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Gestione del conto corrente: tra coordinate bancarie, Iban ed estratti conto

Il conto corrente bancario è un prodotto finanziario molto importante su cui transitano i nostri soldi, i nostri pagamenti e le nostre operazioni di investimento. Occorre conoscerlo bene anche nei suoi aspetti più tecnici, come le coordinate bancarie o l’estratto conto. 

27 agosto 2021
banconote e monete

Saper gestire un conto corrente è fondamentale per concludere le operazioni di pagamento in maniera corretta e per avere sempre chiaro come agire. Andiamo a scoprire come conoscere a fondo il nostro conto corrente.

Coordinate bancarie: dove trovarle?

Un conto corrente è identificato da un codice alfanumerico chiamato IBAN (international bank account number), la coordinata bancaria internazionale.

L’IBAN è composto per l’Italia da 27 caratteri tra numeri e lettere ed ognuno dei caratteri identifica un elemento del rapporto di conto corrente, ad esempio il paese europeo in cui si trova, la banca, l’agenzia, il numero del conto corrente. Il codice ha una lunghezza diversa a seconda del Paese europeo fino ad un massimo di 34 caratteri. Ad esempio, la Germania ha 22 caratteri, la Francia 27 come noi.

Da cosa è composto l’IBAN?

IT 88 A 03069 01634 000055566778

IT Le prime due lettere indentificano il paese in cui è aperto il conto corrente. Nel caso dell’Italia troviamo IT, per la Germania DE, per la Francia FR.

88 è un codice di controllo numerico internazionale generato con una serie di calcoli usando gli altri caratteri dell’Iban.

A è chiamato codice CIN (Control Internal Number) è composto da una sola lettera ed è utilizzato come carattere di controllo: partendo dal codice ABI, dal CAB e dal numero di conto corrente, attraverso una serie di calcoli viene generato il CIN.

03069 questo codice di 5 numeri è chiamato codice ABI (associazione bancaria italiana) e identifica la banca presso cui è stato aperto il conto corrente. In questo caso si tratta del codice Abi di Intesa San Paolo. I codici ABI di altri istituti bancari sono, ad esempio, 02008 per Unicredit, 01005 per la Banca Nazionale del Lavoro, 05034 per il Banco Bpm, 01030 per il Monte dei Paschi di Siena.

01634 questo codice composto da 5 numeri si chiama codice CAB (codice di avviamento bancario) ed identifica insieme al codice Abi la specifica agenzia bancaria o filiale presso cui è aperto il conto corrente. Ad esempio, il codice cab 01634 identifica l’agenzia bancaria Intesa san Paolo di Milano via Meda, ma solo perché abbinato al codice Abi 03069.

000055566778 gli ultimi 12 numeri dell’Iban identificano il numero rapporto di conto corrente.

C’è anche il codice BBAN (basic bank account number), la coordinata bancaria nazionale, che per l’Iban precedente è questo

A 03069 01634 000055566778

è composto da codice CIN+CAB+ numero di conto corrente ed è composto quindi da 23 caratteri.

Da ricordare che con l’arrivo del bonifico Sepa i conti correnti sono identificati dall’Iban anche se si tratta di bonifico interno, nazionale.

C’è anche il BIC (bank identifier code) chiamato anche codice Swift che serve nei pagamenti internazionali (in Europa e in tutto il mondo) ad identificare la banca del beneficiario del bonifico o di altro pagamento. Può essere formato da 8 o da 11 caratteri alfanumerici. Ogni banca ne ha uno che la identifica o meglio uno che identifica la specifica agenzia bancaria in cui è aperto il conto. Su questo sito è possibile verificare il codice Bic della propria banca ed agenzia, basta inserire il nome della Banca, la città in cui si trova la filiale e il Paese. Quindi appare l’elenco delle agenzie della città indicata e si potrà cercare il Bic della propria. In genere comunque il codice Bic è indicato sui documenti che si ricevono dalla banca periodicamente (estratto conto, riepilogo delle spese, documento di sintesi), oppure lo si può chiedere chiamando il servizio clienti della banca.

Ad esempio, il Bic dell’agenzia bancaria di Intesa san paolo di via Meda Milano è BCITIT31129.

Cosa succede se l’Iban cambia?

Ogni qualvolta cambiamo banca alla ricerca di un conto corrente migliore cambia ovviamente anche il nostro Iban; dovremo comunicare a chi ci fornisce servizi (luce, gas, telefono, internet) il nuovo codice in modo da trasferire l’addebito diretto delle bollette. Così dovremo comunicare il nuovo Iban anche al nostro datore di lavoro o all’Inps nel caso cui riceviamo l’accredito della pensione o dello stipendio sul conto.

Grazie alle norme sulla portabilità semplice del conto corrente,  sarà la nuova banca che si occuperà del trasferimento dei pagamenti periodici dal vecchio conto al nuovo. Peraltro, è prevista anche una salvaguardia ulteriore: se lo richiedi, il vecchio operatore deve assicurarti gratuitamente, per un periodo di 12 mesi, il re-indirizzamento automatico dei bonifici in entrata sul tuo vecchio conto.

In caso di cessione di tutte o alcune agenzie bancarie da una banca ad un’altra allora cambia anche l’Iban. Anche in questo caso è bene comunicare la variazione per gli addebiti diretti e l’accredito di stipendio e pensione; anche in questo per un certo periodo di tempo i bonifici in entrata sul vecchio Iban saranno reindirizzati verso il nuovo. 

Cosa si rischia comunicando l’Iban?

L’Iban identifica il nostro conto corrente e deve essere comunicato a terzi per ricevere pagamenti come i bonifici di cui si è beneficiario. Inoltre, quando si fanno addebiti diretti delle bollette di luce o gas o di altri pagamenti periodici ovviamente occorre comunicare all’ente o alla società che ci fornisce il servizio il nostro Iban questo per fare gli addebiti periodici sul nostro conto corrente.

Come abbiamo visto è vero che con l’Iban si ottengono informazioni sulla banca in cui è aperto il conto ed anche sulla filiale ma queste informazioni non servono a nulla; qualsiasi operazione dispositiva sul conto corrente deve essere autenticata due volte con una password che conosce solo il titolare del conto e con un messaggio autorizzativo o un codice usa e getta che pure riceve unicamente il correntista. Insomma, si possono correre dei problemi solo se si è oggetto di una truffa per carpire le credenziali di accesso all’home banking.

Dovete però considerare che c’è sempre per voi la possibilità di contestare gli addebiti fraudolenti o non autorizzati. Entro 8 settimane da un addebito diretto sul conto si può chiedere lo storno senza alcuna motivazione particolare e gli addebiti fraudolenti che non avete autorizzato possono essere da voi contestati e la banca non può addebitare nulla sul vostro conto a meno che non dimostri con prove dettagliate che ci sia stato dolo o colpa grave da parte vostra. Comunicate con la banca per iscritto; la banca vi deve dare risposta entro 15 giorni lavorativi dal ricevimento del reclamo. Se non arriva risposta o ne arriva una non soddisfacente si può fare ricorso all’Arbitro bancario e finanziario.

L’estratto di conto corrente, come si legge e dove si trova

L’estratto conto è un documento che riceviamo almeno una volta all’anno dalla banca ma, di solito, una volta ogni trimestre, e che riporta le operazioni che abbiamo fatto sul conto corrente nel periodo cui si riferisce il documento. Potremo così sapere quanto abbiamo speso nel corso del periodo e quindi sapere il nostro saldo di conto corrente attuale. L’art. 119 del TUB (testo unico bancario dlgs 385/93) prevede che la banca invii l’estratto conto con periodicità almeno annuale o, a scelta del cliente, con periodicità semestrale, trimestrale o mensile. Almeno una volta all’anno la banca deve inoltre fornire “una comunicazione completa e chiara in merito allo svolgimento del rapporto”.  Detta comunicazione è costituita dal cosiddetto “documento di sintesi”, nel quale sono indicate le condizioni contrattuali del rapporto di conto corrente riportando in grassetto le disposizioni mutate nell’ultimo anno. Fate attenzione: si tratta di una comunicazione riassuntiva a posteriori. Se volete recedere ottenendo l’applicazione delle condizioni contrattuali precedenti, dovete farlo entro i 60 giorni dalla ricezione della proposta di modifica contrattuale. Quando ricevete il documento di sintesi è troppo tardi. Il contratto di conto corrente può escludere l’obbligo di inviare le comunicazioni periodiche per i rapporti che non registrano movimenti da oltre un anno e presentano un saldo creditore non superiore a 2.500 euro (in alcuni casi il limite è più basso intorno ai 500 euro); in ogni caso, per l’invio di dette comunicazioni la banca non può addebitare costi superiori al rimborso delle spese sopportate per il loro invio (nessun costo in caso di invio per e-mail). L’estratto conto e il documento di sintesi inviati per la scadenza del 31 dicembre di ciascun anno (li si riceve di solito tra metà gennaio ed inizio febbraio dell’anno successivo) hanno in allegato anche un “Riepilogo delle spese”, un documento previsto dalle norme di trasparenza di Banca d’Italia. Ne abbiamo parlato qui. Con l’estratto conto di fine anno (quello chiuso al 31 dicembre) si trova allegato Riepilogo delle spese.

Leggere l’estratto conto

L’estratto conto è un documento molto importante che arriva periodicamente dalla banca e che indica le operazioni fatte nel periodo di riferimento, gli addebiti e gli accrediti e le spese richieste dalla banca. Nel documento sono indicati anche il saldo iniziale e il saldo finale, gli interessi riconosciuti sulle giacenze e le spese e gli interessi applicati sul rosso di conto corrente, fido o scoperto.

Su indicazione del cliente l’estratto conto può essere inviato cartaceo a domicilio oppure online. In questo caso si troverà alla cadenza prescelta nella sezione “Documenti” del proprio home banking. Un estratto conto periodico si compone di tre parti: l’elenco dei movimenti, il riassunto scalare e il riepilogo delle competenze. Analizziamoli singolarmente.

Elenco dei movimenti

Riporta i movimenti in entrata e in uscita del periodo cui si riferisce l’estratto conto e si compone di 5 colonne. L’elenco movimenti inizia con il saldo iniziale e si chiude con due parziali, il Totale entrate e il Totale uscite. Sommando al saldo iniziale registrato come prima voce dell’estratto conto il totale delle entrate e sottraendo il totale delle uscite, si ottiene il saldo finale.

estratto conto

Si compone di 5 colonne:

  • data contabile: riporta la data effettiva dell’operazione registrata sull’estratto conto.
  • data valuta riporta la data a partire dalla quale partono gli interessi per le operazioni in entrata (accrediti) e non si producono più per le operazioni in uscita (addebiti).
  • movimenti dare (in uscita) operazioni di addebito in uscita
  • movimenti avere (in entrata) operazioni di accredito in entrata
  • descrizione operazioni riporta una descrizione dettagliata dell’operazione registrata.

Riassunto scalare

Serve a calcolare gli interessi sulle giacenze di conto. L’elenco si compone di 4 colonne. Alla fine del riassunto scalare si tirano le somme.

estratto conto

Riporta 4 colonne:

  • data valuta: data a partire dalla quale partono gli interessi per le operazioni in uscita (accrediti) e non si producono più per le operazioni in uscita (addebiti) saldi per valuta riporta alla valuta indicata nella colonna precedente la somma delle operazioni in entrata ed in uscita
  • giorni: numero di giorni per i quali è rimasto il saldo evidenziato
  • Numeri: possono essere debitori o creditori. Sono dati dal prodotto di giorni e saldi per valuta. Se il saldo è positivo si tratta di numeri creditori, se negativo si hanno numeri debitori.

Alla fine, si tirano le somme:

  • Saldo liquido o disponibile finale: somma finale del conto corrente che può essere effettivamente utilizzata (operazioni fatte a fine periodo come versamenti di assegni o accrediti di bonifici impiegano dei giorni per essere disponibili per il correntista).
  • Saldo contabile finale: somma delle operazioni registrate fino ad un certo momento sul conto.

Riepilogo competenze

È la parte finale dell’estratto conto e viene consegnata solo con l’estratto conto relativo al 31 dicembre di ogni anno. La sezione contiene tutti gli elementi che permettono di effettuare il calcolo della differenza tra gli interessi attivi, quelli riconosciuti sulle giacenze di conto, e quelli passivi, maturati sul rosso di conto corrente, le spese di tenuta conto nel periodo di riferimento dell’estratto conto ed eventuali commissioni. Tra le commissioni, se il conto è in rosso, ci sono anche le spese sull’importo affidato (applicate ai conti che prevedono un fido) oppure le commissioni di istruttoria veloce per i conti senza fido. La differenza può originare uno sbilancio o bilancio di competenze. Se si ha uno sbilancio di competenze viene addebitato sul conto e decurta il saldo liquido/contabile finale. Se si ha un bilancio di competenze viene accreditato sul conto e dunque aggiunto al saldo liquido/contabile finale.

estratto conto

Altri documenti da chiedere o ricevere dalla banca

Dalla banca si riceve anche altra documentazione e può anche accadere se si debba chiedere al nostro istituto bancario qualche documento particolare. Vediamo quale.

Certificazione interessi passivi mutuo

Come sappiamo in caso di mutuo contratto per l’acquisto dell’abitazione principale si ha diritto a una detrazione del 19% degli interessi e delle spese pagate nell’anno precedente fino ad un massimo di 4000 euro l’anno (per una detrazione massima di 760 euro). Ne abbiamo parlato qui.

La certi­ficazione sugli interessi passivi del mutuo è un documento, utile per la detrazione degli interessi e delle spese, che riporta le informazioni sull’ammontare del ­mutuo, il tipo di mutuo scelto, la data di stipula, il dettaglio degli interessi passivi pagati nell’anno e il capitale residuo al 31 dicembre. Di solito, la banca lo spedisce di default ai mutuatari ogni anno, di norma tra marzo e aprile e comunque in tempo utile per la presentazione della dichiarazione dei redditi. Il documento può essere cartaceo oppure online: in questo caso lo si recupera nella sezione Documenti dell’area clienti del sito della banca. Può accadere che la banca non li invii e quindi occorre chiederlo. Come si fa? Se si è correntisti della banca si può chiamare il Servizio clienti e farselo consegnare anche online ne documenti dell’home banking. Altrimenti si deve fissare un appuntamento in filiale per ritirare la certificazione. Alcuna banca applicano una commissione per il rilascio del documento si può arrivare fino a 10 euro. Verificate sui foglietti informativi del mutuo a quanto ammonta la spesa.

Copia di documenti

Può anche accadere che in certo momento si abbia bisogno di chiedere alla banca copia di documentazione bancaria di qualche tempo fa (ad esempio estratti conto, estratti titoli, altri documenti). L’articolo 119 del TUB (testo unico bancario dlgs 385/93) al comma 4 dispone: “le banche devono fornire al cliente (o a colui che gli succeda a qualunque titolo o che gli subentri nell’amministrazione dei suoi beni), se lo richieda, copia della documentazione inerente a singole operazioni poste in essere negli ultimi dieci anni, e questo entro un congruo termine e comunque non oltre 90 giorni dalla domanda, con addebito al cliente dei costi di produzione della documentazione”.

L’articolo dunque afferma il diritto del cliente di chiedere alla banca copia della documentazione relativa ad operazioni risalenti agli ultimi 10 anni (oltre questo termine scatta la prescrizione) e l’obbligo per la banca di fornire copia dei documenti entro un massimo di 90 giorni dalla richiesta; le banche possono applicare al cliente per questa documentazione delle spese che però devono essere giustificate da costi di produzione effettivamente sostenuti. I documenti possono essere chiesti dal cliente della banca ma anche dai suoi eredi oppure dal tutore o dall’amministratore di sostegno.