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Rc auto poca concorrenza

14 ottobre 2011

Un aumento sproporzionato dei costi e un sistema distributivo che presenta ancora notevoli disagi: sono elementi evidenziati dall'Antitrust nella sua analisi del mercato rc auto.

La ricerca ha confermato ciò che Altroconsumo ha denunciato negli ultimi anni. I premi Rc auto hanno subito aumenti notevoli: per il periodo relativo agli ultimi due anni, l’Antitrust ha rilevato un incremento fino al  25% per chi assicura un’autovettura e del 35% nel caso di un motociclo. Come se non bastasse, l’incremento dei premi in Italia è stato quasi il doppio rispetto alla zona euro nell’ultimo quadriennio.

Divario fra nord e sud
La presenza delle compagnie telefoniche non ha favorito la diminuzione dei premi, soprattutto in alcune zone come il sud, visto che hanno politiche di prezzo che avvantaggiano un certo tipo di assicurati. Prediligono per esempio assicurare guidatori con pochi sinistri, dando, così, un evidente privilegio a chi risiede nel centro-nord. Una scelta che ha amplificato il divario con il sud Italia, dove il fenomeno della concorrenza non si è manifestato e sono sempre meno gli automobilisti che cambiano compagnia da un anno all’altro.
Da qui la richiesta dell’Antitrust di ampliare l’offerta nel meridione, che ricalca un problema in precedenza già stigmatizzato da Altroconsumo. Da una recente indagine Ania emerge come a livello nazionale sia possibile trovare un agente ogni 14,1 chilometri quadrati, contro il 29,1 del sud.
L’autorità presieduta da Catricalà ha messo in evidenza come le compagnie non abbiano adeguati incentivi a controllare i propri costi: il mercato presenta una bassa concorrenzialità e per le imprese è più facile scaricare gli stessi sui consumatori tramite l’aumento dei premi. Antitrust ha infine proposto “che ogni compagnia dichiari pubblicamente la stima circa la riduzione degli oneri per sinistri derivanti dall’accertamento delle frodi”: così le assicurazioni potranno impegnarsi a ridurre i premi proporzionalmente alle frodi scoperte.