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Pa digitale: siti dei Comuni non sempre all’altezza

Certificati, pagamenti, invii di documenti: cosa permettono di fare da casa i nostri enti locali? Le analisi sui siti di otto città: molti risultati positivi, ma le lacune ci sono. Milano, Bari, Roma e Palermo: numero di servizi disponibili ottima o buona. Tre siti comunali con risultati solo sufficienti. Napoli in fondo alla classifica.

  • Con il contributo esperto di
  • Lucia Canzi
  • articolo di
  • Stefania Villa
16 luglio 2020
  • Con il contributo esperto di
  • Lucia Canzi
  • articolo di
  • Stefania Villa
Pubblica amministrazione digitale

La digitalizzazione della Pubblica amministrazione (Pa) è una necessità impellente: ce ne siamo accorti più che mai nei mesi di lockdown, in cui abbiamo capito bene quanto sia importante avere la possibilità di fare un certificato o un'iscrizione online, di inviare via web una comunicazione a Comuni, Regioni ed enti pubblici di vario tipo; in generale, si tratta di code, tempo, risorse risparmiate, per i cittadini e per la Pa stessa. 

Nell’inchiesta pubblicata su Altroconsumo Inchieste abbiamo analizzato i siti di otto grandi Comuni italiani, chiedendoci qual è stato lo scenario con cui i cittadini si sono dovuti confrontare nei mesi in cui gli spostamenti erano limitati, in termini di servizi disponibili online e possibilità di accesso. La situazione che emerge è eterogenea, ogni città è un caso a sé: in generale i risultati non sono catastrofici, ma neanche completamente positivi come sarebbe ormai auspicabile.

Tra servizi buoni, solo sufficienti o mediocri 

Abbiamo chiesto ai nostri incaricati di accedere come normali cittadini (tra l’8 e il 20 aprile 2020) ai siti del Comune di Bari, Firenze, Milano, Napoli, Roma, Palermo, Padova, Reggio Calabria, per vedere quanti servizi trovavano disponibili rispetto a tre ambiti: certificati ed estratti anagrafici, invii telematici (di documenti, richieste ecc.) e pagamenti (per verificare se il sito forniva un percorso relativo al pagamento dei servizi comunali, raccolti in un’area da cui verificare quali pagamenti si sono effettuati e quali no, con relativo link per pagare). 

Una metà dei siti dei Comuni, 4 su 8, ottiene risultati generali ottimi o buoni, con Milano prima, seguita da Bari, Roma e Palermo.
Ma, a fronte dei risultati positivi, abbiamo anche tre città solo sufficienti, con alcuni servizi disponibili online, ma molti altri no (Reggio Calabria, Padova e Firenze) e una città in cui i cittadini non possono inviare al Comune nessun tipo di documento o dichiarazione: non un cambio di residenza, non l’iscrizione alla mensa scolastica o al nido, non una richiesta di rimborso o comunicazione relativa a Tasi, Tari e Imu; si tratta di Napoli, la più bassa in classifica

Spid e possibilità di accesso 

Nell’inchiesta completa è possibile leggere tutti i risultati di ogni sito comunale, con il dettaglio sulle singole voci indagate (certificati, invio documenti, pagamenti), non solo in termini di servizi disponibili, ma anche rispetto alle possibilità di accesso fornite, tra pin, accesso libero e Spid. Si punta molto su questo Sistema pubblico di identità digitale, ma in realtà – come conferma l’indagine – non è ancora implementato in modo omogeneo, neanche sui siti dei Comuni più grandi.