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Pseudocereali: un toccasana per i celiaci

Il termine, non botanico, “pseudocereali”, viene impiegato per definire un gruppo di piante che hanno caratteristiche del tutto simili alla famiglia delle Graminacee. I più noti? Quinoa, grano saraceno e amaranto. 

27 aprile 2023
Pseudocereali

La parola “cereale” fa riferimento a piante erbacee appartenenti alla famiglia delle Graminacee. Queste, tuttavia, non sono le uniche piante a produrre cariossidi (chicchi) amidacei. Esistono infatti piante appartenenti ad altre famiglie, che producono semi con caratteristiche nutrizionali molto simili e che vengono comunemente raggruppate con il termine non botanico “pseudocereali”.

Proprietà

I più conosciuti e consumati in Italia sono il grano saraceno e la quinoa, meno diffuso è invece l’amaranto. Come i cereali, anche questi chicchi sono caratterizzati da una presenza importante di carboidrati, in particolare amido, da una quota proteica che varia molto tra una specie e l’altra, da un tesoretto di sali minerali. Anche la fibra non manca, rendendo questi alimenti una perfetta alternativa ai cereali, non perché questi ultimi non vadano consumati, ma semplicemente per aumentare la varietà della dieta.

Benefici

Come il riso e il mais, questi pseudocereali non contengono glutine, quindi sono adatti per chi soffre di celiachia. Introdurli nella dieta permette a tutti, in particolare ai celiaci, di aumentarne la varietà. È importante che i soggetti con diagnosi di celiachia scelgano sempre prodotti che presentano sulla confezione il marchio Spiga Barrata dell’AIC (Associazione Italiana Celiachia). I prodotti alimentari confezionati contraddistinti dal logo rispettano il limite normativo del contenuto di glutine (non superiore ai 20 ppm), soddisfacendo rigorosi requisiti di produzione, gestione e controllo previsti dal Disciplinare tecnico di concessione Marchio.