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Pesce: quale scegliere per non danneggiare l’ambiente

In un'alimentazione sana ed equilibrata non può mancare il consumo di pesce. Al forno, al cartoccio, accompagnato da verdure, può essere preparato e gustato in molteplici varianti. Ma alcune tra le specie più consumate hanno un forte impatto sull'ambiente. Vediamo insieme quali e come scegliere il pesce più sostenibile.

01 febbraio 2021
pesca sostenibile

Anche se sulle nostre tavole finiscono non più di dieci o quindici tipi di pesce, sono più di mille quelli che possiamo trovare ogni giorno sui banchi di pescherie e supermercati. La maggior parte di questi pochi, però, (salmone, tonno rosso e pesce spada su tutti) sono tra i pesci vulnerabili che rischiano l’estinzione. Sovrasfruttamento, pesca intensiva e illegale, inquinamento sono i fattori che stanno distruggendo il mare e molte specie ittiche: aumentare la consapevolezza è fondamentale quando si gira tra le pescherie alla ricerca di pesce fresco si conveniente ma anche e soprattutto sostenibile. Vediamo cosa c'è da tenere a mente.

Il pesce insostenibile

Salmone, tonno, pesce spada e costacei sono tra le specie più insostenibili quando si parla di pesce. Ma non sono gli unci esemplari. Vediamo quali sono e perchè dovremmo ridurre il loro consumo. 

Salmone

Ricco in omega-3, un tempo era un pesce costoso che si portava in tavola solo nei pranzi e nelle cene di Natale. Oggi invece si trova in ogni stagione, in gran quantità e a basso prezzo. Per soddisfare l’incessante richiesta di salmone si sono sovrasfruttati gli stock di salmone selvaggio di Atlantico, America Settentrionale, Europa e Mar Baltico. Questi sono ormai ridotti a livelli pericolosamente bassi e in effetti in numerose regioni la specie è scomparsa.

Per ovviare alla carenza di salmone selvaggio si è fatto ricorso all’allestimento di allevamenti o acquacolture: parte di questi sono intensivi e, per via della della richiesta, si moltiplicano di anno in anno. I rischi presenti in questi allevamenti sono tanti, negli ultimi 10 anni si è fatto molto per evitare che pesticidi come l’endosulfano (tossico per l’uomo) venissero utilizzati e che venissero monitorati gli inquinanti organici persistenti. Per cui, se da un lato siamo certi alcuni aspetti critici sono tenuti sotto controllo, da un altro non possiamo certo pensare che un pesce così tanto sovrasfruttato possa costituire una scelta sostenibile per l’ambiente.

Tonno Rosso

Non ci sono allevamenti di tonno rosso, ma la sua pesca porta squilibrio nell’ecosistema di Atlantico e Mediterraneo. Infatti una pratica molto diffusa, anche in Italia, è l’allungamento artificiale della stagione del tonno dai 2 mesi naturali a 4, che avviene confinando i pesci in grandi gabbie sottocosta. A causa di queste pratiche il tonno rosso risulta essere a forte rischio estinzione e la sua pesca è stata solo recentemente sottoposta a un rigido contingentamento per favorire la crescita e la ripopolazione della specie.

Pesce spada

Questo è un pesce che si muove molto e attraversa le acque di vari mari, la sua tutela quindi è volta a un gran numero di paesi. La pesca di frodo, soprattutto sui più giovani esemplari, mina la riproduzione della specie. In più, gli attrezzi utilizzati per la sua pesca causano catture accidentali di specie protette come capodogli, delfini, tartarughe e uccelli marini. Per questi motivi gli stock di pesce spada sono arrivati al livello di guardia, ed è meglio evitare o comunque ridurre il loro consumo.  

Crostacei

Gambero tropicale. Per far spazio agli allevamenti intensivi di gamberi tropicali Asiatici vengono deforestati periodicamente diversi chilometri quadrati di Mangrovie. Con effetto distruttivo, non solo sulla vegetazione, ma anche sulla fauna che popola questa foresta. Inoltre al disboscamento segue una eccessiva salinizzazione dell’acqua che rende questa non potabile e inutilizzabile nell’irrigazione dei campi.

Astice. La pesca con reti a strascico causa danni al fondale marino e non evita la cattura degli esemplari più giovani e delle femmine mature, la cui cattura, vendita ed esposizione è vietata.

Merluzzo, cernia e dentice

Facciamo inoltre attenzione all’acquisto di merluzzo dell’Atlantico, cernia bruna del Mediterraneo e dentice. Queste sono specie a crescita lenta e quindi non sono in grado di reggere i ritmi di pesca. Il merluzzo Atlantico ha bisogno di anni per riprodursi mentre la cernia, essendo ermafrodita, viene quasi sempre pescata come femmina nei primi anni di vita, generando un pericoloso squilibrio tra i sessi che compromette la sopravvivenza della specie. 

Palombo, verdesca, smeriglio e vitella di mare

Altre specie da non acquistare sono palomboverdescasmerigliovitella di mare. Queste sono a tutti gli effetti “squali”, e di fatto eliminare questi importanti predatori, che arrivano tardi alla maturità sessuale e che hanno bassa fecondità e tempi di riproduzione molto lunghi, mette a rischio gli stock e turba l’equilibrio dell’intero ecosistema marino.  

Il pesce sostenibile

Esistono però molte tipologie di pesce che possono essere acquistate e consumate senza gravare sull'ambiente. La maggior parte sono specie neglette, ovvero quelle che popolano gli stessi mari ma di taglia inferiore e meno considerati. Sono pesci meno cari dei ricercatissimi tonno, salmone o dentice, ma altrettanto saporiti e a basso impatto ambientale. Ecco quali.

Lampuga

La lampuga, una specie migratoria presente nel Mediterraneo, non è a rischio impoverimento e ha un tasso di crescita rapido, quindi, la pesca commerciale non le crea problemi. Si riproduce a fine estate e il suo consumo è ideale in autunno. Il suo costo va dai 6 agli 8 euro al chilo.

Tonnetto alletterato

Il tonnetto alletterato come la lampuga è presente nel Mediterraneo e non è a rischio, non va confuso però con il tonno pinne gialle (largamente consumato in Italia, la cui pesca nel Pacifico e nell’Indiano è sovrasfruttata). È un pesce povero, ma ha carni simili a quelle del tonno rosso e caratteristiche tipiche del pesce azzurro.

Aguglia

L’aguglia è simile a un piccolo pesce spada e di stagione a cavallo tra l’estate e l’autunno.

Sgombro

Lo sgombro è un pesce molto saporito e al tempo stesso molto economico (4-5 € al chilo). Inoltre è presente tutto l’anno.

Palamita

La palamita è presente a maggio, giugno, ottobre e novembre. Questo pesce è presidio Slow food dal 2002.

Sarde e zerri

Sarde e zerri sono presenti tutto l’anno e sono ideali per fritture.

Cefalo

Il cefalo o muggine è una specie abbondante e diffusa nel mediterraneo, viene pescata e allevata senza nessun rischio di estinzione. Le sue uova hanno un sapore squisito e la sua carne è soda e saporita.

 

Occhiata

L’occhiata è un pesce azzurro che nuota in superficie, ha carni molto buone ed eccellente riproduttività.

Ricciola

La ricciola nuota vicina ai fondali e ha una taglia abbastanza grande. È abbondante nei mari sardi e la sua cattura, per legge, avviene solo a cavallo tra estate e autunno (si stanno facendo tentativi di allevamento fortunatamente con scarso successo). Resta quindi una specie che si può trovare saltuariamente nelle pescherie ma che è di ottima qualità.

Spigola e orata

Spigola (branzino) e orata sono specie per lo più allevate. La spigola è stata pescata per molti anni con risultato uno sovrasfruttamento, poiché aveva un tasso di crescita medio. Ad oggi la sua pesca è occasionale e gli allevamenti costituiscono un esempio di acquacoltura sostenibile. Anche per l’orata si possono dire le stesse cose, con la differenza che si riproduce più velocemente.

Origine e stagionalità

Il pesce, così come i prodotti ortofrutticoli, è soggetto a stagionalità. Una stagionalità però diversa che viene definita in base al ciclo riproduttivo dell’animale. È importante quindi rispettare il ritmo vitale del pesce e attingere dai mari a noi più vicini, prediligendo il pescato del Mediterraneo. Per quanto riguarda le specie sostenibili, ecco quali sono le stagioni in cui è meglio acquistare questi pesci:

  • Tutto l’anno: cefalo, mormora, nasello, occhiata, pagello, pescatrice, rombo, sanpietro, sciabola, scorfano, sgombro, sugarello, zerro.
  • Primavera: alice, gallinella, leccia, palamita, sarago, spigola
  • Estate: aguglia, alice, gallinella, lampuga, orata, pesce castagna, pesce serra, ricciola, sarago, sardina, sogliola, spigola
  • Autunno: alalunga, alice, spigola (branzino), triglia, rombo chiodato, ricciola, gallinella, lampuga, sarago
  • Inverno: agello fragolino, palamita, polpo, rombo chiodato, sardina, seppia, triglia, vongola verace

Se invece desidererai acquistare un pesce di un’area di pesca diversa dal Mediterraneo è importante verificare che abbiano il logo del certificato MSC o ASC, marchi che attestino la sostenibilità della pesca, o che non appartengano alla lista rossa IUCN (lista per le specie a rischio estinzione).

Contenuto realizzato nell’ambito del progetto La Spesa Che Sfida finanziato dal Ministero dello sviluppo economico (DM 7 febbraio 2018)