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PagoPA: caos e commissioni salate. L’hai usato? Raccontacelo

Dal 28 febbraio 2021 tutte le amministrazioni, enti e società pubbliche avrebbero dovuto adottare pagoPA. Lo hanno fatto in realtà solo 9 enti su 10. Ma che cos’è pagoPA? Non è un sito. Non è una app. E neppure un circuito. È un sistema di pagamenti complesso e macchinoso. E le commissioni sono una tassa sulla tassa. Se hai già avuto modo di utilizzarlo, raccontaci come è andata.

  • Con il contributo esperto di
  • Anna Vizzari
  • articolo di
  • Matteo Metta
24 marzo 2021
  • Con il contributo esperto di
  • Anna Vizzari
  • articolo di
  • Matteo Metta
PagoPA

pagoPA dovrebbe rappresentare il sistema dei pagamenti (obbligatorio da fine febbraio) a favore delle pubbliche amministrazioni.  Ma non è ancora tutto definito; in molti casi la digitalizzazione è ancora lontana. In altri gli enti hanno sì aderito ma solo per alcuni servizi. A questo si aggiunge che pagoPA non è per nulla semplice. I pagamenti digitali verso le pubbliche amministrazioni - tasse, multe, bolli, visite Asl, utenze, mense scolastiche, rette universitarie e molto altro ancora - non vengono infatti convogliati in un unico sito (o app). pagoPA si definisce «un sistema unico per i pagamenti elettronici verso la pubblica amministrazione», ma di unico i cittadini non vedono nulla, se non un logo. Infatti bisogna continuare a districarsi tra diversi canali telematici - siti e app - dei tanti enti pubblici (Comune, Regione, università...) sui quali poter pagare, oppure chiedere all'ente un avviso di pagamento, cioè un bollettino cartaceo o digitale da pagare attraverso altri canali. E la cosa peggiore è che quasi sempre per pagare i bollettini pagoPA anche quando lo si fa digitalmente sono previste commissioni salate. Una situazione paradossale: la PA si avvantaggia di un sistema che velocizza la gestione dei pagamenti e riduce dunque i costi per gli enti pubblici e a farne le spese sono i cittadini che devono pagare delle commissioni per saldare multe, tasse, bolli auto, ticket sanitari.

Dobbiamo cambiare questa situazione e chiediamo il tuo aiuto.

Hai già avuto modo di pagare qualcosa con PagoPA?

Se anche tu l’hai utilizzato, raccontaci la tua esperienza con pagoPA. E soprattutto se hai dovuto pagare delle commissioni per bollettini, pagamento del bollo o delle multe. La tua esperienza ci sarà utile per rivendicare nuove norme al Ministero della Pubblica Amministrazione.

Hai già avuto modo di pagare qualcosa con PagoPA?

Raccontaci come è andata

PagoPA: un sistema con tanti canali di pagamento

Molto spesso si pensa che pagoPA sia solo un sito o una app ma in realtà è tanti sistemi di pagamento insieme. Ma quali sono esattamente questi i canali di pagamento che rientrano nel mondo di pagoPA? Ci sono tanto per cominciare gli sportelli fisici delle banche, gli atm, i siti web e le app di banche e istituti di pagamento che hanno aderito (volontariamente, per loro non c'è alcun obbligo) a pagoPA. Quindi sta al cittadino verificare se la propria banca è tra queste. Va anche detto che molte banche usano un proprio sistema chiamato Cbill, che permette il pagamento online (su home banking o via app oppure via atm) anche dei bollettini delle pubbliche amministrazioni e che quindi rientra nel sistema di pagoPA. Altri canali abilitati al pagamento sono le app tipo Satispay e Sisalpay. All'interminabile elenco vanno poi aggiunti gli immancabili uffici postali e le ricevitorie convenzionate con Sisal, Lottomatica e Banca 5. Insomma, un'esplosione di possibilità tra le quali è complicato orientarsi. Tanti canali a disposizione sono un vantaggio solo se offerti come alternativa alla più comoda possibilità di effettuare i pagamenti pagoPA in un canale dedicato e univoco. Il fatto che questo non sia possibile denota una mancanza di strategia e tanta confusione: a poco serve uno standard di pagamento se poi si rinuncia alla semplificazione e a fare da unico punto di riferimento per i pagamenti verso le tante pubbliche amministrazioni e società a controllo pubblico.

Costi in più per i cittadini

Inoltre, imponendo l’obbligo di usare pagoPA c’è il rischio che vengano fatti pagare ai cittadini dei costi che prima non pagavano, ad esempio perché pagavano con l’addebito sul conto o il Mav.  E infatti Antitrust a luglio dello scorso anno ha dovuto fare una segnalazione alla presidenza del Consiglio dei Ministri per comunicare il rischio che nel corso del 2021 si potesse perdere, per le imposte ricorrenti come Tari e bollo, la possibilità di fare un addebito Sepa sul conto, ovvero la classica domiciliazione di un pagamento sul conto proprio conto corrente, che in molti casi prevede addirittura uno sconto per il cliente sulla tassa da pagare (come ad esempio accade in Lombardia per il bollo auto). E stesso rischio avrebbe potuto correre anche il modello F24, oggi totalmente gratuito per i cittadini. Per fortuna ad oggi sia addebito Sepa che modello F24 continuano ad esistere. L’intervento di Antitrust dimostra che le commissioni fatte pagare ai cittadini per i bollettini pagoPA sono un problema. La PA dovrebbe accollarsi questi oneri ampiamente coperti dalla digitalizzazione e dalla gestione più veloce degli aspetti amministrativi.  Questa è la richiesta che facciamo al Ministero della Pubblica Amministrazione. E le tue segnalazioni possono rendere più forte le nostre richieste.

La app IO.it

Una delle possibilità di pagamento dei bollettini pagoPA è la app IO.it una app che dovrebbe permettere un accesso rapido e veloce ai servizi della Pubblica Amministrazione, incluso quindi pagoPa. La app la si può scaricare da Apple Store e Play store. Al momento la hanno già scaricata più di 10 milioni di persone soprattutto grazie al cashback di Stato.

Ci si accede attraverso la propria Spid (l’identità digitale) o la carta di identità elettronica. La prima cosa da fare per usarla è dunque chiedere Spid o attivare l’identità digitale della carta di identità elettronica attraverso i codici ricevuti al momento della richiesta in Comune e poi a domicilio con l’arrivo della carta.

Attraverso l’applicazione si possono pagare bollettini pagoPa. Per ora solo attraverso carta di credito o prepagata dei circuiti Mastercard, Visa, Visa Electron, American Express (con una commissione massima di 1,5 euro). Poi saranno utilizzabili anche Bancomat Pay, Paypal, Postepay, Satispay.

Per pagare si può inquadrare il QRcode che è presente sull’avviso di pagamento pagoPA oppure inserire manualmente il codice dell’avviso. (vedi grafica tra gli allegati).

Anche in questo caso visto l’uso di una app e di modalità di pagamento digitali sarebbe utile ed opportuno eliminare le commissioni per l’utente finale.