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Prenotazioni visite ed esami, chi non disdice per tempo rischia di pagare comunque il ticket

Chi non disdice con almeno tre giorni d'anticipo l'appuntamento per una visita o per un esame prenotato con il SSN dovrà pagare comunque il ticket. È la novità introdotta a gennaio dalla Lombardia per responsabilizzare il cittadino e arginare liste d'attesa chilometriche. Ma quello lombardo non è l'unico caso.

  • Con il contributo esperto di
  • Laura Filippucci
  • articolo di
  • Roberto Usai
11 febbraio 2019
  • Con il contributo esperto di
  • Laura Filippucci
  • articolo di
  • Roberto Usai
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I numeri non vanno sottovalutati: stando ai dati diffusi dal Corriere, di tutte le prenotazioni effettuate in Lombardia, il tasso di quelle che non vengono erogate senza alcun preavviso raggiunge anche il 10% delle prescrizioni con ricetta. Il totale di "buche" date agli appuntamenti arriva così a due milioni all'anno. Il dato, soprattutto se lo si confronta con liste d'attesa sempre più lunghe, delinea uno scenario piuttosto preoccupante. Quella del non presentarsi a un appuntamento prenotato settimane o mesi prima è una prassi diffusa che, contrariamente a quanto si può pensare, penalizza l'intero sistema sanitario, allungando ulteriormente i tempi necessari per visite ed esami diagnostici.

La disdetta entro tre giorni, poi scatta la penale

La Lombardia è stata tra le prime Regioni italiane a cercare di intervenire in modo incisivo per mettere un freno a questa cattiva abitudine e per cercare di responsabilizzare i cittadini. Da gennaio, grazie alla delibera di giunta approvata a fine 2018, chi non si presenta a una visita o a un esame è obbligato a comunicare la disdetta con almeno tre giorni lavorativi d'anticipo. In caso contrario, nel momento in cui fisserà un nuovo appuntamento e pagherà un nuovo ticket, si vedrà addebitare anche la prestazione precedente non disdetta. Al momento la Lombardia non prevede deroghe ai tre giorni, questo è un tema su cui sarebbe bene lavorare, sulla scia di quanto fatto in altre Regioni italiane. Non sappiamo se e quali strutture seguiranno questa politica, ma è bene sapere che ne hanno piena facoltà. E, in particolare, diventa complicato stabilire come si comportano le strutture private convenzionate con il SSN ma non prenotabili tramite il Centro unico di prenotazione (Cup), per cui diventa indispensabile leggere le condizioni di disdetta di ciascuna struttura.

Cosa fanno le altre Regioni

Quello lombardo non è l'unico esempio nazionale. Tra le tante Regioni che hanno messo in atto misure per limitare inutili intasamenti nelle liste d'attesa c'è l'Emilia Romagna. Qui dal 2016 è obbligatorio comunicare la disdetta di un appuntamento con almeno due giorni lavorativi d'anticipo. Per non incappare in sanzioni o in pagamenti extra, dovuti anche nel caso di pazienti esenti dal ticket, il cittadino deve presentare una motivazione fondata e valida. Una procedura simile è stata avviata anche in Toscana, dove chi non paga la penale (sia tramite ticket che tramite multa) rischia che si inneschi il meccanismo di emissione della cartella di pagamento. Insomma, la strada è ancora lunga e, soprattutto, un ruolo chiave lo giocano direttamente i cittadini: è da una responsabilizzazione del singolo che passano anche liste d'attesa più corte, un vantaggio per l'intera collettività.

Come disdire un appuntamento prenotato

In Lombardia è possibile disdire l'appuntamento direttamente online nel caso di strutture appartenenti al circuito CUP. Basta inserire il proprio codice fiscale, le ultime cinque cifre della tessera sanitaria e il codice ricetta o appuntamento e inoltrare la richiesta direttamente sul sito. In alternativa, è possibile telefonare direttamente al numero 800 638 638 e comunicare in anticipo l'impossibilità a presentarsi all'appuntamento. Per tutte le altre strutture, invece, come anticipato, esiste una certa libertà d'azione: meglio informarsi per tempo su quali siano le modalità di disdetta.