News

Al via le nuove linee guida per una sana alimentazione. Ma quanto le seguiamo?

Dopo 15 anni l’Italia ha le sue nuove linee guida per una sana alimentazione: tra equilibrio nei nutrienti per mantenere il peso forma e alimenti da incentivare o evitare, come lo zucchero e l'alcool. Ma quali sono le nostre abitudini a tavola? La nostra ultima inchiesta ci fotografa sempre più lontani da zuccheri aggiunti e grassi, ma più propensi a prodotti "light" e gluten free.

06 dicembre 2019
Le abitudini alimentari degli italiani

Finalmente l’Italia ha le sue nuove Linee guida per una sana alimentazione, dopo 15 anni dalle precedenti. Il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea) le ha suddivise in quattro blocchi:

  • bilanciamento dei nutrienti per mantenere il peso forma;
  • alimenti da incentivare come frutta e verdura;
  • alimenti da disincentivare come zucchero e alcol;
  • consigli per un’alimentazione varia e corretta.

 Con più attenzione, rispetto alle edizioni passate, per i bambini e alle porzioni destinate a loro, una novità rispetto alle versioni precedenti.

Come mangiano gli italiani? 

Nella nostra ultima inchiesta pubblicata sul numero di dicembre di InSalute abbiamo raccolto le risposte di 1.625 persone sulle abitudini alimentari e i criteri di scelta dei cibi quando fanno la spesa.

Troppo ottimismo

Ben l’88% dei partecipanti alla nostra inchiesta ha dichiarato di ritenerle sane o molto sane. Tra chi si dichiara quasi vegetariano, ovvero riduce al minimo il consumo di carne, questa percentuale sfiora la totalità: 98%. Visto che il campione che abbiamo scelto è rappresentativo della popolazione italiana, temiamo che in questo caso si abbia una percezione un po’ indulgente del proprio stile a tavola. Non si spiegherebbe, se le abitudini alimentari fossero così sane, la quantità di persone sovrappeso, che nel nostro paese arrivano al 46% (oltre 23 milioni di persone).

Le attenzioni giuste

In effetti, chiedendo alle persone coinvolte quali sono gli aspetti nutrizionali a cui fanno più attenzione al momento di fare la spesa, abbiamo riscontrato un misto di scelte fondate e di attenzioni meno giustificate.

  • Il 38% presta attenzione a che negli alimenti siano assenti i coloranti. Una precauzione comprensibile, anche se la presenza di coloranti dannosi non costituisce più un problema da molti anni.
  • Il 32% controlla che siano assenti Ogm negli alimenti che compra. Ma i prodotti con Ogm oggi sono praticamente assenti dai banchi dei supermercati.
  • Il 30% cerca di evitare lo zucchero aggiunto. Giusto, perché ’assunzione eccessiva di zucchero è sicuramente un fattore di rischio per il sovrappeso e le sue conseguenze: ridurlo quanto più possibile dalla nostra dieta è consigliabile. Bisogna prestare molta attenzione alla possibile ingannevolezza degli slogan sulle confezioni. Innanzitutto, bisogna ricordare che assenza di zucchero aggiunto non significa assenza di zucchero tout court: nell’alimento può essere presente zucchero naturalmente proveniente dalla frutta. Inoltre, proprio per ammantarsi di un’aura di “naturalità”, non sono pochi i prodotti (succhi o marmellate, di solito) che al posto dello zucchero utilizzano come dolcificante succo d’uva o sciroppo d’agave o simili. Dal punto di vista nutrizionale, però, tra questi dolcificanti “naturali” e lo zucchero non c’è differenza.
  • Il 30% preferisce prodotti integrali. Giusto, aumentare il consumo di alimenti integrali è una mossa importante, visto che un fattore di rischio per malattie tumorali e cardiovascolari è proprio legato all’eccesso di prodotti fatti con farine raffinate.
  • Il 26% dichiara un’attenzione particolare nello scegliere prodotti con pochi o senza grassi: è una preoccupazione fondata, con la precauzione di verificare la percentuale sull’etichetta nutrizionale. Un’attenzione particolare va riservata ai grassi saturi, indicati sull’etichetta nutrizionale: sono questi infatti i responsabili dell’innalzamento dei fattori di rischio cardiovascolare.
  • Il 25% sceglie prodotti ricchi di fibre: tuttavia scegliere un prodotto integrale resta meglio. La fibra infatti è solo uno dei molti vantaggi dei cereali non raffinati e il claim “ricco di fibre” può apparire anche su prodotti non sani per altri aspetti (per esempio troppi grassi, troppo sale).

Scelte meno giustificate

Quasi il 16% sceglie prodotti “light”, sui quali si può dire che non sempre mantengono la promessa e spesso contengono più additivi e sale dei prodotti tradizionali. Più del 16%, infine, dichiara di scegliere prodotti senza lattosio e più del 7% senza glutine: una vera e propria moda, quella che spinge a evitare glutine e lattosio, due sostanze dannose solo per chi soffre delle intolleranze specifiche, diagnosticate dal medico. Per tutti gli altri, eliminare glutine e lattosio serve solo a rischiare di impoverire o squilibrare inutilmente la dieta.