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Nimesulide ancora in vendita. Ecco perché

30 marzo 2023
conoscere farmaci

In diversi Paesi i farmaci a base di nimesulide (in Italia il più noto è l’Aulin), sono stati ritirati già da diverso tempo, perché il loro uso può causare problemi al fegato. In Italia, invece, sono ancora disponibili. Come mai? Secondo l’Agenzia europea del farmaco i benefici sono ancora superiori ai rischi. La nimesulide è rimasta in commercio, ma con condizioni e limitazioni d’uso precise.

Il farmaco antinfiammatorio nimesulide - di cui Aulin è il nome commerciale più noto, ma di cui esistono vari equivalenti, sia in compresse che in bustine - è uno dei farmaci antinfiammatori più noti in Italia. Il nostro paese è il maggior consumatore di nimesulide: assorbe da solo il 60 per cento del consumo mondiale di questo principio attivo, che invece è stato ritirato dagli scaffali delle farmacie di vari paesi europei.

I primi Paesi a ritirare dal mercato i medicinali contenenti nimesulide erano stati, nel 2002, Spagna e Finlandia, seguite nel 2007 dall’Irlanda. La decisione era stata presa dopo diverse segnalazioni di casi di tossicità al fegato. In altri Paesi, come ad esempio il Regno unito, questi medicinali non sono mai stati commercializzati. Allora come mai in Italia continuano a essere venduti? Ce lo chiedono in molti: in rete circolano diverse informazioni, non sempre vere, al riguardo.

I benefici superano i rischi: la nimesulide resta in commercio

Nel corso di diversi anni, Dal 2002 al 2011, l’Agenzia europea del farmaco (Ema), ha più volte avviato una procedura di raccolta e analisi dei dati disponibili sulla nimesulide per decidere se ritirare oppure lasciare in commercio i farmaci a base di nimesulide nei Paesi europei in cui erano ancora venduti. In seguito ai processi di revisione (l’ultimo voluto dalla Commissione europea nel 2010), l’Agenzia ha concluso che i benefici che i farmaci apportano superano i rischi: la nimesulide perciò resta in commercio, anche se dev’essere considerata un antidolorifico di seconda scelta per il trattamento del dolore acuto, deve essere usato per il minor tempo possibile, e mai prescritta in caso di febbre o sintomi influenzali.

Tempi e modalità d’uso raccomandati per ridurre i rischi per il fegato

Gli effetti collaterali sul fegato, però, sono stati confermati. Per questo, per ridurre al minimo il rischio nei pazienti, l’Agenzia europea del farmaco raccomanda tempi e modalità precisi per l’assunzione di nimesulide.

  • Va usata solo in caso di dolore acuto (mentre prima veniva usata anche in casi di dolore cronico) e per i dolori mestruali, ma non come farmaco di prima linea. Ciò significa che per questi disturbi vanno prima di tutto considerati altri farmaci antinfiammatori o antidolorifici, quelli con un profilo di sicurezza migliore. E che la nimesulide vada considerata solo se questi farmaci non possono essere assunti o non sono stati efficaci, sempre dopo attenta valutazione del paziente.
  • Deve essere utilizzata solo per brevi periodi, per non più di 15 giorni.
  • La dose massima giornaliera è di 200 mg (pari a due bustine o due compresse).
  • Non deve essere usata da pazienti con problemi al fegato, da persone con problemi di alcolismo, da pazienti tossicodipendenti e in caso di febbre e/o sintomi simil-influenzali.

Nimesulide va assunta solo su espressa prescrizione del medico, subito dopo i pasti perché come altri antinfiammatori ha un'azione irritante sulle pareti dello stomaco, evitando il consumo di alcolici e rispettando le dosi consigliate. È sconsigliato a bambini e alle donne nell’ultimo trimestre della gravidanza e allattamento. Per conoscere tutte le controindicazioni, si può consultare il foglietto illustrativo aggiornato dei farmaci a base di nimesulide sulla nostra banca dati farmaci.

Infine, è importante interrompere l’assunzione avvisare subito il medico nel caso insorgano sintomi e segni di sofferenza epatica (del fegato), come spossatezza persistente, perdita di appetito, nausea, vomito, dolori addominali, ittero. È anche possibile fare in autonomia una segnalazione al sistema di farmacovigilanza.

In caso di febbre o influenza, meglio paracetamolo o ibuprofene

La nimesulide non deve essere utilizzata in caso di febbre o sintomi influenzali. Nel caso, meglio prendere antinfiammatori o antidolorifici come il paracetamolo, l'ibuprofene (Per i bambini verifica la dose corretta di paracetamolo e ibuprofene), il naproxene o l'acido acetilsalicilico (noto come aspirina, quest'ultimo va assunto solo dai 16 anni in su). Se si stanno assumendo paracetamolo o farmaci antinfiammatori, è sconsigliato assumere della nimesulide, per evitare effetti indesiderati a carico di fegato o apparato gastrointestinale.

Come si acquista in Italia

L’Aifa, Agenzia italiana del farmaco, si è adeguata alla decisione dell’Ema lasciando la nimesulide in commercio. Ma, nel 2007, ha deciso di modificare il regime di fornitura di farmaci a base di nimesulide. Dalla ricetta ripetibile si è passati alla ricetta non ripetibile: oggi, per ogni nuova confezione acquistata, dev’essere presentata una nuova ricetta, che viene trattenuta dal farmacista all’atto della consegna del farmaco. Questa decisione è stata presa per limitare gli usi inappropriati dei farmaci a base di nimesulide, che nel nostro Paese, soprattutto in passato, sono stati molto frequenti.