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Isee 2024: salta (per il momento) l’esclusione dei titoli di Stato

Dal 2024 i titoli di stato non devono essere contati per l'Isee. Manca però ancora il decreto che renda operativa la norma, quindi l’Inps ha comunicato che al momento i titoli di Stato restano nel conto. Se non hai necessità di fare ora l'Isee, meglio aspettare che arrivi il decreto: il rischio è di doverlo rifare (a pagamento). Ecco perché.

15 gennaio 2024
Documenti e calcolatrici

La manovra di bilancio ha escluso i titoli di Stato dall’Isee a partire dal 2024, in pratica chi ha investimenti in titoli di Stato, buoni e libretti postali fino a 50 mila euro non deve dichiararli ai fini Isee.

Come sappiamo l’Isee dovrebbe fare una fotografia della situazione economica e patrimoniale del nucleo familiare nel secondo anno precedente quello in cui si presenta e, per farlo, deve considerare non soltanto i redditi ma anche i patrimoni sia in termini di immobili che di mobili, intesi come investimenti e/o conti correnti. Tuttavia, al fine di spingere gli investimenti in strumenti finanziari che aiutino lo Stato a coprire il debito pubblico, a partire dal 2024 il Governo ha deciso di “premiare” questi investitori permettendo loro di accedere a bonus più alti di quelli che spetterebbero.

Fin qua è tutto chiaro, ma il Governo al momento non ha ancora reso operativa questa norma e l’Inps non può tenerne conto per l’elaborazione degli Isee. Vediamo cosa succede a chi fa l’Isee adesso per avere accesso ad esempio all’assegno unico universale, al bonus asili nido o al bonus psicologo e possiede dei titoli di Stato che deve dichiarare.

Quando fare l’Isee se hai titoli di Stato

Come abbiamo visto inserire o meno gli investimenti in titoli di Stato modifica il valore Isee, di conseguenza non solo potrebbe esser la discriminante per accedere o meno a un’agevolazione ma anche all’interno della stessa avere diritto a un ammontare maggiore. Per questo motivo, chi possiede questo tipo di investimenti e può attendere, farebbe meglio ad aspettare a richiedere l’Isee, infatti, facendolo con le regole attuali, questo indicatore risulterà maggiore di quello ottenuto applicando le regole in vigore dal 2024.

Inoltre, c’è da considerare anche un altro aspetto di non secondaria importanza: a partire dall’ottobre 2023, la rielaborazione dell’Isee è a pagamento. I CAF, infatti, possono richiedere un contributo che solitamente si aggira intorno ai 25 euro per la rielaborazione dell’Isee causato dall’errata indicazione di redditi o patrimoni.

In buona sostanza, chi possedeva nel 2022 titoli di Stato fino a 50 mila euro e deve fare l’Isee 2024 è meglio che aspetti. Con molta probabilità il Governo emanerà a breve il provvedimento per rendere attuativa la modifica all’Isee introdotta con la manovra di bilancio, di conseguenza, aspettando si potrà usufruire dello “sconto dei titoli di Stato” e ottenere già un Isee corretto, senza doverlo rifare a pagamento.

L’alternativa dell’Isee precompilato

Il discorso che abbiamo appena visto non vale per chi invece, è in grado di destreggiarsi con l’Isee precompilato sul sito dell’Inps. Infatti, una valida alternativa potrebbe essere quella di farlo ora con il CAF e modificarlo in autonomia senza pagare.

Nella pratica, se utilizzare l’Isee precompilato sul sito dell’Inps, accedendo con le proprie credenziali SPID, CIE o CNS, non è per nulla semplice, in questo caso, procedendo solo alla rielaborazione togliendo una voce dal patrimonio mobiliare e lasciando in resto invariato, potrebbe non esser così difficile anche per chi non è avvezzo all’utilizzo degli applicativi della pubblica amministrazione.