Consigli

Come buttare un materasso

Quando dobbiamo sostituire il vecchio materasso o buttarne uno che non ci serve più sorge sorgono spontane alcune domande: ma come elimino il vecchio? Dove lo posso buttare? Qualcuno si occupa del ritiro? Come smaltire correttamente un materasso? Si tratta di un rifiuto ingombrante? Esistono sistemi più sostenibili di altri per la gestione di questi rifiuti?

01 luglio 2022
materasso

I materassi sono prodotti ingombrani, pesanti, voluminosi, difficili da piegare e da muovere. Ogni 10 anni circa andrebbero sostituiti per questioni igieniche (accumulo di polvere, umidità, sudore) e perché potrebbero aver perso la loro capacità di sorreggere in modo ottimale il nostro corpo.  Ma i tempi potrebbero anche essere più corti se il materasso non è di buona qualità o fattura, se l’ambiente in cui si trova è molto umido, se non ci si è presi la giusta cura durante l’utilizzo in modo che prendesse aria e venisse pulito periodicamente nel modo migliore, se la persona che lo utilizza ha una corporatura pesante.

Ogni volta che il materasso presenta affossamenti, segni di usura e soprattutto se non ci consente un sereno sonno ristoratore occorre comprare un materasso nuovo, aspetto che porta con se lo smaltimento del prodotto che è arrivato a fine vita.

Come smaltirlo correttamente?

Secondo la normativa vigente i materassi sono “rifiuti ingombranti” quindi non possono essere conferiti con i RSU (rifiuti solidi urbani) o lasciati accanto ai cassonetti, ma devono essere portati nelle piazzole ecologiche o nei centri di raccolta che poi provvederanno a smistare i rifiuti ad impianti specializzati  al fine di trattare il rifiuto nel miglior modo possibile, con riciclo dei materiali (ad esempio l’anima metallica delle molle, i tessuti delle coperture) e termovalorizzazione delle parti non riciclabili.

Ma come portare il materasso al centro di raccolta?

Se è vero che un materasso singolo ha dimensioni di circa 90 x 190 cm e peso tra i 10 e i 25 kg ed è quindi abbastanza facile spostarlo e caricarlo in auto - magari piegandolo in due e abbassando i sedili posteriori - se dobbiamo disfarci di un materasso da una piazza e mezza (larghezza 120 cm), alla francese (larghezza 140 cm),  di un matrimoniale (larghezza 160 cm) o addirittura di un king size (larghezza 180 cm) dovremo organizzarci con alcuni amici anche solo per toglierlo dal letto e farlo passare dalla porta di casa, inoltre per il trasporto occorrerà un piccolo furgone.

Ci sono altri modi? Chi si occupa di ritiro e smaltimento?

In generale gli enti locali offrono servizi per il ritiro a domicilio degli ingombranti. E’ possibile prendere appuntamento e consegnare il materasso oppure portarlo al piano strada in un giorno concordato per il ritiro da parte dall’ente che gestesce i rifiuti.

In alternativa al momento dell’acquisto spesso è possibile scegliere il servizio di ritiro e smaltimento dell’usato, valutate se ci sono costi aggiuntivi e se il ritiro avviene contestualmente alla consegna.

Se il materasso è ancora in buono stato perché usato in una seconda casa o nel letto di emergenza o solo da bambini che sono cresciuti, considerate che dopo opportuna pulizia è possibile cederlo o donarlo invece che buttarlo. Non è detto che se non soddisfa più le vostre esigenze, non possa essere d’aiuto ad altri quindi la donazione può essere una scelta etica e sostenibile.

Per donare un materasso a Milano clicca qui.

Per donare un materasso a Roma clicca qui.

Quanto costa smaltire un materasso?

I servizi comunali di raccolta dei rifiuti ingombranti sono generalmente gratuiti per la raccolta a piano strada mentre possono avere dei costi aggiuntivi se si richiede il ritiro al piano. Verificate con il vostro Comune, potete trovare qui il servizio di Torino, Milano, Verona, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Palermo, Cagliari.

Mentre se vi avvalete del servizio del negozio oppure offerto dello spedizioniere i costi possono variare tra i circa 30 € a circa 60 €.

Qual’è il trattamento di un materasso a fine vita

Come per tutti i prodotti ingombrnti ci sono impianti dedicati che cercano di recuperare i materiali che possono avere una seconda vita (ad esempio il metallo delle molle, le fibre tessili delle coperture, parte del mteriale in lattice, la lana…) e invece riducono il volume e compattano i materiali non riciclabili al fine di un loro più facile trasporto al sito finale dove verranno termovalorizzati con produzione di energia.