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Tutto sull'Assegno unico universale: chi ne ha diritto, quando arriva e gli importi 2024

L'Assegno unico universale per i figli è una misura che di fatto ha sostituito la detrazione per i figli a carico in busta paga. In questo articolo vediamo come funziona, quando viene pagato, chi ne ha diritto, quali sono gli importi per il 2024 e come (e quando) fare la domanda. 

13 febbraio 2024
famiglia

L'assegno unico, misura ormai consolidata da marzo 2022, diventa più sostanzioso nel 2024. Infatti, a causa dell’inflazione, l’adeguamento automatico dell’importo ha subito un aumento del 5,4%. 

L’assegno unico, per evitare la svalutazione di questa misura a sostegno delle famiglie con figli, viene aggiornato in base all’andamento del costo della vita come avviene ogni anno con le pensioni. Pertanto, l'importo minimo dell’assegno unico universale pari a 57 euro mensili viene ora corrisposto al superamento dei 45.575 euro di Isee, garantendo circa 3 euro aggiuntivi ai 54,1 euro previsti nel 2023. Doppio vantaggio quindi: soglie di reddito più alte e importi degli assegni maggiori. L’Inps però ha comunicato che i nuovi importi arriveranno a febbraio con il conguaglio di gennaio.

Per ottenere sul proprio conto corrente l'assegno unico universale per i figli (questo il nome corretto) bisogna attivarsi presentando la domanda sul sito dell'Inps a chi lo fa entro il 30 giugno riceve anche gli arretrati dal mese di marzo (se spettanti). 

Tuttavia, l'obbligo di presentare la domanda scatta solo per coloro che non lo hanno mai richiesto o che si trovano in una situazione famigliare o reddituale diversa da quella dichiarata con l’Isee presentato per ottenere l’assegno lo scorso anno. Infatti, l'erogazione dell'assegno unico universale copre i periodi da febbraio a febbraio e per i primi due mesi dell'anno in corso si considerano le condizioni già note all'Inps nell'anno precedente. 

Per i nuclei familiari che sanno di possedere un Isee pari o superiore a 45.574,96 euro rimane la possibilità in caso di nuova domanda di presentarla senza alcun attestato Isee.

Leggi anche quando fare l'Isee se hai titoli di Stato.

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Quando pagano l’assegno unico

Il pagamento dell’assegno unico universale avviene mensilmente ma è differenziato tra chi lo percepisce da almeno un mese e tutti quelli che fanno nuove domande o variazioni, nel primo caso, il pagamento avviene indicativamente tra il 17 e il 20 del mese. L’Inps ha comunicato le date in cui avvengono i pagamenti da gennaio a giugno:

  • 17, 18, 19 gennaio
  • 16, 19, 20 febbraio
  • 18, 19, 20 marzo
  • 17, 18, 19 aprile
  • 15, 16, 17 maggio
  • 17, 18, 19 giugno.

Per chi presenta una nuova domanda o per chi ha dovuto dichiarare una variazione della situazione famigliare/reddituale invece, il pagamento viene fatto a partire dal mese successivo da quello della nuova domanda. In particolare, l’Inps ha precisato che in questi casi i pagamenti e gli eventuali conguagli vengono disposti nell’ultima settimana del mese, per poi rientrare a partire dal secondo mese di pagamento, nel calendario ordinario.

Da quando si riceve l'assegno

L’assegno viene corrisposto a partire dal mese successivo a quello di presentazione della domanda all’Inps. L’Inps ha però 60 giorni di tempo per elaborare la domanda, in ogni caso eroga anche l’eventuale mese arretrato. Ad esempio, se presenti la domanda a ottobre il diritto all’assegno parte da novembre, l’Inps può iniziare a riconoscerti l’assegno da dicembre, ma deve versarti anche il mese di novembre, anche se in ritardo.

Ogni anno, per le domande presentate entro il 30 giugno vengono riconosciuti gli arretrati dal mese di marzo (se spettanti), mentre per le domande presentate a partire dal 1° luglio l'accredito segue la regola del mese successivo a quello di presentazione senza riconoscimento di eventuali arretrati.

A partire da novembre 2023, in caso di Isee in cui l'Inps riscontra omissioni o difformità, l'assegno unico viene riconosciuto solo per l'importo base, fino a che il contribuente non sistema la situazione che gli è stata comunicata dall'Inps. In ogni caso, vengono riconosciuti gli arretrati che spettano in base alla situazione accertata.

Come viene pagato l'assegno unico

L’assegno unico universale viene accreditato direttamente sul conto corrente (o tramite il mezzo di pagamento scelto) a partire dal mese successivo a quello di presentazione della domanda. Per i nuovi nati in famiglie che hanno già figli e percepiscono l’assegno unico, la modifica di composizione familiare deve esser comunicata all’Inps in via telematica entro 120 giorni dalla nascita. Ricorda che ogni modifica del nucleo familiare deve esser dichiarata tramite la DSU, cioè la dichiarazione sostituiva unica che viene presentata per ottenere l’Isee.

La riscossione in contanti è possibile presso uno degli sportelli di Poste italiane da parte di uno dei genitori anche nel caso in cui sia stata scelta la divisione dell’importo.

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Gli importi dell’assegno unico per il 2024

L’Inps ha il proprio calcolatore on line, che permette di simulare l’importo dell’assegno unico spettante in base alla propria situazione. Per utilizzarlo non serve esser loggati, ma bisogna aver ben presente la propria situazione famigliare per compilarlo correttamente e verificare l’importo che spetta.

Per chi vuole capire come viene calcolato, occorre sapere che l’assegno mensile si compone di due parti, una viene calcolata in base all’Isee, mentre l’altra, la cosiddetta maggiorazione varia in base alla composizione famigliare e a situazioni particolari come disabilità o più semplicemente nel caso in cui lavorino entrambi i genitori.

L’assegno base

L’importo base dell’assegno unico universale viene riconosciuto in base all’ISEE. Se si decide di non presentare l’Isee perché siamo già certi di superare il livello massimo di 45.574,96 euro, l’Inps riconosce l’importo base.

Nella tabella seguente vediamo gli importi validi per il 2024. 

Isee  Importo dell’assegno unico per ogni figlio minorenne
 Fino a 17.090,61 euro  96,90 euro
 Fino a 45.574,96 euro  Importo decrescente fino a un minimo di 57 euro
 Oltre i 45.574,96 euro o senza presentare l'Isee  57 euro
 Isee  Importo dell’assegno unico per ogni figlio maggiorenne
 Fino a 17.090,61 euro  91,9 euro
 Fino a 45.574,96 euro  Importo decrescente fino a un minimo di 28,50 euro
 Oltre i 45.574,96 euro o senza presentare l'Isee  28,50 euro
 

Le maggiorazioni

La maggiorazione spetta in maniera differente a seconda delle situazioni, alcune delle quali dipendono ancora dall’Isee ma si ricollegano ai seguenti casi particolari:

  • per figli fino a un anno d'età, gli importi dell'assegno unico aumentano del 50% in pratica, chi percepisce l’importo minimo di 199,40 euro arriva a 299,10euro fino al compimento dell'anno del bambino, mentre i 57 euro diventano 85,50 euro. Questa stessa maggiorazione, a partire dal terzo figlio, viene riconosciuta ad ogni figlio fino al compimento del terzo anno d’età per nuclei con redditi Isee massimi di 45.574,96 mila euro;
  • dal terzo figlio, spetta un importo mensile decrescente tra 96,90 euro per Isee fino a 17.090,61 euro e 17,10 euro per Isee pari a 45.574,96 euro;
  • se entrambi i genitori lavorano, all’importo base si somma un importo mensile di 34,10 euro a figlio che decrescono fino ad azzerarsi per Isee superiori ai 45.574,96 euro. Lo stesso aumento spetta ai genitori vedovi e lavoratori, la maggiorazione dura per i 5 anni successivi alla data del decesso;
  • per le mamme under 21, si somma un importo di 22,80 euro mensili a figlio a prescindere dall’Isee;
  • in caso di 4 o più figli vengono riconosciuti 150 euro mensili forfetari a prescindere dall’Isee;
  • Fino al 2024 per i nuclei con Isee fino a 25.000 euro, è istituita una ulteriore maggiorazione, calcolata dall’INPS, che viene riconosciuta solo a chi percepiva già gli assegni al nucleo familiare. Questa maggiorazione viene calcolata come differenza tra quanto si percepisce con l’assegno unico e quanto si percepiva come detrazioni e ANF. Se con l’assegno unico il nucleo familiare dovesse ottenere un importo inferiore, l’Inps riconosce automaticamente questa differenza insieme all’assegno. Attenzione però, la differenza viene riconosciuta per 2 terzi e nel 2024 e nei mesi di gennaio e febbraio del 2025 per un terzo.

In ogni caso, chi non presenta l’Isee ha diritto agli importi minimi, di fatto si presume che il nucleo familiare possegga un Isee di almeno 45.574,61 euro.

L’assegno unico per la disabilità

Oltre agli importi che abbiamo appena visto, in caso di disabilità dei figli vengono riconosciute delle maggiorazioni specifiche che variano in funzione del grado di disabilità e dell’età del figlio.

Le maggiorazioni si sommano agli importi visti nel paragrafo precedente, per i quali non si considera alcun limite di età per i figli disabili ma solo la variazione dell’Isee. Le maggiorazioni sono:

 Età del figlio Grado di disabilità  Maggiorazione spettante 
 Da 0 a 20 anni  Media  96,90 euro
 Grave  108,20 euro
 Non autosufficiente  119,60 euro
 Pari o superiore a 21 anni  -  Importo base per i figli minorenni in base all'Isee
 Maggiorazione per grado di invalidità
 

Nuclei con genitore vedovo

A partire dal primo giugno 2023 i genitori che sono vedovi, con figli minorenni, possono presentare la domanda di integrazione dell’assegno unico, anche se non vengono riconosciuti gli arretrati. Per ottenere la maggiorazione devono esser rispettati tutti i seguenti requisiti:
  • il decesso deve esser avvenuto entro il quinquennio precedente alla data di presentazione della domanda;
  • il genitore deceduto risultava al momento del decesso lavoratore o pensionato;
  • il genitore superstite è un lavoratore.

Ad esempio, se il decesso è avvenuto nel 2017 non si ha diritto alla maggiorazione, mentre se fosse avvenuto nell’aprile 2021, la maggiorazione spetterebbe a partire dal 1° giugno 2023 e fino all’aprile 2026.

Se la domanda di AUU era stata presentata a suo tempo dal genitore che risultava già vedovo, deve essere integrata con i seguenti dati:

  • il codice fiscale dell’altro genitore deceduto;
  • la data del decesso;
  • la dichiarazione che il genitore deceduto svolgeva attività di lavoro oppure era pensionato al momento del decesso.

Per i decessi avvenuti a partire dal 1° giugno 2023, l’Inps provvede autonomamente a corrispondere la maggiorazione spettante al genitore superstite presente nell’originaria domanda di AUU.  

 
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Quando presentare la domanda per l’assegno unico

Se la situazione Isee non è variata rispetto all’anno scorso e l’Inps possiede tutti i dati necessari per erogare la misura di sostegno non è più necessario presentare la domanda. Rimane pertanto l'obbligo di fare domanda ad esempio in caso di:

  • nascita di figli;
  • variazione o inserimento di condizione di disabilità del figlio;
  • variazione di frequenza scolastica/formazione per figlio maggiorenne fino ai 21 anni;
  • separazione dei genitori;
  • ripartizione dell'assegno tra i genitori o modifica delle modalità di pagamento dell'assegno;
  • variazioni reddituali o di stato lavorativo.

In ogni caso, l’importo dell’assegno unico non costituisce reddito e non viene conteggiato per la richiesta di prestazioni sociali agevolate, dei trattamenti assistenziali o di altri benefici previsti in favore dei figli con disabilità.

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Come presentare la domanda per l'assegno unico

La domanda può essere presentata online sul sito dell’Inps dal 1° gennaio di ogni anno e ha validità per il periodo che va da marzo dell’anno in corso a febbraio dell’anno successivo. Se però hai già presentato la domanda lo scorso anno e non è cambiato nulla (Isee, composizione familiare…) non è necessario rifare la domanda perché l’Inps considera valida l’ultima presentata.

Per farne richiesta sul sito dell’Inps devi loggarti nel portale le tue credenziali SPID o CIE o CNS. 

Prima di cominciare è bene avere a portata di mano:

  • il proprio codice fiscale;
  • il codice fiscale dell'altro genitore;
  • il codice fiscale di ogni figlio che si dichiara a carico fiscalmente per il quale si inserisce la domanda di assegno;
  • l'IBAN del conto corrente bancario o postale, anche estero, libretto postale o carte prepagate con IBAN.

È importante conoscere il valore del proprio ISEE, anche se non va in alcun modo allegato perché l’INPS già lo possiede.

Una volta entrati nel servizio si deve cliccare su “nuova domanda”

assegno unico figli 2 

Devi compilare una scheda per ogni figlio indicando il suo codice fiscale e quello dell’altro genitore

assegno unico figlio 

Presta attenzione alla compilazione della parte dedicata alle maggiorazioni. La prima si flegga solo se sono rispettate entrambe le condizioni indicate, la seconda va barrata se entrambi i genitori lavorano

 assegno unico figlio

Una volta scelta la modalità di pagamento e compilata la parte delle dichiarazioni di responsabilità, si arriva al riepilogo, se tutto corrisponde si può cliccare su “invia la domanda”. 

Se rientri in casi particolari, consulta le nostre FAQ su come compilare la domanda . 

Come verificare lo stato della domanda

Se hai già presentato la domanda per ricevere l’assegno unico universale sul conto corrente e vuoi controllare lo stato di elaborazione, puoi andare sulla pagina dell'Inps dedicata all'assegno unico (si può trovare anche andando sulla home page del sito dell'Inps e digitando "assegno unico universale" nel campo ricerca). A questo punto dovrai fare l'autenticazione attraverso Spid (ma se preferisci anche con Carta d'identità elettronica, Carta Nazionale dei Servizi o Pin). Una volta che ti sei autenticato avari accesso alla tua pagina personale dove puoi ad esempio anche fare una nuova domanda, annullare quelle fatte oppure più semplicemente consultare lo stato di quelle in corso; per verificare lo stato della tua pratica basta cliccare su “consulta e gestisci le domande presentate”.Torna all'inizio 

 
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Chi ne ha diritto: i requisiti

L’assegno unico per i figli viene riconosciuto a partire dal settimo mese di gravidanza fino al compimento dei 21 anni e senza limiti di età per i figli disabili. I figli devono risultare fiscalmente a carico, anche se non sono conviventi. Per avere accesso all’assegno per il figlio il genitore può far richiesta solo se possiede cumulativamente le seguenti caratteristiche:

  • essere cittadino italiano o di uno Stato membro dell’Unione europea titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente o esser suo familiare. Ne hanno diritto anche i cittadini di uno Stato non appartenente all’Unione europea, titolari di permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo o del permesso di soggiorno per motivi di lavoro o di ricerca di durata almeno semestrale;
  • deve pagare le imposte sul reddito in Italia;
  • vivere in Italia ed essere residente in Italia per almeno due anni, anche non continuativi, o esser titolare di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato con una durata di almeno semestrale.

L'assegno per i figli maggiorenni studenti

Una grossa precisazione va fatta per i figli maggiorenni, infatti, al compimento dei 18 anni e fino ai 21 anni è possibile richiedere che l’importo dell’assegno unico venga corrisposto direttamente al figlio, per favorirne la maggior autonomia. Tuttavia, in questi 3 anni l’assegno viene riconosciuto solo se il figlio frequenta:

  • una scuola secondaria superiore della durata di 5 anni;
  • un percorso di formazione professionale regionale (centro di formazione professionale), a cui si accede dopo la scuola media, della durata di 3 o 4 anni finalizzato ad ottenere una qualifica professionale o un diploma professionale tecnico;
  • un percorso di istruzione e formazione tecnica superiore (IFTS) cui si accede con diploma di scuola superiore, di durata annuale con cui si consegue una specializzazione professionale di quarto livello (EQF);
  • un corso di laurea.

In alternativa al percorso scolastico il figlio deve essere registrato come in cerca di lavoro presso un centro per l’impiego o un’agenzia per il lavoro oppure svolgere il servizio civile. Il beneficio spetta anche in caso di figli che sono assunti con contratti di apprendistato o tirocinio. In ogni caso non deve percepire un reddito superiore a 8.000 euro lordi annui.

In particolare, i figli maggiorenni conviventi fanno parte del nucleo Isee e, qualora percepiscano redditi, questi vengono conteggiati insieme a quelli del resto del nucleo Pertanto il diritto all’AUU è garantito se possiedono un reddito inferiore a 8.000 euro lordi annui, non rileva quindi che siano a carico fiscalmente. Ricordiamo infatti, che fino a 24 anni si è a carico fiscalmente se si possiede un reddito inferiore a 4.000 euro lordi annui.

Ai fini della percezione dell’AUU, i figli maggiorenni che non convivono con i genitori, possono esser considerati “attratti” nel nucleo dei genitori fino ai 21 anni se non sono sposati, se non hanno figli e se sono a loro carico fiscalmente. Per il rispetto di questa ultima condizione non devono aver percepito redditi superiori ai 4.000 euro nell’anno precedente alla domanda e 8.000 euro annui nell’anno in corso (questi vengono valutati in modo presuntivo).

Dai 21 anni tornano le detrazioni

A partire dal compimento dei 21 anni rimangono in vigore le detrazioni per i figli riconosciute in busta paga. Se ti trovi in questa situazione ricorda di segnalarlo al datore di lavoro o all'ente pensionistico per veder riconosciuta in busta paga la detrazione che ti spetta, se non lo fai puoi comunque recuperare l'importo tramite la dichiarazione dei redditi. Ricordiamo che per ottenerle il figlio deve risultare a carico fiscalmente e, fino ai 24 anni percepire meno di 4.000 euro lordi annui, mentre, superata questa età il limite di reddito si abbassa a 2.840,51 euro lordi annui.

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