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Acqua di casa: quanto costa in bolletta? L’inchiesta in 64 città italiane

Cara acqua, quanto mi costi? Le tariffe dell'acqua rincarano, la qualità del servizio idrico però ancora non migliora. E' il quadro emerso dalla nostra inchiesta sull'acqua potabile in una sessantina di città italiane: a Campobasso i costi più bassi, Pisa fanalino di coda. 

17 gennaio 2019
acqua rubinetto casa

A Campobasso una famiglia di tre persone spende in media 138 euro l’anno per la bolletta dell’acqua. Per quasi gli stessi metri cubi consumati a Siena si spendono, invece, 560 euro. Una differenza abissale. Dall’anno della nostra ultima indagine, svolta nel 2014, per la stessa famiglia i consumi sono aumentati ben dell’11,1%. Ma a fronte delle tariffe che aumentano la qualità del servizio della rete non migliora. Anzi. In base ai dati Istat si è assistito a un peggioramento dal 2012 al 2015. La media nazionale di perdite di rete è oltre il 40%, con situazioni in cui si perde oltre il 55%.

Cosa trovo in bolletta?

Innanzitutto è bene fare chiarezza. La tariffa prevede una quota fissa, indipendente dal consumo, quote variabili per fognatura e depurazione proporzionali al consumo e una quota variabile per il servizio acquedotto, articolata a scaglioni. A una prima fascia di consumi si applica una tariffa definita agevolata, per quanto riguarda i consumi essenziali. Una seconda fascia è a tariffa base, a cui seguono le tariffe di eccedenza, applicate agli scaglioni di consumo più alti, con un costo più elevato per scoraggiare consumi eccessivi. Così composta però la tariffa finisce per penalizzare le famiglie numerose il cui consumo abbondante di acqua non è dovuto a comportamenti spreconi, ma a esigenze reali.

A partire dal 1° gennaio 2018, quindi, saranno validi i criteri stabiliti da Arera per fare in modo che le tariffe applicate agli utenti domestici abbiano una struttura omogenea a livello nazionale: per il servizio acquedotto la fascia di consumo a tariffa agevolata diventa di ampiezza proporzionale alla numerosità della famiglia, resta poi una fascia a tariffa base e quindi, secondo le scelte fatte a livello locale, da una a tre fasce di eccedenza. Per i servizi di depurazione e fognatura resta previsto un corrispettivo proporzionale al consumo. Per ognuno dei tre servizi è inoltre prevista una quota fissa. In questo modo i consumi di base hanno una tariffa agevolata parametrata al nucleo famigliare e le famiglie numerose dovrebbero risultare meno tartassate. Siccome però le banche dati dei gestori sono solo in minima parte pronte ad associare a ogni utenza il numero dei componenti del nucleo familiare, il calcolo delle tariffe su base pro capite entrerà definitivamente in vigore per tutti non prima del 1° gennaio 2022. Per il momento alcuni gestori applicano una tariffa standard basata su tre persone: in alcuni casi, comunicando il dato reale dei membri della famiglia, si ottiene un adeguamento.

La nostra inchiesta

Attingendo ai dati sui consumi idrici di un’indagine Istat per gli anni dal 2012 al 2016 nei capoluoghi di provincia italiani abbiamo analizzato quanto ha pagato in media una famiglia di tre persone per la bolletta dell'acqua nel 2017 e confrontato questi dati con quelli della nostra inchiesta del 2014. La spesa prevalente è compresa tra 300 e 400 euro l’anno. Il 26% si attesta su una spesa più bassa (200-300 euro) e il 26% su una spesa più alta (400-500 euro). A consumi più bassi non corrispondono bollette più basse e viceversa. Milano, Monza e Aosta, per esempio, pur registrando consumi pro capite molto elevati spendono molto poco. Le città di Emilia Romagna, Toscana e Marche presentano livelli di spesa maggiori, insieme a Genova e Torino. Con l’eccezione di Lecce, che si colloca a livelli di spesa medio-alti, la spesa annua è generalmente più contenuta al Sud rispetto al Centro-Nord. 
Tra le città in cui si sono registrati gli aumenti più elevati c’è l’Aquila, dove in tre anni la bolletta è salita del 31% a causa di un aumento sia dei consumi rilevati che delle aliquote unitarie applicate ai diversi scaglioni e anche della suddivisione della tariffa in due soli scaglioni, che evidentemente penalizza i consumatori. Un altro aumento notevole è quello di Aosta (+35,9%), dovuto a un mix di fattori, tra aumento dei consumi e aumento della tariffa di depurazione. Solo a Genova e Bolzano c'è stato un calo della spesa. 

Se vuoi leggere l’inchiesta completa pubblicata sul numero di Inchieste di dicembre, e vedere la tabella coi costi città per città, puoi scaricare il pdf dell’articolo.

La tendenza per il 2018
La maggior parte delle tariffe  viaggiano  verso una ulteriore crescita (+3,2% in media rispetto al 2017). Abbiamo analizzato con particolare attenzione la Toscana, una delle regioni dove storicamente l’acqua è più cara, perché la sua autorità idrica ha recepito molto rapidamente le disposizioni di Arera sull'articolazione tariffaria pro capite e volevamo capire quali effetti ciò abbia avuto sui costi. Mentre a Grosseto c’è stato un forte rincaro della tariffa agevolata, che ha avuto una ricaduta diretta in bolletta, in generale nella regione la crescita della spesa nel 2018 risulta più bassa rispetto al dato nazionale e si attesta sull’1,4%.
Non dimenticare il bonus acqua

Analogamente a quanto accaduto negli anni scorsi nei settori energia elettrica e gas anche nel settore del servizio idrico integrato è stato istituito un bonus sociale, valido a livello nazionale e a beneficio dei nuclei famigliari in condizione di disagio economico e sociale. È possibile beneficiarne a partire dal 1 luglio 2018. Prima di tale data, in realtà, erano già presenti delle forme di sussidio in caso di difficoltà economica, definite a livello locale, disarmonizzate (quindi senza parità di diritti a livello nazionale) e lasciate all’iniziativa del singolo Ente di Governo dell’Ambito. In alcune città, quindi, si destinavano risorse al bonus, diversamente da altre in cui il problema non era preso in considerazione. Trovi tutte le informazioni più dettagliate su chi ne ha diritto e come si richiede qui.

Non sprecarla aiuta a risparmiare
Ognuno di noi consuma in media 160-170 litri di acqua al giorno. Il 39% è per l’igiene personale, il 20% se ne va in sciacquoni, il 12% per i bucati, il 10% per lavare le stoviglie, il 6% per gli usi di cucina, altrettanti per le pulizie di casa e una pari quantità va in perdite e giardinaggio. L’1% è quello che beviamo. Piccoli gesti possono farci ridurre gli sprechi, aiutare a salvaguardare la risorsa idrica e alleggerire la nostra bolletta. L’esempio più banale è chiudere l’acqua mentre ci si spazzola i denti: 27 metri cubi annui risparmiati e tra i 40 e 130 euro in meno all’anno nella bolletta.