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Sale iodato, importante per integrare lo iodio nella dieta e far lavorare bene la tiroide

Lo iodio serve alla tiroide per produrre gli ormoni e la sua carenza può dare problemi di salute. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, il sale da cucina iodato è la fonte migliore per integrare lo iodio nella dieta che spesso ne contiene poco. Quali sono gli alimenti più ricchi e quanto sale iodato bisogna aggiungere nella dieta giornaliera.

23 maggio 2024
primo piano mano che mette sale su un uovo

Lo iodio è importante per la nostra salute perché serve alla tiroide per produrre gli ormoni - tiroxina (T4) e triiodotironina (T3) - che regolano importanti processi fisiologici, tra cui la crescita corporea e lo sviluppo del sistema nervoso centrale nelle prime fasi della vita, ma anche la frequenza cardiaca, il metabolismo, l’integrità della pelle, la produzione di calore, la fertilità e la digestione. 

Lo iodio non è prodotto dal nostro organismo, ma lo introduciamo giornalmente con gli alimenti in quantità molto variabili, a seconda di quello che mangiamo: ne sono particolarmente ricchi i pesci e i frutti di mare, oltre che le alghe, mentre verdure e frutta ne sono povere.

L’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) ha proposto il sale iodato come soluzione per aumentare l’assunzione di iodio nella popolazione e prevenire i rischi per la salute legati alla carenza di questo nutriente attraverso la dieta.

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Cosa succede se non assumo iodio nelle giuste quantità?

Se l’apporto di iodio attraverso la dieta non è sufficiente, la tiroide non è in grado di produrre la giusta quantità di ormoni, causando problemi di salute genericamente chiamati “disturbi da carenza iodica”. L’intensità e la gravità dei sintomi legati alla carenza di iodio varia a seconda di quanto è grave la carenza e dell’età in cui si verifica.

Uno dei disturbi associati alla carenza di iodio è l'ipotiroidismo che si manifesta con sintomi come aumento di peso, stanchezza, umore depresso, problemi di memoria, stitichezza e intolleranza al freddo. In alcuni casi l’ipotiroidismo può essere accompagnato dall’ingrossamento visibile della tiroide (il gozzo) o da noduli tiroidei.

Nelle donne in gravidanzala carenza di iodio può compromettere anche la crescita del feto e il suo sviluppo neurocognitivo. La carenza cronica in utero può causare il cretinismo, una malattia caratterizzata da disabilità intellettiva, sordomutismo, spasticità motoria, ritardo nella maturazione sessuale e altre anomalie.

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Come si assume lo iodio?

Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, il sale da cucina iodato è la fonte migliore per integrare lo iodio nella dieta che, nella maggior parte dei casi, è carente. Il sale iodato non è altro che il comune sale da cucina arricchito di iodio (sulla confezione c'è la dicitura "sale iodurato" o "sale iodato") un micronutriente di origine marina essenziale per la produzione degli ormoni tiroidei. Lo troviamo sugli scaffali dei supermercati, negozi alimentari, tabaccherie nei due formati “grosso” e “fino”. Attenzione a non confondere il sale iodato con il "sale marino" o il "sale integrale", che invece hanno una quantità di iodio marginale.

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Quanto iodio bisogna assumere giornalmente?

Secondo l’Autorità europea che si occupa di sicurezza alimentare (Efsa), il fabbisogno giornaliero di iodio per una persona adulta è di 150 µg, di 200 µg nelle donne incinta e in allattamento, tra i 90 e i 120 µg nei bambini, in base all’età.

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Perché va usato il sale iodato?

La quantità di iodio che assumiamo con la dieta cambia in base a quello che mangiamo e comunque anche una dieta varia ed equilibrata, da sola, difficilmente ci permette di raggiungere il fabbisogno giornaliero di 150 μg di iodio. In molti casi poco più del 50% circa dello iodio lo introduciamo con gli alimenti.

Questo perché il livello di iodio presente nel cibo dipende da vari fattori: il tipo di alimento (i prodotti ittici hanno più iodio di verdura e frutta), le caratteristiche del terreno (il livello di iodio presente nel terreno cambia a seconda delle zone, pertanto, frutta e verdure coltivate in zone costiere ne sono più ricche), dalla presenza di iodio nei fertilizzanti impiegati, nell’acqua utilizzata per irrigare i terreni e nei mangimi impiegati negli allevamenti.Tutta questa variabilità tra gli alimenti e tra le persone a seconda delle abitudini alimentari, può generare carenze di iodio.

La via più semplice ed economica per colmare queste carenze è quella di sostituire (non aggiungere) il comune sale da cucina con il sale iodato, senza esagerare con le dosi. Ne basta poco per raggiungere il fabbisogno giornaliero di 150 ug. Infatti, ogni grammo di sale iodato aggiunto ci fornisce 30 µg di iodio.

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Quali sono gli alimenti ricchi di iodio?

Gli alimenti più ricchi di iodio sono i prodotti ittici, visto che lo iodio si trova nell'acqua del mare, ma anche formaggi, uova e carni ne contengono buone quantità, soprattutto se provengono da animali allevati in terreni ricchi di iodio come quelli costieri. Al contrario, frutta e verdura sono povere di iodio.

Per darvi un’idea dello iodio che introduciamo con la dieta, vi forniamo i livelli di iodio contenuti in alcuni alimenti.

Prodotti ittici

  • 150 gr di cozze o vongole: circa 210 μg di iodio
  • 150 g di baccalà in ammollo o di gamberetti surgelati o di bastoncini di merluzzo surgelato: circa 165 μg di iodio
  • 150 g di orata: circa 45 μg di iodio
  • 50 g di filetti di sgombro sott’olio: circa 20 μg di iodio

Altri prodotti:

  • 50 g burro e formaggi (gorgonzola, pecorino, provolone, stracchino, taleggio, rochefort): circa 23μg
  • 1 vasetto di yogurt: circa 79 μg di iodio
  • 50 g pane di segale: circa 29 μg di iodio
  • 15 g tuorlo dell’uovo: circa 21 μg di iodio
  • 50 g di uovo intero: circa 27 μg di iodio
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Chi deve usare sale iodato?

Tutti abbiamo bisogno di usare il sale iodato in cucina, ma ci sono alcune categorie di persone che sono più esposte a carenze di iodio. Infatti, l’uso di sale iodato è particolarmente raccomandato per:

  • Chi segue la dieta vegana perché non prevede i prodotti ittici (pesci, crostacei), uova e formaggi e quindi potrebbero esserci gravi carenze di iodio;
  • Chi non mangia latticini che contengono buone quantità di iodio;
  • Donne incinta o in allattamento perché durante questa fase aumenta il fabbisogno di iodio per sopperire alle richieste anche del feto e del neonato;
  • Bambini piccoli, perché carenze di iodio possono portare a effetti particolarmente gravi come deficit cognitivi e ritardi nella crescita.
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Chi non deve assumere sale iodato?

L'uso del sale iodato è raccomandato a tutti, bambini inclusi, in sostituzione del comune sale da cucina.  Lo dicono molte società scientifiche di vari ambiti della medicina - endocrinologia, nutrizione, pediatria, ginecologia - oltreché il Ministero della Salute e l’Istituto superiore di sanità.

L’unica eccezione, secondo le indicazioni dell’American Thyroid Association, sono i pazienti con cancro alla tiroide in prossimità della terapia con iodio radioattivo. Queste persone dovrebbero seguire una dieta a basso contenuto di iodio (meno di 50 µg al giorno) e pertanto escludere sale iodato e prodotti ittici dalla dieta.

Lo iodio, dunque, non è un problema, semmai il problema è il sale, che va sempre assunto in quantità piccole, indipendentemente dalla presenza di iodio.

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Sale iodato e pressione, chi è iperteso può usarlo?

Se da un lato usare troppo sale nella dieta è pericoloso per la salute in quanto può aumentare il rischio di ipertensione arteriosa e di patologie cardiovascolari, dall’altro la riduzione dell'assunzione di sale potrebbe avvenire a scapito dell'assunzione di iodio. Quindi, bisogna usare poco sale, ma iodato.

Poco quanto? L’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda di non superare 5 grammi di sale al giorno (circa un cucchiaino raso). Se consideriamo che ogni grammo di sale iodato ci fornisce 30 microgrammi di iodio, 5 g al giorno o permettono a un adulto di soddisfare il fabbisogno giornaliero di iodio che è di 150 µg.

Bisogna considerare, però, che i prodotti lavorati artigianalmente e industrialmente e quelli consumati fuori casa sono spesso ricchi di sale (verifica con il nostro calcolatore quanti grammi di sale stai consumando) e che ci sono malattie per cui viene raccomandato di ridurne il consumo, dunque meglio usare meno di 5 g di sale al giorno. Il consiglio è di diversificare ogni giorno le scelte alimentari, cercando di inserire cibi ricchi di iodio, e di integrare sempre con un pizzico di sale iodato.

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Troppo sale iodato può far male?

A far male è sicuramente il troppo sale. Se, invece, la preoccupazione riguarda lo iodio, il discorso è più semplice: no, non fa male, perché la quantità di iodio che si assume col sale nelle dosi raccomandate è un quantitativo molto moderato di iodio e sicuro per la salute di tutti.

Inoltre, dosi di iodio anche largamente superiori a quelle assunte con l’uso di sale arricchito con iodio sono del tutto prive di rischi nella stragrande maggioranza degli individui. Questo perché, la tiroide possiede un meccanismo naturale di adattamento che gli consente di bloccare l'ulteriore assorbimento di iodio e di eliminare l’eccesso con le urine. Stando ad alcuni studi, la nostra tiroide può tollerare fino a 1 mg/al giorno di iodio, cioè 1.000 µg /al giorno. 

L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha stabilito che la quantità giornaliera di iodio che non bisogna superare è:

  • 600 µg per un adulto, una donna in gravidanza e in allattamento;
  • 500 µg per gli adolescenti;
  • 200-300 µg per i bambini, in base all’età.

Bisogna dire che sembra poco plausibile, dunque che la quantità di iodio introdotta con una dieta varia e bilanciata e con l’uso moderato di sale iodato possano far superare i limiti stabiliti dall’Autorità. Anche quando si introducono cibi ricchi di iodio (come vongole o cozze), l’aggiunta di sale iodato non permette di superare i 400 µg di iodio giornaliero, un quantitativo di gran lunga inferiore al limite massimo stabilito dall'Efsa.

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Chi segue una dieta vegana può assumere abbastanza iodio con il sale iodato?

Chi segue una dieta vegana e, quindi, esclude gli alimenti ricchi di iodio come pesce, molluschi ma anche uova, e formaggi, può avere carenze di iodio che si possono colmare aggiungendo agli alimenti che consumano ogni giorno 5 g di sale iodato (come raccomandato dall’Oms). Ogni grammo di sale, infatti, permette di assumere 30 µg di iodio e di raggiungere il fabbisogno giornaliero di 150 µg. Non servono gli integratori a base di iodio o di alghe.

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Chi ha problemi di tiroide può utilizzare sale iodato?

La risposta è affermativa, perché il consumo di sale iodato raramente aggiunge più di 300 µg di iodio alla dieta giornaliera, quindi non causa un apporto eccessivo di iodio e non espone al rischio di aggravare la patologia tiroidea. Infatti, l'uso del sale iodato per chi ha problemi di tiroide è raccomandato da diverse società scientifiche e dal ministero della Salute e dall'Istituto superiore di sanità.

Questi pazienti, invece, devono fare attenzione all’uso di integratori di iodio in modo particolare quelli a base di alghe (come kelp o ecklonia cava) perché potrebbero comportare l’assunzione di iodio in eccesso e aggravare la malattia tiroidea. Infatti, alcuni di questi integratori forniscono 650 µg di iodio per dose, di per sé superiore al limite massimo giornaliero stabilito dall'Autorità. Se si considera che questa quantità si aggiunge allo iodio assunto con la dieta e con il sale iodato, i livelli che si raggiungono potrebbero mettere a rischio la salute della tiroide.

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Chi assume Eutirox o Levotirsol (levotiroxina) ha bisogno di usare il sale iodato?

Le persone a cui è stata rimossa la tiroide o che sono affetti da ipotiroidismo (non correlato alla carenza di iodio) e che assumono la levotiroxina (i farmaci sono Eutirox, Levotirsol, Tirosint…), l’ormone tiroideo sintetico, non avrebbero bisogno di usare il sale iodato per aggiungere iodio alla dieta. Non ci sono, però, controindicazioni per chi lo usa, infatti le società scientifiche non lo considerano pericoloso per la salute di questi pazienti.

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Il sale iodato fa dimagrire?

No, il sale iodato non fa dimagrire, così come alghe e integratori a base di iodio. Gli ormoni tiroidei controllano anche il metabolismo, motivo per cui quando la tiroide funziona poco (ipotiroidismo) si ha un rallentamento del metabolismo che comporta un aumento di peso, mentre quando funziona molto (ipertiroidismo) si ha una diminuzione di peso.

In una persona sana l’assunzione di iodio contribuisce semplicemente al buon funzionamento della tiroide e a evitare un ipotiroidismo da carenza di iodio, dunque a mantenere il proprio peso. L’assunzione di una maggiore quantità di iodio non permette di perdere peso in eccesso, dal momento che il sovrappeso non deriva da una carenza di ormoni tiroidei.

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Si può usare il sale iodato in gravidanza o in allattamento?

L’uso del sale iodato e di una dieta ricca di iodio è particolarmente importante durante la gravidanza e allattamento. Il fabbisogno giornaliero di iodio è più alto del 50% rispetto a quello di un adulto. Del resto, lo iodio assunto dalla mamma deve soddisfare il suo fabbisogno e quello del bambino, per questo è necessario assumerne di più.

In gravidanza aumenta la produzione degli ormoni tiroidei, l'escrezione di iodio attraverso le urine e, negli ultimi mesi, il fabbisogno di iodio da parte del feto. Anche durante l'allattamento questo fabbisogno rimane elevato perché lo iodio si concentra nella ghiandola mammaria per essere escreto nel latte materno.

Secondo l’Agenzia europea della sicurezza alimentare (Efsa) e l'Oms, il fabbisogno giornaliero di iodio in gravidanza è di 200-250 μg (contro i 150 μg degli adulti), di 250 μg per le donne che allattano al seno.

Gli ormoni tiroidei prodotti dalla madre (e dal bambino man mano che la gravidanza procede) sono essenziali per la crescita e lo sviluppo del bambino e per regolare lo sviluppo del cervello e del sistema nervoso, che inizia a svilupparsi già dal secondo mese di gravidanza.

Gli studi indicano che una grave carenza di iodio può bloccare la normale crescita fisica dei bambini e danneggiare il normale sviluppo mentale, con conseguente abbassamento del quoziente intellettivo. Meno note sono le conseguenze di una carenza lieve o moderata. La carenza di iodio nella dieta può avere conseguenze negative anche per la mamma che può andare incontro a ipotiroidismo. 

Allo stesso modo una quantità eccessiva di iodio può causare danni e avere effetti negativi su madri e bambini, ad esempio causando un'iperattività della tiroide. Per questo se si assumono integratori in gravidanza o durante l’allattamento meglio controllare prima la quantità di iodio fornita per dose, per non esporsi a rischi derivanti da eccesso di iodio. Gli integratori non dovrebbero superare i 150 µg di dose giornaliera, eppure ve ne sono alcuni, soprattutto quelli a base di alghe, che contengono una quantità di iodio che supera il livello massimo accettabile al giorno (600 µg per un adulto).

Scopri in quali bevande e alimenti è contenuto il sale e quanto ne consumi.

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