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Cartelle esattoriali: dal 2025 scadranno dopo 5 anni e si potranno rateizzare in 10 anni

Il Consiglio dei ministri dell’11 marzo ha presentato un decreto legislativo in cui si modifica il sistema di riscossione delle cartelle esattoriali a partire dal 2025. Tra le novità, la possibilità di arrivare a rateizzare le cartelle esattoriali in 120 rate, quindi 10 anni, ma con un innalzamento progressivo dalle attuali 72 o la facoltà del creditore di cestinare la cartella non riscossa dopo 5 anni. Vediamo quindi cosa dovrebbe cambiare.

12 marzo 2024
Insegna Agenzia delle Entrate con bandiere

FabioMitidieri / Shutterstock.com

Il decreto legislativo presentato l’11 marzo in Consiglio dei ministri dovrebbe prevedere, in attuazione della delega fiscale, importanti novità per i contribuenti che dovrebbero alleggerire il rapporto con la riscossione delle cartelle esattoriali.

Partiamo però da un fatto fondamentale, non c’è nulla di definitivo, di scritto nella pietra, infatti il decreto legislativo, che dovrebbe esser operativo nel momento in cui viene approvato dal Consiglio dei ministri, in realtà, in questo come in molti altri recenti casi, non lo è perché il Governo lo “approva in esame preliminare”, che in soldoni significa che al momento vale quanto il comunicato stampa che lo illustra.

Vediamo quindi quali sono i punti salienti delle modifiche alla riscossione dei debiti con il fisco e che dovrebbero vedere la luce a partire dal 2025.

Come non pagare le cartelle dopo 5 anni

Il Governo lo ha chiamato discarico automatico che per i contribuenti significa che trascorsi 5 anni da dopo che l’Agenzia delle entrate Riscossione ha tentato di recuperare un credito senza riuscirci questo decade a meno che non siano già in corso procedure esecutive, come le così dette ganasce fiscali.

Questo significa che basta evitar di pagare per 5 anni e la cartella finisce nel cestino? Non proprio, ma sicuramente è un gran incentivo a perseverare nell’errore. Infatti, la norma sembra prevedere che dopo 5 anni che l’Ente ha affidato all’Agenzia delle entrate Riscossione il proprio credito nei confronti del contribuente che non ha pagato, l’Ente creditore stesso debba riattivarsi per ottenere quanto gli spetta. Questo significa che dal 2025 l’Ente creditore a questo punto può decidere di provvedere autonomamente alla riscossione del credito o, in presenza di “nuovi e significativi elementi reddituali o patrimoniali del debitore”, riaffidarlo all’Agenzia delle entrate Riscossione.

Per provvedere autonomamente alla riscossione l’Ente deve attivare agenzie private di recupero crediti, oppure non sappiamo ancora come, provare l’esistenza di redditi o patrimoni del creditore e rientrare così ancora nelle procedure dell’Agenzia delle entrate Riscossione. In ogni caso, l’Ente può contestare all’agente della riscossione di non essersi attivato nei tempi e nei modi utili per il recupero del suo credito. In soldoni, il contribuente si nega per 5 anni e la colpa ricade sull’agente della riscossione.

Come rateizzare la cartella in 10 anni

Se non si fa parte della schiera dei contribuenti che riescono a non far scattare le ganasce fiscali per 5 anni, accedendo quindi all’opportunità del discarico automatico, si può ottenere di rateizzare la cartella esattoriale su 10 anni contro gli attuali 6 anni.

La proposta di decreto legislativo prevede che a partire dal 2025 si allungano i tempi per la rateazione delle cartelle in caso di difficoltà economica documentata. Attenzione però le 120 rate saranno disponibili solo a partire dal 2031 infatti, al momento si prevede di aumentare progressivamente il numero di rate massimo concedibile di 12 rate a biennio fino a d arrivare al 2031 con 120 rate, sempre che il Ministero dell’economia che deve valutare gli effetti questa misura lo ritenga opportuno. Nel frattempo rimane in vigore la procedura di rateazione cui puoi accedere dal sito dell’Agenzia delle entrate Riscossione.