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Conti correnti: multa di 11 milioni a Intesa San Paolo, Unicredit e BNL per gli interessi sugli interessi di chi va in rosso

20 novembre 2017
anatocismo

L'Antitrust ha multato Intesa San Paolo, Unicredit e BNL per pratiche scorrette. La multa di 11 milioni è così suddivisa: 5 milioni per Unicredit, 4 milioni per BNL Bnp Paribas e 2 milioni per Intesa San Paolo. Motivo? L'pplicazione di interessi sugli interessi per chi va in rosso con il conto corrente.

Si chiama Anatocismo e vuol dire letteralmente produzione di interessi su interessi. Una cosa positiva se si tratta di interessi attivi (gli interessi, cioè, che ricevi per i soldi depositati, ad esempio, sul conto corrente quando sei attivo), molto negativa se riguarda interessi passivi (gli interessi, cioè, che paghi alla banca come quando, ad esempio, sei in rosso sul conto corrente).

L'anatocismo è vietato

Dal 1° gennaio 2014 l'anatocismo è vietato in Italia. Molte banche però hanno fatto orecchie da mercante, complice anche la mancanza di una delibera del CICR (comitato interministeriale per il credito ed il risparmio). Nel corso degli ultimi anni per questo motivo i reclami su questo aspetto sono cresciuti. Antitrust su questo aspetto non ha multato le tre banche proprio per la mancanza della delibera CICR. La multa riguarda, invece, un altro aspetto. Dal 1° ottobre 2016 è in vigore la nuova disciplina (delibera CICR, Comitato interministeriale per il credito e il risparmio n.343 del 3 agosto 2016) che ha riconfermato il divieto di anatocismo per gli interessi passivi. Chi va in rosso con il proprio conto corrente, quindi, non deve più pagare gli interessi sugli interessi. Questo vale anche per altri contratti bancari come mutui, finanziamenti, carte revolving. Le banche hanno avvisato i correntisti con una lettera.

Ecco le novità principali della normativa

Bisogna precisare che il divieto di anatocismo vale solo per gli interessi passivi. Per gli interessi attivi su conto corrente o conto deposito, l’anatocismo è ancora possibile. Inoltre, le nuove regole non si applicano solo ai conti correnti, ma anche ad altri contratti bancari come mutui, finanziamenti, affidamenti, aperture di credito. Ecco i cambiamenti principali contenuti nella nuova disciplina.

  • Nelle operazioni bancarie, gli interessi sul rosso o sul debito non possono produrre ulteriori interessi, salvo quelli di mora (gli interessi, cioè, calcolati quando si è in ritardo con un pagamento verso la banca). In sostanza con la nuova disciplina viene confermato il divieto assoluto di anatocismo già presente nel testo unico bancario dlgs 385/93 dal 2014.
  • Queste regole si applicano anche alle carte revolving (le carte che prevedono il pagamento a rate dell’estratto conto). Una novità non da poco considerando che i tassi applicati sul credito revolving sono molto alti: 16,15% il tasso medio, 24,15% il tasso massimo oltre cui scatta l’usura.
  • Per quanto riguarda i conti correnti, il calcolo degli interessi passivi e attivi deve avvenire nello stesso momento e non deve essere inferiore all’anno. Il calcolo verrà effettuato quindi il 31 dicembre di ogni anno o, in caso di chiusura del conto, al termine del rapporto.
  • Gli interessi passivi conteggiati il 31 dicembre di ogni anno, sono da pagare, il 1 marzo dell’anno successivo a quello in cui sono maturati. Almeno 30 giorni prima del pagamento deve essere inviata dalla banca una comunicazione al cliente. Il contratto può prevedere termini diversi solo se più favorevoli al cliente.

Come pagare gli interessi?

L'1 marzo di ogni anno, gli interessi possono essere pagati con addebito sul conto o in altro modo (con assegno, bonifico, in contanti allo sportello). Il cliente può anche autorizzare preventivamente l’addebito degli interessi sul proprio conto corrente ogni 1 marzo. L’autorizzazione può essere revocata in qualsiasi momento prima dell’addebito. Dopo il 1 marzo gli interessi diventano “capitale” e su questi possono essere calcolati nuovi interessi. Ad esempio, se sei in rosso di 500 euro per un anno e devi pagare alla banca interessi per 75 euro, dopo il 1 marzo, se non hai ancora pagato gli interessi, questi si sommano ai 500 euro. Gli interessi successivi saranno calcolati così su 575 euro. Se il cliente non paga o non autorizza l’addebito in conto, diventa inadempiente determinando i presupposti per l’applicazione anche degli interessi di mora.

Perché le banche sono state multate

Ed è su questo aspetto che Antitrust ha multato le tre banche. Infatti le tre banche avrebbero effettuato pratiche aggressive e quindi scorrette nei confronti dei clienti, “obbligandoli” a firmare un’autorizzazione preventiva di addebito sul conto corrente. Senza spiegare il fatto che l’autorizzazione non fosse necessaria per continuare ad operare, ma solo una delle possibilità per pagare gli interessi passivi. Ciò è avvenuto con l’uso di comunicazioni personalizzate precompilate, email e pop-up nella homepage delle aree clienti volti all’attivazione delle procedure di autorizzazione on line preventiva all’addebito in conto degli interessi debitori che non consentivano al consumatore di fornire il diniego espresso all’autorizzazione.

Le banche, nell’adottare tali politiche, hanno fatto attenzione nell’informativa fornita ai clienti a rilevare solo le possibili conseguenze negative in caso di mancata autorizzazione, evidenziando gli effetti in caso di mancato pagamento degli interessi in termini di interessi di mora e di segnalazione alle banche dati finanziarie e creditizie sui cattivi pagatori, e non accennando alle conseguenze dell’autorizzazione connesse con l’applicazione di interessi anatocistici.

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