffè. Per gli estimatori, dunque, abbiamo messo a confronto 15 campioni di caffè macinati per moka, di diverso formato e di diversa specie (puri arabica o miscele), scegliendo i più diffusi sul mercato.

Caffè moka: le prove di laboratorio

I caffè macinati del test superano piuttosto bene le prove di laboratorio: si tratta di prodotti che ricevono giudizi ottimi o buoni, che testimoniano la qualità elevata del caffè venduto. Fra le prove è stata determinata anzitutto l’umidità, un parametro che influisce molto sulla conservazione del prodotto. Dopo la tostatura, infatti, il caffè tende ad assorbire umidità: questo comporta un aumento di peso e una più rapida degradazione del prodotto. I valori di umidità nei caffè del test sono estremamente bassi, a eccezione di un campione che riceve un giudizio accettabile.

Un altro parametro di qualità è la presenza, o meno, di ceneri: più materiali di origine minerale (come sabbia, terra e così via) sono presenti nel caffè, minore è la sua purezza. Gli esperti del laboratorio analizzano anche la quantità di composti nel caffè in grado di solubilizzarsi in acqua bollente: il livello dell’“estratto acquoso” ci dice quanto il caffè è corposo. Insieme, queste diverse valutazioni sono indicative della qualità del caffè.

Scopri i nostri consigli su come preparare e gustare un ottimo caffè con la moka e come conservare il caffè macinato in modo che si mantenga fresco a lungo.

I veri pericoli nel caffè non ci sono

Le ocratossine sono micotossine, prodotte da muffe, che possono contaminare cereali, legumi e semi e anche i chicchi di caffè. Le cause possono essere tante: dalle condizioni atmosferiche avverse alle materie prime di scarsa qualità, fino a processi di lavorazione e conservazione non adeguati. L’ocratossina A, in particolar modo, ha una tossicità elevatissima (è cancerogena) e per legge non deve superare determinati limiti. Nei nostri caffè è risultata sempre assente.

Per il nostro test abbiamo cercato anche l’acrilammide, che non è né un additivo né un residuo, ma una sostanza che può formarsi in alimenti contenenti zuccheri, che vengono cotti ad alte temperature (e quindi anche il caffè che viene tostato). I valori di acrilammide rilevati nei prodotti sono sempre di gran lunga inferiori al valore di riferimento fissato dal regolamento europeo in materia: molto bene.

Caffeina? Meglio non esagerare

Nel test è stata quantificata anche la caffeina, presente in percentuali diverse nelle due specie arabica (1-2%) e robusta (2-3 %): i valori nei nostri prodotti sono tutti inferiori a 2,4 %. Se è vero che il caffè può essere un prezioso alleato per la nostra salute (può abbassare il rischio di incappare in alcune malattie neurologiche, alcuni tumori...) non bisogna però esagerare: bere 3-4 caffè (ma attenzione, uno solo per gli adolescenti e due caffè in gravidanza o allattamento) nel corso della giornata non comporta problemi. Ricorda però che la caffeina non si trova solo nel caffè, ma anche in tè, cacao, guaranà, cole ed energy drink. Scopri quanta caffeina consumi e se sei entro il limite giornaliero.

Due prove del test: assaggio e imballaggio

Com’è il caffè? A darci il loro giudizio sul profumo e il gusto della bevanda sono state ben 195 persone che partecipano al nostro progetto AcMakers e collaborano attivamente ai test comparativi. E non solo. Accanto all’assaggio amatoriale degli ACmakers c’è stata un’attenta analisi sensoriale effettuata da sette giudici esperti.

Naturalmente, dal punto di vista ambientale, il consumo di caffè ha diversi impatti nelle varie fasi del ciclo di vita, a partire dalla produzione e lavorazione del caffè fino al momento in cui viene servito nella tazzina. Il nostro test valuta i prodotti finiti, dunque, ci siamo concentrati sull’aspetto dell’imballaggio, che influisce sulle scelte dei consumatori e sulle azioni al momento del fine vita.

Le confezioni di caffè possono essere fatte in diversi tipi di materiali, ciascuno con un impatto diverso e con diversa possibilità di riciclo a fine vita. Nella nostra valutazione gli imballaggi monomateriale in plastica o carta sono la scelta migliore, perché sono più facili da gestire. Gli imballaggi inoltre devono essere leggeri (i barattoli in acciaio sono troppo pesanti) e proporzionati alla quantità di caffè che contengono. In fondo alla nostra valutazione invece ci sono gli imballaggi non riciclabili. Male anche i prodotti che hanno un doppio imballaggio, come Esselunga, ma anche Vergnano, Lavazza crema e gusto, Kimbo, Borbone e Splendid: è decisamente superfluo. Tra gli altri aspetti misuriamo la quantità totale di rifiuti prodotta.

Alla ricerca della sostenibilità nel caffè

Difficile per il consumatore capire se un caffè ha una produzione più sostenibile rispetto a un altro. Per scegliere sostenibile (ma non significa che il caffè sia buono), puoi orientarti sui caffè di produzione biologica: l’etichetta bio dell’Ue certifica che la produzione ha tenuto conto di una serie di fattori ambientali e che il prodotto ha soddisfatto condizioni rigorose durante produzione, lavorazione, trasporto e stoccaggio. Il logo può essere usato solo sui prodotti che contengono almeno il 95% di ingredienti biologici e rispettano altre rigorose condizioni per il restante 5%.

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